Parte II – “Rachele, non è vero! Non è quello che intendevo…” La donna rimase imperturbabile. “Voglio stare con te, voglio che ci proviamo. Anche se siamo lontani, io ti aspetto. Ho anche annaffiato le piante!” Paolo abbozzò un sorriso, ma l’espressione di lei era impassibile. “Te lo giuro, amore mio: ce la faremo. Io ci credo, voglio crederci.” Paolo si accalorò, avvicinandosi alla telecamera, come fosse davvero potuto entrare dentro lo schermo e abbracciare quella donna che gli stava fuggendo e che forse aveva perduto già mesi prima, quando l’aveva lasciata andare…
I cantastorie
Parte I – La chiamata intercontinentale presentava sempre qualche problema, per il fuso orario, il computer, la connessione insufficiente, calamità naturali o imperscrutabili volontà divine. Il volto di Rachele si frantumò in un centinaio di pixel e si ricompose in una smorfia, come se quel continuo sgretolarsi le provocasse davvero qualche dolore e l’agonia della conversazione interrotta si protraesse in modo naturale nel fermo immagine che seguiva ogni frammentazione, un nuovo, esasperante silenzio.
CIO’ DI CUI ABBIAMO FAME
Riflessioni sull’autobiografia “Fame” di Roxane Gay
Un libro che mi ha colpita e che ho sentito mi riguardava profondamente, Più di una volta, davanti allo specchio, mi sono detta che non potevo essere bella, ma almeno potevo essere magra. Non mi sono amata abbastanza. In tutta la vita non mi sono mai amata abbastanza e so per certo che la maggioranza delle persone ha la medesima difficoltà. Abbiamo paura di essere felici, preferiamo lamentarci perché siamo pigri, perché amarsi è una fatica immane.