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GIORGIO MORODER A FIRENZE

Un pubblico variegato per canzoni celeberrime

Momento del concerto di Moroder: luci blu, orchestra, cantanti e Moroder sul palco, pubblico della platea parzialmente illuminato.

La prima volta che ho assistito ad un concerto al Mandela Forum avevo 11 anni, sono andata con mia mamma e una mia amica, abbiamo visto Max Pezzali; in seguito sono tornata per diversi spettacoli ma mai per qualcosa di collegato alla musica. Qualche mese fa ho adocchiato un’iniziativa della Fondazione CR Firenze, attraverso l’organizzazione Siamosolidali.it, dedicata alle Onlus che volevano partecipare quali “sponsor” gratuiti ad alcuni spettacoli al Mandela. Perché no?, mi sono detta; così ho fatto richiesta per AIAU Onlus, l’Associazione dove lavoro, presentando per il crowdfunding il progetto Un gelato per l’Etiopia. Se sto scrivendo questo articolo immaginerete come è andata a finire: ci hanno presi!

Schermo interno del Mandela Forum: Fondazione CR Firnze e logo AIAU Onlus arancione.
Fondazione CR Firenze insieme ad AIAU Onlus sui maxi-schermi interni ed esterni del Mandela Forum


Il concerto individuato era quello di Giorgio Moroder. Inutile fingere: ho dovuto scoprire chi fosse facendo una ricerca su Google e spulciando la discografia su Wikipedia; ho letto qualche titolo, ho contato i premi Oscar vinti (tre: nel 1979 miglior colonna sonora per Fuga di mezzanotte, nel 1984 e nel 1987 miglior canzone rispettivamente per Flashdance e Top Gun), ho colto alcuni dei nomi tra le collaborazioni. Qualche vago richiamo è suonato nella mia testa, ma nessun motivo musicale mi è salito alle orecchie. Questo è rimasto il mio pensiero finché sabato sera (18 maggio) non mi sono ritrovata ad ascoltare quelle canzoni, il cui ritmo prima di allora non mi sovveniva. A quel punto ho realizzato quanto fossi fortunata a trovarmi lì, con quelle 2.500 persone, ad ascoltare un simile artista. Questa opportunità mi ha riempita di gioia, ma non è stato l’unico spunto interessante della serata.

Interno del Mandela Forum ancora vuoto, luci blu.

Partiamo dall’inizio. Non avevo mai visto un luogo allestito per uno spettacolo, con le luci, gli strumenti e migliaia di sedie, completamente deserto. Arrivando alle 18 (tre ore prima dell’inizio del concerto) per allestire il banchino dedicato ad AIAU Onlus, mentre trascinavo il roll-up all’inseguimento dello scattante steward che ci faceva strada, mi ha colpito la visione del palco, vicinissimo, e dell’immenso palazzetto vuoto. Mi hanno esterrefatta il silenzio, le luci colorate ma tenui, la penombra della platea, gli schermi neri. Un battito di ciglia per respirare quell’atmosfera quasi sacrale, sospesa, quieta e al tempo stesso anelante, e il ragazzotto era già scomparso nei corridoi deserti.

La seconda cosa che mi ha colpita nel corso della serata è stata l’eterogeneità del pubblico. Anche qui sarò sincera: immaginavo un’età media di cinquant’anni. Mi sbagliavo. C’erano uomini e donne dai 20 anni in su, c’erano coppie, gruppi di amici, addirittura qualche genitore con il figlio trentenne. C’erano signori con occhiali spessi e aria intellettuale, c’erano ragazze con le braccia coperte di tatuaggi, giovani con gilet e smartwatch, adulti con in mano una birra; qualcuno correva, qualcuno arrivava lento anche se in ritardo, molti allungavano il passo, vociavano. Ho visto un signore fermarsi ad osservare un gruppo di coetanei e scoprire di conoscerli, così, in modo casuale, davanti alle porte di entrata, prima di confluire tutti all’interno, dentro il denso e appiccicoso pulsare del concerto.

Le canzoni, dicevo. Pensavo di non conoscerne nemmeno una e invece ad ogni brano mi scoprivo a ricordarne la melodia. Non ho orecchio e non mi è mai interessato divenire un’esperta di musica, ma non potevo non annuire sorpresa ad ogni nuovo attacco: Hot staff, Take my breath away (colonna sonora di Top Gun), Cat people (con David Bowie), I feel love (con Donna Summer), What a feeling (colonna sonora di Flashdance), Giorgio by Moroder (con i Daft Punk). Insomma, in men che non si dica, mi sono ritrovata a ballucchiare convinta insieme a quelle migliaia di sconosciuti, molti in piedi, alcuni seduti ma che battevano le mani o tamburellavano con i piedi trascinati dalla musica dance, di cui Moroder è considerato un pioniere.

Pur attratta dalle luci del palco, affascinata dall’energia di quell’uomo di quasi 80 anni e ammaliata dallo svolazzare dei vestiti delle superbe cantanti, non ho potuto non girare spesso lo sguardo verso il pubblico. Allora ho visto quel mare che formano le persone, tante e così diverse, quando sono insieme. Le persone sono maree, creano onde, sorgono, si abbassano; come una marea mormorano, gridano, si infrangono e si ritraggono, emergono di nuovo. Sono incessanti, non sono parte di un tutto, sono quel tutto, sono quel moto incessante, sono la bellezza nella diversità, lo splendore di una comune umanità, di una condivisione involontaria, ciascuno da solo, ognuno insieme.

Cartellino del pass con la scritta "Fondazione CR Firenze", nominativo per Federica Avagnano.
Pass riservato alle Associazioni per accedere al concerto


Ringrazio per questa opportunità in primo luogo AIAU Onlus, tutto lo staff e i volontari che sempre si prodigano per organizzare e portare avanti serate ed iniziative come questa.
Un ringraziamento sentito anche alla Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze e Siamosolidali.it perché hanno sempre una straordinaria sensibilità verso il mondo delle Associazioni, ma anche della cultura in generale e a tutti i livelli. Grazie infine a PRG che ci ha accolti.

INFORMAZIONI
AIAU Onlus: www.aiau.it
Siamosolidali.it: www.siamosolidali.it
Fondazione CR Firenze: www.fondazionecrfirenze.it
Nelson Madela Forum: www.mandelaforum.it

Volontari AIAU Onlus con Elena di PRG, uomini e donne davanti al roll-up AIAU.
TEAM AIAU ONLUS CON IL PRESIDENTE DR. TOMMASO NENCINI (AL CENTRO) ED ELENA DI PUBLIC RELATIONS GROUP


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