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IL GIARDINO DELL’IRIS

Un colorato terrazzo su Firenze

Insieme di iris di diversi colori (giallo, viola, bianco) con ulivi e un sentiero in pietra.

Visitare il Giardino dell’Iris quest’anno è stato piuttosto difficoltoso, ma ne è valsa senza dubbio la pena. Tra giorni piovosi, vento autunnale e allerta meteo è stato difficile trovare un giorno in cui gli impegni di lavoro si conciliassero con le condizioni meteorologiche. Non a caso il primo tentativo che ho fatto è andato a vuoto, con conseguente grande delusione, dopo aver attraversato la città in balia dei mezzi pubblici ed aver coraggiosamente affrontato un tempo che prometteva pioggia: il giardino era tristemente chiuso. Il secondo tentativo è andato fortunatamente a buon fine e il giardino mi ha aperto le sue profumate porte accogliendomi tra i colori variegati dei fiori e il verde rilassante degli ulivi. Il vento forte ha mietuto alcune vittime, piegando gli steli degli iris, molti dei quali giacciono ora a terra, con i petali un poco ammaccati ma ancora colmi di fascino.


Il parco si estende nella zona collinare sotto il muro di piazzale Michelangelo progettato da Giuseppe Poggi, dalla parte est, verso piazza Ferrucci. Il Giardino dell’Iris fu realizzato nel 1954 da due appassionate ibridatrici, Flaminia Specht e Nita Stross Radicati, che diedero inizio ad un concorso annuale per premiare le migliori varietà di iris. Nel 1957 ci fu l’inaugurazione ufficiale e poco dopo fu fondata la Società Italiana dell’Iris che ancora oggi cura e gestisce questo splendido luogo. Sorprendente è il fatto che ancora si conservino i bulbi delle prime iris vincitrici dei concorsi: anno per anno, cartellino dopo cartellino, scopriamo il primo premio del 1961, 1974, 1996 e così via fino al 2018 e, ovviamente, al 2019; i fiori sono dislocati in zone diverse, ma tutte accessibili e riconoscibili.

Da sotto le mura (non è un caso che l’appezzamento di terra fosse chiamato “Podere dei Bastioni”), il giardino degrada lungo discese e gradini ben curati, tra gli ulivi, che abitavano il luogo prima ancora delle iris, e i fiori di ogni varietà, fino a giungere ad un laghetto. Questa parte, la più quieta e silenziosa, ospita dal 1967 una varietà di iris giapponesi. Ciò che a me ha colpito non è la loro bellezza (li trovo sinceramente meno appariscenti e voluttuosi) ma lo squisito equilibrio dell’insieme, le sfumature di verde degli alberi, il marrone dell’acqua e della terra, il nuotare lento di un germano. Le altre iris circondano il laghetto, fanno capolino con i colori splendenti, occhieggiano tra il verde, ma sono come attutite, compensate, smorzate dalla grande pace che si respira; un paesaggio meno spumeggiante e appariscente, eppure per me così magnetico nel suo essere rilassante.

Laghetto con iris giapponesi gialli e vari alberi di diverse tonalità di verde.


Quando ero piccola l’iris era il mio fiore preferito: adoravo la carnosità dei petali, il lungo stelo, quel sembrare che faccia una linguaccia; ero affascinata da una forma che non riuscivo a districare, dal suo essere diversa da ogni altra, subito riconoscibile. Solo molti anni dopo ho scoperto che l’iris è il fiore di Firenze, è il “giglio” di Firenze.

Lo stemma del Gonfalone, infatti, era originariamente l’iris florentina, bianca e che cresceva in abbondanza nella Valle dell’Arno, i cui abitanti la chiamavano comunemente “ghiacciolo”. All’inizio, quindi, lo stemma era un’iris bianca su fondo rosso; i colori si invertirono solo successivamente, per volere dei Guelfi nel 1266-67, in seguito alla cacciata dei Ghibellini. Per rendere omaggio all’antico stemma, ogni anno viene scelto il Premio Firenze, che decreta quale tra le concorrenti sia l’iris più simile a quella del Gonfalone.

Risalendo il giardino verso l’uscita, mi sono fermata più volte ad osservare la cura e l’amore con cui le piante sono tenute, il mescolarsi dei colori in macchie di un mare vivace e variopinto, le sfumature e i contrasti all’interno anche della stessa iris. Allora ho capito perché non riuscivo a stancarmi: sono tutte diverse, tutte uniche, nate da incroci che le rendono speciali, come noi tutti, in fondo.

Primo premio 2019: iris rosa e viola scuro.
Primo premio 2019
Primo piano di iris rosa e viola.

QUANDO?
Dal 25 aprile al 20 maggio.
Su prenotazione il resto dell’anno.

QUANTO?
Un’ora/un’ora e mezza.

DOVE?
Viale Michelangiolo 82, Firenze 

INFORMAZIONI
http://societaitalianairis.com

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