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VOLTI E STORIE: OTTAVIO LEONI

Un artista ingiustamente trascurato:
la mostra della Fondazione CR

Stanza con pareti blu a cui sono appesi quadri di ritratti tutti della stessa dimensione; al centro c'è una teca.

Si è aperta ieri al pubblico la mostra su Ottavio Leoni (1578 – 1630), prima esposizione monografica dedicata a questo eccezionale ritrattista. Allestita allo Spazio Mostre di Fondazione CR Firenze, è stata realizzata grazie alla collaborazione con l’Accademia Toscana di Scienze e Lettere “La Colombaria” .

Sala colma di persone sedute, proiettore con un'immagine e tre relatori.
La conferenza di presentazione della mostra
Maria de' Medici: ritratto in piccole dimensioni. Una donna bionda e vestito sontuoso.
Maria de’ Medici
circa il 1600 – tempera su cartoncino
Firenze, Galleria degli Uffizi

Ho avuto la fortuna di assistere alla presentazione della mostra e visitarla in anteprima venerdì 15 novembre e sono rimasta affascinata da questo artista per me fino ad oggi sconosciuto. L’esposizione raccoglie 40 dei 100 disegni posseduti dall’Accademia grazie ad una donazione da parte di un socio nel 1823: si tratta della più grande raccolta monografica di Ottavio Leoni ed è stata oggi per la prima volta valorizzata per un vasto pubblico.

L’ex sede dell’Accademia fu distrutta nel 1944 dalle bombe dei tedeschi e libri e opere finirono sul greto dell’Arno, da cui furono poi ripescati: miracolosamente i disegni di Ottavio Leoni sono sopravvissuti. Essi non hanno subito alcun restauro (che, peraltro, sarebbe stato difficilissimo): il tipo di carta cerulea utilizzata, grazie ai polimeri di glucosio, è molto resistente e trattiene il carboncino con cui sono state tracciate le figure, che quindi non risultano neppure sbavate. Numerosi soldati dell’esercito americano, in particolare il capitano Frederick Hartt dei cosiddetti Monuments Men, sono responsabili del salvataggio di queste preziose opere.

L’esposizione inizia con due autoritratti di Ottavio: uno in prestito dagli Uffizi e l’altro del Volume H conservato nella biblioteca Marucelliana. In questo libro si trovano anche il ritratto di Caravaggio ed uno celeberrimo di Galileo. Al centro della sala spicca la vetrina con il ritratto di Maria de’ Medici, dipinto poco prima di andare in sposa al re di Francia, Enrico IV: è l’unica pittura della mostra e colpisce per la ricchezza di dettagli. Si intuisce già da questa prima opera (1600) l’importante trama politica, costante in tutto il suo percorso. Suo grande mentore è infatti il cardinale Alessandro Montaldo, sotto il papa Sisto V.

Altro ritratto precoce è quello conservato al museo Horne: Ottavio ancora non utilizzava le carte cerulee; si nota un recupero di tipologie tecniche dal manierismo italiano.

Passando alla parte più cospicua della mostra, ovvero ai disegni dell’Accademia, si notano innanzitutto il ritratto di un altro mentore di Ottavio, Marcantonio II Borghese, nipote di Scipione Borghese, e quello di Paolo Giordano II Orsini. I due personaggi segnano anche il percorso collezionistico dei fogli: Scipione li acquistò direttamente dalla bottega alla morte di Ottavio, i disegni passarono poi a vari eredi della famiglia Orsini ed infine furono donati all’Accademia.

L’arte di Leoni è indipendente dal naturalismo post-caravaggesco: questo è un elemento individualizzante, connotativo del ritrattista, il quale recupera la tradizione veneziana cinquecentesca (ad esempio nello sfumato e nella resa dei valori atmosferici attraverso il puntinato).

Cardinale Ludovisi con la tonaca rossa, uno sguardo furbo.
Cardinale Ludovico Ludovisi, cardinal nepote di Gregorio XV
1621
Cardinale Ludovisi, con una tonaca rossa, le labbra leggermente increspate in un sorriso.

Cardinale Ludovico Ludovisi, cardinal nepote di Gregorio XV
1627

Mi hanno colpita in particolar modo i due ritratti del cardinale Ludovico Ludovisi: il primo nel 1621, il secondo nel 1627. Leoni dimostra qui una grande densità introspettiva rendendo il cambiamento spirituale del soggetto: da una prima volontà di arricchirsi e ascendere al potere ad un momento della vita in cui la fortuna e la salute cominciano a decrescere. Sono mostrate due facce del personaggio, che nel giro di pochi anni cambia completamente.

Ottavio ha una straordinaria volontà di essere fedele al soggetto: non edulcora i diversi personaggi, che sono tutti diversi nell’aspetto ma anche nello stato d’animo. La veridicità è sempre accompagnata da una grande autonomia di giudizio e di scelta stilistica. L’utilizzo della carte cerulee è senza dubbio distintiva dell’arte di Leoni, che disegna con argille carboniose e gesso naturale, a cui su aggiunge l’uso di argille ferrose dal 1619.

Ragazza con capelli raccolti.
Ritratto muliebre (La figlia della Mongardina)
1622


L’ultima sezione della mostra è dedicata, oltre agli uomini d’arme, a poeti, musici e artisti che appartenevano alla cerchia di Leoni: Galileo, Bernini e Giovanni Battista Ciampoli. Infine vi sono alcuni ritratti muliebri, a mio parere, davvero notevoli.

Ottavio Leoni, oggi poco conosciuto, fu al tempo celebre, ammirato da vari artisti e preso a modello da pittori europei quali Von Dick e Velasquez, che avrebbe voluto conoscerlo di persona ma arrivò a Roma pochi giorni dopo la sua morte. La caratterizzazione di Ottavio come ritrattista va quindi oltre il contesto romano e italiano. Senza ombra di dubbio la mostra rende giustizia a questo eccezionale artista.

QUANDO?
16 novembre 2019 – 16 febbraio 2020,
tutti i giorni, orario 10-17.


QUANTO?
1 ora circa.


DOVE?
Spazio Mostre Fondazione CR Firenze
Via Bufalini 6 – Firenze.

INFORMAZIONI
ww.fondazionecrfirenze.it/mostra-ottavio-leoni-colombaria.

Locandina della mostra.



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