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ITINERARIO NEL CENTRO STORICO DI COLLE VAL D’ELSA

Un anello panoramico tra i principali luoghi storici e artistici

Giovedì 19 settembre 2024

Colle Val d’Elsa è divenuta celebre tra i toscani per le meraviglie del suo Parco fluviale (sovraffollato in estate) e tra gli stranieri per il suo borgo medievale, ma è una vera perla da visitare fuori stagione. Per questo proponiamo un percorso di mezza giornata che si concentra nella parte alta della città e che tocca tutti i principali monumenti, con qualche chicca nascosta e alcuni consigli…

STORIA

Sulle colline del Chianti Senese, tra Firenze e Siena, Colle Val d’Elsa è divisa in tre parti: il centro storico con il Borgo di Santa Caterina e il Castello, posti su due rilievi, e la parte bassa più moderna, chiamata il Piano e dove si estende il fiume Elsa.

I primi insediamenti nella zona risalgono all’epoca etrusca, documentati dalla necropoli di Dometaia e de Le Ville, mentre tracce scritte delle città sono testimoniate a partire dal X secolo. Le vicende di Colle hanno seguito questioni signorili ed ecclesiastiche, dato che sorge lungo la Via Francigena e la sua posizione si trovava a metà strada tra la Firenze guelfa e la Siena Ghibellina (famosa è la Battaglia di Colle del 1269).

Nel 1592 da Terra fu elevata a Città per volere di Ferdinando, Primo Granduca de’ Medici, e di papa Clemente VII, che ci insediò la cattedra vescovile.

Colle Val d'Elsa - veduta dal parcheggio di Porta Vecchia.
Colle Val d'Elsa.

La storia più recente è legata all’industrializzazione che ha sfruttato la forza delle acque del fiume Elsa: Colle divenne così “Città della carta” e, successivamente, “Città del Cristallo”, di cui è ancora oggi una delle maggiori produttrici al mondo. Il turismo è connesso soprattutto agli aspetti artistici e alle caratteristiche del borgo medievale, oltre che alle bucoliche pozze e cascatelle del Parco Fluviale dell’Elsa… Per questo consigliamo di visitarla fuori stagione, quando le folle dei turisti sono assenti ed è possibile immergersi in un’atmosfera sospesa e tranquilla.

L’ITINERARIO

Arriviamo a Colle Val d’Elsa arrampicandoci con la nostra auto su una strada in salita che conduce fino al parcheggio Porta Vecchia, dove è possibile lasciare gratuitamente la macchina. Da qui possiamo già ammirare un bel panorama sulla parte più antica del borgo e sulle mura…

Cisterna

Ci incamminiamo dunque per entrare nella città, soffermandoci prima un momento su una costruzione circolare di colore rossiccio: si tratta della cisterna, intorno alla quale è stata costruita una rotatoria. È ciò che rimane dell’antica Porta Vecchia, un tempo collegata alla cinta muraria e demolita nel 1764. Tuttavia, il grande torrione rinascimentale fu lasciato in piedi e successivamente riadattato come cisterna, che raccoglie l’acqua della rete idrica.

Colle Val d'Elsa - Cisterna.
Colle Val d'Elsa - Porta Volterrana.

Porta Volterrana

Il nostro ingresso in città avviene da un’entrata più monumentale: la grandiosa Porta Volterrana, denominata anche Porta Nuova o Porta Salis, risalente al 1479, edificata per volere di Lorenzo de Medici. La costruzione sostituì Porta Selva, distrutta durante un assedio, e fu affidata ai maggiori architetti militari dell’epoca, il Francione e il suo allievo Giuliano da Sangallo, Francesco d’Angelo e Paolo di Francesco

È evidente la struttura militare, con i torrioni circolari, il tratto di cinta muraria e il fossato: pare una vera e propria fortezza! Sebbene quasi completamente in mattoni, a prima vista ci sembra di roccia ed è uno dei primi esempi di applicazione delle fortificazioni delle rocche ad una porta urbana. Dopo averne ammirato la possanza, passiamo sul ponte ed entriamo dalla porta con arco a tutto sesto.

Colle Val d'Elsa - Porta Volterrana.
Colle Val d'Elsa - Palazzo Campana.

Palazzi e lapidi

Ci troviamo adesso nel medievale Borgo di Santa Caterina, che presenta i due dei tratti tipici e ricorrenti del centro storico di Colle Val d’Elsa: la sfilata di palazzi d’epoca e l’abbondanza di targhe commemorative dedicate a chi ha abitato in questi edifici signorili. Su Via della Porta Vecchia Palazzo Tommasi inaugura la serie di abitazioni cinquecentesche che si susseguono con facciate in pietra, stemmi e portoni austeri, tra cui Palazzo Usimbardi, Palazzo Alessi e Palazzo Renieri di Sopra; non mancano strutture dei secoli successivi: Palazzo Ceramelli (XVIII sec.), Palazzo Buoninsegni (XVII sec.), Palazzo Apolloni (XVII sec.), Palazzo Lupardi (XVII sec.).

Dalle diverse lapidi affisse alle facciate apprendiamo che in una casa dimorò il poeta e scrittore Giuseppe Giusti nel 1844, mentre in un’altra abitò il teologo cinquecentesco Aonio Paleario. Proprio davanti ad essa si erge la piccola chiesa di Santa Caterina e, poco oltre, troviamo il municipio.

Chiesa di Santa Caterina

Gradevole e poco appariscente, la Chiesa di Santa Caterina risale al XIII secolo, ma l’attuale aspetto è dovuto ad una ristrutturazione settecentesca. L’originale struttura romanica è quasi completamente scomparsa, fatta eccezione per un portale laterale, sulla piazza, composto da un architrave in conci di arenaria che creano un motivo decorativo.

Colle Val d'Elsa - palazzi del Borgo di Santa Caterina.
Colle Val d'Elsa - Chiesa di Santa Caterina.
Colle Val d'Elsa - palazzi del Borgo di Santa Caterina.

La facciata a capanna presenta un portone principale incorniciato in pietra e sovrastato da un timpano e da una finestra semicircolare, unici elementi decorativi nella semplicità della struttura. All’interno, merita una menzione il gruppo scultoreo in terracotta policromata nell’attiguo oratorio della Compagnia della Croce, raffigurante il Compianto sul Cristo morto di Zaccaria Zacchi (inizio Cinquecento).

Palazzo Campana

La strada principale si trasforma poi in quello che ci appare come una sorta di ponte, il Ponte del Campana, appunto, attraversato il quale entriamo in un altro nucleo dell’antico borgo: fin dal Medioevo, infatti, Ponte a Ripa, prima in legno e poi in muratura, univa il Borgo di Santa Caterina al Castello; la porta che qui sorgeva era sorvegliata da un’alta torre, distrutta durante l’assedio del 1479 e la cui struttura fu utilizzata successivamente per la costruzione di Palazzo Campana, progettato da Baccio d’Agnolo tra il 1539 e il 1550, su commissione del segretario della famiglia Medici, Francesco Campana. Non a caso, quindi, il modello fu quello delle dimore della nobiltà fiorentina.

La fortunata posizione lo rende il palazzo più scenografico di Colle Val d’Elsa con una bella e grande apertura ad arco. Qui soggiornarono Ferdinando III (1820) e il Granduca Leopoldo II (1845), quali ospiti della famiglia Ceramelli, allora proprietaria.

Fontana del Comune

Arriviamo alla piazza principale, dominata dal campanile e dal duomo, mentre alla nostra destra individuiamo la Fontana del Comune, una delle numerose presenti nel centro. L’approvvigionamento idrico, tuttavia, era problematico fin dalle origini dell’abitato; il sistema delle gore, documentato già nel 1007, non funzionava per la parte sopraelevata della città, per la quale furono necessarie ulteriori canalizzazioni. Nel 1318 il Comune fece costruire un condotto sotterraneo che, incanalando l’acqua piovana e delle vene, riforniva le varie fonti e cisterne lungo il percorso. I due colli, quello del Borgo di Santa Caterina e quello del Castello, presentavano tra di loro un dislivello, che fu superato grazie alla presenza di un ponte in muratura fuori da Porta Ripa.

Piazza del Duomo era in origine più stretta dell’attuale; qui nel XVI secolo fu realizzata una fontana, indicata nei documenti come “del Comune”, così chiamata ancora oggi e collocata su una facciata del Seminario vescovile, fatto costruire da Cosimo della Gherardesca a partire dal 1613, secondo un progetto di riqualificazione e rinnovamento architettonico della piazza a partire dalla fine del Cinquecento.

Colle Val d'Elsa - via del Castello.
Colle Val d'Elsa - Fontana del Comune.

La bellezza della fontana era data principalmente dalla bocca da cui zampillava l’acqua, costituita da una protome di cavallo in marmo dell’inizio del III sec. d.C. Purtroppo, negli anni Ottanta, per motivi di sicurezza, è stata sostituita da una composizione di pietre e la statua è ora conservata nel Palazzo del Podestà, sede del Museo Archeologico.

Palazzo del Podestà

Voltandoci possiamo individuare facilmente questo edificio, Palazzo del Podestà o Palazzo Pretorio, che sorge proprio accanto alla facciata del Duomo, simboleggiando i due poteri, polito e religioso, uno accanto all’altro. Il palazzo fu costruito nel Trecento e la sua facciata, grezza, è decorata da numerosi stemmi, in ceramica e in pietra, appartenuti a Podestà e a Commissari che hanno retto la città nel corso dei secoli. I restauri negli anni Novanta hanno fatto emergere alcuni affreschi rinascimentali, tra cui un’Annunciazione.

Nel tempo il palazzo fu utilizzato per vari scopi: fu sede di uffici amministrativi, della pretura, abitazioni e persino di un carcere, i cui detenuti avevano nel cortile retrostante la loro ora d’aria. Adesso all’interno è aperto il Museo Archeologico e l’Antiquarium Etrusco, dove sono esposti i reperti etruschi ritrovati nelle tombe dei dintorni, ma anche oggetti di epoche precedenti.

Colle Val d'Elsa - Palazzo del Podestà.
Colle Val d'Elsa - Duomo e Campanile.

Cattedrale dei Santi Alberto e Marziale

Il nostro sguardo si sposta poi sul Duomo, la cattedrale dedicata ai Santi Alberto e Marziale ed eretta a partire dal 1603 nel luogo dove sorgeva l’originaria pieve di San Salvatore. I resti della sua facciata sono ancora visibili sul lato ovest dell’attuale edificio… Fu il primo vescovo, Usimbardo Usimbardi, nel 1592, ad affidare il rinnovamento della chiesa all’architetto ducale. La facciata è neoclassica ed essenziale, con un disegno sottolineato dalla presenza di materiali diversi: il laterizio è interrotto dalla pietra arenaria, che contorna l’apertura dei portali laterali, e dalle cornici in travertino.

Il secondo vescovo, Cosimo della Gherardesca, dotò il nuovo edificio degli arredi necessari. L’interno è suddiviso in tre navate, con pilastri e volte a botte e a crociera. Numerose sono le opere contenute all’interno e datate dalla metà del Quattrocento al Seicento; a metà della navata centrale si trova il pulpito in marmo con bassorilievi risalenti al XIV secolo e al 1465, mentre nel seminterrato si sviluppa la cripta della Misericordia, con decorazioni ad affresco del XVI-XVIII sec.

Campanile

Nella piazza, infine, è impossibile non notare il campanile, che svetta sui tetti della città ed è visibile praticamente da ovunque, divenendo così una delle costruzioni più simboliche e rappresentative. Si erge tra il Palazzo del Podestà e la Cattedrale. È dotato di otto campane e, osservando con attenzione la torre, notiamo che è mutilata e non terminata: sopra la cella campanaria, infatti, le aperture ellittiche disposte in orizzontale sono interrotte dal tetto a doppio spiovente.

Secondo la tradizione fu l’architetto colligiano Bernardino Renieri a costruire il campanile nel 1632, ma la documentazione d’archivio suggerisce che l’attuale torre sia una ricostruzione di quella del Comune, crollata nel 1636 e riedificata a partire dall’anno successivo. Non a caso il campanile è rimasto di pertinenza del Comune e con una vocazione carceraria, ospitando per un periodo le celle dei detenuti. Nel 1807 fu dotato di un orologio realizzato da Vincenzo Pistelli di Tavarnelle e che possiamo vedere ancora oggi.

Colle Val d'Elsa - tabernacolo e buchetta del vino.
Colle Val d'Elsa - Palazzo dei Priori.

Fontana del Sorriso e Palazzo dei Priori

Proseguendo la nostra passeggiata tra i palazzi della via principale, passiamo davanti a numerosi dalla facciata grezza, mentre altri sono più eleganti e ornati; le targhe commemorative sono varie e celebrano sempre personaggi nati o vissuti a Colle. Ad esempio, leggiamo l’indicazione della casa dove ebbe i natali Antonio Salvetti, pittore macchiaiolo e architetto vissuto tra Ottocento e Novecento, nonché uno dei primi sindaci di Colle di Val d’Elsa; passiamo davanti al cinquecentesco Palazzo Giusti e notiamo la Fontana di Palazzo (XIII-XIV sec.), detta anche Fontana del Sorriso per la sua forma particolare e divertente. Si trova alla base del Palazzo dei Priori, sotto alla scalinata che anticipa l’edificio, e portava l’acqua ai piani superiori sfruttando un sistema di pompaggio a mano.

Palazzo dei Priori o Palazzo del Comune si estende lungo la strada e ospita oggi il Museo Civico. La sua particolare struttura risale al XIII secolo ed è fiancheggiata da una torre duecentesca; la facciata è decorata da affreschi, con un fregio quattrocentesco e, nell’angolo destro, lo stemma della famiglia dei Medici. Era la sede dei priori e, a partire dal Quattrocento, vi si teneva il consiglio generale.

Il piano terreno è composto da una loggia e da due ambienti successivamente utilizzati come magazzini del sale, mentre a quello superiore si trovava una cappella e il salone per l’assemblea delle magistrature cittadine. Mostre d’arte occupano adesso il primo livello del palazzo, mentre al piano sopra si snodano le sale del museo civico, che ha preso il posto di quello d’arte sacra, trasferito nello spazio espositivo di San Pietro.

Una delle vetrine è dedicata a Collodi (Carlo Lorenzini), che da ragazzo venne mandato da Firenze a Colle per studiare in seminario. Non a caso nell’angolo di piazza del Duomo si legge una targa che ricorda ancora lo scrittore della celebre favola di Pinocchio.

Colle Val d'Elsa - Fontana del Sorriso.
Colle Val d'Elsa - Teatro dei Varii.

Teatro dei Varii

Davanti al Palazzo dei Priori si sviluppa il Teatro dei Varii, realizzato in un palazzo eretto nel Duecento con la funzione di ospizio e che poi divenne un ospedale dei pellegrini lungo la Via Francigena. Già nel 1695 l’edificio era un punto di ritrovo per intrattenimenti musicali, teatrali e letterari dell’Accademia dei Varii, che lo acquisì definitivamente a metà del Settecento, anche per volontà delle famiglie nobili di Colle, che desiderano questo tipo di intrattenimento, di moda nelle grandi città.

La facciata è caratterizzata da varie bifore e al pian terreno la serie di archi permette di vedere gli interni e di accedere al teatro. L’aspetto attuale è dovuto ai restauri del 1762. Purtroppo, però, il Teatro dei Varii non ebbe un grande successo e quando, nel 1921, fu inaugurato il grande Teatro del Popolo, poi Teatro del Littorio, questo cadde in disuso; dopo la Seconda guerra mondiale divenne un cinema fino al 1971. Grazie ad un recente restauro (1985-1991), la struttura ha ripreso vita e ospita oggi spettacoli sperimentali o di avanguardia, concerti e mostre artistiche temporanee.

Chiesa di Santa Maria in Canonica

Oltrepassato un tabernacolo ad angolo, sotto cui si apre una buchetta del vino (ce ne sono diverse nel centro cittadino!), e Palazzo Dini (XVI sec.), arriviamo alla graziosa piazzetta che ospita la Chiesa di Santa Maria in Canonica, la cui facciata è un po’ sacrificata sul lato corto della piazza e presenta nella parte inferiore (quella superiore è stata restaurata) un motivo bicromo, uguale anche sul fianco. Decorazioni tipicamente valdelsane sono da individuare nella tipologia dei portali e delle finestre.

Colle Val d'Elsa - piazza e busto di Arnolfo di Cambio.
Colle Val d'Elsa - Chiesa di Santa Maria in Canonica.
Colle Val d'Elsa - Chiesa di Santa Maria in Canonica.

Ricordata fin dal 1183, ha ancora l’impianto romanico originario con un’unica navata a copertura lignea. All’interno, degna di nota è la grande pala quattrocentesca posta sull’altare maggiore e che raffigura al centro la Madonna col Bambino e i santi Giovanni Battista, Lorenzo, Marco e Nicola, opera di Pier Francesco Fiorentino. Purtroppo, degli affreschi rimangono solo alcune tracce molto deteriorate.

Dalla prospettiva di cui si gode stando nella piazza vediamo la torre, che conserva una campana, detta “La martinella”, sottratta dal carroccio di guerra dei senesi e che reca incisa la data del 1245.

Casa-Torre di Arnolfo

Dall’altro lato rispetto alla facciata della chiesa, un busto di Arnolfo di Cambio sorveglia la piazza. La sua presenza non è casuale, dato che poco lontano sorge la Casa Torre di Arnolfo, una delle poche torri di Colle Val d’Elsa ancora rimaste. Com’è facile immaginare, si tratta dell’abitazione dove nacque il famoso architetto e scultore Arnolfo di Cambio nel 1245 circa. L’ingresso si apre su via del Castello, di fronte ad un’altra torre, quella dei Pasci; la facciata rivolta verso sud, sopra via delle Romite, è costruita in pietra fino all’altezza delle case adiacenti, mentre la parte superiore è in cotto.

La Torre è stata recentemente restaurata da privati che hanno arricchito gli interni con i dipinti del pittore empolese Gino Terreni (1925 -2015), il quale vi ha raffigurato alcune scene della battaglia di Colle del 1269. Si narra che dalla torre la nobildonna senese Sapia Salvani (uccisa, secondo la tradizione, proprio a Colle da un sicario senese) abbia assistito alla disfatta delle forze della Repubblica di Siena nella guerra con Firenze e l’alleata Colle, come ricorda Dante nel XIII Canto del Purgatorio.

Colle Val d'Elsa - Casa-Torre di Arnolfo di Cambio e Baluardo.
Colle Val d'Elsa - Baluardo e panorama.

Soffermandoci a leggere una lapide affissa al muro possiamo apprezzare proprio questi versi scritti dal Sommo Poeta: “Eran li cittadin miei presso a Colle / in campo giunti co’ loro avversari, / e io pregava Iddio di quel ch’e’ volle.” (vv. 115-117).

Guardandoci intorno, possiamo leggere altre due iscrizioni commemorative: la prima riguarda l’abitazione di Lorenzo Lippi, poeta e letterato nato a Colle nel 1440; la seconda ricorda che nel XV secolo qui sorgeva la casa paterna e la torre di Giovanni Maria Tolosani, senatore a Roma.

Porta al Canto e Baluardo

Abbiamo adesso percorso per lungo il centro storico di Colle Val d’Elsa e possiamo uscire da dove un tempo si ergeva Porta al Canto, trecentesca, parte delle mura del Castello. Essa fu abbattuta nel 1876 su richiesta dell’industriale Stefano Masson per un migliore accesso alla città e garantire un’aria più salubre. Accanto alla porta, all’epoca della demolizione, esistevano anche i ruderi della antica Torre dei Lucchesi, in mattoni.

Secondo la tradizione, la porta era detta “al Canto” perché guardava dalla parte del sorgere del sole, momento in cui è solito cantare il gallo. Non è da escludere, tuttavia, che “canto” volesse semplicemente indicare il punto estremo della parte alta del Castello.

Uscendo da dove un tempo si trovava la porta e oggi si erge l’ottocentesco Palazzo Masson, costruito da Antonio Salvetti e oggi scuola dell’infanzia gestita dalla congregazione delle Ancelle del Sacro Cuore di Gesù, merita sicuramente una sosta il Baluardo. Questo bastione difensivo della città è posto proprio alla fine del Castello e si affaccia come una terrazza sulla parte bassa di Colle Val d’Elsa e, oltre, sulle colline del Chianti.

Colle Val d'Elsa - Via del Muro Lungo.
Colle Val d'Elsa - Via delle Romite.

Qui è possibile sedersi per una sosta ammirando il panorama per poi riprendere il nostro itinerario, rientrando nel centro cittadino. In alternativa, possiamo scendere nella zona più moderna di Colle, toccando altri luoghi di interesse storico e artistico, e dirigendoci verso il meraviglioso Parco Fluviale dell’Elsa, poco distante.

Vicoli e Fonte Coveri

Da via San Sebastiano passiamo in via del Muro Lungo per una passeggiata sempre panoramica, a ridosso delle antiche abitazioni, godendoci le piante in fiore esposte dalle terrazze e ai lati dei portoni. Il percorso prosegue tra gli stretti e caratteristici vicoli, su via delle Romite, stretta e in pietra, decorata talvolta dalle curiose creazioni degli abitanti del posto.

La percorriamo completamente fino ad arrivare al retro di Palazzo Luci, noto in passato come Palazzo del Capitano, eretto tra il 1580 e il 1590 per volontà della famiglia Luci, su una precedente struttura medievale del XIII sec. Proseguendo in salita su una serie di larghi gradini e lasciando gli scorci paesaggistici alle nostre spalle, sbuchiamo su via del Castello: a sinistra troviamo la suggestiva facciata del palazzo, di stile tardo-manierista e impreziosita da balconi laterali con balaustra in pietra e da finestre incorniciate.

Alla nostra destra, invece, troviamo un’altra fontana: la Fonte Coveri, costruita come fonte pubblica da Piero Canigiani, comandante di Colle, nel 1372 e da allora rimasta sempre funzionante con l’originale sistema di prelievo, del quale è ancora visibile la leva per il pompaggio a mano. Nel 1821 fu modificatoa per ragioni igieniche, aggiungendo una cannella.

Colle Val d'Elsa - via delle Romite.
Colle Val d'Elsa - Fonte Coveri.
Colle Val d'Elsa - mura.

Lungo le antiche Mura

Svoltiamo a destra su via del Castello e poi subito a sinistra per arrivare alla passeggiata lungo le mura, panoramica e suggestiva… Vediamo il fianco del Convento di San Francesco, posto su un colle parallelo al centro cittadino e, tra i due, prati e parcheggi, mentre alla nostra sinistra si aprono i vicoli e le piazzette del Borgo di Santa Caterina.

Il percorso è molto gradevole e arricchito da un’installazione di arte contemporanea: Il bambino che è in noi di Maurizio Balducci. L’opera di land art raffigura un bambino verde intento a soffiare bolle argentee dalle mura della città: purezza e innocenza si mescolano nella leggerezza del gesto, reso spettacolare dal contesto nel quale è inserito…

Ci troviamo proprio di fronte al parcheggio dove abbiamo lasciato l’auto, ma, alla rotonda che circonda la Cisterna, imbocchiamo la via di San Francesco, che si eleva come un ponte sopra ad un grazioso giardino. Qui possiamo nuovamente ammirare una veduta del centro storico di Colle, sulle cui case in pietra svetta la torre del campanile.

Colle Val d'Elsa - Mura e opera d'arte contemporanea "Il bambino che è in noi" di Maurizio Balducci.
Colle Val d'Elsa - Convento di San Francesco.

Convento di San Francesco

Vale sicuramente la pena proseguire fino al Convento di San Francesco, risalente alla prima metà del Duecento (1229) e che vanta il primato di essere stato uno dei primi edifici francescani in Toscana. La struttura si sviluppa su una piccola altura di fronte al borgo e rimase isolata fino agli anni Trenta del Trecento, quando fu eretto un ponte per metterlo in comunicazione con l’abitato.

I caratteri originari erano quelli tipici di questo ordine religioso: semplicità, austerità e povertà. Tuttavia, nei secoli, furono realizzate numerose modifiche; importanti furono quelle operate alla fine del Quattrocento e, successivamente, nel Settecento, quando le splendide vetrate furono spostate nel Duomo di Siena. Il convento fu utilizzato per anni come ospedale e, infine, negli anni Novanta un restauro ha riportato alla luce gli affreschi originali, alcuni attribuiti a Cennino Cennini, altri a Giovanni Maria Tolosani e a Pier Francesco Fiorentino.

Colle Val d'Elsa - Convento di San Francesco.
Colle Val d'Elsa - Convento di San Francesco.

La semplicità dell’esterno nasconde un chiostro meraviglioso, dove regna l’armonia e la tranquillità, e un interno in cui si susseguono i segni di restauro e di ammodernamento. In particolare, sono degne di nota quattro grandi aperture ad arco acuto, in stile gotico, che testimoniano la posizione delle vetrate originali, mentre i numerosi affreschi si possono ammirare sulla controfacciata, dietro gli altari e sulle pareti laterali. L’effetto è sicuramente di impatto e colpisce la nostra attenzione, spostando il nostro sguardo tra le diverse figure che sbucano tra gli elementi più moderni.

Adesso l’edificio ospita il Centro Tabor, punto di ristoro e accoglienza per i pellegrini che attraversano la Via Francigena…

Conclusa quest’ultima tappa storica e artistica, facciamo ritorno alla nostra auto, lanciando un’occhiata finale alle mura e ai tetti del borgo, che abbiamo esplorato nelle sue caratteristiche più celebri e negli aspetti più particolari.



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