L’azzurro intenso delle acque, gli incantevoli ponti e la rigogliosa vegetazione
Sabato 30 settembre 2023
Da anni avevo in programma di realizzare un’escursione al Parco Fluviale dell’Elsa, ma il momento non sembrava mai quello adatto. A settembre, finalmente, ce lo abbiamo fatta! Si tratta di un sentiero molto semplice, adatto a tutti e a ogni cane (la nostra Frida si è pure buttata in acqua ed era felicissima). Dato che è molto famoso, sconsigliamo vivamente di andare in estate, ma di preferire una gita fuoristagione, per poter camminare tranquillamente e godere della quiete del luogo…
Alcune delle piante che possiamo trovare lungo questo percorso: cedro, cipresso, pino, leccio, Albero di Giuda, ailanto nero, robinia pseudoacacia, pioppo nero, pioppo bianco, biancospino, acero campestre, noce, topinambur, ontani, noccioli, farfaraccio, coda cavallina, pungitopo, fotinia.
Punto di ritrovo è il Bar Cristallo, poco fuori da Colle Val d’Elsa, facilmente raggiungibile dalla superstrada Firenze-Siena e dotato di un grande parcheggio gratuito. Purtroppo, gli orari di apertura sono incerti e noi lo troviamo chiuso, ma è sicuramente molto comodo per iniziare un’escursione al Parco Fluviale dell’Elsa, soprattutto evitando il parchimetro…
Imbocchiamo subito via Piemonte verso sinistra; qui si apre un bel giardino con un prato verdeggiante e fiorito, dove si trovano diversi tipi di alberi, che costituiscono già qui una buona varietà per chi è appassionato di botanica…
Approfondimento: le piante nel giardino
Spicca immediatamente il grande cedro, ben riconoscibile per la disposizione dei suoi aghi, che sono “a mazzetti”, partendo tutti da una medesima formazione legnosa, denominata brachiblasto. Se confrontiamo queste aghifoglie con altre, notiamo importanti differenze: nell’abete gli aghi sono singoli, mentre nel pino sono racchiusi “a fascette”. In realtà, la parte apicale del cedro, più morbida, non segue la logica del resto degli aghi ed è utilizzata dall’albero per crescere.
Nel giardino è impossibile non notare alcuni cipressi. Queste piante sono dotate di strobili maschili e femminili (che sono le pigne, di maggiori dimensioni): non esistono pini maschi o femmine, ma tutti gli alberi producono gli strobili, contenenti polline oppure ovuli. È interessante notare che per evitare l’autoimpollinazione i frutti sono disposti su più livelli… Il pino è un chiaro esempio di gimnosperme, che, insieme alle angiosperme, sono le sole a produrre semi e non semplicemente spore: per questo motivo sono raggruppate nelle spermatofite. Gli ovuli delle gimnosperme, però, sono inseriti su squame ovulari aperte, quindi a contatto diretto con l’ambiente esterno.
Un esempio di angiosperma che troviamo nel giardino è il leccio. Nonostante faccia parte del genere Quercus, come querce, castagni, faggi e cerri, ha una caratteristica particolare: non perde le foglie d’inverno! Tuttavia, come le altre del medesimo genere, ha frutti ricoperti da un guscio esterno.
Prima di proseguire con il nostro percorso, merita una menzione l’Albero di Giuda, appartenente alla famiglia delle Fabaceae (leguminose) e che, infatti, produce semi molto simili ai baccelli. Da dove deriva questo nome pittoresco? Dalla leggenda per cui l’apostolo traditore, Giuda, si sarebbe impiccato ai rami di questo albero.
Proseguiamo lungo la strada asfaltata e arriviamo ad una rotonda, che attraversiamo imboccando la Strada Provinciale 5 Colligiana, tenendo lo stabilimento della Royal Crystal Rock alla nostra destra. Non è un caso: la famosa azienda è nata proprio qui nel 1967. Dopo esserci lasciati a sinistra il Campo Medico Sportivo Riabilitativo e a destra un distributore di carburante, giriamo a destra su una sfalda ancora asfaltata, che diviene sterrata dopo qualche centinaio di metri.
Approfondimento: le piante lungo la strada
Due delle piante che più troviamo lungo questa strada sono due specie alloctone, particolarmente infestanti: l’ailanto, detto anche Albero del Paradiso, originario della Cina, e la robinia pseudoacacia, proveniente dall’America del nord.
Vediamo qui anche due alberi che ci accompagneranno durante tutto il percorso: il pioppo nero e quello bianco, ben distinguili per il loro tronco (quello del pioppo bianco, vagamente simile alla betulla, è più chiaro e costeggiato di striature scure, le lenticelle, ovvero delle strutture cellulari allungate che garantiscono gli scambi gassosi tra ambiente esterno e tessuti della pianta). La forma della foglia è identica, ma cambia il colore: quella del pioppo bianco ha il retro più chiaro, argenteo se colpito dai raggi del sole.
Altra pianta che ritroveremo lungo il sentiero è il biancospino, caratterizzato da piccole bacche rosse e da una parte pungente, la cui denominazione corretta sarebbe aculeo, poiché se strappato si sfilaccia, dato che è una parte del fusto stesso (mentre la spina viene via tutta insieme, come nel caso della robinia pseudoacacia).
Altri alberi presenti sono gli olmi e gli aceri campestri, dalla caratteristica foglia ben riconoscibile e dal frutto chiamato samara detta “bicarpellare”, o disàmara, poiché composta da due ali. Spesso i tronchi sono coperti di edera, che ha la parte culminante in fiore.
Proseguiamo lungo la strada sterrata sempre dritto, seguendo le indicazioni per San Giorgio, e saliamo verso un campo di olivi e alcune gradevoli case di campagna, recentemente ristrutturate. Alla nostra destra si apre un panorama sul centro storico di Colle Val d’Elsa in un’immagine da cartolina.
La discesa costeggia i cancelli di alcuni giardini privati e soprattutto una serie di piccole grotte, degli scavi nella roccia, il cosiddetto tufo senese, utilizzati dai partigiani durante la Seconda guerra mondiale. Ad un bivio presidiato da un grande noce, giriamo a destra e passiamo una bella casa con un ampio prato, ornato dai fiori gialli del topinambur; terminati essi, svoltiamo a sinistra, dove un cartello ci indica che ci troviamo sul SentierElsa (Ingresso Catarrelli). La strada sterrata diventa un vero e proprio sentiero quando raggiungiamo il fiume; qui si trova anche un bivio e noi procediamo a sinistra (andremo a destra al ritorno), inoltrandoci nella parte più famosa del percorso.
Approfondimento: ontani e noccioli
Gli alberi che si trovano al bivio del SentierElsa sono particolarmente utili per confrontare e capire le differenze tra ontani e noccioli, che tendono a essere confusi. Accanto al ponte sul fiume sorge un ontano nero, mentre quelli a sinistra del bivio sono noccioli. Da cosa si riconoscono? Due sono le differenze principali: il nocciolo ha tantissimi polloni alla base del tronco e una foglia a punta, mentre quella dell’ontano è più stondata. Inoltre, la prima è leggermente pelosa, mentre l’altra è più liscia.
Non appena ci affacciamo sulle acque di un azzurro incredibile, contornate da una folta vegetazione e interrotte da rocce che disegnano pittoreschi attraversamenti, capiamo subito perché il Parco Fluviale Alta Valdelsa o SentierElsa è così celebre… Esso, inoltre, si colloca all’interno di uno spettacolare canyon. Il sentiero è lungo circa 4 km e si snoda tra le rigogliose piante regalando continui scorci incantevoli, cascate e passaggi su ponti di legno, passerelle e pietre. In parte il sentiero coincide con la Via Francigena e si trova a pochissima distanza dalla città di Colle Val d’Elsa, subito sopra. Purtroppo, la fama ha comportato anche un enorme turismo, bagnanti, avventori vari e persino visite guidate, uscite in canoa e rafting. Inutile dire che il periodo ideale per godere di questa meraviglia è fuori stagione…
Il percorso è interessante perché permette di ammirare flora e fauna, ma anche di comprendere il legame storico tra il fiume e la città. Colle Val d’Elsa è situata in una valle dove sono stati rinvenuti numerosi insediamenti etruschi e si è sviluppata in epoca medievale nel punto in cui il fiume Elsa incontra la Via Francigena; è stata teatro delle lotte tra Guelfi e Ghibellini. Grazie alla forza motrice delle canalizzazioni del fiume, dette gore, a partire dal Medioevo sono sorti mulini, cartiere, ferriere, vetrerie e nel Novecento le cristallerie, che hanno reso la città famosa in tutto il mondo: Colle Val d’Elsa è, infatti, nota come Città del Cristallo, materiale del quale detiene la quasi totalità della produzione italiana.
Dopo il primo ponte composto da grandi rocce, ci inoltriamo in un sentiero che si dipana accanto al fiume e talvolta lo attraversa, tra cascatelle e ruscelli. Arriviamo alla Terrazza di Poppea, così chiamata in modo scherzoso in seguito ad un episodio accaduto circa un secolo fa, quando su sorpresa nuda, intenta rinfrescarsi nel fiume, una ragazza molto prosperosa.
Dopo il Ponte dei Sospiri la pendenza del fiume diminuisce la pendenza e l’ambiente diventa quello ideale per gli anfibi, tra cui dominano la raganella italiana e il myla intermedio. Per quanto riguarda i pesci, invece, i più comuni sono le carpe, il barbio, l’alborella e soprattutto i cavedani.
Approfondimento: piante lungo il SentierElsa
Il sentiero si sviluppa in un ambiente tipicamente acquatico; una pianta molto comune è la Petasites Miller o farfaraccio, dalle grandi foglie verdi che crescono nell’acqua bassa e nei rigagnoli. Particolare e molto interessante è la cosiddetta coda cavallina, per la forma dei fusti sterili che ricordano la coda di un cavallo e che sono cavi all’interno. Si tratta dell’equiseto, il cui estratto è usato come ingrediente cosmetico per rendere la pelle più elastica e tonica, grazie al suo contenuto in sali minerali; ha anche proprietà benefiche per ossa, unghie e capelli.
Un’altra pianta interessante è il pungitopo: i suoi frutti sono attaccati a quella che sembra una foglia, ma che in verità è sempre il fusto, poiché la foglia è solo la parte finale, quella che punge…
Facilmente riconoscibile, all’intersezione con il sentiero “Gore rotte”, cresce una rigogliosa fotinia, alla famiglia delle Rosacee e molto utilizzata per le siepi; i suoi ributti sono di colore rossastro, mentre il resto delle foglie è verde.
Il sentiero serpeggia accanto al fiume, con incantevoli scorci sulle acque incredibilmente azzurre in un ambiente rigoglioso e dai colori esotici. Il percorso non è mai impegnativo, con un leggero saliscendi e alcune scale a gradoni. Dopo una di queste ci troviamo un sentiero al limitare di un campo, molto ombroso e gradevole; subito dopo scendiamo e arriviamo alla Grotta dell’Orso, così chiamata dal profilo di questo animale che si può immaginare nella roccia, la quale è in parte carbonato di calcio, dal colore biancastro. Questa cavità, di origine carsica, è stata creata dal fiume Elsa.
Uno dei punti più spettacolari e panoramici è senza dubbio la Cascata di Diborrato, che raggiungiamo poco dopo. In questo tratto l’Elsa affronta un salto di quasi quindici metri, versandosi in un’enorme buca, profonda oltre dieci metri; fino alla metà degli anni Sessanta diversi tuffatori si gettavano dalla cascata, usando come trampolino una parte sporgente, denominato Masso del cocco.
Ci fermiamo per un picnic nell’apposita area e poi proseguiamo in salita per arrivare al ponte dove si conclude questo ramo di SentierElsa (Ingresso Ponte di San Marziale). Consigliamo di camminare qualche metro verso sinistra per poter osservare dall’alto la cascata che segna l’inizio del tratto del Parco fluviale dell’Elsa…
Torniamo sui nostri passi e ripercorriamo il sentiero nella direzione opposta: la passeggiata è resa interessante anche da una serie di cartelli esplicativi che raccontano caratteristiche ambientali, della flora e della fauna e varie curiosità.
Arrivati al bivio iniziale, subito dopo il ponte di grandi pietre, giriamo a destra e imbocchiamo l’altra parte di SentierElsa, quella più sconosciuta e silenziosa. Il nostro itinerario è accompagnato da pioppi neri e bianchi, noccioli, ontani, erba cavallina… A lato il fiume scorre con cascatelle e mostra le acque azzurre tendenti al blu: un incanto!
Seguiamo le indicazioni per il Ponte di Spugna, a cui arriviamo passando prima da un doppio ponticello di pietre con tanto di bucolica isoletta nel centro del fiume (Guado di Apollo, dove comincia il nuovo sentiero) e poi da una sorgente, a cui purtroppo non è possibile avvicinarsi perché transennata. Poco dopo una sequenza di allegri fiori di topinambur passiamo nuovamente, e per l’ultima volta, il fiume e ci troviamo accanto ai resti dell’antico ponte, le cui pietre sono adesso invase dall’edera.
Intorno all’anno Mille, Spugna era la località più importante di quest’area; per tale motivo fu costruito un ponte di legno sul fiume Elsa, in direzione di Firenze. Distrutto da una grave alluvione nel 1318, fu ricostruito in muratura e le sue rovine sono ancora visibili. Tradizionalmente il ponte era definito come Ponte di Arnolfo ed è sopravvissuto fino all’inizio dell’Ottocento. Fu oggetto di interesse di pittori e letterati, tra cui Dante, che lo nomina nel Purgatorio, e Boccaccio.
Costeggiamo alcuni orti perfettamente curati e dove si trovano anche delle galline e arriviamo, dopo una breve salita, alla strada asfaltata. Da qui è possibile sia girare a sinistra verso la piazza principale della parte bassa di Colle Val d’Elsa sia tornare direttamente all’auto prendendo a destra. Noi scegliamo la prima opzione e facciamo il debriefing di questa prima giornata di escursione allo storico Caffè Garibaldi, nato nel 1912 e ora bar, pasticceria e gelateria.
Ristorati, colmi di informazioni e nuove conoscenze e arricchiti dalla bellezza incantata di questi luoghi, torniamo felici alla nostra auto.
INFORMAZIONI
- Traccia su Outdooractive: https://out.ac/INR4iX
- Colle Val d’Elsa: https://www.comune.colle-di-val-d-elsa.si.it/it
- Parco Fluviale dell’Elsa: https://www.visitcolledivaldelsa.com/parco-fluviale-dellelsa-sentierelsa/
- Valdelsa Valdicecina: https://valdelsavaldicecina.it/il-parco-fluviale-dellelsa/
- Royal Crystal Rock: https://www.rcrcrystal.com/
- Caffè Garibaldi: http://www.caffegaribaldi1978.it/
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