Emilia-Romagna Viaggi

LA ROCCA DI VIGNOLA

Una visita eccezionale alle sale e ai camminamenti

Venerdì 29 marzo 2024
Visita guidata gratuita – durata: 45min/1h

Durante la mattinata che abbiamo trascorso a Vignola, non potevamo non visitare la Rocca, elemento caratteristico e più importante del borgo. L’antico castello è aperto al pubblico grazie alla Fondazione di Vignola, che consente visite gratuite, per le quali è necessaria la prenotazione.

Rocca di Vignola - veduta dal Percorso Natura sul fiume Panaro.
Rocca di Vignola - veduta da piazza dei Contrari.

Dopo aver lasciato l’auto nel comodo parcheggio accanto al fiume Panaro, ci dirigiamo verso la Rocca, che si erge con il suo aspetto possente e maestoso. L’ingresso è in piazza dei Contrari, dove si trova la biglietteria, sotto al porticato davanti al portone di accesso più esterno della fortezza.

In realtà, le visite sono gratuite, prenotabili direttamente sul sito web; la Fondazione di Vignola, infatti, si occupa del mantenimento e dell’apertura della Rocca. Come ci hanno spiegato telefonicamente, di solito non si tratta di veri e propri tour guidati ma di un accompagnamento attraverso le sale e gli ambienti, ad eccezione del venerdì, quando la visita è condotta dalla Dr.ssa Monica Elbani.

Abbiamo partecipato con grande piacere a questa iniziativa, prenotando online e ammirando la Rocca insieme ad un piccolo gruppo, godendoci la spiegazione dettagliata della guida e arricchendola con le numerose informazioni pubblicate sui pannelli che introducono le diverse aree della fortezza.

INDICE

LA STORIA

Le prime notizie documentate della presenza della Rocca risalgono al 1178, quando la struttura consisteva in un semplice presidio militare difensivo su un territorio di proprietà del vescovo di Modena. Si trattava di un mero quadrilatero con una sola torre di avvistamento, completamente costruito con i sassi ricavati dal fiume Panaro. L’ipotesi più accreditata data l’origine della struttura fortificata a poco prima, tra XI e XII secolo.

Rocca e terreni circostanti rimasero di proprietà del vescovo finché nel Duecento furono ceduti al Comune, durante le lotte tra i guelfi bolognesi, che parteggiavano per il papa, e i ghibellini modenesi, schierati dalla parte dell’imperatore. Vignola sorgeva in una posizione strategia e, perciò, nel 1228 fu assediata e conquistata dai bolognesi, che ne tennero il possesso per un anno, tentando successivamente una nuova conquista.

Rocca di Vignola - veduta da via Zenzano.
Rocca di Vignola - Lorenzo e Frida.

Le contese finirono nel 1336, quando la potente famiglia degli Este riprese la signoria di Modena e le terre annesse, che divennero territori estensi. Nel 1401 Nicolò III d’Este donò il feudo ad un’altra famiglia a Uguccione Contrari, da cui deriva l’attuale nome della piazza dove si apre l’ingresso della Rocca. La famiglia dei Contrari, anch’essa proveniente da Ferrara, rafforzò notevolmente le difese del castello, costruendo l’ingresso avanzato dove ci troviamo all’inizio della nostra visita.

La trasformazione dell’edificio fu importante e lo trasformò in una prestigiosa residenza, assumendo l’aspetto attuale. Nel 1420, infatti, la Rocca presentava già gran parte delle caratteristiche architettoniche e funzionali visibili ancora oggi.

Nel 1577, dopo la morte di Ercole il Giovane, ultimo discendente in linea maschile della casata Contrari, fu Giacomo Boncompagni, figlio di papa Gregorio XIII, ad acquistare il feudo vignolese del duca di Ferrara Alfonso II d’Este. La nuova famiglia ne conservò la proprietà fino al 1796 e, dopo il periodo napoleonico, la Rocca tornò ai Boncompagni-Ludovisi.

Comprata dalla Cassa di Risparmio di Vignola nel 1965, è stata ceduta nel 1998 alla Fondazione di Vignola, nata dalla banca stessa e attuale proprietaria.

Rocca di Vignola - Lorenzo e Frida nella Sala del Padiglione.
Rocca di Vignola - portoni di accesso.

LA VISITA

Esterno

Prima di addentrarci tra le mura della Rocca osserviamo la possente costruzione e la sequenza di ben quattro portoni fortificati. I primi due erano originariamente i ponti levatoi: ci troviamo, infatti, sopra ad un fossato, asciutto fin dalla sua prima realizzazione, poiché in posizione sopraelevata rispetto al fiume e, quindi, difficilmente colmabile di acqua. Questi ponti furono successivamente smantellati e l’ingresso fu murato, mantenendo tuttavia il carattere fortificato.

Camminando nel corridoio creato dalla sequenza dei portoni, arriviamo ad un punto strategico per intrappolare i nemici: i due accessi più interni, infatti, erano protetti da saracinesche, che scorrevano nelle guide visibili ancora oggi ai lati delle porte. I nemici passavano le prime e si trovavano intrappolati in uno spazio quadrato, con l’accesso sbarrato e bersagliati da sassi, oggetti infuocati e qualsiasi altro materiale, che piombava su di loro dal terrazzo sovrastante.

Osservando le mura possiamo notare la stratificazione delle costruzioni: i sassi di fiume individuano il primo nucleo, mentre le aggiunte volute dai Contrari furono realizzate con mattoni, che consentivano di costruire più facilmente e in modo più economico, necessitando di un minore impiego di manovalanza specializzata.

Rocca di Vignola - veduta dal fiume Panaro.
Rocca di Vignola - Torre di Nonantola.

La nostra attenzione è attirata da un residuo di pittura: la famiglia Contrari, infatti, fece affrescare completamente la Rocca sia all’interno sia all’esterno, dove purtroppo la decorazione si è mal conservata. Intuiamo un motivo a parallelepipedi a tre colori (rosso, bianco e verde), quelli dei soldati estensi, al fine di comunicare l’appartenenza ai territori degli Este. I decori quattrocenteschi sono ora meglio leggibili grazie alla presenza di proiettori, che riescono in parte a ricostruirli, rendendo più vividi i colori.

Mastio

Oltrepassato l’ultimo ingresso avanzato e la fessura della relativa saracinesca, arriviamo nella parte più antica della Rocca, risalente al XII secolo e le cui mura sono realizzate in sasso di fiume: questo era il quadrilatero originario del castello, insieme con l’unica torre di avvistamento, denominata successivamente Torre di Nonantola, alzata e ristrutturata dai Contrari.

Ecco, quindi, il mastio, dove si trovavano i soldati, i quali, in caso di attacco, potevano rifugiarsi nella torre. I suoi accessi originali, adesso murati ma di cui distinguiamo i portali, erano in alto, così che gli assaliti potessero rimuovere le scale a pioli e murarsi all’interno.

Nel cortile il pavimento era più basso di circa un metro e le aperture sulle mura erano poste ad altezza occhi, proprio per osservare il fiume indisturbati e protetti. La scala conduce alle cantine, volute dai Contrari per conservare le botti di vino. In nome Vignola, infatti, deriva da Vineola, cioè piccola vigna: qui avveniva un’intensa produzione di vino, soprattutto bianco, prima che la coltivazione fosse sostituita da quella delle ciliegie, nel corso dell’Ottocento.

Rocca di Vignola - Torre di Nonantola e cortile interno.
Rocca di Vignola - Sala dei Leoni e dei Leopardi.

Interni

I Contrari trasformarono la Rocca in una vera e propria residenza, abitandovi con la famiglia e la corte, soprattutto nei mesi estivi, quando a Ferrara il clima era troppo caldo e umido. Necessitando di spazi, fecero costruire le sale del primo e del secondo piano, le fecero affrescare e decorare, aggiunsero i camminamenti di ronda e le due torri sul lato del fiume, quella delle Donne e quella del Pennello.

Entrando, possiamo apprezzare una sequenza di sale con ciò che resta degli affreschi, ben conservati in alcuni punti…

Sala dei Leoni e dei Leopardi

La prima sala è dominata da un doppio motivo ricorrente su tutte le pareti e sul soffitto: un leopardo addomesticato, che al tempo era usato per le battute di caccia, e un leone in piedi e con la coda alzata, privo di paura, fiero e distaccato, pronto per la battaglia.

La stanza è menzionata in alcuni documenti del 1444 come “dipinta” e la maggioranza degli affreschi risale alla prima metà del Quattrocento, sebbene sia stata scoperta e restaurata solo all’inizio del secolo scorso.

Rocca di Vignola - cortile interno.
Rocca di Vignola - Sala dei Leoni e dei Leopardi.

Il leopardo rappresenta Uguccione Contrari, in atto di sottomissione rispetto a Niccolò III d’Este, simboleggiato dal leone: non a caso il cartiglio del primo recita “Ho dovuto scegliere”, mentre quello del secondo “Sempre avanti verso il meglio”, grido di battaglia dei soldati estensi.

Sopra la porta individuiamo lo stemma dei Contrari sormontato da un cimiero a foggia di drago (dall’antico antenato chiamato Dragone), privo della coda, che conteneva il pungiglione ed era considerata un elemento negativo. Sulla creatura troneggia lo stemma pappale con due chiavi, segno della parentela con Gregorio XIII: questa aggiunta pittorica è posteriore al 1577, quando il papa, al secolo Ugo Boncompagni, acquistò il feudo di Vignola per il figlio Giacomo.

Altri stemmi sono presenti sul soffitto a botte: ai lati quello estense nella sua versione più antica, anteriore al 1431 (l’aquila d’argento con ali raccolte e sfondo azzurro) e quello dei Contrari, usato dal 1402 (fusato in banda d’oro e d’azzurro, alternato con l’aquila estense). Tra i due emblemi individuiamo l’Agnello pasquale con la bandiera con la Croce, simbolo della Resurrezione di Cristo e qui dipinto ad indicare il potere della Chiesa.

Infine, era presente un camino sulla parete, fatto chiudere dai Boncompagni, i quali commissionarono l’affresco successivo e fecero aprire altre finestre, in aggiunta alle uniche che originariamente si trovavano solo sulla corte.

Sala delle Colombe

Due sono le sale a cui possiamo accedere da quella grande e iniziale dei Leoni e dei Leopardi; la prima in cui ci spostiamo è detta Sala delle Colombe, così nominata già in documenti del 1452 (Camera de Columbis), per la presenza di una decorazione con colombe bianche dalle ali spiegate su un fondo azzurro o rosso. Gli uccelli hanno lo sguardo rivolto verso il cielo, ovvero verso Dio e il cartiglio recita in latino “nel giorno del Signore”.

Rocca di Vignola - Sala delle Colombe.
Rocca di Vignola - Sala delle Colombe.

La colomba rappresenta lo Spirito Santo e, non a caso, gli affreschi presenti alla finestra sembrano creare l’ambiente di una piccola cappella: raffigurano il volto di Dio, l’Incoronazione della Madonna da parte del Cristo e l’Annunciazione. La finestra, inoltre, è orientata verso est, dove sorge il sole, simboleggiando nascita e vita.

Questa sala era probabilmente deputata alla giustizia, quale luogo in cui il governatore giudicava i colpevoli, i quali venivano rinchiusi nella Rocca stessa. A ciò richiama la decorazione con grate scure.

Sulle quattro vele del soffitto sono raffigurati nuovamente gli stemmi degli Este e dei Contrari, circondati da motivi floreali rossi e azzurri, che racchiudono le lettere in stile gotico U ed N, iniziali di Uguccione Contrari e del marchese Nicolò III d’Este.

Il camino, rinascimentale, è stato posto qui all’inizio del Novecento durante i restauri (1920-23) voluti dalla famiglia Boncompagni-Ludovisi, che aveva voluto riportare alla luce gli affreschi delle pareti, coperti da carta da parati durante il periodo di affitto al Comune da parte dei Boncompagni. Le decorazioni sono state oggetto di un ulteriore intervento, effettuato tra il 2011 e il 2012 ad opera del Professor Bruno Zanardi.

Sala degli Anelli

Rocca di Vignola - Sala degli Anelli.


Dall’altro lato della Sala dei Leoni e dei Leopardi si apre la Sala degli Anelli, ricordata in documenti del 1444 come Camera Diamantorum o De Diamantibus e affrescata con il motivo di tre anelli intrecciati a formare un triangolo equilatero sormontato da un diamante, simbolo di purezza e resistenza, con i colori (bianco, rossi e verde) della casacca dei soldati estensi, che coincidono con quelli delle tre virtù teologali (Fede, Speranza e Carità).

L’emblema dei tre anelli intrecciati era presente sull’elmo di argento di Uguccione Contrari e sullo stendardo di battaglia.

Nelle quattro vele del soffitto individuiamo nuovamente il leopardo e il leone, che qui per la prima volta è rappresentato anche seduto, in riposo, intento ad osservare il visitatore. Probabilmente è stato affrescato durante il periodo di pace politica, al contrario di quelli in piedi, pronti alla battaglia.

Sala degli Stemmi

Saliamo adesso al primo piano, dove si trovavano gli alloggi privati; la scala, che dà sul cortile, ci consente di apprezzare un bell’affaccio panoramico sul mastio…

Entriamo così nella Sala degli Stemmi, dove troneggia l’emblema della famiglia Contrari, ripetuto ovunque insieme ad una corona di fiori, foglie e pigne, motivo ricorrente nella Rocca in quanto simbolo di ordine e buon governo (poiché i pinoli sono posti in maniera ordinata).

Al centro, un’installazione museale ci mostra su una linea del tempo i cambiamenti della Rocca, nella sua evoluzione dal VIII secolo al 1965.

Sala del Padiglione

Accanto, la Sala del Padiglione è documentata nel XVI e nel XVII come Thalamo o Camera Padilionis ed è caratterizzata dalla presenza degli affreschi che raffigurano il matrimonio di due giovani… Senza dubbio è una delle mie preferite!

I dipinti sono molto diversi da quelli delle altre stanze: sulla parete principale ammiriamo la scena dello sposalizio del 1461 tra il secondogenito di Uguccione, Ambrogio Contrari, e Battistina Campofregoso, figlia del Doge di Genova e appartenente ad un’importante famiglia genovese.

Rocca di Vignola - Sala del Padiglione.
Rocca di Vignola - acquerello realizzato durante i restauri.

Le nozze si svolsero probabilmente nel giardino pensile un tempo annesso alla Rocca e oggi non più esistente. I dipinti ci aiutano ad immaginare come doveva essere: una sorta di hortus conclusus delimitato da mura con merlature a coda di rondine e dove crescevano numerose piante e alberi da frutto.

Purtroppo, gli affreschi sono molto rovinati e non riusciamo a distinguere i volti dei personaggi, che dovevano appartenere alla famiglia Contrari…

Sala delle Dame

Ghirlande di alloro incorniciano gli stemmi delle varie spose della famiglia Contrari, oltre a quello della casata stessa. Nel soffitto individuiamo le iniziali MC di Mainardo Contrari e gli emblemi di vassalli collegati grazie a matrimoni, tranne uno che non è stato ancora identificato. Due stemmi sono particolarmente significativi: quello dei Campofregoso e dei Rangoni, appartenenti a Battistina Campofregoso e Beatrice Rangoni, spose dei figli di Uguccione Contrari.

Nel percorso museale, sono stati posti qui due grandi acquerelli, realizzati durante gli ultimi restauri e che ricostruiscono gli affreschi esterni della Rocca. Si trattava di motivi geometrici volti a conferire maggiore tridimensionalità e dei quali adesso intuiamo solo le tracce. Grazie a questo studio, è stato possibile creare il sistema di proiezioni che abbiamo visto esternamente.

Rocca di Vignola - Sala delle Dame.
Rocca di Vignola - ritratto di papa Gregorio XIII.

Anticappella e Cappella

La Cappella, uno dei luoghi più particolari della Rocca, è preceduta da una piccola saletta, un’Anticappella, alle cui pareti sono appesi i ritratti di due cardinali della famiglia Boncompagni: Ugo (1502-1585), eletto al soglio pontificio nel 1572 col nome di Gregorio XIII, e Francesco (1596-1641).

Entriamo adesso nel piccolo luogo di preghiera, edificato e fatto affrescare nella prima metà del Quattrocento da Uguccione Contrari, ornato da un ciclo di pitture con le storie di Cristo. Purtroppo, non conosciamo l’autore dei dipinti, che è noto adesso come maestro di Vignola.

Inoltre, il ciclo pittorico non è mai stato terminato, come notiamo dalla presenza delle sinopie nella parete dove si apre la porta e dall’assenza di affreschi nella parte inferiore dei muri, l’ultima ad essere decorata per evitare danni da cadute di colore e che era stata preparata con alcuni segni rossi.

A cosa dobbiamo l’interruzione dei lavori? Potrebbe essere derivata da una mancanza di finanziamenti oppure dall’epidemia di vaiolo che nel Quattrocento si abbatté in queste zone e che potrebbe aver causato la fuga o la morte dell’artista.

Rocca di Vignola - Cappella, affresco della Pentecoste.
Rocca di Vignola - Cappella, affresco dell'Ascensione.

Osserviamo adesso i dipinti che ci circondano e che ci immergono in un’atmosfera raccolta e meditativa. Sopra alla porta, è raffigurata la Pentecoste e nella vela corrispondente del soffitto Giovanni intento a scrivere il Vangelo, con accanto, nella mandorla, l’albero della vita e il Cristo trifronte.

Una delle pareti è decorata con la scena della Resurrezione: Cristo esce dal sarcofago, sorvegliato da guardie vestite in abiti quattrocenteschi, e, a destra, scende nel Limbo schiacciando il Diavolo e liberando Adamo ed Eva, rappresentati come anziani in quanto antenati degli uomini. Nella vela, l’evangelista Luca è affiancato da un altare con un agnello che brucia, simbolo del sacrificio di Gesù.

Sopra la finestra l’affresco raffigura l’Ascensione: vediamo solo i piedi di Cristo e, sotto, un semicerchio di angeli musicanti, con la Madonna e altre figure angeliche che indicano. Sul soffitto, spiccano Gesù risorto e l’evangelista Marco.

Infine, nella parete a sud osserviamo l’Assunzione di Maria, tenuta in braccio dal figlio, in una mandorla tributaria, con angeli musicanti e cantori, la bara e gli apostoli. Tommaso viene rappresentato discosto, inginocchiato, che riceve la cintola della veste della Madonna dal Paradiso quale testimonianza. Nella vela Matteo soffia sulla penna, accanto a Gesù bambino.

Nella chiave di volta è posto come suggello lo stemma della famiglia Contrari.

Rocca di Vignola - Cappella, affresco della Resurrezione.
Rocca di Vignola - Cappella, affresco dell'Assunzione di Maria.

Camminamenti

Nell’ultima parte della nostra visita saliamo fino ai camminamenti di ronda, costruiti nel Quattrocento e che circondano la Rocca collegando alcune delle torri. In origine non erano provvisti di copertura, aggiunta a metà del Cinquecento, e le mura erano dotate di merli ghibellini a coda di rondine.

Appena terminata l’ultima scala ci troviamo proprio davanti al cassero iniziale, dove i nemici erano intrappolati tra gli ingressi e bersagliati dall’alto. Davanti a noi, notiamo la Torre dell’Orologio, antica porta di accesso alla Vignola medievale e la cui sommità fu completamente ristrutturata all’inizio del Novecento per ospitare l’acquedotto comunale. A sinistra distinguiamo Palazzo Barozzi, edificato a metà del XVI secolo dai Contrari, che desideravano trasferirsi in un palazzo rinascimentale.

Rocca di Vignola - Torre dell'Orologio vista dai camminamenti.


Passeggiamo lungo il perimetro della Rocca e arriviamo alla Torre del Pennello, costruita nella prima metà del Quattrocento; il nome deriva dalla presenza sul tetto di una garitta di avvistamento, demolita nel XIX secolo.

L’altra torre collegata dal camminamento che stiamo percorrendo è quella delle Donne, più o meno coeva rispetto alla precedente e che deve il nome alla presenza di una cella dove erano recluse le donne accusate di aver commesso qualche reato.

La nostra vista spazia adesso sul fiume; ci spostiamo sul lato est dove il fossato non era necessario perché dove ora serpeggia la strada c’era un tempo un dirupo.

Notiamo i ciliegi a sinistra, oltre il parcheggio dove abbiamo lasciato l’auto e da cui si gode di una delle migliori viste sulla Rocca. Il canale che scorre in quel punto, chiamato di San Pietro, arrivava fino a Modena e oltre, in direzione di Ferrara, ed era navigabile, mentre adesso ha la sola funzione di irrigare i campi.

Infine, giriamo e osserviamo dall’alto il cortile davanti alla Torre di Nonantola. Il pavimento, inclinato e ondulato, permetteva all’acqua piovana di scorrere via e uscire da appositi buchi; su alcuni mattoni possiamo riconoscere una X impressa ad indicare il millesimo mattone che usciva dalla fornace.

Ammirando il panorama, la nostra attenzione è catturata da un edificio costruito in mattoni, adesso privato e un tempo le antiche scuderie e i magazzini della Rocca. Probabilmente il giardino pensile si estendeva proprio qui davanti, sopraelevato rispetto alla strada e collegato alla Rocca con un ponte levatoio…

Rocca di Vignola - camminamenti.
Rocca di Vignola - panorama dai camminamenti.


La nostra visita si conclude così; non possiamo far altro che ringraziare la nostra eccezionale guida, che ci ha condotti alla scoperta di un luogo ricco di storia e che ci ha sorpresi per la quantità e qualità di affreschi e di ambienti.

Se potete trattenervi più a lungo a Vignola, vi consigliamo una bella passeggiata lungo la Via dei Ciliegi, ideale sopratutto nel periodo della fioritura…


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