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IL TRENINO ROSSO DEL BERNINA IN ESTATE

Le fermate da non perdere e la nostra esperienza dell’intero viaggio

Sabato 22 luglio 2023

Grazie ad un bellissimo regalo da parte di mia mamma, la nostra avventura sul Trenino Rosso del Bernina è stata indimenticabile! Io, Lorenzo e la nostra cagnolina Frida siamo partiti da Tirano per arrivare a St. Moritz, viaggiando sulle famose carrozze in una tratta ferroviaria unica nel suo genere. Vi raccontiamo la nostra esperienza, quali fermate abbiamo scelto e qualche curiosità su uno dei treni più celebri al mondo…

Trenino Rosso del Bernina - stazione di Tirano.
Trenino Rosso del Bernina - stazione di Tirano; Lorenzo e Federica.

Innanzitutto, per comprendere appieno la meravigliosa unicità di questo treno, sono necessarie alcune informazioni preliminari: la linea del Trenino Rosso del Bernina fu inaugurata nel 1910 e divenne famosa già due anni dopo, rappresentando la realizzazione di un progetto sognato da audaci ingegneri. Si tratta, infatti, di un vero e proprio miracolo tecnico sia per le sue caratteristiche sia per quando fu realizzato, a inizio Novecento, sia per le tempistiche (in soli quattro anni!).

Il Trenino del Bernina sorprende e meraviglia per il suo incredibile percorso, lungo 122 km: supera gole profonde, si inerpica per ripidi pendii, scavalca alti passi montani; attraversa viadotti in pietra, curve, gallerie e pendenze, circondato da un paesaggio incredibile e vario, tra città, laghi, pianure, valli, montagne, boschi, fiumi, ghiacciai, piste da sci, rifugi… Non a caso è considerato il treno più bello del mondo!

Trenino Rosso del Bernina - mappa.


Ancora più strabilianti sono alcuni numeri: le carrozze rosse affrontano pendenze del 70 per mille, passando dai 400 metri s.l.m. di Tirano ai 2.253 metri del Rifugio Ospizio Bernina (il punto più alto raggiunto da un treno in Europa!) per scendere poi verso St. Moritz a 1.856 metri. Dal 2008 il Trenino Rosso è diventato Patrimonio mondiale dell’UNESCO, per l’eccezionale qualità tecnica e linea ferroviaria con caratteristiche uniche in tutto il mondo.

Inoltre, si tratta di uno dei pochi esempi di armonia tra l’uomo e le sue opere e l’ambiente circostante… Compiendo questo viaggio, non possiamo che concordare con questa posizione.

Quanto costa? Per noi è stato un regalo da parte di mia mamma, che ci ha donato questa fantastica esperienza a Natale 2022 con un voucher da utilizzare entro 12 mesi. Noi abbiamo scelto di approfittare dell’estate e abbiamo prenotato con due mesi di anticipo rispetto alla data scelta. Facendo un calcolo, i nostri biglietti andata/ritorno sono costati 128 CHF (franchi svizzeri), quindi 64 franchi ciascuno. Abbiamo aggiunto anche, comprandolo online, il biglietto per la nostra cagnolina Frida, che abbiamo pagato 26 euro andata/ritorno. Importante, se avete un cane, è viaggiare con il passaporto in corso di validità! A noi non lo hanno controllato, ma sappiamo che possono essere piuttosto severi.

Ecco qui di seguito il racconto della nostra avventura e le tappe che abbiamo scelto.

Fermate:

Partiamo alle 7.41 in punto da Tirano: nella stazione, adiacente a quella “tradizionale” è presente un unico treno, diretto a St. Moritz e nuovissimo. Nel corso della giornata, infatti, scopriremo che ne esistono di diverse tipologie: nuovi e tecnologici, con ampi finestrini e carrozze silenziose per un viaggio rilassante; maggiormente antiquati e simili ai nostri vecchi regionali con i posti a sedere ravvicinati, rumore e caos superiore (Frida detesta questo tipo di treno); alcuni hanno le carrozze panoramiche nella parte finale, completamente scoperte; altri sono Bernina Express e le fermate intermedie sono in numero ridotto.

Ci accomodiamo sulle spaziose poltroncine del lato destro del treno e ci prepariamo al viaggio: ho sottomano la guida “Trenino Rosso In Tasca”, gratuita online e che ho stampato, anche perché in pochi minuti siamo già in territorio svizzero e il telefono non prende (a meno che non si voglia pagare il roaming).

Trenino Rosso del Bernina - stazione di Tirano.
Trenino Rosso del Bernina - stazione di Tirano; Lorenzo e Frida.

Campocologno – Campascio – Brusio

A sinistra attraversiamo l’incantevole piazza Basilica, dove svetta il retro della chiesa principale di Tirano: è incredibile poterla ammirare dal trenino… Si tratta di uno dei capolavori del Rinascimento lombardo, eretta per commemorare l’apparizione della Madonna nel 1504.

Al nostro finestrino sfilano le prime due fermate: Campocologno e Campascio. La prima segna l’ingresso in Svizzera, in particolare nel Canton Grigioni; prima di giungervi avvistiamo a destra il Castello di Piattamala e l’omonima dogana: ormai l’enorme edificio è abbandonato, ma, immerso nel bosco, è molto suggestivo… La vegetazione si alterna a vigneti e meleti e, dietro, possiamo scorgere Tirano che pian piano si allontana.

Il tratto che precede e segue Campascio è famoso per due motivi. Ci troviamo nella Valposchiavo, un territorio in cui si coltivava il tabacco, prodotto di contrabbando in Valtellina (sono, infatti, numerosi i sentieri chiamati “di contrabbando”, adesso percorsi di trekking). I campi sono occupati prevalentemente da fragole, lamponi, ribes e more, richiesti dal mercato svizzero e usati per la produzione di confetture. Ciò che veramente rende celebre questo tratto, però, è il viadotto elicoidale che collega Campascio a Brusio.

Trenino Rosso del Bernina - Castello di Piattamala a Campocologno.
Trenino Rosso del Bernina - viadotto elicoidale di Brusio.

Qui dobbiamo prestare grande attenzione e sporgersi dai finestrini sul lato sinistro: passiamo in uno dei luoghi simbolo del Trenino del Bernina! Il serpente rosso passa attraverso la quarta campata e sale per 20 metri di dislivello con la sola forza dell’energia elettrica. Affacciandosi su entrambi i lati possiamo vedere i vagoni sfilare e il treno avvolgersi su se stesso. Sempre a sinistra, in basso, sfilano anche degli strani sassi a forma di igloo: sono i crotti, tipiche cantine da poco diventati l’immagine del nuovo francobollo svizzero.

La stazione di Brusio ci accoglie con i suoi due bei campanili, la croce e la palla con il galletto che li contraddistinguono. Sono il chiaro segno della convivenza in armonia di fedi, in seguito a diversi eventi storici.

Trenino Rosso del Bernina - Brusio.
Trenino Rosso del Bernina - Miralago.
Trenino Rosso del Bernina - Le Prese.

MIRALAGO – fermata h. 8.10

Già estasiati da questa prima mezz’ora di viaggio, siamo pronti a scendere alla nostra prima fermata: Miralago. Si tratta di uno stop solo su richiesta e noi premiamo il bottone per poterci fermare: siamo gli unici a scendere e la meravigliosa vista sul lago è solo per noi!

Anche se quelle successive sono forse più spettacolari, ma questa fermata ci è entrata nel cuore per la sua placida calma, il paesaggio incredibile e la beata solitudine in cui siamo stati immersi per oltre un’ora.

La stazione è proprio sul lago di Poschiavo, che si distende, enorme e tranquillo, a 965 m. s.l.m. Fa freddo, ma la giornata si preannuncia meravigliosa e i raggi del sole cominciano già ad illuminare le acque in lontananza e le cime delle montagne. Sotto una piazzola di prato e panchine, con una fontanella, si apre una deliziosa spiaggetta dove sono tirare a riva alcune barche; il paesino si estende alle sue spalle con poche case, un albergo e la piccola chiesa. Guardando da Miralago verso nord, possiamo ammirare Piz Varuna del Massiccio del Bernina.

Il lago si è formato in seguito al franamento postglaciale del monte Giümelin e dal 1904 è sfruttato per la produzione di energia elettrica. Gran parte dell’acqua scorre attraverso un canale al bacino di accumulo sotterraneo di Monte Scala (937 m s.l.m.), da dove in condotta forzata scende ad alimentare la centrale idroelettrica di Campocologno (520 m.s.l.m.).

Trenino Rosso del Bernina - Miralago.

Frida è impazzita dalla gioia, corre e si rotola ovunque… Facciamo una passeggiata di circa un’ora intorno al lago, in direzione della pieve medievale di San Remigio, che si trova a 1.800 m. e che per raggiungere la quale dovremmo prendere una deviazione in salita. Per una passeggiata completa intorno al lago occorrerebbero circa due ore di tempo; qualcuno opta per proseguire verso la stazione successiva, Le Prese. Noi, invece, ci siamo goduti l’aria fresca e il paesaggio da cartolina camminando intorno al lago. Vediamo passare anche il trenino rosso e lo salutiamo dall’altro lato dello specchio d’acqua.

Dopo una breve visita alla chiesina del paese, siamo pronti per risalire sul treno delle 9.23.

Trenino Rosso del Bernina - Miralago.
Trenino Rosso del Bernina - Miralago.

Le Prese – (Li Curt) – Poschiavo

Ripartendo possiamo godere di uno dei punti panoramici più magici dell’intero tragitto: stiamo percorrendo l’intera riva del Lago di Poschiavo; avvistiamo ala chiesetta di San Remigio, arroccata sullo sperone della montagna alla nostra destra e ci gustiamo la calma del grande specchio d’acqua prima di arrivare alla fermata Le Prese, dove salgono molte (troppe!) persone.

L’omonimo hotel, infatti, è molto celebre; fu addirittura l’alloggio prediletto del filosofo Friedrich Nietzsche e ha ora riaperto per ospitare turisti e amanti della montagna.

Dopo lo stop denominato Li Curt, arriviamo alla grande cittadina di Poschiavo, capoluogo della Valposchiavo e tradizionale borgo svizzero. Notiamo che alcuni viaggiatori decidono di scendere qui, attratti dalla possibilità di una sosta di tipo culturale: il museo ospitato presso il Palazzo De Bassus-Mengotti si concentra sulla storia della vita contadina; Casa Tomé è sede di attività legate alla cucina tradizionale, mentre Casa Console ospita una collezione di dipinti romantici tedeschi e svizzeri; il quartiere spagnolo è uno dei simboli della cittadina, con la sua schiera di eleganti edifici signorili voluti dagli immigrati spagnoli, principalmente pasticceri, nella seconda metà dell’Ottocento.

Lasciandoci alle spalle Poschiavo, proseguiamo in salita sulla montagna tra ponti e gallerie. Ci stupisce l’andamento a chiocciola: il trenino compie giri di 180° e ci troviamo ad ammirare entrambi i lati di un panorama sempre più sorprendente… Da non perdere le numerose viste sulla valle e sul capoluogo, che si allontana progressivamente dalla nostra vista, finché non ci troviamo, dopo il buio di una galleria, a poche centinaia di metri di distanza dalla fermata di Cadera/Cavaglia, dove scendiamo.

Trenino Rosso del Bernina - Poschiavo.
Trenino Rosso del Bernina - Giardino dei Ghiacciai, panorama sulla valle di Poschiavo.

CAVAGLIA – fermata h. 9.58

Dopo circa mezz’ora di viaggio, il trenino ci ha lasciati in una stazione piuttosto grande, dominata dal grande Rifugio Cavaglia, che con il suo intonaco bianco e le rifiniture in legno scuro spicca su un paesaggio verdeggiante. Cerchiamo subito le indicazioni per arrivare al famoso Giardino dei ghiacciai, che inizia dopo qualche minuto a piedi percorrendo una strada alla nostra sinistra.

Il giardino è visitabile da maggio a ottobre ed è gratuito, gestito dall’omonima Associazione; un sentiero in salita e una serie di scale ci conducono sul promontorio di Puntalta, che offre anche un eccezionale panorama sulla valle fino al Lago di Poschiavo. Lo spettacolo particolarissimo e unico nel suo genere di questo luogo sono però le “marmitte dei giganti”, 28 piccole e grandi buche (fino a ben 14 metri!) nel terreno, prodotto delle glaciazioni susseguitesi nei millenni dopo lo scioglimento del ghiaccio che ha lasciato come unica traccia quella del Piz Palù.

Si tratta di un giro ad anello di circa un’ora e mezza e noi consigliamo vivamente di proseguire poche decine di metri per ammirare la forza dell’acqua che scava l’orrido di Cavaglia: impressionante!

In attesa del prossimo treno (alle 11.58), ci fermiamo al rifugio, dove io rimango scioccata dai prezzi… 4 euro per un caffè! Lorenzo non si lascia intimidire e prende un cappuccino, che è in realtà un caffellatte (4,50 euro). Ci sediamo all’aperto e il sole ci scalda, mentre l’aria è ancora fresca e piacevole. Fortunatamente il bagno è gratuito e ne approfitto prima di salire sul trenino, che in soli 15 minuti ci condurrà alla nostra prossima fermata.

Trenino Rosso del Bernina - Giardino dei Ghiacciai, fermata Cavaglia.
Trenino Rosso del Bernina - Ghiacciaio Palù, fermata Alp Grum.

ALP GRUM – fermata h. 12.13

La nostra sosta qui è stata la più breve, poco meno di un’ora, giusto il tempo per mangiare il nostro pranzo al sacco e scattare qualche foto. Nonostante sia un buon punto di partenza per numerose escursioni, infatti, la maggioranza degli avventori si ferma principalmente per ammirare il panorama.

Proprio sul retro della stazione, infatti, si gode di una vista indimenticabile sul ghiacciaio Palù, in cui la parte innevata si concentra sulla sommità e pian piano si dirama e scende sulle rocce grigiastre in tante cascatelle, che confluiscono nel bacino d’acqua sottostante, avvolto nel verde dei prati e del bosco. Proseguendo lungo la banchina possiamo ammirare un altro incredibile panorama, che si apre sulla Valposchiavo fino al lago.

Ci troviamo a 2.091 m. s.l.m. e questo punto è raggiungibile solo in treno, a piedi o in bici… Anche per questo, secondo noi, è una fermata da non lasciarsi sfuggire!

Vi sono due punti ristorazione: il primo è proprio alla stazione e ha una terrazza mozzafiato che si affaccia direttamente sul ghiacciaio; il secondo si trova un poco più in alto, raggiungibile con un comodo sentiero in salita, e permette di godere di una vista spettacolare sulla vallata.

Trenino Rosso del Bernina - Ghiacciaio Palù, fermata Alp Grum.
Trenino Rosso del Bernina - Ghiacciaio Palù, fermata Alp Grum.

Per i più attenti, consigliamo si soffermarsi sulla scritta in giapponese all’angolo dell’edificio della stazione: gli ideogrammi celebrano il gemellaggio ufficializzato nel 1979 tra la linea ferroviaria Tirano/St. Moritz e quella giapponese di Hakone/Tozan, costruita su esempio di quella del Bernina nel 1919.

Scattiamo qualche foto e mangiamo i nostri panini; abbiamo pure fortuna perché piove a singhiozzo e possiamo ripararci nella sala d’attesa della stazione… Così riusciamo a salire ancora asciutti sul treno delle 13.08.

Ospizio Bernina – Bernina Lagalb – Bernina Diavolezza

La successiva mezz’ora di viaggio è stata la mia preferita dell’intero percorso ed è una delle più meravigliose di tutta la tratta: il treno si arrampica fino al punto più alto della linea del Bernina, a 2.253 m. s.l.m. dove si trova la stazione dell’Ospizio Bernina.

Superiamo la diga di Scala e, alla nostra sinistra, rimaniamo incantati dall’incredibile vista del famoso Lago Bianco. Si tratta, infatti, di una diga ad alta quota, situata ai piedi del ghiacciaio Piz Cambrena, da cui riceve acqua pura e chiara, che dona il colore cangiante. Ma le sorprese non finiscono qui: continuando a guardare fuori dal finestrino assistiamo al susseguirsi di un altro specchio d’acqua, il Lago Nero, di origine naturale, separato dal primo da un cartello giallo che fa da spartiacque.

Lo spettacolo che scorre davanti ai nostri occhi è indimenticabile! Prati verdi, costole rocciose delle montagne, vedute sul ghiacciaio, l’acqua dai riflessi multicolori e l’intrico dei sentieri deserti, con pochissimi camminatori che salutano il passaggio del trenino rosso…

Trenino Rosso del Bernina - Lago Bianco, fermata Ospizio Bernina.
Trenino Rosso del Bernina - Lago Bianco, Federica e Frida.

Dopo le emozioni dei due laghi, vi è lo stop a richiesta Bernina Lagalb, dove possiamo distinguere la funivia che in inverno porta gli sciatori a quasi 3.000 m. s.l.m. Poco dopo, il treno si ferma a Bernina Diavolezza, ideale per chi ama lo sci e lo snowboard, ma anche per gli escursionisti. La funivia è aperta tutto l’anno, tranne in bassa stagione e raggiunge una terrazza panoramica sulla catena del Bernina e del Piz Palù.

Raggiunto il punto più alto del percorso, il treno comincia a scendere lievemente e a sinistra, dopo la curva di Montebello, appare davanti a noi il panorama della catena del Piz Bernina con la lingua del ghiacciaio ben visibile. Abbiamo così un’anticipazione sulla nostra prossima fermata…

MORTERATSCH – fermata h. 13.40

Questa è stata senza dubbio la stazione che abbiamo trovato più affollata… Morteratsch identifica la lingua del ghiacciaio Bernina, che quando fu costruita ferrovia lambiva la stazione; in ricordo di ciò è stata creata una scultura a forma di ventaglio, denominata la “lacrima del ghiacciaio”.

Nella nostra sosta di due ore, decidiamo di intraprendere il percorso a piedi che conduce sotto il ghiacciaio; ci accompagnano 16 pannelli esplicativi che mostrano quanto esso si sia ritirato nel corso degli anni e che ci descrivono la sua storia e caratteristiche. Incuriositi e ammaliati dalle leggende e dalle curiosità scientifiche, non possiamo fare a meno di provare sgomento nel constatare che, arrivati all’ultimo pannello, ci troviamo davanti non al ghiaccio, che è molto più in alto, ma alla roccia e al fiume glaciale che scorre impetuoso scavando questa piccola valle…

Trenino Rosso del Bernina - Monteratsch.
Trenino Rosso del Bernina - Monteratsch, Federica e Frida.

Torniamo indietro amareggiati e attendiamo il passaggio nel treno seduti davanti al chiassoso punto ristoro della ferrovia. Alle 15.40 saliamo in carrozza per percorrere l’ultima tratta in direzione St. Moritz.

Pontresina – Punt Muragl – Celerina

Il trenino procede lentamente verso una delle stazioni più famose, la turistica città di Pontresina, celebre grazie a Clara Cris, giovane e intraprendente imprenditrice che iniziò quasi per gioco ad affittare le stanze in esubero della propria dimora. Lo scopo della donna non era il guadagno, ma trovare marito… Tuttavia, ebbe una straordinaria fortuna e lanciò il turismo ai piedi dei ghiacciai, meta di alpinisti provenienti da tutta Europa. Ancora oggi Pontresina ospita anche questo genere di turismo e può vantare una scuola apposita per imparare a scalare le vette circostanti.

Progressivamente il paesaggio si addolcisce e i paesini svizzeri che si susseguono paiono tratti direttamente dalle cartoline… Alle 16.11, finalmente, giungiamo all’ultima stazione a 1.856 m. s.l.m.!

Trenino Rosso del Bernina - Lago Bianco, Lorenzo, Federica e Frida.
St. Moritz - lago.

ST. MORITZ – fermata h. 16.11

Purtroppo, abbiamo solo una quarantina di minuti per la nostra sosta, assolutamente insufficienti per visitare St. Mortiz, ma appena necessari perché io riesca a comprare una scatola di cioccolatini dalla pasticceria Hanselmann, la più famosa della città.

Prendiamo di corsa le scale mobili e attraversiamo il parcheggio coperto, ci facciamo strada a fatica tra i gruppi di turisti e le visite guidate e, tra boutique e gallerie, riusciamo a raggiungere l’incredibile palazzo che ospita la pasticceria. Si tratta di uno degli edifici storici più belli del centro, elegante e caldo nel suo colore mattone, in un perfetto stile Liberty. All’interno il bancone promette dolciumi e delizie di ogni tipo; sono attratta dalle scatole con le cartoline di St. Moritz ma il prezzo esagerato mi convince a desistere. Ripiego, così, su una piccola selezione di cioccolatini di vari gusti (circa 15 euro), che ci gusteremo in parte sulla via del ritorno.

Sempre un po’ correndo scorgiamo la Torre pendente dell’antica chiesa cattolica di San Maurizio e passiamo davanti al Badrut’s Palace Hotel, uno dei più famosi alberghi di lusso di St. Mortiz. Sinceramente questa città mi ha colta in contropiede: mi aspettavo lusso e sfarzo, ma ho la terribile sensazione di una facciata finta e fredda, una menzogna grigia e androgina che tradisce la tradizione delle Alpi e lo stile dei borghi svizzeri…

Unica imperdibile meraviglia è la vista sul lago, sul quale, in lontananza, possiamo individuare la Chiesa di San Carlo… Non abbiamo tempo per una passeggiata, ma ci ripromettiamo di passare di nuovo da St. Moritz, prima o poi…

St. Moritz - pasticceria Hanselmann.
St. Moritz - Torre.

Correndo riusciamo a salire sul treno delle 16.48: ve ne sono anche di successivi, ma la loro tratta si interrompe in alcune stazioni, dove occorre prendere il bus sostitutivo. Ci accomodiamo, così, nella nostra carrozza e ci godiamo le due ore che ci riportano a Tirano alle 19. Senza scendere ad alcuna delle fermate, vediamo scorrere paesaggi e panorami che abbiamo imparato a conoscere all’andata e ci rilassiamo dopo una giornata stancante, ma bellissima…

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