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DOPPIO ANELLO A TRODENA

Un percorso tra storia, natura e leggende

Sabato 30 marzo 2024

In una giornata piovosa è sempre difficile decidere cosa fare in montagna… Le alternative non mancano e numerosi sono i monumenti e le attività da svolgere al coperto; allo stesso modo, vi sono alcune passeggiate che è possibile svolgere tranquillamente con il maltempo oppure quando il cielo è incerto e promette pioggia. Una di queste è il doppio anello che abbiamo costruito intrecciando due percorsi tematici: quello incentrato sulle leggende di Trodena e quello che attraversa il paese.

Trodena è un grazioso borgo, un piccolo agglomerato di case sul versante orientale del Monte Cislon. Ci arriviamo con una comoda strada asfaltata che devia rispetto all’asse della Val di Fiemme e si immerge nel Parco Naturale Monte Corno.

Trodena.
Trodena.

Si tratta di uno di quei paesi che meritano una visita; la sua storia è antica, anche se non conosciamo l’esatta origine, risalente probabilmente ad insediamenti preistorici o a villaggi fortificati, di cui sono rimasti solo alcuni sassi coperti dalla fitta vegetazione. Trodena compare per la prima volta nei documenti nel 1111, in merito ad accordi sull’esenzione di tasse e tributi da parte del principe vescovo di Trento.

Il paese fa parte della Magnifica Comunità di Fiemme da 900 anni, fruendo dei boschi ed essendo rappresentata nel Consiglio degli undici Regolani, i rappresentanti delle Regole, tra cui quella di Trodena. Il comune adesso è composto dalle frazioni di Molini, Fontanefredde e San Lugano ed è una meta turistica molto apprezzata, grazie alla propria posizione strategica all’interno dell’area protetta del parco.

Lunghezza complessiva4,6 km
Tempi di percorrenza1h45min
Dislivello144 m.
Grado di difficoltàMolto facile
SCHEDA TECNICA

Per il nostro percorso, decidiamo di lasciare l’auto nel parcheggio gratuito poco fuori dalle ultime case e all’inizio di una rete di sentieri che si arrampicano sul Monte Cislon. Lo spiazzo sterrato, infatti, è uno dei pochi non a pagamento e si raggiunge velocemente la piazza principale, dove si trovano i pannelli con le informazioni turistiche, le fermate dei bus e numerosi posteggi orari.

IL SENTIERO DELLE LEGGENDE DI TRODENA

Proseguiamo a destra lungo la strada principale e svoltiamo quasi immediatamente a sinistra per arrampicarci lungo via Pichala, che in pochi metri abbandona il rivestimento di pietre per divenire sterrata. Tenendoci sulla sinistra arriviamo in pochi minuti all’inizio del sentiero tematico dedicato alle Leggende di Trodena, introdotto da un portale in legno e da una mappa del percorso, con l’indicazione che si tratta di un progetto collettivo della scuola elementare di Trodena, Leonhard von Liebener, e dell’Ufficio Parchi naturali, realizzato con il sostegno del Comune, della Cassa Raiffeisen Nova Ponente – Aldino e della Ripartizione Foreste.

Come è accaduto ad Anterivo (dove possiamo trovare un percorso tematico molto simile), l’iniziativa è partita dagli insegnanti, che nel 2009 hanno deciso di creare un sentiero dedicato alle leggende tramandate oralmente di generazione in generazione tra gli abitanti di Trodena. La realizzazione è avvenuta con la collaborazione degli studenti elementari di IV e V elementare, che hanno elaborato e illustrato i racconti.

Trodena - Sentiero delle Leggende, inizio.
Trodena - Sentiero delle Leggende.

Ci troviamo in località Forchwaldegg, lungo il sentiero n. 8, che si sviluppa proprio sopra l’abitato, all’interno di un bosco di larici, pini silvestri e mughi e abeti. Il percorso è molto semplice e descrive un anello composto da una prima parte di installazioni e pannelli con i racconti delle leggende e da una seconda con le stazioni della Via Crucis intagliate nel legno.

La prima leggenda è accompagnata da un bel mosaico, raffigurante una casetta, con un bosco e un orso in primo piano: è la storia di Peter il vincitore di orsi, un boscaiolo i cui animali furono divorati da un grosso orso al quale l’uomo giurò vendetta. Così, spalmò il timone del carro dei buoi con il miele e incastrò la bestia, che morì cacciando un potente urlo. Il racconto termina con un ammonimento ai bambini: è possibile trovare le impronte dell’orso davanti alla sua caverna, ma non bisogna avvicinarsi troppo, altrimenti potrebbe mangiarci! A completamento della leggenda, i resti della pelliccia sono affissi sui rami e sulla corteccia degli alberi circostanti.

Passeggiamo tra le foglie cadute e i piccoli fiori violetti dell’erba trinità (una specie di Hepatica), godendoci il silenzio del bosco, fino ad arrivare al pannello successivo, intitolato Dall’eremita. Siamo subito avvertiti che non si tratta di una leggenda vera e propria perché nel XVII e nel XVIII secolo furono tre gli eremiti che abitarono in una radura nelle vicinanze della Baita Pera, dove ancora oggi si trovano le rovine del loro rifugio. Essi vivevano in modo frugale, solitario, alla ricerca di Dio, pregando e meditando. Tra gli alberi osserviamo l’installazione di un pentolone affiancato da sedili in legno: gli eremiti mangiavano semplice zuppa e alimentavano il focolare che donava loro calore, luce e protezione contro gli animali selvatici.

Trodena - Sentiero delle Leggende, "Dall'eremita".
Trodena - Sentiero delle Leggende, "Il Gatto Pinaid".

Due enormi occhi gialli posti su un tronco ci segnalano la presenza del Gatto Pinaid, che deriva il proprio nome da una località a nord di Trodena, dove dimora questo animale leggendario, straordinariamente grande e potente. In passato i contadini temevano questo gigantesco gatto poiché alcuni di loro, molto pigri, erano stati da lui divorati, insieme alle mucche lasciate incustodite. I bambini sono incitati ad ascoltare e osservare per scorgere l’essere mostruoso e guardarlo negli occhi, mentre la sua grande testa spunta dal tronco dell’albero…

Il pannello successivo è decorato da una bella finestra che si affaccia su una città notturna, illuminata dalla luna e con un alto campanile dotato di orologio. Il piallatore notturno racconta di un’antica falegnameria ubicata nella parte bassa del paese e gestita da un uomo severo e laborioso. Di notte i rumori disturbavano il sonno dei vicini, tanto che uno di essi andò alla falegnameria per lamentarsi; affacciatosi alla finestra, assistette però ad una scena agghiacciante: un piallatore senza testa lavorava con zelo il coperchio di una bara e, quando si accorse di essere osservato, lanciò la pialla contro l’inopportuno visitatore. L’uomo corse a casa terrorizzato e tornò alla falegnameria solo il giorno dopo, quando l’artigiano aveva ripreso il proprio lavoro e tutto sembrava nella norma… fatta eccezione per la pialla, che ancora giaceva tra i vetri della finestra rotta!

Trodena - Sentiero delle Leggende, "Il piallatore notturno".
Trodena - Sentiero delle Leggende, monumento funebre.

Passato il tronco inciso che commemora un defunto del 1980, tra le piante di erica in fiore ci troviamo a passare accanto ad un forziere aperto e colmo di monete ricavate dalle sezioni circolai di rami di alberi. Il giocatore ha come protagonista un uomo che giocava a carte per denaro ma perdeva continuamente; un giorno, incontrò una vecchietta che gli suggerì di prendere un teschio dalla cappella mortuaria, così da porre fina alla sfortuna. L’uomo seguì il consiglio e da quel momento iniziò a vincere; scoperto il teschio da parte della moglie, la donna e il parroco lo costrinsero a restituirlo… Da quel momento non ebbe più fortuna, ma, dato che il defunto era uomo d’onore, non gli accadde neanche alcunché di spiacevole.

Una delle installazioni più belle è sicuramente quella legata alla leggenda della Strega Betleit: una vecchia megera si erge tra i tronchi dei pini e un’altra vola attaccata ad un ramo… Si racconta che un tempo le streghe vivessero a Trodena, anche se probabilmente si trattava solo di donne che conoscevano le erbe medicinali… Tuttavia, erano perseguitate: i documenti riportano che nel 1505 Ursula Strumechera morì sul rogo a Cavalese. Una leggenda narra di una strega di nome Betleit che spaventava i bambini ritardatari, mettendoli nel cestone sulla schiena e portandoli nella propria casa.

Trodena - Sentiero delle Leggende, Lorenzo, Federica e Frida.
Trodena - Sentiero delle Leggende, "Il giocatore".

Una delle storie più famose è quella delle Guardie del portone Stuppner: tanto tempo fa, nella parte bassa del paese, un sentiero conduceva al Maso Stuppner, dove di notte comparivano i fantasmi di tre uomini senza testa, che facevano da guardia e sorvegliavano i vicoli non consentendo a nessuno di passare. Tenevano il capo reciso sotto al braccio e lo posavano quando dovevano rincorrere qualcuno, sbattendo contro i muri delle case e non riuscendo a raggiungerlo. Forse questi poveri fantasmi erano le anime di detenuti, che ancora scontavano la loro pena… La pittura su assi di legno ce li mostra colorati, mentre attendono con la testa tra le mani, mentre sull’orologio affisso ad un albero scocca la mezzanotte.

Tra gli alberi di pino e di abete, incontriamo il Mostro Bies-Unhoamla, di cui abbiamo poche informazioni. Oltre al nome, Bestia Unhoamla, sappiamo che viveva nei pressi del ponte che attraversava il torrente Trodena e portava al pascolo a sud del paese. Arrivava a mezzanotte producendo suoni sinistri e scompariva all’alba.

Trodena - Sentiero delle Leggende, "La Strega Betleit".
Trodena - Sentiero delle Leggende, "La Strega Betleit", Federica e Frida.

Il bosco comincia a diradare e il sentiero prosegue in leggera salita. Qui leggiamo di Steffa-Mandl, un uomo che aveva appreso la magia nera e conosceva giochi di prestigio con cui stupiva e spaventava; una volta fece scomparire i pannolini dal bucato di una madre, un’altra provocò la sparizione dell’acqua dalla vasca per il bucato e le lavandaie iniziarono a litigare tra loro. Nonostante i suoi scherzi beffardi, Steffa-Mandl riuscì a sfuggire al diavolo, regalando il proprio libro di magia nera e facendolo bruciare. Appeso tra gli alberi, il bucato di panni bianchi sventola tra i colori del bosco e il verde del prato subito dietro.

Usciamo su questo grande pascolo e arriviamo all’ultima leggenda: I francesi senza testa, tre stranieri che un giorno camminavano sulla strada che da Montagna arrivava a Trodena. Stanchi a causa della lunga marcia e tormentati dalla fame e dalla sete, entrarono nell’albergo Christi, dove i contadini li guardarono con diffidenza, temendo di dover pagar loro delle tasse. Perciò la gente del posto decise di eliminare i sospetti nemici: uccisero i tre francesi, li chiusero in sacchi di juta e li gettarono nel torrente Trodena. Tornati all’albergo, scoprirono che gli stranieri erano sempre seduti al loro tavolo! Di nuovo li eliminarono e di nuovo quelli tornarono al proprio posto… I contadini corsero in chiesa e il parroco chiarì l’avvenuto: i francesi avevano un’ostia sotto il braccio, che il prete tolse; così morirono, ma agli assassini fu predetta grande sfortuna e la maledizione portò ad alcuni eventi inspiegabili.

Trodena - Sentiero delle Leggende, "Le guardie del portone Stuppner".
Trodena - Sentiero delle Leggende, "Steffa-Mandl".

Siamo giunti al termine della prima parte del percorso ad anello: da questo momento in poi, imboccando il sentiero alla nostra destra, si interrompono le leggende ed iniziano le stazioni della Via Crucis, intagliate nel legno e inserite in graziosi tabernacoli scuri, decorati con bulbi e fiori. In corrispondenza di un grande larice, troviamo l’ultima sosta: la Resurrezione di Cristo dal sepolcro e, davanti, una grande croce decorata con elementi tradizionali, come pannocchie e ghirlande.

Proseguiamo in leggera discesa raggiungendo le case di Trodena e trovandoci al bivio di via Pichala, da cui torniamo in paese. In circa un’ora abbiamo concluso il primo anello del nostro percorso e possiamo ora passare alla parte storica, attraverso alcuni degli edifici più significativi del borgo.

Trodena - Sentiero delle Leggende, "I francesi senza testa".
Trodena - Sentiero delle Leggende, Via Crucis.
Trodena - Sentiero delle Leggende, Via Crucis.

PERCORSO ATTRAVERSO TRODENA

Grazie alla posizione isolata, Trodena conserva ancora numerose testimonianze di strutture architettoniche, costruire nel corso dei secoli. Uno dei primi palazzi che incontriamo è l’albergo Goldener Adler, che negli anni 1780-83 era la dimora di villeggiatura estiva del barone Dominikus v. Cazan zu Neumarkt. Oltre all’abitazione, facevano parte del complesso un grande spiazzo recintato dove i nobili giocavano a birilli, un giardino ad un prato con un campo coltivato. L’albergo Goldener Adler, altrimenti noto come “Melcherwirt” è una locanda tradizionale aggiudicata all’asta nel 1877 ad Alois Stuppner, per gli amici “Melcherbauer”. Nel 1980 la pensione venne ristrutturata e gestita dalla famiglia di Anton Stuppner.

Passando da un edificio apparentemente anonimo, ci accorgiamo, grazie ad un’apposita targhetta, che si tratta della vecchia scuola e della vecchia caserma dei carabinieri; era sede della Regola dal 1857 ed ebbe la funzione di Municipio fino al 1913. Nel retro dell’edifico fu ospitato l’ufficio postale con il primo servizio telefonico pubblico.

Facciamo una deviazione verso la Chiesa di San Biagio, eretta nel XII-XIII secolo e caratterizzata da elementi gotici e romanici. Da qui cominciamo a salire uscendo dal paese e passando di fronte ad un edificio denominato Späck, ex locanda, costruita nel 1811.

Trodena - Sentiero delle Leggende, Via Crucis.
Trodena - Albergo Goldener Adler.
Trodena - Chiesa di San Biagio.

Proseguiamo lungo via Cislon per poi deviare a destra lungo un sentiero sterrato, dal quale possiamo godere di un bel panorama su Trodena. In pochi minuti giungiamo così al parcheggio dove abbiamo iniziato il percorso, ammirando la vista sui monti circostanti.

Questo itinerario, adatto a tutti e percorribile in ogni stagione, è l’ideale per chi desidera scoprire il territorio attraverso diverse prospettive, da quella naturalistica e ambientale a quella delle tradizioni e del folklore fino alla parte storica e urbanistica.

Se questo tipo di percorsi vi piacciono, non perdetevi il Sentiero delle Leggende di Anterivo, a pochi chilometri di distanza!

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