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VILLA DI CAREGGI

Il restauro dell’antica e affascinante dimora medicea di Firenze

Domenica 27 marzo 2022 – durata visita: 1h30min

Nella primavera 2022, per la prima volta le giornate di apertura del FAI, Fondo Ambiente Italiano, hanno incluso la possibilità di una visita anche alla Villa di Careggi a Firenze, al momento in corso di restauro da parte degli Uffizi, che hanno programmato di completare l’opera nel 2026. Intanto, è stato possibile ammirare, con un’offerta di 3 euro a persona, alcune zone del piano terreno e dare un’occhiata ad una parte del giardino… Ne è valsa la pena sia perché la villa è molto bella, particolare e affascinante con le diverse aggiunte architettoniche e artistiche nel corso dei secoli, sia perché è sempre interessante vedere un prima e un dopo e aspettiamo con trepidazione l’apertura al pubblico dopo il completamento dei restauri!

Villa di Careggi - Lorenzo e Federica.


Ecco, intanto, cosa abbiamo scoperto, anche grazie ai ragazzi delle scuole superiori, che ci hanno accompagnati nella visita…

LA STORIA

La Villa di Careggi fu la terza dimora campestre voluta dalla famiglia Medici, dopo quelle di Cafaggiolo e del Trebbio. Ristrutturata da Michelozzo, è collocata sull’omonima collina di Careggi e nasce come tipica villa-fattoria, circondata dai campi e dalle coltivazioni, ma molto vicina alla città e quindi luogo ideale da cui amministrare affari pubblici e privati. Al tempo stesso, la posizione sopraelevata ed immersa nella natura, favoriva il riposo e l’attività di agricoltura nei campi vicini. Qui abitarono Cosimo il Vecchio e Lorenzo il Magnifico, il quale nacque e morì proprio in questa villa.

La zona di Careggi era sede di importanti abitazioni già nel corso del Trecento; infatti, nel 1417 Giovanni di Bicci de’ Medici, capostipite della famiglia, acquistò proprietà e terreni da Tommaso Lippi. I palazzi del tempo erano concepiti più come delle fortificazioni, dei veri e propri castelli: tale struttura fu nel tempo modificata, trasformando la tenuta in un’elegante e raffinata dimora. Ciò avvenne dopo la morte di Giovanni (1429), quando i suoi figli, Cosimo e Lorenzo affidarono l’incarico della ristrutturazione a Michelozzo, durata fino al 1440 circa e che non stravolse la pianta originaria dell’edificio ma si concentrò sugli ambienti interni, come il cortile e l’alzato del palazzo, oltre alle due ali laterali protese verso il giardino e caratterizzate da due logge. Nel 1459 Cosimo fondò qui l’Accademia Neoplatonica, scuola filosofica dell’umanesimo italiano, a cui parteciparono Cristoforo Landino, Marsilio Ficino e Pico della Mirandola. Una piccola curiosità: Cosimo donò a Ficino una villa proprio nelle vicinanze, esistente ancora oggi con il nome di Villa le Fontanelle.

Villa di Careggi - esterno lato sud.


Passata nelle mani di Lorenzo il Magnifico, la dimora fu da lui eletta come residenza preferita e vi fece riunire il circolo dell’Accademia Neoplatonica: la Villa di Careggi divenne quindi il fulcro culturale e artistico del primo Rinascimento. A questo periodo risalgono alcune aggiunte, soprattutto negli interni, e, forse, la loggetta panoramica al primo piano, attribuita a Giuliano da Sangallo.

Dopo la caduta dei Medici, segnata dalla morte di Lorenzo nel 1498, la villa subì alcuni passaggi di proprietà, durante i quali fu devastata anche da un incendio doloso (1529), finché non rientrò nei possedimenti medicei con il duca Alessandro che la ristrutturò e vi aggiunse lo scalone che dal cortile conduce al primo piano. Sulle decorazioni realizzate al tempo non abbiamo notizie certe: il Vasari riporta dati confusi e sembra che il Pontormo avesse dipinto la loggia, ma le pitture si fossero deteriorate a causa della tecnica sbagliata.

Cosimo I preferì come residenza la Villa del Trebbio e diede quella di Careggi al figlio minore, Pietro, personaggio piuttosto losco e che qui vi uccise la propria moglie… La dimora tornò a nuova vita grazie al Principe Carlo de’ Medici (1609), il quale, divenuto cardinale nel 1615, ristrutturò villa e giardino. A lui si deve il salone affrescato al pian terreno, la decorazione della loggia del primo piano, la grotticina e lo studiolo dei Medici. La torretta trecentesca, antico retaggio medioevale sopravvissuto fino al Seicento, scomparve con questa ristrutturazione. Il giardino fu sistemato da Giulio Parigi, architetto anche di Boboli, e dal figlio Alfonso: essi si occuparono soprattutto del lato sud con un percorso segnato da ciottoli colorati e da due statue di Nani, visibili ancora oggi.

Nel Settecento la dimora passò di proprietà ai Lorena: il Granduca Pietro Leopoldo decise di vederla a Vincenzo Orsi (1780) … In realtà, la sorte sfavorevole che colpì la dimora mutò presto grazie all’arrivo dei viaggiatori romantici del Grand Tour, i quali ebbero un grande interesse per questo luogo e per la storia riguardante i Medici e l’Accademia Neoplatonica. Ad esso dobbiamo la pubblicazione di numerose opere letterarie che ne celebrarono la fama, soprattutto all’estero.

Villa di Careggi - esterno lato sud.
Villa di Careggi - limonaia.
Villa di Careggi - affreschi nella sala del camino, opera di Michelangelo Cinganelli, raffiguranti scene della "Gerusalemme liberata".

Nell’Ottocento, quindi, la villa fu presa dalla famiglia Holland, che fece affrescare la loggia al pian terreno; nel 1848 Sir Francis Joseph Sloane, divenuto ricco dopo aver comprato una miniera presso Montecatini, acquistò la tenuta e apportò numerose modifiche, che riguardarono la facciata est (l’attuale entrata), l’atrio di ingresso, le stanze al primo piano (ridecorate in stile neomedievale) e il giardino (all’italiana e un parco all’inglese). In particolare, Sloane era appassionato di botanica e trapiantò qui numerose piante rare e inconsuete, esotiche e americane. La splendida limonaia fu edificata proprio in questo periodo; al suo interno vi è ancora conservato il grande ingranaggio ligneo che permetteva lo spostamento dei pesanti vasi di agrumi…

Alla morte di Sloane, la villa subì diversi passaggi di proprietà. Nel 1936 l’ultima proprietaria, Rosina Cirillo Fornaciari, vendette il complesso all’arcispedale di Santa Maria Nuova e da quel momento ci venne costruito l’ospedale di Careggi. Gli ambienti, che furono ancora visitabili per alcuni anni, furono anche usati come uffici e il parco all’inglese si trasformò quasi interamente in un parcheggio. Nel 2008 la villa fu completamente abbandonata e nel 2013 fu ceduta alla Regione Toscana e divenne parte del patrimonio dell’UNESCO insieme alle altre ville e giardini medicei.

Adesso in corso di restauro, diventerà un polo museale connesso agli Uffizi, con visite al palazzo e ai giardini e una caffetteria nella limonaia. L’apertura al pubblico è prevista per il 2026…

Villa di Careggi - esterno lato est, entrata.
Villa di Careggi - limonaia.

LA VISITA

Entriamo dal viale Pieraccini (attenzione al navigatore che può condurre all’interno del parcheggio dell’Ospedale di Careggi…), da un grande cancello affiancato da due imponenti costruzioni. Un’ampia strada carrabile ci conduce attraverso il parco all’inglese, dove vediamo anche il muro, crollato, che separava le aiuole geometriche del giardino all’italiana. La struttura della dimora è imponente e la guardiamo dal basso con ammirazione. Notiamo il ballatoio merlato su beccatelli, creato lungo le pareti esterne e retaggio dell’impianto medievale: esso è però inserito all’interno di un impianto di una villa elegante, divenendo quasi una citazione della passata destinazione a funzioni difensive.

Proseguiamo poco oltre l’ingresso e vediamo anche l’edificio diroccato della limonaia… Nonostante le pessime condizioni, le piante in fiore allietano le rovine e si respira quasi un’atmosfera a metà tra il bucolico e il romantico.

Cortile

Superato il portone ci troviamo prima in un ingresso un po’ buio, da cui ci spostiamo per raggiungere il cortile realizzato da Michelozzo, che ben riuscì a coniugare agio e comodità con innovazione. Nonostante al tempo fosse considerato un architetto non eccellente, ebbe una straordinaria capacità di combinare la classicità del Brunelleschi con una vena di novità: la struttura del cortile, infatti, ha una forma ad H, trapezoidale, piuttosto inconsueta. Questa stranezza è ben mascherata da alcuni espedienti, che restituiscono armonia all’insieme, come le logge con i capitelli e le colonne in pietra serena su intonaco chiaro (bicromia tipica del Brunelleschi).

Non possiamo non dedicare la nostra attenzione anche al pozzo, dove si dice che i sostenitori di Lorenzo il Magnifico gettarono il suo medico, Piero Leoni, accusato di aver dato al loro Signore delle cure sperimentali che lo avrebbero ucciso.

Gli inventari del tempo ci spiegano come gli ambienti dovevano essere distribuiti: la struttura si articolava in un piano interrato (cantina), un pian terreno e due sopraelevati; la scala fu aperta dal duca Alessandro nel Seicento, mentre la cappella laterale (non ancora visitabile) conteneva importanti opere d’arte. Oltre ad alcune sale di rappresentanza, si apre sul cortile anche un importante salone, dove ci spostiamo.

Villa di Careggi - Lorenzo e Federica.
Villa di Careggi - cortile di Michelozzo.

Sala del camino

Nonostante l’illuminazione un po’ scarsa, veniamo subito proiettati nel passato e ci avviciniamo pensosi alle decorazioni nella parte alta delle pareti…

La grande stanza fu usata prima per i pranzi e poi come luogo di svago per le feste. La decorazione fu voluta nei primi decenni del Seicento dal Principe Carlo de’ Medici, il quale, divenuto cardinale, affidò gli affreschi a Michelangelo Cinganelli, allievo dell’importante artista Poccetti, famoso per le grottesche. Il tema dei dipinti è la storia di Rinaldo e Armida, tratta dalla Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso: l’argomento, infatti, era molto in voga al tempo e ben si coniugava con il progetto di una crociata contro i turchi. Le lunette, che raffigurano alcuni passi dell’opera letteraria, vogliono anche celebrare la vittoria della fede contro gli infedeli. Lo stemma della committenza, la famiglia Medici, troneggia fiero sul lato corto del salone, affiancato dalla rappresentazione di possedimenti immobiliari dei Medici. Tutte queste scene sono inserite all’interno di un complesso sistema di decorazioni pittoriche murarie, con cornici, putti, festoni, elementi vegetali e animali. Lo stile utilizzato era tipico della pittura di paesaggio tra il XVI e il XVII secolo.

Villa di Careggi - affreschi nella sala del camino, opera di Michelangelo Cinganelli, raffiguranti scene della "Gerusalemme liberata".
Villa di Careggi - affreschi nella sala del camino, opera di Michelangelo Cinganelli, raffiguranti scene della "Gerusalemme liberata".

Loggia al pian terreno

Dal salone passiamo alla loggia, luminosa e appena ristrutturata: le grandi arcate aperte sul giardino sono adesso chiuse da vetrate. Troneggia e cattura subito la nostra attenzione il grande affresco di George Frederic Watts, il quale abitò nella villa ospite di Holland a metà dell’Ottocento: nel 1845 realizzò quest’opera raffigurante l’Uccisione del medico di Lorenzo il Magnifico nel pozzo della villa, secondo l’episodio, di carattere quasi leggendario, che ha reso famoso il cortile della dimora.

Villa di Careggi - esterno lato sud.
Villa di Careggi - affresco di George Frederic Watts, "Uccisione del medico di Lorenzo il Magnifico nel pozzo della villa", 1845.

Giardino

Passando attraverso una piccola stanza con esposte alcune foto storiche della villa, usciamo dal giardino sul lato meridionale. Complice anche il sole primaverile, ci pare di essere arrivati in un’oasi di pace e tranquillità, dedicata all’ozio e al riposo… Peccato sia subito visibile lo stato di abbandono, con piante secche e funestate, i ciottoli sporchi e in parte distrutti, le statue scomparse o danneggiate.

All’interno del parco possiamo individuare tre aree ben distinte: una era caratterizzata dai campi a balze e da una fontana (adesso è l’area sopra il parcheggio dell’ospedale); una seconda è il vasto parco all’inglese voluto da Sloane e dove troviamo le piante particolari ed esotiche da lui inserite; l’ultima è il giardino all’italiana, creato nel Seicento dal Cardinale Carlo de’ Medici e commissionato al Parigi. Nel Quattrocento, infatti, la famiglia Medici aveva creato un semplice spazio rettangolare, separato da mura: si trattava di un tipico hortus conclusus ed era usato per la contemplazione neoplatonica, le cui riflessioni si basavano anche sull’osservazione della natura. L’architetto Parigi introdusse nuove geometrie e costruì un apposito acquedotto per alimentare tutta la tenuta, compresa una grotta segreta posta in fondo al giardino (al momento non visitabile). Il giardino, dove erano presenti anche delle ragnaie, era ornato da statue: due raffiguravano pantere in pietra bigia (adesso scomparse) e altre due dei nani su una colomba e su una chiocciola (ancora presenti). I nani erano denominati anche margutte: da qui prende il nome questo giardino, noto come Giardino delle Margutte.

Villa di Careggi - esterno lato sud.
Villa di Careggi - giardino all'italiana.

Nell’Ottocento fu Sloane a ristrutturare il giardino, in stato di abbandono; egli modificò anche la struttura con delle arcate aperte sul parco.

Prima di compiere a ritroso il nostro percorso, ci soffermiamo ad ammirare da basso la decorazione del belvedere, che dobbiamo a Cosimo de’ Medici (1512-34) e che il Cardinale Carlo fece decorare sempre da Michelangelo Cinganelli con lo stemma mediceo e decorazioni di grottesche e figure femminili. Pur da lontano subito emerge la grande bellezza delle pitture… che vorremmo poter osservare più da vicino!

Conclusa la nostra visita, veniamo accompagnati all’uscita. Non possiamo non pensare allo stato di degrado che abbiamo notato e alle numerose sale che non sono visitabili al momento. Tuttavia, il restauro procede e ad esso si accompagna la speranza di poter tornare ad ammirare la villa nel suo originario splendore!

Villa di Careggi - Margutte.
Chiesa di San Giovanni Battista a Careggi - esterno.
Villa di Careggi - loggiato.

Accanto alla Villa…
CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA A CAREGGI

Ottimo punto per il parcheggio, grazie alla piazzola davanti, questa piccola chiesa non spicca nel grigiore del viale Pieraccini… Edificata nel 1933 su progetto dell’ingegnere Carlo Donzelli, si costituì in parrocchia due anni dopo. Al momento è curata dai frati Cappuccini, che già si erano dedicati all’assistenza spirituale dei malati nel vecchio ospedale di San Bonifazio in via San Gallo, trasferito a Careggi, quando il complesso fu edificato (1925). L’edificio non è affatto sfarzoso: ha una pianta a semplice croce latina con una sola navata e un raccolto presbiterio. A contraddistinguerla dalle altre chiese è la particolare volta quadrata (invece che tonda).


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