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LA VILLA MEDICEA DI CASTELLO

Dalla simbologia di Cosimo I al giardino all’inglese

Giardino all'italiana con agrumi e prati, una fontana al centro e sullo sfondo la villa.

Dopo la Villa di Cerreto Guidi, il mio percorso è proseguito più vicino a Firenze, con una visita guidata di quella di Castello…

Oggi sede dell’Accademia della Crusca, la villa era una delle residenze più antiche: già esistente nel XIV secolo, fu acquistata alla famiglia Della Stufa verso il 1477, da Lorenzo e Giovanni di Pierfrancesco de’ Medici, cugini di Cosimo de’ Medici, il quale, dopo la sua distruzione, la fece ricostruire dal 1538. La villa sorge in una zona molto fertile e coltivata, grazie all’eccezionale presenza di acqua, e ospitava un tempo i due quadri più celebri del Botticelli, La primavera e La nascita di Venere (ora agli Uffizi): il pittore si ispirò proprio al giardino per dipingerli e non è un caso…

Il grande e magnifico parco subì diverse modifiche, l’ultima delle quali si deve alla famiglia Lorena alla fine del ‘700. Per comprendere la struttura originaria del giardino è necessario conoscere il momento storico in cui i Medici vissero: un periodo che vide la rinascita della cultura e della società, in cui l’uomo era al centro dell’universo. Il giardino all’italiana nasce proprio da questa idea: con la sua struttura geometrica, le siepi di bosso perfettamente potate, le numerose fontane (tanto più importanti quanto più fondamentale era la presenza dell’acqua come incredibile risorsa e il suo spreco dimostrazione di ricchezza e abbondanza), mostra come l’uomo può dominare tutto, persino la natura. I Lorena, invece, vissero nel periodo romantico: la natura era divenuta un fenomeno prorompente, l’uomo non si trovava più al centro dell’universo ma era un piccolo granello al suo interno. Conseguenza di tale pensiero è una natura maggiormente “libera” nei giardini, poiché l’uomo non può più dominare una natura e la sua crescita dirompente. Questo è il giardino all’inglese, il quale, pur impressionando il visitatore con una vegetazione “selvaggia”, è attentamente progettato (infatti gli alberi non si sovrappongono mai).

Gli ampi viali che attraversano il parco dovevano permettere di raggiungere ogni sua parte: i Lorena avrebbero voluto che i giardini di Villa Castello e Villa Petraia fossero uniti, entrambi all’inglese. Ciò fu impedito dalla presenza della Chiesa di San Michele, che sorge proprio nel mezzo: ancora oggi è possibile vedere il cancello che separa i due parchi.

Nella Villa di Castello la parte superiore del giardino è all’inglese, mentre quella inferiore si è mantenuta all’italiana; qui troviamo un impressionante numero di agrumi, protetti nelle limonaie d’inverno ed esposti al sole e all’aria aperta in estate. La collezione medicea, di cui si vedono alcuni esemplari, subì purtroppo delle perdite: per comodità i Lorena, infatti, piantarono a terra alcuni alberi, le cui radici però gelarono.

Ma come nasce il giardino e qual è la struttura anche simbolica che i Medici volevano darle? Cosimo I desiderava un parco la cui simbologia avrebbe subito comunicato messaggi agli ospiti. L’architetto Niccolò Tribolo, che fu poi il primo progettista di Boboli e che fece proprio con la Villa di Castello le sue “prove generali”, fu incaricato del progetto del giardino, oltre che delle fontane e delle tubature. Egli era infatti non solo architetto, ma anche disegnatore, scultore e idraulico. Per il suo carattere perennemente insoddisfatto, Tribolo impiegò alcuni anni a completare il giardino.

Statua in bronzo di un uomo che ha freddo, sopra un lago e dei fiori.

Gennaio/Appennini dell’Ammannati

Iniziamo dalla parte a nord, sotto le pendici di Monte Morello, il luogo più freddo: qui troviamo infatti una fontana con una statua dello scultore Ammannati raffigurante un uomo infreddolito che sorge dall’acqua. Esso rappresenta il mese di gennaio; la scelta potrebbe apparire inusuale perché solitamente venivano rappresentati i mesi migliori dell’anno. Tuttavia per Cosimo I gennaio era un mese fondamentale: egli divenne granduca il 9 gennaio 1536. Si tratta, quindi, del punto di partenza di tutta la simbologia del giardino. A ciò si unisce un’altra simbologia: la statua rappresenta anche gli Appennini, che proteggono dalle invasioni, favorendo i commerci. Non a caso questa parte del giardino serviva proprio a proteggere le coltivazioni più in basso grazie a cipressi molto antichi, naturali frangivento. Oltre ai cipressi dell’epoca vediamo anche dei lecci, più bassi e disposti a scacchiera: le reti che venivano tese da un tronco ad un altro servivano per catturare gli uccelli, i quali si alzavano in volo dopo che era stato sparato un colpo in aria. Questo tipo di caccia era chiamata la ragnaia.

Scendendo nella parte bassa del giardino, quella all’italiana, entriamo della suggestiva grotta degli animali, pensata da Tribolo senza alcuna creatura, ma solo con spugne, mosaici, pietre e conchiglie di madreperla. Doveva essere uno spazio adibito al riposo e alla frescura. La conformazione con cui vediamo la grotta adesso è dovuta all’intervento del Vasari, che non apprezzava l’ambiente troppo spoglio e volle aggiungervi elementi con l’intento di arricchirlo. L’idea di una grotta naturale pensata da Tribolo scompare nel momento in cui Vasari commissiona a diversi artisti sculture di animali non solo del nostro territorio, ma anche esotici. Questi ultimi furono scolpiti utilizzando come modelli i disegni di esploratori: il rinoceronte, ad esempio, ha un’armatura e due corni perché era utilizzato in battaglia. Sono presenti animali di terra e d’acqua, ma mancano quelli d’aria, che dovevano essere appesi al soffitto con dei cavi, ma che furono tolti per dei restauri e mai più reinseriti. Alcuni studiosi hanno ipotizzato che si tratti dei volatili visibili al Museo del Bargello.

Statue di vari animali all'interno di grotta con spugne.
La grotta degli animali

Soffitto con conchiglie e spugne che disegnano motivi geometrici e volti.
Particolare del soffitto

 La simbologia della grotta è ancora ignota e sicuramente si incentrava sulla statua che sorgeva al suo centro, di cui vi sono diverse testimonianze ma nessuna descrizione. Due sono le ipotesi:

  1. La statua raffigurava Orfeo, famoso per aver incantato gli animali. Allo stesso modo Cosimo è riuscito ad ammansire e sottomettere i comuni della Toscana;
  2. Era Nettuno a sorgere al centro della grotta. Tale congettura sembrerebbe supportata dalla presenza di un unicorno tra gli animali; esso era noto per la sua capacità di purificare l’acqua. Nel parallelismo simbolico Cosimo aveva sanificato Firenze e ciò era andato a giovamento di tutti. Inoltre le bocchette presenti sul pavimenti e sugli animali sono le uscite di tubature che permettevano di creare un grande gioco d’acqua: dimostrazione del potere. La porta laterale, in fondo alla grotta, permetteva l’accesso alla tubatura.
Statue di animali dentro grotta di spugne, sopra una vasca.

Le vasche presenti nella grotta erano in realtà in due logge, adesso scomparse. Esse si trovavano in corrispondenza di due scalinate, una a destra e una a sinistra rispetto al viale principale, che digradano verso il basso. Il giardino all’italiana, infatti, con la sua straordinaria quantità di alberi da frutto è in pendenza verso la villa. Le due logge ospitavano inoltre le statue raffiguranti i monti Morello e Falterona e, sotto le vasche, si trovavano i due fiumi che da essi si originano, Mugnone e Arno. La parte più bassa del giardino è quindi simbolo della Toscana stessa, sempre in primavera, rigogliosa e potente.

Al centro si trovava la fontana con raffigurante Fiorenza, spostata dai Lorena nella Villa della Petraia: la parte inferiore, progetto del Tribolo, sorregge la statua di Venere del Giambologna. La dea della fertilità rende la terra feconda grazie alla grande quantità di acqua. Firenze è al centro di questa simbologia: si tratta della Venere Fiorenza. Sul basamento sono presenti gli stemmi dei comuni toscani conquistati dai Medici.

Nell’ultima parte del giardino, però, c’è ancora una fontana, che i Lorenza spostarono dall’originaria posizione proprio sotto la villa al luogo ove sorgeva l’altra. E’ la fontana dell’Ercole Anteo, realizzato dall’Ammannati (mentre la parte inferiore è sempre del Tribolo). La leggenda narra che Ercole doveva sconfiggere il gigante Anteo, imbattibile perché non si stancava mai traendo la propria energia direttamente della terra grazie all’aiuto della madre Gea. Capendo ciò, Ercole lo tenne sollevato e riuscì così a stritolarlo. L’ultimo fiato esalato da Anteo è lo zampillo d’acqua della fontana: un getto d’acqua impressionante che arriva a toccare i 3 metri di altezza. Nonostante questa scena cruda, il resto della fontana è adornato con putti felici. Perché? Di nuovo ci aiuta la simbologia: Cosimo ha dovuto combattere i nemici per portare la prosperità in Toscana. La testa di Capricorno, infatti, simboleggia Cosimo stesso poiché divenuto granduca a gennaio (come d’altronde Augusto divenne imperatore il primo mese dell’anno e scelse come simbolo proprio il capricorno).

Giardino all'italiana con agrumi e prati, un muro esterno e, in fondo, una villa.
Accesso al giardino segreto
Albero di bizzarria, molto simile ad uno di limoni o arance, carico di frutti.
Albero della bizzarria

Sulla parte sinistra del giardino non deve sfuggire una piccola porta: da lì si accede al giardino segreto, dal latino secretum, ovvero chiuso. Tale spazio è racchiuso da quattro muri e al suo interno si trovano le piante officinali e quelle più rare, che necessitano di maggiore protezione dal freddo. Al centro si erge la statua di Esculapio, dio greco della medicina.

Nel grande giardino all’italiana dominano gli alberi da frutto: limoni, aranci, meli, peri e tanti altri; alcuni di essi sono nani per permettere alle donne del tempo di arrampicarsi. Prima di uscire, si nota un vaso diverso dagli altri, con lo stemma dei Medici; custodisce la pianta più preziosa della collezione: la bizzarria. Si tratta di un agrume creato innestando un arancio amaro, un cedro e un limone. Le foglie si riconoscono per un “cuoricino”, che altro non è che la foglia dell’arancio. All’interno il frutto è perfettamente diviso in tre parti!

INFORMAZIONI
Villa medicea di Castello



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