Fiabe Libri

MITI E LEGGENDE DEGLI INDIANI DEL SUDAMERICA

Una raccolta semplice e affascinante di antichi racconti

Come quasi tutti i libri che possiedo di questo genere ho acquistato quello curato da Walter Pedrotti nella libreria Mucho Mojo di Firenze: si tratta di una graziosa edizione Demetra s.r.l. della collana Acquarelli, stampata a Prato nel 1996. Mi ha colpita subito la copertina colorata e che ben rappresenta l’immaginario comune dei popoli del Sud America; solo dopo ho notato il piccolo bollino sul prezzo, riportante l’etichetta del Caffè letterario delle Giubbe Rosse. Sembra proprio che da questo semplice volumetto sia passata una bella parte della storia culturale fiorentina…

Mi sono avvicinata alla raccolta di miti e leggende perché nel corso dell’anno ne ho già lette alcune provenienti dagli indiani e dalle tribù dell’America del nord. Ho quindi pensato di aggiungere un tassello alla mia conoscenza degli antichi racconti diffusi sul continente oltreoceano… Mi sono lasciata subito convincere dalla copertina dai colori solari e dalla dimensione alla portata di tutti di un libretto che appare snello e ben leggibile. In effetti, ho divorato le pagine in pochissimi giorni, alla fine del mese di novembre 2021!

L’introduzione generale e quelle alle varie sezioni tematiche del libro, oltre all’appendice conclusiva, sono facilmente comprensibili e aiutano ad immergersi nella cultura dei miti raccolti, aggiungendo anche informazioni storiche e sociali utili.

Mi ha colpita il fatto di ricordare alcune delle leggende perché le avevo lette alle scuole medie, quando durante italiano affrontavamo la parte relativa ai miti delle origini: è stato un vero piacere riscoprirne alcuni…

Inoltre, mi è balzato all’occhio (e alla coscienza) come pian piano lingue e tradizioni si stiano perdendo (o siano già scomparse): è evidente che i numeri e i dati riportati oltre 20 anni fa non possono più essere attuali…

Miti e leggende Indiani del Sud America - copertina.


Fin dall’introduzione appare evidente come non sia possibile identificare davvero tutti i popoli del Sud America con il generico termine di “America Latina”: essi sono molto diversi, differente è stata la loro struttura sociopolitica e il loro linguaggio, e hanno elaborato vari miti e leggende, alcune più complesse e articolate, altre più semplici e ingenue. Infatti, come sostiene fin dall’inizio Walter Pedrotti, definire con il termine di America Latina la parte meridionale del continente americano non solo è “fuorviante e riduttivo, ma svela un punto di vista, quello del colonizzatore europeo, che ha schiacciato e cercato di annullare tutte le forme ‘diverse’ di cultura, alle quali ha voluto togliere il diritto all’esistenza, a cominciare dell’espressione linguistica” (p. 6).

La struttura del libro è ben articolata in alcuni gruppi tematici, che contengono elementi ricorrenti e che si intersecano parzialmente, aumentando la ricchezza e la bellezza di questa raccolta. A partire dai miti riguardanti la creazione si passa a quelli sul sole e sul cielo per arrivare alle leggende riguardanti il diluvio e gli eventi atmosferici; è molto interessante la parte dedicata alle erbe curative e alla coca. Immancabili sono le storie degli animali e la sezione su avventure e disavventure; infine, vi è un capitolo per le storie relative alla morte.

Come per altri libri di fiabe e leggende, ciò che sempre colpisce è il fatto che si trovano dei temi, dei topos ricorrenti e ravvisabili anche in culture e tradizioni pure molto lontane temporalmente e geograficamente tra loro. Il racconto sul diluvio, ad esempio, è presente in quasi tutte le culture del mondo intero. In questo caso, in particolare, è interessante vedere come si tratti a volte di una punizione divina, altre di una casualità di un evento improvviso… A seconda dei vari popoli del Sud America, inoltre, ci sono diverse declinazioni di come l’uomo riesca a sopravvivere; in alcuni casi l’essere umano riesce a mettere in salvo anche alcuni animali. Colpisce come in un racconto siano mandati degli uccelli per vedere se vi sono delle terre emerse e se è quindi possibile ripopolare il pianeta: un tipo di narrazione, quindi, molto vicina a quella abituale nell’Occidente cristiano.

Ricorrente è anche il pensiero per cui la parola è generatrice: attraverso il linguaggio, con la nomina degli oggetti essi sono creati. Da tale idea emerge l’importanza attribuita alla lingua, in particolare parlata, da parte di tutte le culture. 

Tipiche di tutti i popoli sono le storie di animali: alcuni di essi hanno proprio delle caratteristiche ricorrenti, come, ad esempio, la furbizia della volpe. Queste favole non hanno tanto uno scopo morale o di ammonimento (al contrario di quelle celebri di Esopo), ma sono soprattutto volte a spiegare alcuni aspetti e fenomeni naturali; ad esempio, la trama del manto dell’armadillo, il colore e l’emissione della luce da parte della lucciola. Queste favole, che riportano caratteristiche e qualità comuni a racconti del tutto analoghi nella nostra tradizione, presentano elementi di comicità e a volte vogliono mettere alla berlina degli aspetti e atteggiamenti tipici anche degli uomini. Colpisce e commuove la triste storia d’amore della mora e del cocuyo (la nostra lucciola), destinati a cercarsi e ad essere legati per sempre…

Miti e leggende Indiani del Sud America - copertina e retro.


La parte sulla creazione è senza dubbio molto ricca e complessa, con la presentazione di alcuni miti anche molto articolati, come nel caso del Popul Vuh, un manoscritto riportante tradizioni millenarie del popolo Maya – Quiché. Questa sezione del libro raccoglie tante leggende anche molto diverse tra loro: la creazione avviene a volte grazie agli dei (dopo diversi tentativi falliti), altre grazie ad un uomo primigenio che genera gli altri a sua immagine, altre ancora da un popolo di esseri umani prima abitanti nel cielo e che poi discendono sulla terra. Molto suggestiva è l’immagine per cui le stelle altro non sono che i fuochi degli uomini rimasti ancora nel cielo.

Interessante è l’idea ricorrente per cui l’uomo è generato per accudire gli dei, per curarli e perché essi traggano da lui cibo e sostentamento grazie ai sacrifici e alle offerte. Questo è espresso molto bene pure nella parte dedicata al Sole, al quale “piace soprattutto la focaccia e l’amido di manioca. In cielo, nella Casa delle Cerimonie, c’è una pietra apposita che serve a dar da mangiare a Sole” (p. 28).

Caratteristici di questi miti e leggende sono gli animali, i cui nomi sono a volte conosciuti anche in Occidente, ma di cui la maggioranza è indicata nel linguaggio autoctono: sono creature che abitano le foreste e le montagne, i fiumi e i laghi, e che sono in alcuni casi scomparsi o sono sconosciuti per noi occidentali.

Altro elemento distintivo e molto affascinante dei racconti risiede nelle spiegazioni date all’avvento e alla conquista da parte degli Spagnoli e in generale dell’uomo bianco. In uno dei miti sulla creazione, ad esempio, viene spiegato come il Dio del Tuono avesse distribuito su una distesa di roccia archi, frecce, lance, cerbottane e un fucile; gli uomini potevano scegliere un’arma e quello bianco imbracciò subito il fucile cominciando a sparare e mostrando così tutta la propria violenta natura. Allora il dio “lo scacciò e mandò lontano, alla foce del fiume, perché lì si stabilisse. Gli altri uomini, che erano gli Indios, si divisero in modo ragionevole e tranquillo gli archi e le frecce e le cerbottane e poi s’incamminarono (…) vivendo in pace e in armonia con la natura” (p. 18). Secondo il medesimo tipo di narrazione viene spiegato chi sono i frati: essi sono infusi di uno spirito malvagio e per questo sono cattivi; infatti, erano stati allontanati e mandati in Spagna, ma, tornati in America, “vogliono sempre uccidere i nostri sacerdoti” (p. 58).

I racconti ci proiettano in un altro universo, con tradizioni, come quello della masticazione delle foglie di coca, animali, fenomeni e conformazioni geologiche (le cime delle Ande) diverse da ciò a cui siamo abituati. Divinità ed eventi naturali sono spesso umanizzati e tradotti in momenti tipici della quotidianità umana… A volte queste storie possono apparire ingenue, ma sono sempre ricche di poesia e intrise di una grande e avvolgente magia.

WALTER PEDROTTI

Walter Pedrotti, insegnante, ecologista ante litteram, scrittore poliedrico, ha pubblicato vari libri, raccolte di miti e meditazioni (come Indiani d’America. Il respiro della terra. 365 meditazioni con gli indiani del Nord America) e manuali di cucina vegetariana tra cui dal 1985 La cucina vegetariana, Demetra, Conoscere e cucinare i cereali, Il nuovo Cucchiaio Verde.

IL LIBRO

Miti e leggende. Indiani del Sud America, a cura di Walter Pedrotti, Demetra s.r.l., Prato, 1996.



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