Una mostra per apprezzare il celebre artista di Palazzo Medici Riccardi
Domenica 27 febbraio 2022 – durata visita: 1h30min
La mia visita alla mostra dedicata a Benozzo Gozzoli è il tipico esempio di quando la pubblicità funziona: negli ultimi mesi, infatti, Firenze è stata tappezzata di manifesti, che ho visto più e più volte per strada, alla fermata dei bus, lungo i viali… Ed ecco che, alla fine, è nata in me la curiosità, con la quale ho contagiato una delle mie colleghe di lavoro, Costanza. Insieme siamo andate a visitare l’esposizione alla fine di febbraio, in un pomeriggio ventoso. Per fortuna abbiamo prenotato perché l’accesso era contingentato e solo chi aveva inviato un’email o fissato telefonicamente riusciva ad entrare! Sarebbe stato un vero peccato perdere questa mostra…
Palazzo Medici Riccardi è sede di un museo permanente, il cui luogo di maggiore interesse è proprio la Cappella dei Magi, affrescata da Benozzo Gozzoli nel Quattrocento. L’esposizione, che si dipana tra le sale del piano terra, ha l’obiettivo di mostrare alcune delle opere dell’artista, collocarlo nel suo contesto storico e culturale e preparare il visitatore ad ammirare con maggiore consapevolezza la Cappella stessa.
La mostra è varia, con pannelli illustrativi ben strutturati; alterna opere provenienti da altri musei internazionali e creazioni multimediali d’autore, che raccontano sia la pittura dell’artista sia alcuni suoi dipinti non presenti in mostra.
Benozzo Gozzoli, all’anagrafe Benozzo di Lese, nacque nel 1420/21 e divenne un grande pittore fiorentino, con un forte legame con la propria città natale e in particolare con la famiglia Medici; collaborò con altri artisti del tempo, quali Giovanni da Fiesole, il Beato Angelico, nel convento di San Marco, fino al maggiore capolavoro, la Cappella dei Magi.
Sin dalle prime opere emergono alcuni tratti distintivi della pittura di Benozzo Gozzoli: la straordinaria capacità di rendere i tessuti (non a caso suo padre era un sarto), la cura per i dettagli che sembrano reali, l’abbondanza di animali e la capacità di resa prospettica. Ciò è ben riassunto dal Vasari, il quale scrive che Benozzo era “molto copioso negli animali, nelle prospettive, ne’ paesi e negli ornamenti” (Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori, architettori, 1568).
Iniziamo dalla prima sala; è qui esposta una delle prime opere del giovane artista: la preziosa Madonna del Baldacchino e angeli, in prestito dalla National Gallery di Londra; è sicuramente una chicca da ammirare con calma… Vediamo subito la resa eccezionale dei dettagli, soprattutto nella raffigurazione dell’ambiente naturale che circonda i personaggi, nel tappeto fiorito (ricorrente nella pittura di Benozzo), nel ricco baldacchino e nelle vesti. In questa stanza vi è anche la prima proiezione delle opere dell’artista: la voce narrante ci dà informazioni interessanti sulla sua vita e ci istruisce sulle caratteristiche della sua pittura.
Passiamo alla seconda stanza, dove sono collocate diverse opere. Esse provengono da periodi diversi della produzione di Benozzo, che nel 1447 lascia Firenze per seguire il Beato Angelico a Roma, collaborando ad un ciclo di affreschi per papa Eungenio IV (oggi perduti) e poi per papa Niccolò V. Contemporaneamente creò diverse opere per varie committenze in Umbria, a Orvieto e a Montefalco, e nel Lazio, a Viterbo. Alla morte del Beato Angelico (1455) venne naturalmente considerato il suo erede… Benozzo operò in quegli anni, tra il 1459 e il 1464, anche a Firenze, dove affrescò la cappella privata di Palazzo Medici Riccardi: dal prestigio nato da tale opera, il pittore raccolse anche altri importanti committenti.
Le opere esposte sono una bella Pala della Sapienza Nuova (1456), per l’omonimo collegio di Perugia e oggi conservata alla Galleria Nazionale dell’Umbria a Perugia, e la Madonna dell’Umiltà fra Sant’Andrea, San Prospero e due angeli realizzata nel 1466 per la Chiesa di Sant’Andrea a San Gimignano (adesso alla Pinacoteca del Palazzo Comunale e Museo Civico).
Davvero splendida è la Pala della Purificazione e di San Zanobi, realizzata per l’omonima confraternita che aveva sede nel convento di San Marco a Firenze: la tavola principale si trova ora alla National Gallery di Londra, mentre i quattro elementi della predella sono divisi fra la Gemäldegalerie di Berlino (San Zanobi resuscita un bambino), la Royal Collection di Londra (la Caduta di Simon Mago), la National Gallery di Washington (il Banchetto di Erode) e il Museum of Art di Philadelphia (la Presentazione di Gesù al Tempio). Il filmato proiettato nella sala ci mostra i dettagli e la composizione di questa pala e di quella Alessandri.
In esposizione, invece, vediamo alcuni pezzi di altri importanti committenti: in primo luogo la stupenda predella conservata al Museo di San Marco e rappresentante al centro il Vir dolorum tra San Giovanni evangelista e la Maddalena, a sinistra lo Sposalizio mistico di Santa Caterina d’Alessandria e a destra Sant’Antonio Abate e Sant’Egidio. Si tratta di una delle opere che mi è piaciuta di più… Accanto ad essa vediamo due pilastrini: quello di Benozzo con i santi Bartolomeo, Giovanni Battista e Giacomo maggiore, ed il gemello di Domenico di Michelino: è interessante notare come uno dei tratti distintivi tipici di Benozzo sia proprio la resa dei tessuti e delle vesti, che sono particolarmente realistiche.
La terza sala è vista in preparazione della quarta, completamente dedicata alla proiezione di particolari della Cappella dei Magi. L’installazione crea una splendida esperienza immersiva: attraverso le immagini incastonate tra le cornici architettoniche offerte dalle pareti, si apprezzano i dettagli dell’affresco e ci si avvicina all’opera di Benozzo Gozzoli. La scelta è molto scenografica e capace di emozionare il visitatore: vale la pena sostare in questa sala per qualche minuto, facendosi guidare attraverso i particolari, dalla preziosità delle vesti all’abbondanza di animali, dai ritratti della famiglia Medici inseriti tra i personaggi alla resa del paesaggio…
Infine, l’ultima stanza si concentra sul rapporto con i Medici, testimoniato da numerose lettere della corrispondenza dagli anni ’50 alla fine degli anni ’60 del Quattrocento, tra il pittore e Lorenzo de’ Medici, Piero de’ Medici e Roberto Martelli, e sugli schizzi o esercizi di stile. Una parete della sala, infatti, accoglie alcuni disegni correlati all’iconografia della cappella, come il corteo e i pastori, oltre agli animali.
La parte relativa alla mostra si conclude qui: possiamo adesso salire al primo piano e visitare la Cappella dei Magi, realizzata nel 1459 e in cui Benozzo mostra tutta la propria abilità nel padroneggiare la tecnica dell’affresco, tanto che gli fu riconosciuta la lode di “optimo maestro in muro”. La narrazione è minuziosa e arricchita di dettagli, con una grande dote compositiva in un ampio paesaggio. Lungo le pareti sono rappresentati i Magi che cavalcano portando doni e nella scarsella gli angeli: il tutto converge nella rappresentazione centrale dell’Adorazione del Bambino Gesù sull’altare (copia quattrocentesca dell’originale oggi a Berlino).
Arrivando nella cappella e girandosi intorno con gli occhi colmi di queste straordinarie pitture, ci si rende subito conto di come la mostra abbia preparato il nostro sguardo: riconosciamo tantissimi animali (scimmie, cani da caccia e cervi, pavoni, anatre e altri uccelli, esotiche linci, animali al pascolo), vediamo la natura che si estende tra boschi e campi, paesi e castelli arroccati, ammiriamo il corteo con i volti noti della famiglia de’ Medici, tra cui Piero il Gottoso ed il nonno e capofamiglia Cosimo de’ Medici, oltre ai giovani Lorenzo e Giuliano, ma anche Sigismondo Pandolfo Malatesta e Galeazzo Maria Sforza ed Enea Silvio Piccolomini, papa Pio II.
Purtroppo, la sosta nella cappella non ci concede tutto il tempo che vorremmo per ammirarla: a causa degli ingressi contingentanti veniamo troppo presto invitati a uscire… Proseguiamo lungo le numerose sale del museo permanente di Palazzo Medici Riccardi. Mi dispiace molto vedere quanto siano polverose e mal tenute: gli arazzi meriterebbero un restauro, così come i pesanti mobili. Degno di nota è il celebre dipinto della Madonna con Bambino di Filippo Lippi (1466), caratterizzata da una raffinata e dolce eleganza; sul retro sono visibili esercizi di stile, sempre del medesimo artista. Nella stessa sala, quella del caminetto (IX), è presente un’altra Madonna con Bambino, in marmo, attribuita ad Andrea del Sansovino e datata nella prima metà del Cinquecento.
Concludiamo il percorso museale, caratterizzato anche da alcune stanze di rappresentanza e di riunione della Città metropolitana di Firenze, con la splendida Sala Luca Giordano: affacciata sul Giardino Mediceo e realizzata negli anni ’80 del Seicento, ci colpisce con il suo sfarzo dorato, capolavoro dell’arte barocca fiorentina. Le pareti sono riccamente decorate, in armonia con la volta affrescata dal pittore napoletano Luca Giordano, che rappresentò l’Apoteosi della dinastia dei Medici.
Scendiamo da una scala piuttosto angusta e ci troviamo nuovamente nel bel cortile del palazzo, da cui usciamo passando nel giardino, piccolo e tipicamente all’italiana con una fontana e numerose piante di agrumi.
In conclusione, la mostra è bella e preziosa proprio per il suo carattere piuttosto semplice, che permette di godere delle singole opere e di comprendere le caratteristiche della pittura di uno degli artisti più importanti del Rinascimento fiorentino. La Cappella dei Magi è di una straordinaria bellezza e merita una visita approfondita, lenta e consapevole…
INFORMAZIONI
- La mostra: https://musefirenze.it/mostre/benozzo-gozzoli-e-la-cappella-dei-magi/
- Brochure: https://musefirenze.it/wp-content/uploads/2021/12/PMR_Benozzo_brochure_digital_ITA.pdf
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