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PALAZZO STROZZI: VERROCCHIO IL MAESTRO DI LEONARDO

Una mostra che vale la pena di vedere?

Biglietto della mostra con in primo piano un dettaglio di un dipinto di Andrea Verrocchio, il viso della Madonna.

Un percorso incentrato intorno ad Andrea Verrocchio e alla sua bottega: scultore e pittore che ha influenzato grandi nomi quali Leonardo, Perugino, Ghirlandaio. Un artista che si tende a volte a dimenticare se non si è fiorentini e che invece merita un’attenzione particolare in quanto simbolo del Rinascimento nella nostra città. Sono 120 le opere coinvolte: sculture, dipinti e disegni provenienti in primo luogo dal Bargello, ma anche da Parigi, Londra, New York, Washington, Berlino, Edimburgo…

Due considerazioni: per quanto riguarda l’allestimento a mio parere c’è stato un miglioramento rispetto alle scorse mostre. Vincente è la decisione di dare maggiore spazio alle didascalie sotto le opere; in questo modo il visitatore non è costretto a leggere e memorizzare gli enormi pannelli illustrativi all’inizio di ogni sala. Più godibile, quindi, il percorso, che risulta chiaro e ben spiegato.
C’è però una nota negativa: come mostra risulta piuttosto scarna. Ci sono, è vero, alcune grandi opere, ma la maggioranza sono minori, bozze e dettagli: l’ultima sala, ad esempio, è dedicata tutta al panneggio. Una simile scelta è per intenditori e per turisti (e infatti non c’era un solo fiorentino presente). Tuttavia alcune sale sono ricche di opere e i confronti tra le diverse Madonne con bambino sono senza dubbio ben fatti e suggestivi, così come anche la parte dedicata alla scultura e al bassorilievo. Certamente è ben riconoscibile il filo conduttore della mostra, l’influenza esercitata dal Verrocchio su altri artisti e il modo in cui lui stesso si emancipa dai propri modelli (primo tra tutti lo scultore Desiderio da Settignano).

Quadro del Ghirlandaio, Madonna con bambino e sfondo di rovine antiche.
Domenico del Ghirlandaio
Madonna in adorazione del Bambino
(Madonna di Ruskin)

1970 circa
Edingurgh, National Gallery of Scotland
Madonna con bambino in argilla.<
Leonardo da Vinci
Madonna col Bambino
1972 circa
Londra, Victoria and Albert Museum

Quali sono le opere che mi hanno più colpita? Non ho alcun dubbio: la Madonna di Ruskin (Madonna in adorazione con bambino), che fu acquistata a Venezia da Ruskin nel 1877 e che appartiene al periodo giovanile del Ghirlandaio, quando egli era a bottega dal Verrocchio. L’adorazione si staglia su un’architettura antica, che racchiude una valenza simbolica: la distruzione del mondo pagano è rappresentato dall’edificio in rovina, somigliante alla Basilica di Massenzio a Roma.


L’altra opera che mi ha colpita è una scultura di Leonardo da Vinci (l’unica che abbiamo di questo grande artista): una Madonna col bambino che non ha riscontri diretti con nessun’altra statua del Rinascimento, ma che ha i tratti ben riconoscibili dell’arte di Leonardo. E’ in argilla, materiale che egli imparò bene a modellare stando a bottega del Verrocchio. Adoro la vitalità di quest’opera: il sorriso radioso della madre con in braccio il figlio.

Uscendo (o entrando) dalla mostra è possibile divertirsi con un’installazione brasiliana, Rede Social, del collettivo di artisti Opavivara’: lo spazio è usato in modo fortemente sociale, grazie ad un’opera che crea relazione. Si tratta di una grande e coloratissima amaca di oltre 10 metri, su cui ogni visitatore può sedersi ed interagire con gli altri; permette di vivere lo spazio del cortile di Palazzo Strozzi in modo nuovo, fresco e vivace, abbandonando per un poco il proprio ruolo sociale.

Cortile di Palazzo Strozzi con l'istallazione: un insieme di amache colorate.
Opavivara’, Rede Social, 2019, cortile di Palazzo Strozzi



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