Emilia-Romagna Viaggi

UNA SERA D’INVERNO A SASSUOLO

Idee per una passeggiata in centro e fuori

Martedì 6 dicembre 2022

Novembre e dicembre 2022 sono stati sicuramente i due mesi in cui mi sono spostata di più per lavoro, andando a Prato, Caserta, Salerno e Sassuolo… Amo viaggiare e adoro il mio lavoro, quindi la combinazione per me è vincente, anche se a volte ho accusato la stanchezza, soprattutto quando l’andata e il ritorno sono stati nella medesima giornata. Per proseguire la serie che ho cominciato con l’articolo “Salerno in un’ora”, eccone uno dedicato a Sassuolo, dove mi sono recata per un corso di preparazione all’adozione il cui orario particolare (dalle 19 alle 22) ha determinato la necessità di pernottamento. Troverete, quindi, le indicazioni sulla città, dove ho passeggiato per un’oretta nel tardo pomeriggio, un consiglio per dormire e un’idea per una visita ad un castello poco fuori da Sassuolo.

UNA PASSEGGIATA A SASSUOLO

Arrivando dall’autostrada e uscendo a Modena, possiamo lasciare la macchina in uno dei tanti posti liberi in corrispondenza del palazzo del Comune, in una delle traverse di via Adda, magari intorno al Parco Amico, una grande area verde, in cui l’associazione che se ne occupa si interessa pure di temi sociali, organizza eventi e manifestazioni.

Da qui al centro impiegate solo un quarto d’ora a piedi ed è una passeggiata piacevole, soprattutto quando le vie cominciano ad essere tappezzate di luminarie e il clima natalizio rifulge dalle vetrine dei bar e dei negozi. Il centro storico di Sassuolo inizia ufficialmente con le strade a traffico limitato e vi accediamo da via Giuseppe Mazzini su cui sorgono alcune scuole e palazzine eleganti.

Piazza Garibaldi e Torre dell’Orologio

Sassuolo - Torre dell'Orologio.

Seguendo questa unica direttrice, passiamo in rassegna le tre piazze principali della città, le quali ospitano pure le attrazioni più importanti. La prima che incontriamo è piazza Garibaldi, chiamata dagli abitanti del luogo Piazza Piccola, su cui si affaccia la Torre dell’Orologio, simbolo della città. Subito ci colpisce la forma particolare, a ferro di cavallo, ornata da una serie di portici di un caratteristico colore rosso aranciato, sul quale si stagliano i cornicioni bianchi.

La piazza fu cominciata nel 1517 per volere di Alessandro Pio, che costruì il Palazzo della Ragione e l’Osteria della Posta. Di oltre un secolo successiva è la Torre dell’Orologio, chiamata dai sassolesi Il Campanone: essa fu commissionata nel 1676 da Francesco II d’Este all’architetto ducale Antonio Loraghi.

Il Teatro fu edificato nel 1696 e poi restaurato nel 1775 da Francesco III d’Este, al quale dobbiamo anche la presenza dei porticati: l’architetto Pietro Bezzi, infatti, venne incaricato di rendere più omogeneo lo spazio. L’aspetto della piazza, quindi, è ancora sostanzialmente quello conferitole nel Settecento; da notare sono le calette, le uniche rimaste dell’antico sistema di acquedotto scoperto. Infine, nel Novecento fu qui posto il Monumento al Caduto, una scultura in bronzo di Giuseppe Graziosi (1921).

Passeggiamo lungo i portici, dove troviamo numerosi negozi, alcuni dei quali sono storici, come la Drogheria Roteglia aperta nel 1848 e con l’arredamento ancora originale; è possibile degustare i liquori tipici della tradizione, come il Nocino e il Sassolino, prodotti ancora in modo artigianale.

Chiesa di San Giorgio

Proseguiamo e arriviamo alla piazza Martiri Partigiani, denominata Piazza Grande, dove svetta la Chiesa di San Giorgio, patrono della città. La prima origine del luogo di culto è tutt’ora sconosciuta, ma sappiamo che le prime notizie risalgono al Trecento ed è divenuta famosa nei secoli successivi come raro esempio di Barocchetto. La struttura che vediamo oggi è un rifacimento della metà del XVIII secolo; in particolare, l’attuale assetto architettonico si deve all’intervento di Pietro Bezzi, architetto ducale, alla cui opera si aggiunse quella di Domenico Lucenti e Giovanni Battista Massari (1757). Probabilmente fu quest’ultimo ad apportare le modifiche più significative rispetto al progetto iniziale di Bezzi. Per ridurre i costi, la decorazione esterna, prevista in rilievo, fu realizzata a trompe d’oeil e i pannelli furono creati dalla bottega di Ludovico Bossellini (1782). Purtroppo, sono rimaste solo poche tracce di tale lavoro… Il campanile fu più volte ricostruito tra il Quattrocento e il Seicento; il suo aspetto di oggi gli fu conferito nel 1687, con l’aggiunta della cuspide nel 1827.

All’interno, è degna di nota la pregevole pala d’altare raffigurante la Madonna col Bambino in gloria e i santi Giorgio, Aurelia, Francesco, Ruffino, Domenico e Antonio da Padova, realizzata nel ‘600 dal famoso artista francese Jean Boulanger.

Palazzo Ducale

Sassuolo - Palazzo Ducale.

Qualche centinaio di metri più avanti arriviamo al piazzale Della Rosa, che deve il proprio nome ai primi signori della città. Su di esso si affaccia il monumento più famoso di Sassuolo: lo splendido Palazzo Ducale, che fu fatto realizzare da Francesco I d’Este nel Seicento insieme alla Chiesa di San Francesco, che conserva al proprio interno il Santo Tronco, un crocifisso miracoloso, venerato dai sassolesi e portato in processione per le vie cittadine ogni Giovedì Santo.

Il Palazzo Ducale è noto come “Delizia del Duca d’Este”: si trattava della sua residenza estiva e della sede ufficiale della corte. È molto celebre in quanto una delle più importanti residenze barocche dell’Italia settentrionale.

Il suo aspetto attuale risale al 1634, grazie al progetto di Bartolomeo Avanzini e Gaspare Vigarani, ai quali fu affidato il compito di trasformare l’antica e imponente rocca ducale in una dimora signorile elegante e prestigiosa.

Le decorazioni sono ricche e meravigliose, ornano sia l’interno sia l’esterno e vi lavorarono artisti importanti come Jean Boulanger, Angelo Michele Colonna e Agostino Mitelli. Il palazzo divenne famoso soprattutto per i meravigliosi giardini all’italiana e il grande parco, oggi molto ridotto… All’ingresso del giardino, sul lato sud del Palazzo, si trova la Peschiera, conosciuta anche come “Fontanazzo – allevamento di pesci”, una fontana monumentale fatta di materie prime come il tufo.

Sassuolo - tra le vie del centro.
Sassuolo - paesaggio notturno.

Distretto ceramico

Anche se ci fermiamo a Sassuolo solo per poco, non possiamo dimenticare una delle caratteristiche fondamentali di questo luogo: la città fa orgogliosamente parte di quello che è noto come il Distretto Ceramico, che concentra in pochi chilometri numerosi produttori di piastrelle di ceramica italiana. La capacità tecnica e l’alta qualità dei manufatti hanno reso Sassuolo e i comuni limitrofi famosi in tutto il mondo; adesso alcuni laboratori e strutture sono aperti per far conoscere ai visitatori l’origine e i dettagli della ceramica.

Un piccolo consiglio: se volete fermarvi a prendere una cioccolata calda densa e cremosa, fate una sosta alla Pasticceria Pagliani, elegante e proprio all’inizio del centro storico, dove sarete accolti con gentilezza e cordialità.

CASTELLO DI DINAZZANO

Allontanandoci un poco dalla città di Sassuolo, possiamo andare alla scoperta delle colline circostanti, dei palazzi e delle fortificazioni che un tempo pullulavano sul territorio… Accompagnata dalla mia cagnolina, Frida, mi sono lanciata nell’esplorazione partendo dal B&B in cui soggiornavamo, Casa della Ludo… La passeggiata è durata un’oretta e si è svolta all’alba, ma è bella ad ogni ora perché permette di ammirare il panorama sulla pianura e begli scorci sulla natura circostante, oltre a visitare i ruderi del Castello di Dinazzano.

Possiamo arrivare alle rovine da due strade, che noi abbiamo combinato formando un anello di circa 4 km. Salendo per la strada più larga, costeggiata da numerosi agglomerati di villette e case bifamiliari, possiamo ammirare un fantastico panorama su Sassuolo fino a Modena e a Reggio Emilia. La pianura si stende con le abitazioni, i campi, i capannoni agricoli e le strade… a perdita d’occhio.

Castello di Dinazzano - colline.
Castello di Dinazzano - colline.
Castello di Dinazzano - colline.

Da via Cesare Pavese giriamo a destra in via Castello e proseguiamo in una viuzza in salita dove subito incontriamo un torrione circolare completamente diroccato. Oltre, un grande spiazzo è dominato dalla torre meglio conservata del castello, in parte ristrutturata e che conserva la merlatura. L’enoteca che qui era un tempo aperta è adesso un desolato casermone biancastro, con l’intonaco scorticato e il recinto pericolante…

La fortificazione doveva prendere il nome di Sant’Antonio, dato che sorgeva nei confini dell’omonima parrocchia, ma alla fine fu chiamata Dinazzano perché questa era la frazione maggiore del Comune e vi si trovava la residenza comunale. Il territorio è particolarmente ricco di vigneti, che producono un vino piuttosto pregiato, tanto che gli abitanti del luogo hanno soprannominato la località Vinazzano.

Castello di Dinazzano - rovine.
Castello di Dinazzano.

La prima traccia del castello si trova in un documento del 968, nel quale esso risulta appartenere al Contado di Parma. La sua importanza crebbe quando rientrò nel Comune di Reggio a partire dal XII secolo, poiché si trattava di un punto strategico per il controllo del canale del Secchia e del confine con Modena; nel XIV secolo i Fogliani presero possesso della fortezza, che passò poi agli Estensi nel 1409. Successivamente, il castello rientrò nelle proprietà dei Signori di Scandiano, con un’ulteriore fortificazione nel 1443.

Le rovine dell’antica fortezza colpiscono ancora per la loro imponenza: oltre alla torre, possiamo notare i ruderi del perimetro murario, risalenti al XIV-XV secolo.

Torniamo sui nostri passi e imbocchiamo via Castello Sant’Antonio nell’altra direzione: la strada scende stretta e piuttosto ripida tra gli alberi, con una bella vista sulle colline circostanti, colorate di verde e arancio e rese opache dalla nebbia…

B&B Casa della Ludo.
B&B Casa della Ludo.

B&B CASA DELLA LUDO

A dieci minuti in auto dal centro di Sassuolo, questo grazioso e isolato Bed&Breakfast è facilmente raggiungibile, ma già immerso nel silenzio e nella tranquillità della natura. Sorge, infatti, in prossimità del fiume Secchia, incastonato sulle prime colline dell’Appennino Tosco-Emiliano.

Il casale è originario del Seicento, ma nel corso dei secoli ha subito alcune modifiche. L’aspetto rustico di oggi è molto caratteristico, soprattutto perché ce lo troviamo davanti alla fine di un bel viale alberato che ci conduce nel cortile antistante. Un grazioso parco verdeggiante circonda il casale e vi sono disposte sedie e tavolini per la bella stagione.

Le tre camere sono collocate nella parte più antica della struttura e vi si accede attraverso una serie di ambienti piuttosto curati; noi siamo stati nella Camera Beige, che è davvero carina. E’ affrescata con rifiniture d’epoca e un soffitto recuperato nel rispetto della tradizione; il pavimento è in cotto e un delizioso salottino completa l’arredamento tradizionale. Il bagno, invece, esterno alla camera è modernissimo…

B&B Casa della Ludo - Camera Beige.
B&B Casa della Ludo - colazione.

Per la colazione, ho avvertito di essere celiaca e ho trovato ampia scelta di paste pronte e merendine, oltre al pane e alle marmellate… Persino un’ottima spremuta fresca di arance! Insomma, il nostro soggiorno (mio, di Lorenzo e di Frida) è stato molto piacevole, con un’unica nota negativa: era un po’ freddo. Ben si comprende con una struttura così antica… Ci scalda comunque il cuore la gentilezza e la disponibilità della proprietaria.

In conclusione, il B&B Casa della Ludo è ideale per trascorrere nella quiete un weekend vicino a Sassuolo, usandolo come base per esplorare i dintorni e magari spingersi fino a Modena…

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