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I FENICOTTERI TORNANO A FIRENZE

Al Lago di Peretola lo spettacolo tinto di rosa

Studiosi, biologi e naturalisti lo avevano previsto: i fenicotteri sarebbero tornati anche alla fine di dicembre 2020. In realtà anche noi “del popolo”, poco addetti ai lavori ma molto appassionati, già riponevamo le nostre speranze di poter vedere di nuovo questi splendidi uccelli, almeno per allietare l’inizio del 2021, che fosse di buon auspicio dopo un anno di emergenza sanitaria e restrizioni. Tutto era già pronto per accogliere questi volatili erranti: il Lago di Peretola, infatti, è gestito da Legambiente e manutenzionato anche grazie ai volontari dell’Associazione sestese La Racchetta: il timore era che lo specchio d’acqua non si riempisse, come negli autunni precedenti, a causa di alcuni mesi di secca per l’interruzione di una conduttura. Invece, l’acqua è arrivata e, dopo di lei, anche i fenicotteri.

Fenicotteri Lago di Peretola: vista panoramica del lago con colline dietro.
Fenicotteri Lago di Peretola: dormono.
Fenicotteri Lago di Peretola: due litigano, altri svegli.

Il Lago di Peretola, facente parte del Parco della Piana di Sesto Fiorentino e gestito da Legambiente, confina con la pista di atterraggio dell’aeroporto e ogni volta che vi facciamo visita non possiamo non sorprenderci di come gli animali si siano abituati ai rumori, anzi ai boati degli aerei che decollano e atterrano a pochi metri di distanza. Eppure è così e dovremmo essere davvero grati alla straordinaria resilienza della natura.

Armate di binocolo e macchina fotografica (ahimè, sprecata nelle mie mani), io e mia mamma ci siamo ritagliate una mattina di tempo per far visita ai “nostri” fenicotteri. Tre sono i capanni che si affacciano sul lago: un tempo usati a scopo venatorio, sono ora i migliori luoghi di osservazione. Se si va la mattina, fino all’ora di pranzo, consiglio senza dubbio di appostarsi nel capanno solitario sulla sponda più vicina al maneggio di cavalli poco distante. In questo modo si potrà godere di una migliore luce.

Fenicotteri Lago di Peretola: grande confusione con colli ritti e alcune ali aperte.
Fenicotteri Lago di Peretola: dormono, tranne uno che ha le ali aperte.

COME RAGGIUNGERE I CAPANNI? Arrivati al Polo Scientifico universitario di Sesto Fiorentino, passiamo di fronte al maneggio Scuderie del Vento. Possiamo parcheggiare lungo la strada, prima o dopo la curva verso sinistra. Due dei capanni sono raggiungibili proseguendo dritti, verso Firenze, con il canale sulla destra; passato un piccolo ponte, ci si trova di fronte ad un cancello, che è solo apparentemente chiuso: oltre di esso, si seguono i sentieri intorno al lago, inoltrandosi in un fitto canneto e si raggiungono i due capanni per l’osservazione della fauna e della flora del lago. All’altro punto strategico, invece, si arriva svoltando per una via nell’erba subito dopo il maneggio; si costeggia un canale a destra (sul lato opposto abbiamo il lago nascosto dalla vegetazione) finché non arriviamo ad un bivio: giriamo a sinistra e pochi metri più avanti entriamo nel capanno.

Fenicotteri Lago di Peretola: vista del maneggio con piana e montagne innevate, alcuni cavalli al pascolo.
Fenicotteri Lago di Peretola: alcuni sono svegli, altri dormono.
Fenicotteri Lago di Peretola: uno di profilo apre la ali.

I FENICOTTERI Impazienti, io e mia mamma siamo andate ad osservare i fenicotteri due giorni dopo l’Epifania e abbiamo trovato un grande stormo simile e diverso rispetto a quello dello scorso anno. Sicuramente in numero minore (abbiamo contato circa 120 esemplari, ma dobbiamo considerare che il numero aumenta con il passare dei mesi), la differenza principale era nella prevalenza dei colori: moltissimi uccelli erano infatti biancastri, con sfumature grigie o addirittura brune. Perché? Il nome stesso del fenicottero richiama il suo caratteristico colore: l’etimologia, infatti, proviene dai termini greci phôinix -ikos (porpora) e pterón (ala), cioè uccello dalle ali purpuree, per il suo piumaggio rosato che richiama anche quello della leggendaria fenice. In effetti alcuni degli esemplari sembravano tratti da un libro di animali tanto erano perfettamente corrispondenti all’ideale che tutti noi abbiamo impresso nella mente. La differenza di colorazione è dovuta all’età: gli immaturi hanno le piume bruno-grigiastre. Tutti, invece, presentano le caratteristiche tipiche: occhi a spillo, collo e zampe molto lunghi, becco massiccio, ricurvo verso il basso.

Li vediamo dormire al sole, una zampa ben piantata nell’acqua; ogni tanto litigano, beccandosi, volano, aprono e chiudono le grandi ali striate di nero e porpora. Osservandoli così, in gruppo, nell’acqua è difficile capire la loro altezza: solitamente 130-140 cm con un’apertura alare di circa 240 cm. Sono inoltre molto lunghi: fino a 190 cm, dalla punta del becco alle dita. Alcuni hanno dimensioni maggiori: i maschi, infatti, possono raggiungere i 4-5 kg, mentre le femmine sono più minute (2-3 kg).

Uccelli sociali, erratici e migratori parziali, sono presenti in Italia da relativamente poco tempo: compaiono per la prima volta in Sardegna nel 1993. La Toscana è una delle mete attuali insieme alle due isole, all’Emilia Romagna e alla Puglia. Mi sorprende sempre l’onore e la fortuna che abbiamo di poter ospitare per qualche mese questi eleganti animali.

Fenicotteri Lago di Peretola: un fenicottero ha le ali spalancate, altri dormono.
Fenicotteri Lago di Peretola: vista delle montagne innevate e riflesse nel lago.
Fenicotteri Lago di Peretola: ali nere e purpuree.
Fenicotteri Lago di Peretola: alcuni svegli si beccano

LA NOSTRA ESPERIENZA In questo freddo gennaio 2021, io e mia mamma abbiamo scelto una giornata con un pallido sole, che non ha minimamente asciugato l’incredibile quantità di fango in cui siamo maldestramente affondate per arrivare al lago. Quando abbiamo raggiunto il capanno, i fenicotteri dormivano placidi, senza farsi intimidire né dal rombo degli aerei né dal chiacchiericcio impaziente di alcuni osservatori. Nel capanno, insieme a noi, infatti, c’erano fotografi e amanti della natura, tutti con obiettivi e binocoli puntanti su quei batuffoli rosati, issati su una gamba sola e col collo reclinato sulle piume, il becco cacciato tra le ali. Immobili, affioravano dall’acqua come sgraziati cotton-fioc, come strani bastoncini di zucchero filato mal distribuito. Impassibili e sonnolenti, non si sono mossi per oltre un’ora, mentre intorno a loro altri uccelli cercavano di richiamare la nostra attenzione con starnazzi, canti, voli a pelo d’acqua, battiti d’ali.

La macchina fotografica pesava tra le mie mani e già la schiena cominciava a dolermi; umidità e freddo penetravano oltre la sciarpa e il cappotto. Nell’impazienza generale, ho riflettuto su quanto noi uomini siamo egocentricamente concentrati su noi stessi: volevamo che i fenicotteri si muovessero, volevamo scattare belle foto, goderci lo spettacolo, non volevamo essere arrivati fin lì per nulla. Volevamo? Potrei dire forse più accuratamente che lo pretendevamo. Invece la natura ci ha ricordato una volta in più la nostra insignificanza: siamo spettatori della bellezza che non conosce il tempo, gli orari, la fretta. I fenicotteri del lago ci onorano della loro elegante presenza, ma non sono qui per noi; semplicemente non gli interessiamo. Seguono i propri ritmi, dormono, mangiano, volano e si beccano l’un l’altro incuranti dello scatto delle nostre macchine fotografiche, di ogni sorpresa, della nostra scalpitante impazienza così come della più sincera ammirazione. In quanto esseri umani abbiamo la fortuna di riconoscere e godere della bellezza, ma ci siamo posti fuori dalla natura, troppo spesso incapaci di riconoscerne gli equilibri che vanno al di là delle nostre definizioni di giusto e sbagliato. Non dovremmo cedere e cadere nella trappola di un’antropocentrica tracotanza, che ci sobilla persino nei momenti più felici, anche negli istanti in cui saremmo animati dalle migliori intenzioni.

Con il loro tempo, i fenicotteri si sono svegliati, hanno disteso le ali, si sono sgranchiti e hanno becchettato con i lunghi colli mobili e snodati. Stupendi. Ignari e magnifici.

Fenicotteri Lago di Peretola: dormono tutti.
Fenicotteri Lago di Peretola: svolazzo di ali e lotta.



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