Puglia Viaggi

LECCE IN UN GIORNO

Salento On the Road: Giorno 1

Nella ormai terza estate di pandemia, non abbiamo avuto il coraggio di prenotare anticipatamente per l’estero, nonostante nel 2021 ce la fossimo cavata egregiamente a Creta e il nostro primo desiderio fosse quello di esplorare qualche altra isola della Grecia… La decisione di rimanere in Italia, comunque, non è stata affatto sofferta: c’è così tanto da vedere e da scoprire! Abbiamo, quindi, pianificato attentamente il nostro viaggio in Salento, con un itinerario emozionante che alternasse arte, luoghi storici, panorami e spiagge dal mare cristallino. Nove giorni di vacanza, otto hotel differenti e una miriade di foto e ricordi dopo, eccoci a raccontare la nostra avventura, gli imprevisti e le scoperte, così da condividere e consigliare, partendo sempre dall’esperienza diretta, reale e senza filtri. Per rendere ancora più trasparente la nostra organizzazione, includeremo anche un budget giornaliero, che speriamo possa essere utile per coloro che vogliono (o devono) prestare attenzione a quanto spendono…

Sabato 25 giugno 2022

Partiti da Firenze in treno, arriviamo a Lecce in circa sette ore e mezza: qui ci accomodiamo all’hotel Kalurya e noleggiamo l’auto che ci servirà per i giorni successivi, poi ci dedichiamo alla scoperta della città. Prima di cena scegliamo un aperitivo particolare presso il Cantiere, mentre la sera ci spostiamo al verace Zio Giglio specializzato in pizze, calzoni e altre delizie tipiche dei forni leccesi.

  • IN VIAGGIO
  • LECCE
    Convitto Palmieri
    Porta San Biagio
    Chiesa di San Matteo
    Chiesa di Santa Chiara
    Piazza del Duomo
    Chiesa Sant’Irene
    Piazza Sant’Oronzo
    Basilica Santa Croce
    Giardini pubblici Garibaldi
    Chiesa San Niccolò dei Greci
    Porta Napoli
  • DOVE MANGIARE
    Cantiere Hambirreria
    Zio Giglio
  • DOVE DORMIRE
    Hotel Kalurya
  • BUDGET


IN VIAGGIO

La sveglia (stranamente) non suona ad un orario proibitivo: alle 7.30 siamo diretti in stazione, dove arriviamo con largo anticipo grazie ad una corsa frenetica per prendere al volo la Tramvia. Decidiamo, quindi, di ritemprarci subito con un bel caffè e un cappuccino al bar Tentazioni Cafè: i peggiori mai provati. In effetti le recensioni online sono pessime, ma con zaini, valige e un po’ di sonno non ci eravamo messi a consultarle…

Il treno parte in orario alle 8.13 e nelle ore seguenti attraversiamo la penisola facendo tappa a Roma, Caserta, Benevento, Foggia, Barletta, Bari, Brindisi e, finalmente, Lecce. In questo tempo trascorso a vedere il mondo scorrere dal finestrino facciamo colazione (portata da casa), leggiamo, completiamo l’itinerario e pranziamo (sempre al sacco). Osserviamo il paesaggio che cambia e passa dai monti e dalle colline alla pianura, da zone verdeggianti a campi aridi, stazioni disabitate, gallerie, svincoli intasati dal traffico e strade deserte…

In viaggio - colazione.
In viaggio.
In viaggio - pranzo.

Alle 15.50 arriviamo perfettamente puntuali alla stazione di Lecce e ci precipitiamo fuori dal treno perché abbiamo miracolosamente incastrato i due successivi step: check-in in albergo e ritiro dell’auto. Per un eccesso di buona sorte le pratiche burocratiche filano via velocemente: il nostro alloggio è delizioso, il personale accogliente, la Panda rossa fiammante con più chilometri di quanto parrebbe possibile eppure perfettamente funzionante… Così non sono neppure le 17 e siamo già persi tra i vicoli del centro storico di Lecce.

LECCE

Il nostro hotel, Kalurya, si trova in una posizione strategica: a tre minuti a piedi dalla stazione, dista poche centinaia di metri dal centro e ha pure una grande quantità di parcheggio gratuito proprio di fronte, lungo la strada.

Avviandoci verso la parte più antica della città ci sorprendiamo della calma e dell’assenza di persone: si respira un’aria un po’ sonnolenta e luminosa, rilassata, mentre i ristoratori cominciano pigramente ad allestire i tavolini all’aperto. Ci colpiscono i fiori colorati delle buganvillee e dei plumbaco e la pietra leccese, che subito riconosciamo, e che si tinge di colori più caldi sotto i raggi del sole sempre più incline al tramonto.

Lecce è una città molto più complessa di come potrebbe apparire e ha numerosi volti: il più noto è certamente quello barocco, le cui decorazioni l’hanno resa tanto elegante da meritare l’appellativo di “Firenze del sud “, ma anche una parte più antica, romana e addirittura messapica, per non dimenticare una tradizione popolare schietta e attenta alle delizie gastronomiche.

Le strade lastricate del centro ci conducono alla scoperta di una meraviglia dietro l’altra e, pur avendo pianificato un bell’itinerario, cediamo volentieri anche alla casualità e agli incontri di chiese, archi decorati, balconi, cortili…

Lecce - vicolo.
Lecce - chiesa.

Prima di iniziare il nostro tour vale forse la pena spendere due parole sul barocco leccese. Si tratta di uno stile architettonico molto elaborato, spettacolare soprattutto per i giochi di luce e ombre che si vengono a creare, oltre che per la sovrabbondanza di orpelli. Si è sviluppato tra la fine del XVI secolo e l’inizio del XVIII, quando i vescovi fecero di Lecce una città regia sul modello della Roma dei papi, e ha come elemento caratteristico l’uso della pietra leccese, una pietra calcarea molto tenera e duttile al momento dell’estrazione (quindi facilmente lavorabile), ma che si indurisce con il passare del tempo, assumendo un caldo colore dorato. Introdotto per adattare le antiche e nuove chiese ai dettami della Controriforma, e influenzato dal plateresco spagnolo, il barocco leccese fu applicato dapprima agli edifici di culto e poi anche al decoro urbano. Così Lecce si trasformò nella città elegante che possiamo ammirare oggi! Maestranze artigiane particolarmente abili e architetti sapienti come Gabriele Riccardi, Francesco Antonio Zimbalo e Giuseppe Zimbalo contribuirono a realizzare la meraviglia e la bellezza che stupisce e ammalia ad ogni angolo di strada, incrocio di vie, cortile aperto tra i vicoli…

Convitto Palmieri

Il primo edificio degno di particolare nota in cui ci imbattiamo si apre a sorpresa su una piccola via che pare secondaria: la piazza è dominata al centro dal busto di Giosuè Carducci e ai lati da un imponente colonnato. Un tempo questo complesso era un convento di gesuiti, che fu trasformato prima in un collegio e poi in biblioteca provinciale. Adesso è ricco di vita e ritrovo soprattutto per i giovani, oltre ad ospitare eventi e mostre.

Lecce - Convitto Palmieri.
Lecce - Convitto Palmieri.

Porta San Biagio

Prima di addentrarci nel cuore di Lecce, decidiamo per un’entrata ufficiale scegliendo Porta San Biagio, elegante con le sue due colonne ai lati, lo stemma di Ferdinando IV di Borbone, quello municipale e una statua del santo. Sono tre le porte sopravvissute, appartenenti un tempo alle mura cittadine: Porta San Biagio, Porta Rudiae, ricostruita nel Settecento dopo che la precedente, del XV secolo, era crollata, e Porta Napoli.

Chiesa di San Matteo

Non è un caso che Lorenzo si sia subito innamorato di questo edificio: si tratta della costruzione barocca più audace di Lecce! A differenziarla dalle altre chiese, che avevano una struttura rinascimentale ed erano state rivestite da decorazioni barocche, San Matteo presenta una facciata unica nel suo genere: la metà inferiore è convessa, mentre il secondo livello è concavo. L’attribuzione di questa opera architettonica indica Giovann’Andrea Larducci, che si ispirò probabilmente alla Chiesa romana di San Carlo alle Quattro Fontane del Borromini.

Lecce - Porta San Biagio.
Lecce - Chiesa di San Matteo.
Lecce - Chiesa di Santa Chiara.

Chiesa di Santa Chiara

Meno drammatica ma comunque famosa opera barocca è la Chiesa di Santa Chiara, che si presenta a noi con un’esuberante facciata in pietra leccese innalzata nel 1429 e rimodellata dal 1687 su progetto di Giuseppe Cino, anche se i lavori non furono mai portati a termine. Davanti ad essa, si apre una graziosa piazza, mentre sul retro troviamo il Teatro Romano, incastrato tra i palazzi del centro storico e scoperto solo nel 1929. Probabilmente fu costruito tra il I e il II secolo d.C. e poteva contenere fino a 5.000 spettatori…

Lecce - piazza della Chiesa di Santa Chiara.
Lecce - piazza del Duomo.
Lecce - piazza del Duomo.

Piazza del Duomo

Uno dei due snodi cardine del centro di Lecce è la piazza dove sorge la cattedrale della città: qui il barocco leccese preferisce una maggiore sobrietà, ma non per questo è meno scenografico… Rimodellata nel 1761, la piazza ospita il Seminario, che oggi è sede del Museo Diocesano, e il Palazzo Vescovile, che delimitano due zone: una più ampia, che ospitava il mercato, l’altra più raccolta per le celebrazioni religiose e che pare una sorta di cortile.

La Cattedrale della Maria Santissima Assunta cattura la nostra attenzione in primo luogo con il campanile e la porta laterale, mentre la facciata ufficiale rimane sobria e lineare. Edificata dai normanni nel 1144, fu ricostruita in stile romanico nel 1230 e poi trasformata con lo stile barocco nel 1659 grazie al lavoro di Giuseppe Zimbalo. È lui l’autore del rifacimento della porta che si apre sul sagrato, decorata con colonne, paraste, una balconata e un timpano, dentro il quale Sant’Oronzo galleggia sulle nuvole.

Lecce - piazza del Duomo.

Ci soffermiamo ad ammirare l’architettura della piazza, così elegante e che sa ben calibrare gli eccessi del barocco, monocroma nella scelta della pietra e fortunatamente quasi deserta… Poi cambiamo totalmente spazio e ci muoviamo dall’apertura di questo luogo alle strette viuzze de Le Giravolte, un vero labirinto a due passi dal Duomo. Si tratta di vicoli tutti uguali e piazzette che si aprono improvvisamente davanti ai nostri occhi: fu costruito nel Medioevo per disorientare i nemici, ma nel secondo dopo guerra divenne il luogo ideale per i bordelli. Adesso le strade sono pulite e sicure, ma il rischio di perdersi rimane lo stesso…

Chiesa Sant’Irene

Passando tra i vicoli ci imbattiamo in una basilica che non avevamo previsto…

Sant’Irene fu la patrona di Lecce fino al 1656: non sorprende, quindi, che le fu dedicata una chiesa tanto bella. Edificata nel 1591 su progetto di Francesco Grimaldi, presenta una facciata composta da due assetti stilistici sovrapposti: la parte inferiore è divisa in cinque ampi spazi occupati da nicchie vuote e dal portale con in alto la statua della santa; quella superiore è frazionata in tre parti con un’ariosa finestra centrale.

Lecce - Chiesa Sant'Irene.
Lecce - Chiesa Sant'Irene, interno.

Piazza Sant’Oronzo

Dopo la tranquilla ed elegante Piazza del Duomo, l’altro snodo della città ci pare molto più caotico e frutto di un’accozzaglia di secoli, stili e architetture differenti. Le dimensioni sono notevoli e impieghiamo un po’ di tempo a decidere da che parte approcciarla…

Iniziamo dall’enorme Anfiteatro Romano (I-II sec. d.C.), i cui resti furono scoperti casualmente all’inizio del XX secolo e progressivamente portati alla luce da successive campagne di scavi. Possiamo vedere gli ordini dei palchi inferiori, la galleria dell’accesso occidentale all’arena e due corridoi, uno esterno porticato e l’altro coperto, sui quali si ergevano le gradinate superiori. Se pensiamo che adesso ammiriamo solo la metà della struttura originaria, abbiamo una suggestione delle dimensioni davvero imponenti: poteva contenere tra i 20.000 e i 25.000 spettatori!

Al centro della piazza di innalza la seicentesca Colonna di Sant’Oronzo, una delle due colonne romane di Brindisi, regalata a Lecce come ringraziamento verso il santo che aveva salvato la città dalla peste del 1656: la statua del patrono della città domina la piazza dalla cima.

Lecce - piazza Sant'Oronzo.
Lecce - piazza Sant'Oronzo.

Accanto all’anfiteatro è impossibile non notare due edifici: la Chiesa di San Marco, costruita nel 1543 dalla numerosa comunità di commercianti veneziani e nella cui lunetta ammiriamo un elaborato Leone Marciano simbolo della Serenissima, e il Palazzo del Seggio, soprannominato Sedile. Questo edificio ha una forma bizzarra ed è coronato da una loggia rinascimentale con enormi finestroni ogivali; fu costruito nel 1592 come un magazzino dell’artiglieria su progetto di Alessandro Saponaro e, coerentemente, sulla facciata ha una decorazione di spade, pugnali, alabardi e armature.

Può, invece, sfuggire all’attenzione la Chiesa di Santa Maria della Grazia, che si nasconde tra gli altri edifici a lato della piazza: progettata nel 1585, custodisce un piccolo affresco trecentesco della Madonna con Bambino.

Un ultimo particolare: un grande mosaico della lupa, che, insieme al leccio anch’esso presente, è simbolo della città. Quest’opera decora il pavimento di Piazza Sant’Oronzo dal 1953 su iniziativa di Giuseppe Nicolardi, che posizionò le tessere ricavate da pietre del Capo di Leuca. La leggenda popolare sconsiglia vivamente di calpestare il mosaico: porta sfortuna, soprattutto agli studenti che devono ancora laurearsi!

Lecce - piazza Sant'Oronzo, Chiesa di Santa Maria della Grazia.
Lecce - piazza Sant'Oronzo, mosaico della lupa.

Basilica di Santa Croce

Passando tra gli stretti vicoli del centro, all’improvviso ci troviamo dinnanzi la maestosa facciata della Basilica di Santa Croce e non possiamo che rimanere stupefatti di fronte a tanta abbondanza! Per me, che a volte non condivido i gusti elitari di Lorenzo, è un vero capolavoro… In effetti, rappresenta uno dei punti più alti del barocco leccese. Edificata per volere della Congregazione dei Celestini a partire dal 1549, fu completata solo un secolo e mezzo più tardi e alla sua realizzazione parteciparono i migliori architetti e artigiani del tempo.

La facciata è scandita da tre sezioni sovrapposte ed è così densa di simboli e richiami allegorici da meravigliare e irretire lo spettatore… Il primo ordine, più in basso, fu completato per primo e ancora segue gli stilemi dell’architettura rinascimentale: colonne e capitelli corinzi, che però incontrano il portale principale di accesso, realizzato da Francesco Antonio Zimbalo (1606). Leoni e figure femminili separano il primo dal secondo livello: qui una lunga balconata è sostenuta da 13 telamoni e creature fantastiche (grifoni, arpie, sirene), su cui poggiano le allegorie del potere papale e temporali (la tiara e la corona sorrette dai putti). Al centro domina la facciata il rosone, intagliato da Zimbalo e Cesare Penna nel 1646; è l’elemento più scenografico ed è scortato dalle statue di San Celestino e San Benedetto (l’ordine dei Celestini apparteneva, infatti, a quello dei Benedettini), che si allungano sul terzo livello.

Lecce - Chiesa di Santa Croce.
Lecce - Palazzo dei Celestini.

Accanto, imperdibile è il Palazzo dei Celestini, antico convento progettato dal Ricciardi insieme alla basilica… Noi abbiamo avuto la fortuna di trovare aperto il portone, così siamo sgattaiolati dentro il grande cortile e in particolare sotto le due scenografiche scalinate di accesso, purtroppo rovinate dalle infiltrazioni d’acqua…

Lecce - Palazzo dei Celestini, interno.
Lecce - Chiesa di Santa Croce.
Lecce - Chiesa di Santa Croce.
Lecce - negozio di cartapesta.

Giardini pubblici Garibaldi

Con ben 34 ettari, questo parco, che si sviluppa alle spalle di Palazzo dei Celestini, è stato per noi un piacevole riparo dai raggi del sole, bollenti anche nel tardo pomeriggio. Realizzato nella prima metà dell’Ottocento su progetto del naturalista Gaetano Stella e attraversato da ampi viali, ha il suo centro nel tempietto neoclassico dalla vivace copertura in maioliche verdi. Oltre all’area per bambini, cattura l’attenzione la grande fontana attraversata dal ponticello e accanto ad un basso edificio, La Flora, un padiglione costruito nel 1840 come dimora del custode. Accompagnano la nostra passeggiata 22 busti di importanti personaggi salentini, tranne Giuseppe Garibaldi, al quale sono intitolati i giardini.

Poco lontano è possibile visitare il Castello di Carlo V, le cui possenti mura emergono tra le fronde degli alberi che fiancheggiano il viale. Il Salento era considerato dall’imperatore un luogo strategico nella guerra contro i turchi; così fece ristrutturare l’antico castello di Lecce a Gian Giacomo dell’Acaya, che aveva già fortificato la città con l’antica cinta muraria. La sua circonferenza di ben 1 km rende la struttura più grande persino di quella di Bari!

Lecce - Giardini pubblici Garibaldi.
Lecce - Giardini pubblici Garibaldi.
Lecce - Chiesa San Niccolò dei Greci.


Chiesa San Niccolò dei Greci


Una delle piccole perle del nostro itinerario nel centro di Lecce: la piazzetta con la chiesa dedicata a San Niccolò dei Greci, proprietà della comunità ortodossa locale. Si tratta di un edificio diverso dai precedenti: una struttura sobria, neoclassica, eretta nel 1765 sulle rovine di un tempio romanico del IX secolo. I committenti furono i mercanti albanesi che vivevano in città e che praticavano il rito ortodosso, il quale si svolge in greco (di qui il nome).

L’atmosfera tranquilla e rilassata ci avvia verso la conclusione del nostro itinerario…

Porta Napoli

Concludiamo il nostro tour di Lecce con l’ultima delle tre porte: progettata nel 1548 da Dell’Acaya in vista di una visita in città di Carlo V, che veniva per l’appunto da Napoli, è una sorta di grande arco trionfale di 20 metri di altezza, caratterizzato da un aspetto piuttosto marziale, ma con un bel timpano che presenta l’effige dell’impero austro-ungarico.

Oltre questa porta si apre la parte universitaria della città, con grandi viali e edifici piuttosto fatiscenti… Varrebbe la pena visitare la Chiesa dei Santi Niccolò e Cataldo, ma purtroppo noi ci arriviamo quando è già chiusa.

Poco distante, lungo il grande viale che circonda il centro storico, possiamo vedere le Mura Urbiche: per quasi 2.000 anni, infatti, Lecce è stata circondata da mura difensive lunghe 3 km, costruite dai messapi e rinforzate nel corso dei secoli. Gian Giacomo dell’Acaya (sempre lui!) intervenne per rendere la cinta impenetrabile. Dopo l’Unità d’Italia, la città cominciò ad espandersi e il sistema murario fu progressivamente smantellato. Fortunatamente, tuttavia, sono rimaste in piedi alcune centinaia di metri, circondate da un grazioso parco.

Lecce - Porta Napoli.
Lecce - Mura Urbiche.

DOVE MANGIARE

Cantiere Hambirreria

Ammettiamo che l’aperitivo al Cantiere non era proprio nei nostri piani: avevamo infatti pensato di fermarci per una merenda all’Avio Bar, locale storico, dove si dice sia stato inventato il famoso caffè in ghiaccio, cioè alla leccese, fatto con il latte di mandorla (l’ideatore è il cavalier Luigi Mitri, proprietario del bar). Purtroppo, però, la nostra prima scelta era chiusa e così ci siamo adeguati alle circostanze… e abbiamo avuto fortuna!

Subito fuori da Porta Napoli, a due passi dal centro e proteso verso il quartiere universitario, il Cantiere vanta una location eccezionale: un grande edificio a più livelli che fino a pochi anni fa ospitava una vetreria. Il design degli interni è di tipo industriale, quale omaggio alla storia del luogo, ma anche per attrarre una clientela giovane e alternativa. Riconosciamo subito gli elementi ferrosi, meccanici, da strada… I dettagli sono pensati per far rivivere lo stile old industrial dell’America degli anni Cinquanta e ricreare un’atmosfera suggestiva. I giochi di luci sono ben studiati e l’ambiente risulta accogliente e persino curato!

Lecce - Il Cantiere.
Lecce - Il Cantiere.
Lecce - Il Cantiere.

Abbiamo consumato il nostro aperitivo nella terrazza del primo piano, da cui si gode di una bella vista e si è circondati anche dalle piante… Il locale è famoso per le birre e gli hamburger, ma per un aperitivo abbiamo preferito due analcolici e un piatto di veggie balls con maionese vegana: davvero gustose! A quanto pare, poi, le polpette sono un piatto abbastanza usuale a Lecce, perché abbiamo notato numerosi bistrot del centro proporne una selezione di carne, pesce e verdure.

Essendo solo le 19.30 non c’era quasi nessuno… Eravamo soli con accanto una coppia di belgi, con i quali ci siamo intrattenuti parlando della storia e delle particolarità del luogo. Unici difetti sono i prezzi un po’ troppo alti e il servizio distratto.

Lecce - aperitivo al Cantiere.
Lecce - calzone senza glutine di Zio Giglio.

Zio Giglio

Per evitare i prezzi assassini del centro ed essere certi di mangiare qualcosa di tipico e verace, ci siamo spinti fino ad alcuni palazzi popolari, facendo una passeggiata piuttosto lunga e in cui abbiamo potuto vedere un volto più povero, per niente elegante e molto fatiscente di Lecce. Inutile dire che stride terribilmente il contrasto con l’abbondanza e lo sfarzo del centro barocco.

Zio Giglio è frequentato prevalentemente da gente del posto, che lo prende letteralmente d’assalto sia per consumare nei tavoli sotto il loggiato sia per l’asporto. Nutrivo grandi aspettative perché avevo letto che vantavano un’ampia selezione senza glutine e non sono rimasta delusa: ho preso un calzone fritto con pomodoro e mozzarella (incredibile!) e una pizzetta con l’impasto alto. Ci ha colpiti in particolare la grande attenzione alla diversità: nel menù, con indicati gli allergeni e ampia scelta per le diverse esigenze alimentari, ma anche nel personale con persone disabili a servire. Il clima è concitato, familiare e autentico e i prezzi eccezionalmente bassi!

DOVE DORMIRE

Conclusa l’abbondante cena, abbiamo passeggiato attraverso Lecce ammirandone i monumenti illuminati, le ombre che si creano tra le decorazioni in pietra, i giochi di luce sulle facciate opulente e che sembrano persino più ricche di ornamenti…

Il nostro hotel, Kalurya, si trova in una posizione strategica, che raggiungiamo facilmente a piedi: in una via parallela alla stazione, in un alto e grigio condominio, è un’oasi di fresco e pulizia, colori vividi e uno stile minimale e nuovo.

Lecce - Hotel Kalurya, camera.
Lecce - Hotel Kalurya, colazione.

La camera, molto spaziosa, ha un bel bagno con doccia a vetri comodissima. Dopo una notte di riposo, abbiamo consumato la colazione sul tavolino di fronte alla finestra: la domenica, infatti, il bar a cui si affida l’hotel è chiuso e il proprietario ci ha fatto trovare tre pasticciotti freschi attaccati alla maniglia. Lorenzo ha così potuto provare subito un dolce tipico salentino, mentre io ho scelto tra una selezione piuttosto ampia di prodotti senza glutine; c’erano poi anche altri dolci confezionati per Lorenzo e abbondanza di marmellate, tè, taralli, monoporzioni di Nutella… Un banchetto riservato, ricco e piacevole per iniziare bene la nostra seconda giornata!

Lecce - piazza Sant'Oronzo.
Lecce - Il Cantiere.


BUDGET

  • Biglietto Tramvia: 3,00 euro
  • Caffè e Cappuccino a Tentazioni Cafè: 3,70 euro
  • Hotel Lecce: 60,25 euro (di cui 5,00 euro di tassa di soggiorno)
  • Aperitivo al Cantiere: 15,90 euro
  • Cena da Zio Giglio: 16,00 euro
  • Totale: 98,85
  • A testa: 49,43

Complessivo 9 giorni per 2 persone

  • Biglietto treno: 258,80 euro
  • Auto: 360,00 euro di noleggio + 20,00 euro per check-in e out alla stazione
  • Benzina: 80,00 euro

Al giorno: 39,93 euro a testa

Totale a testa Giorno 1: 89,36 euro

INFORMAZIONI


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