La traduzione di Pavese per uno degli ultimi grandi racconti di mare di Melville
È molto raro che io legga libri che mi vengono regalati in edizioni così gradevoli e che minacciano di sgretolarsi da un momento all’altro, ma ho fatto un’eccezione per due motivi: in primo luogo per la traduzione di Cesare Pavese, che amo come autore ed ero curiosa di leggere in altre vesti; secondo di poi perché si tratta di una storia di mare e, pur con sapendo nulla di navi, Conrad mi ha fatto scoprire che adoro questo genere così di nicchia…
RACCONTO D’AUTUNNO DI TOMMASO LANDOLFI
Dal gotico al melodramma con riferimenti storici e autobiografici
Fu scritto febbrilmente nel 1946 e pubblicato per la prima volta da Vallecchi (Firenze) nel 1947.
Si tratta di un libro molto particolare, difficile da inquadrare in un genere e in uno stile specifici…
I cantastorie
Parte II – “Rachele, non è vero! Non è quello che intendevo…” La donna rimase imperturbabile. “Voglio stare con te, voglio che ci proviamo. Anche se siamo lontani, io ti aspetto. Ho anche annaffiato le piante!” Paolo abbozzò un sorriso, ma l’espressione di lei era impassibile. “Te lo giuro, amore mio: ce la faremo. Io ci credo, voglio crederci.” Paolo si accalorò, avvicinandosi alla telecamera, come fosse davvero potuto entrare dentro lo schermo e abbracciare quella donna che gli stava fuggendo e che forse aveva perduto già mesi prima, quando l’aveva lasciata andare…
I cantastorie
Parte I – La chiamata intercontinentale presentava sempre qualche problema, per il fuso orario, il computer, la connessione insufficiente, calamità naturali o imperscrutabili volontà divine. Il volto di Rachele si frantumò in un centinaio di pixel e si ricompose in una smorfia, come se quel continuo sgretolarsi le provocasse davvero qualche dolore e l’agonia della conversazione interrotta si protraesse in modo naturale nel fermo immagine che seguiva ogni frammentazione, un nuovo, esasperante silenzio.
Queste sono le ceneri
Queste sono le ceneri. Questo è ciò che resta, quello che rimane di tutte le aspettative, dei sospiri allo schermo di un computer, dei monologhi allo specchio, delle serate con le amiche per fingere di dimenticare. Queste sono le ceneri di ogni amore infranto e di tutte le promesse tradite, di ogni giorno in cui il cielo è parso più spietatamente azzurro e il sole così inutilmente caldo (…) Il rumore di un aereo rompe il silenzio, tu alzi lo sguardo e fissi il cielo, lo fissi in faccia, senza paura, senza quel terrore sordo che ti ho visto negli occhi quando ti ho incontrata la prima volta…