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IL MUSEO DI SANTA MARIA NOVELLA

Quattro chiostri e i celebri affreschi di Paolo Uccello

Circa un anno fa, insieme a mia mamma, abbiamo visitato il complesso di Santa Maria Novella di Firenze: è stato uno dei primi luoghi di cui abbiamo potuto ammirare la bellezza dopo le chiusure e le restrizioni dei vari lockdown che si sono alternati nel 2020. Alla chiesa di Santa Maria Novella e alla sua straordinaria bellezza, abbiamo dedicato un articolo specifico… Stavolta ci soffermiamo invece sul resto del complesso: i quattro suggestivi chiostri, le cappelle che vi si affacciano e le meravigliose opere del celebre Paolo Uccello.

CHIOSTRO DEI MORTI

Appena usciti dalla biglietteria ci troviamo in un ambiente molto particolare, un po’ lugubre ma di grande fascino: il Chiostro dei Morti trae il proprio nome dalla funzione cimiteriale che ha rivestito attraverso i secoli… Alcune fonti lo chiamano “cimitero inferiore” o “sotterraneo” perché si colloca ad un livello sotto rispetto a quello del transetto della chiesa. Si tratta di una delle aree più antiche del complesso domenicano, che forse ebbe qui la prima origine. Infatti, nel 1279 fu posta la prima pietra della costruzione della basilica, ma le volte di questo chiostro dovevano già essere erette per sostenere la parte del transetto. In attesa del completamento della chiesa questi spazi vennero adibiti a svolgere le funzioni religiose, con cappelle e altari.

Museo di Santa Maria Novella - Chiostro dei Morti.
Museo di Santa Maria Novella - Chiostro dei Morti.

L’aspetto attuale del chiostro si deve alla ricostruzione dell’architetto FrateJacopo Talenti nel 1337-50, dopo l’alluvione del 1333. Gli affreschi risalgono a questo periodo e furono commissionate a importanti pittori fiorentini. Purtroppo, ne sopravvive solo una parte perché una porzione della struttura antica fu abbattuta a metà Ottocento per edificare piazza della stazione. Gli affreschi non ebbero una vita facile: subirono gli interventi del Comune quando esso acquisì il luogo in seguito alla soppressione del convento (1868), furono restaurati nel Novecento ma di nuovo e irreparabilmente danneggiati dall’alluvione del 1966. Solo un importante intervento di recupero iniziato nel 2011 ha permesso di riaprire il chiostro al pubblico.  

Su un lato si apre la Cappella dell’Annunciazione, denominata probabilmente in ricordo dell’antica Cappella della Vergine che vi sorgeva fin dal X secolo e che apparteneva al nucleo più antico del complesso. Oggi è una cappella funeraria della famiglia Strozzi, come testimoniano gli stemmi. Gli affreschi, di grande qualità, sono stati attribuiti ad Andrea Orcagna (1340-47).

Museo di Santa Maria Novella - Chiostro dei Morti.
Museo di Santa Maria Novella - Cappella dell'Annunciazione.

CHIOSTRO VERDE

Proseguendo l’itinerario ci troviamo subito in un altro chiostro, anche questo appartenuto al convento domenicano e confinante con la navata sinistra della basilica di Santa Maria Novella, con la quale comunica con una scalinata in angolo.

Fu edificato tra il 1332 e il 1362, su progetto dei frati Giovanni da Campi e Jacopo Talenti. Le volte sono decorate da affreschi trecenteschi raffiguranti santi e beati domenicani; purtroppo di queste pitture rimangono solo alcune tracce perché vi è stato dipinto sopra in epoche recenti.

Il chiostro è famoso per il ciclo di affreschi qui realizzati da Paolo Uccello tra il 1431 e il 1446. L’opera del grande pittore appartiene alle decorazioni quattrocentesche che occupano le pareti: gli artisti minori di formazione tardogotica realizzarono i loro affreschi probabilmente prima del 1430. La denominazione del chiostro deriva proprio dal colore predominante delle pitture: la tecnica utilizzata, infatti, era prevalentemente monocroma, detta “a terra verde”.

Gli affreschi raffigurano le Storie della Genesi, secondo l’ordine con cui si dovevano presentare ai frati che accedevano al chiostro dalla chiesa: la Creazione, le storie dei Progenitori, di Noè, di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, e il celebre capolavoro del Diluvio Universale.

Dal chiostro possiamo visitare la Chiesa di Santa Maria Novella oppure proseguire entrando nel Capitolo o Cappellone degli Spagnoli.

Museo di Santa Maria Novella - Chiostro Verde.
Museo di Santa Maria Novella - Chiostro Verde.
Museo di Santa Maria Novella - Chiostro Verde, vista del campanile.

CAPPELLONE DEGLI SPAGNOLI

In corrispondenza di una delle volte che ancora riporta le decorazioni trecentesche si apre la porta che conduce all’ampia aula che svolgeva la funzione di Capitolo del convento, costruito tra il 1343 e il 1355 da Talenti. Il nome di Capellone degli Spagnoli prese campo definitivamente nel 1566, quando il luogo venne ceduto alla colonia spagnola di Firenze che vi si radunava per le funzioni religiose dal tempo di Eleonora di Toledo, moglie del duca Cosimo I de’ Medici (1539). I dipinti furono realizzati dal pittore Andrea di Bonaiuto (1365-67), detto Andrea da Firenze.

Museo di Santa Maria Novella - Cappellone degli Spagnoli.
Museo di Santa Maria Novella - Cappellone degli Spagnoli.

CAPPELLA DEGLI UBRIACHI

Usciamo dal Cappellone degli Spagnoli e, ripassando dal Chiostro Verde, arriviamo alla Cappella degli Ubriachi, punto di snodo tra il refettorio e il Chiostro Grande. La cappella apparteneva in origine alla famiglia fiorentina degli Ubriachi e vi si accedeva solo dal Chiostro Grande; fu costruita nella seconda metà del Trecento a spese di Baldassare Ubriachi e fu dedicata ai Re Magi. Gli stemmi della famiglia rimangono ancora oggi, mentre già dal 1467, fino al 1785, la cappella divenne sede della Compagnia dei Santi Innocenti, assumendo il nome di Capitolo del Nocentino.

Dal 1983 è adibita a museo e ospita opere d’arte e arredi sacri provenienti da altri spazi del complesso monumentale di Santa Maria Novella. Vediamo due sinopie degli affreschi di Paolo Uccello, provenienti dal Chiostro Verde: La creazione degli animali e la creazione di Adamo e La creazione di Eva e il peccato originale. Vi sono anche gli unici frammenti superstiti delle pitture di Andrea Orcagna che decoravano la cappella maggiore della chiesa (prima dell’intervento del Ghirlandaio). Nelle vetrine sono esposti alcuni dei più antichi arredi della basilica.

Museo di Santa Maria Novella - affreschi di Paolo Uccello.
Museo di Santa Maria Novella - affreschi di Paolo Uccello.

GLI AFFRESCHI DI PAOLO UCCELLO

Gli affreschi, staccati e restaurati, sono ben esposti con una splendida luce e un’ottima installazione, che li rende ancora più godibili nella loro particolarissima bellezza.

Le Storie di Noè sono un ciclo di affreschi: rappresentano la cacciata dal Paradiso terrestre e il sacrifico di Caino e Abele, la creazione degli animali e di Adamo e il Paradiso terrestre, la creazione di Eva e il peccato originale.

Nel Settecento il frate domenicano Vincenzo Borghigiani affermava che le Storie della Genesi sono dipinte “a sugo d’erbe e terra verde”. La tecnica usata, infatti, a monocromo, prevede la realizzazione di una stesura pittorica omogenea verde su cui viene tracciato il disegno con una ridotta tavolozza dominata dai colori del bianco, del nero e delle terre. Nel Medioevo questo tipo di decorazione era usato per ambienti privati; si diffuse poi alla fine del Trecento per illustrare le storie di eremiti e altri soggetti sacri nei chiostri delle chiese. La pittura monocroma, quindi, rappresentava per i religiosi gli ideali di povertà e ascetismo: il colore verde era associato alla quiete e alla contemplazione e, per questo, era molto usato nei chiostri.

Le pitture di Paolo Uccello mostrano anche alcuni particolari policromi e i cieli dovevano avere una colorazione blu (sono state trovate tracce di un pigmento, l’azzurrite).

Museo di Santa Maria Novella - affreschi di Paolo Uccello.
Museo di Santa Maria Novella - affreschi di Paolo Uccello.
Museo di Santa Maria Novella - affreschi di Paolo Uccello.
Museo di Santa Maria Novella - affreschi di Paolo Uccello.

CHIOSTRO DATI E CHIOSTRO GRANDE

Il Chiostro Dati si trova alla fine del refettorio ed è davvero piccolo, purtroppo un po’ fatiscente, in uno stile neoclassico semplice e modesto.

Di tutt’altro tipo è invece il Chiostro Grande, a cui accediamo oltrepassando la Cappella degli Ubriachi. Edificato tra il 1340 e il 1360, ci sorprende subito per le sue dimensioni e maestosità: fu infatti pensato dall’ordine domenicano fiorentino come dimostrazione della propria importanza. Ai lavori contribuirono numerose famiglie della città, come testimoniano gli stemmi posti sui pilastri. Questi spazi ospitarono grandi personalità di passaggio da Firenze, in particolare durante il concilio di Firenze-Ferrara del 1439. Nella seconda metà del Cinquecento furono realizzati gli affreschi, rappresentanti le storie di santi e commissionati da Eleonora da Toledo a famosi artisti dell’epoca (Bernardino Poccetti, Alessandro Allori, Santi di Tito, Cosimo Gamberucci, Ludovico Cigoli). Dal 1920 il Chiostro fa parte della Scuola Marescialli e Brigadieri dei Carabinieri; per questo non è normalmente visitabile, se non in piccola parte.

Museo di Santa Maria Novella - Chiostro Grande.
Museo di Santa Maria Novella - dormitorio.
Museo di Santa Maria Novella - Chiostro Grande.

Prima di uscire merita soffermarsi qualche minuto nell’ambiente che doveva essere il dormitorio: adesso, completamente restaurato, è spesso sede di esposizioni di foto e mostre su Firenze. Si tratta di un ambiente molto suggestivo, che termina la nostra visita nella storia e nell’arte del passato coniugandola con un guizzo di modernità.

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