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VILLA CORSINI A CASTELLO

Tra restauri e depositi di celebri musei: un luogo che merita maggiore valorizzazione

Villa Corsini a Castello - Federica, Lorenzo e Manuela all'interno.



Villa Corsini non rientra nel tipico itinerario turistico di Firenze e dintorni… Poco conosciuta e ancor meno promossa, ha però un grande vantaggio, che permette a molti di scoprirla: si erge accanto alla celebre Villa medicea La Petraia. Non a caso è proprio dopo una visita a questa famosa dimora che io stessa ho scoperto l’esistenza di Villa Corsini, camminando lungo la via per tornare verso casa, sotto un sole inclemente di fine giugno. Dopo aver visto il cartello con le visite programmate e i posti disponibili affisso al portone esterno, mi sono informata su internet, dove ho trovato qualche informazione e alla fine sono riuscita a prenotare.

Al momento, l’unico modo per visitare la villa è con un tour guidato, completamente gratuito, della durata di un’ora circa e che si tiene in diversi orari tutti i sabati e a venerdì e domeniche alterni. Si può prenotare inviando un’email o, meglio, chiamando, ma è possibile anche sfruttare i posti disponibili rimasti passando lì davanti…



LA STORIA

Villa e giardino erano un tempo molto vasti, coprendo una superficie di ben 12 ettari; di essi ne è rimasto solo uno, in seguito alle numerose lottizzazioni del parco e alla vendita dei terreni divenuti ora campi agricoli.

Il primo podere costruito in questo luogo fu opera della famiglia Strozzi, la quale lo fece edificare nel corso del Quattrocento; in seguito, la proprietà passò ai Rinieri: si trattava di un’abitazione signorile in stile rurale piuttosto semplice, con un grande terreno coltivato ad orto, olivo e vite. Nel 1543-1551 Cristofano Rinieri apportò alcuni miglioramenti, chiamando ad operare Niccolò Tribolo; fu proprio Rinieri a presentare questo architetto a Cosimo I che gli commissionò il giardino della Villa medicea di Castello e quello di Boboli. L’opera del Tribolo è il primo giardino all’italiana, con le fontane e le relative sculture, di cui ora rimangono solo due esemplari, conservati all’interno. A questo periodo risale anche la struttura ancora visibile sul lato sud.  Alla realizzazione del giardino collaborò anche Pierino da Vinci.

Dopo alcuni passaggi di proprietà, la villa entrò a far parte dei possedimenti granducali di Cosimo II nel 1618. Dal suo successore, Cosimo III, la acquistò nel 1697 Filippo Corsini, quando ricopriva il ruolo di consigliere del Granduca. La vicinanza alla villa medicea della Petraria non è certo casuale: possedere una residenza accanto a quella estiva del Granduca era segno di prestigio e modo per entrare sempre più all’interno della cerchia dei potenti del tempo. Corsini affidò la ristrutturazione dell’edificio all’architetto e scultore granducale, Giovanni Battista Foggini, al quale si deve l’aspetto che la villa conserva ancora oggi.

Villa Corsini a Castello - facciata.


La famiglia Corsini rimase in possesso della villa fino alla Seconda Guerra Mondiale, quando essa fu occupata dall’esercito tedesco prima e degli alleati poi. Affittata alle suore Dorotee, divenne un educandato, ma venne poco dopo requisita dal Commissariato per gli alloggi del Comune di Firenze per essere assegnata a quattro famiglie di sfrattati. Nel 1956 Tommaso Corsini decise di vendere la villa, che nel 1960 passò alla famiglia Costoli e all’ingegner Galliano Pio Boldrini; dopo soli 8 anni fu venduta allo Stato dalla prima e donata dal secondo.


Nel 1971 la villa era completamente demanio dello Stato; divenne deposito per il Museo archeologico di Firenze e dipese economicamente dalla Galleria degli Uffizi. Il supporto finanziario erogato dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze rese possibile, fra il 2000 e il 2010, il recupero architettonico dell’antico complesso barocco, con il rifacimento della facciata e di buona parte degli ambienti interni. Sebbene la struttura dell’edificio fosse rimasta intatta, infatti, gli interni erano distrutti perché furono usati come cucine e alloggi.

Nel 2015 Villa Corsini è entrata a far parte della Direzione regionale musei della Toscana e questo ha segnato l’inizio del suo declino: con soli due custodi dell’intero complesso e senza alcun budget a disposizione, il mantenimento dell’enorme struttura è sempre più difficoltoso. Oltre a ciò, manca purtroppo una cultura di valorizzazione di questo patrimonio…

ARCHITETTURA E GIARDINO

La villa, elegante dimora estiva di campagna, è un ottimo esempio di stile tardo barocco fiorentino: in esso la decorazione barocca è più leggera, adatta a signori di alto livello ma non eccessiva in quanto non si tratta della residenza principale. Giovan Battista Foggini, che diresse i lavori, sovrappose la struttura barocca all’impianto cinquecentesco. La facciata ben restaurata spicca con i suoi colori caldi e le geometrie, cornici, lesene e decorazioni in stucco; al centro si apre un grande portale con un balcone sovrastante dove possiamo ben vedere lo stemma dei Corsini oltre ad un orologio con festoni. Notiamo, tipico del Seicento, un balcone ornato da vasi sulla balaustra.

Attraversato il portone arriviamo al cortile interno, con colonne su tre lati; quello coperto è il più decorato. Sempre all’opera del Foggini dobbiamo la creazione del sontuoso salone affrescato con scene paesaggistiche incorniciate da stucchi.

Il giardino è purtroppo chiuso al pubblico; visitando la villa, però, è possibile vedere due dei tre ambienti scenografici principali. Il primo di essi, a sud, è il tipico giardino all’italiana, con aiuole geometriche cinte da bosso e una vasca circolare; è anche chiamato giardino murato a causa del muro di cinta che lo circonda.

Villa Corsini a Castello - giardino alla francese.
Villa Corsini a Castello - sala delle feste.

L’altro ambiente visibile dalle finestre del piano visitabile dell’edificio è il giardino alla francese, che sorge al centro ed è il cosiddetto “giardino semicircolare delle quattro stagioni”, che prende il nome dalla scenografia decorata da pilastri, panchine e statue delle quattro stagioni scolpite da Isidoro Franchi nel Settecento e purtroppo andate perdute. A limitare quest’area è posto l’edificio un tempo adibito a scuderia, adesso usato come limonaia e deposito di opere alluvionate non ancora restaurate.

Infine, l’altro lato del giardino, a nord, è quello tipicamente all’inglese, un’area più selvatica con cipressi, lecci e alloro. Qui si trovavano le due fontane che erano decorate dalle uniche due statue superstiti: una testa equina e la statua fluviale del Tribolo; la prima fontana esiste ancora oggi, mentre la seconda fu smantellata e la scultura fu posta su un’edicola. 

L’INTERNO

Ci accolgono per la visita due persone davvero gentili, che si alternano durante il percorso e che ci illustrano con grande passione i vari ambienti e le opere esposte. Anche se non sono critici o guide turistiche, trasmettono un genuino interesse e affetto per la villa e un sincero dispiacere per le condizioni in cui adesso purtroppo versa.

Nel cortile sono conservati dei sarcofagi etruschi (IV-II secolo a. C.); di pregevole fattura, si trovavano nel giardino del Museo archeologico ma, insieme a tanti altri pezzi che troviamo esposti, furono trasferiti qui nella seconda metà del secolo scorso. Erano policromi e tracce di colore sono ancora ben visibili in alcuni punti; particolarmente bella è la statua posta sopra un’urna funeraria e le decorazioni in bassorilievo con draghi e altri personaggi di fantasia, animali e mostri che secondo gli Etruschi abitavano l’aldilà. Degno di nota, un pregevolissimo sarcofago femminile da Tarquinia, decorato a bassorilievo con scene figurate cariche di valenze simboliche che alludono a riti e a culti salvifici. Sono presenti anche alcune sculture romane.

Villa Corsini a Castello - cortile.
Villa Corsini a Castello - sarcofago.

Entriamo subito in una delle sale principali: quella delle feste. Si individua subito il palco dal quale suonava l’orchestra; sul soffitto troneggia lo stemma dei Corsini, mentre le pareti sono affrescate con una decorazione risalente ai lavori del Contestabile, nel 1805, e raffigurante diversi paesaggi tipicamente romantici con pic-nic tra natura e rovine romane. Ai lati della porta d’entrata vediamo le due statue che si trovavano nel giardino nord: la testa di un cavallo in marmo e quella di una divinità fluviale in pietra serena, opera del Tribolo.

Nel salone sono stati collocati alcuni fra i marmi più significativi della raccolta del Museo Archeologico, fra cui spiccano la statua in porfido dell’imperatore Adriano, unica nel suo genere anche per le enormi dimensioni che rendono ancora più difficile la realizzazione in una pietra così dura, e quella della Peplophoros dal Palazzo Da Cepparello (già Palazzo Portinari e poi Salviati), splendida replica d’età romana di un originale greco del V sec. a.C.

Villa Corsini a Castello - affresco nella sala delle feste.
Villa Corsini a Castello - palco nella sala delle feste.
Villa Corsini a Castello - sala delle feste con statue.
Villa Corsini a Castello - busto in porfido.

Entriamo nelle altre sale al piano terreno: erano gli ambienti dedicati alla servitù, che lavorava anche nelle cucine sottostanti, mentre sopra si estendeva il piano nobile. In una stanza, infatti, vediamo, dietro una porta a scomparsa, una scala a chiocciola che sale fino al palco che si affaccia sul salone delle feste. È occorsa una grande abilità per costruire questa struttura perché nello spazio strettissimo di una cabina telefonica non vi è un pilastro nel mezzo, ma i gradini sono completamente appoggiati e sorretti dalla parete.

Queste sale erano tutte usate come cucine dopo la Seconda guerra mondiale e il fuoco aveva rovinato completamente pareti e soffitto. Il restauro è durato per sei anni ed è stata ricostruita la decorazione tipica delle dimore di campagna: ornamenti che richiamavano la leggerezza, con fiori e frutta, colori vivaci e freschi. Notiamo anche il finto marmo alle porte e alle cornici; mentre il pavimento è stato restaurato aggiungendo le mattonelle mancanti. Alle finestre osserviamo dei sedili attaccati ai muri: erano usati per sfruttare al massimo la luce del giorno, ad esempio cucendo proprio accanto alle vetrate.

Villa Corsini a Castello - statua di cavallo.
Villa Corsini a Castello - esposizione di incisioni, rilievi e statue.

Queste sale presentano due grandi disegni e, intorno ad essi, ciò che è stato recuperato della parte della fastosa decorazione di marmi antichi un tempo nel “Ricetto delle Iscrizioni” degli Uffizi, allestito dal Foggini per Cosimo III quale maestoso ingresso alla Galleria e dopo alterne fasi smantellato tra il 1910 e il 1920. La passata Direttrice della villa ha infatti ricercato e trovato gli antichi pezzi, che sono stati qui trasportati dai magazzini degli Uffizi.

Saliamo adesso al piano superiore, dove ci accoglie una lunga galleria e diverse sale dedicate a opere greche e romane, tutti busti e ritratti in marmo. È possibile apprezzare la progressiva conquista del realismo, soprattutto nell’arte romana. Sono tutti provenienti dagli Uffizi.

Nelle altre stanze sono esposti reperti rinvenuti nel territorio circostante, attraverso i quali si può ripercorrere la millenaria storia della piana fiorentina. Troviamo, ad esempio, il famoso “Cippo da Settimello” del 500 a.C., esempio delle straordinarie sculture funerarie di botteghe fiesolane arcaiche, ma anche vasi funerari, bigiotteria, utensili; statuine e collane da tombe etrusche nell’area di Sesto Fiorentino e Prato. Spiccano anche i resti del corredo della “Tomba della Mula” (seconda metà del VII sec. a.C.).

Villa Corsini a Castello - ritratto romano di matrona.
Villa Corsini a Castello - prospettiva sale con "Cippo da Settimello".

Nelle ultime sale troviamo una collezione di piccoli busti provenienti dalla Villa di Poggio Imperiale e dalla Tribuna degli Uffizi, che nel Cinquecento era considerata il fulcro della galleria, contenente le opere più importanti. Infine, vediamo il restauro del Foggini che ha chiuso l’altana un tempo presente nella villa e di cui rimangono solo due colonne: qui sono conservati dei busti di imperatori romani ricavati da ricostruzioni dei lineamenti a partire dalle antiche monete, secondo un tipico gusto rinascimentale.

Concludiamo la visita e salutiamo i nostri due ciceroni. Capiamo bene che si tratta di un’esposizione non tradizionale, ma semplicemente di un tentativo di rendere visibili e fruibili delle opere conservate in questa sede… Tuttavia, si tratta davvero di un patrimonio la cui bellezza meriterebbe una maggiore valorizzazione e non può non dispiacere assistere invece ad un decadimento da cui speriamo risorga presto.

Villa Corsini a Castello - ritratto romano di vestale.
Villa Corsini a Castello - piccoli busti.

INFORMAZIONI

http://www.polomusealetoscana.beniculturali.it/index.php?it/189/firenze-villa-corsini-a-castello


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