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TREKKING PONTE SOSPESO – TORRI DI POPIGLIO – PONTE DI CASTRUCCIO

Un percorso ad anello sulla montagna pistoiese

Il Ponte Sospeso di San Marcello Pistoiese è celebre in Toscana (e non solo): meta di turisti, avventurieri domenicali e famiglie in cerca della giusta dose di adrenalina, è purtroppo spesso oggetto di una “toccata e fuga”, senza che si abbia il tempo di esplorare i dintorni, magari con un bel trekking tra i boschi dell’Appennino pistoiese. Insieme ad una coppia di nostri amici, che ringrazio perché si sono fidati ad avere me come guida, io e Lorenzo ne abbiamo quindi approfittato per un bell’itinerario, passando prima dalle mastodontiche rovine delle Torri di Popiglio e poi dal grazioso e omonimo paesino per arrivare fino al Ponte di Castruccio.

Mappa del percorso.


Per facilitare la lettura ecco le nostre tappe principali:

Veduta delle montagne pistoiesi.
Una delle Torri di Popiglio.
Lunghezza complessiva16/17 km
Dislivello650 m
Tempi di percorrenza7 ore (con pause)
Grado di difficoltàMedia
SCHEDA TECNICA


PONTE SOSPESO

Lasciamo l’auto a Mammiano Basso: il Ponte Sospeso, infatti, si trova proprio in questa frazione del più grande paese di San Marcello Pistoiese, che la domina dall’alto. Nell’area più industriale, prima di arrivare nel centro, si trovano infatti numerosi parcheggi, gratuiti, al lato della strada. Da qui in pochi minuti si arriva al famoso ponte, il cui accesso è stato reso più piacevole da un piccolo giardino con un viale di rose rampicanti.

Il Ponte Sospeso è piuttosto famoso in Toscana: si tratta di una passerella pedonale di acciaio lunga 212,4 metri, che collega a ben 36 metri di altezza i due versanti opposti del torrente Lima tra Mammiano Basso e Popiglio. Nel 1990 si è aggiudicato il Guinness dei primati come “il più lungo ponte sospeso pedonale del mondo”, ma ha perso questo record nel 2006, superato dal Kokonoe Yume Bridge in Giappone.

Nonostante la perdita del primato, la struttura è ancora oggi impressionante: la passerella è larga 80 centimetri ed è dotata di protezioni laterali e ancorata da quattro spessi cavi in costante tensione per garantire la stabilità. Camminando si poggiano i piedi su una specie di rete, che consente di vedere completamente la vallata e che aumenta l’adrenalina perché si ha l’effetto di camminare nel vuoto.

Ponte Sospeso e borghi sulla montagna pistoiese.


La costruzione del ponte risale ai primi del Novecento, su idea e progetto dell’ingegnere Vincenzo Scotti, allora direttore dello stabilimento metallurgico di Mammiano Basso: l’opera serviva ad abbreviare il cammino degli operai che da Popiglio ogni giorno si recavano a lavorare sul versante opposto della valle. I lavori iniziarono nel 1920 e l’inaugurazione avvenne tre anni più tardi; nel corso del tempo il ponte subì importanti lavori di manutenzione e consolidamento e nel 2004 i cavi, i tiranti, le passerelle e le protezioni furono completamente sostituiti con materiali più resistenti e leggeri. Nel 2014 è stata inaugurata l’illuminazione notturna del ponte, con LED alimentati da pannelli solari: anche dopo il tramonto, quindi, continua ad emanare il suo fascino…

Il ponte ha ormai perso la sua funzione centrale per la viabilità pedonale, ma è un luogo suggestivo: tanti vi si recano solo per vederlo e attraversarlo. Ha due accessi: quello da noi prediletto, da Mammiano (località Le Ferriere) oppure dalla strada statale del Brennero passato Popiglio, dove la passerella pedonale in legno è di recente costruzione. Proprio qui sbuchiamo noi per proseguire il nostro percorso.

Attraversiamo infatti il ponte godendo del paesaggio, dello strapiombo sul fiume e della vegetazione rigogliosa e fitta che ricopre le pendici delle montagne. Dopo qualche tentennamento e un po’ di adrenalina (specialmente quando la struttura oscilla per il vento o la quantità di persone salite) ci ritroviamo sull’altro versante, da cui ammiriamo la vista di San Marcello Pistoiese arroccato tra le foreste.

Ponte Sospeso.
Ponte Sospeso.

TORRI DI POPIGLIO

Scesi dal ponte, percorriamo in salita il sentiero che giunge fino alla statale asfaltata. Da qui cominciamo a salire per raggiungere la nostra seconda meta: a lato della strada si aprono alcuni accessi ai sentieri ma occorre fare attenzione a quale scegliere perché si rischia di finire in percorsi non battuti e invasi dalla vegetazione (ovviamente ne abbiamo fatta esperienza diretta…). Svoltiamo a sinistra in corrispondenza del Cimitero della Lima e continuiamo a salire. All’altezza di un grande tornante si vede una stradina che entra nel fitto del bosco: prendiamo quella e ci ritroviamo sul sentiero. Un’alternativa è proseguire lungo la statale e svoltare poi a sinistra percorrendo un sentiero ben segnato e molto piacevole, che si estende proprio sul crinale. In quel tratto ci sono anche aree attrezzate per il picnic e luoghi di svago costruiti in legno. Se si sceglie la prima opzione, invece, la salita è più impervia e con tratti più difficoltosi, soprattutto per il fitto sottobosco. In questo caso si sbuca alla torre più bassa, mentre nell’altro a quella più in alto.

Una delle Torri di Popiglio.
Una delle Torri di Popiglio e veduta delle montagne.
Una delle Torri di Popiglio.


Il nostro consiglio, se non si vuole percorrere sempre la strada asfaltata, è di salire dal sentiero nel bosco e di scendere dalla statale perché meno impegnativa… In alternativa si può percorrere sempre il sentiero, prestando particolare attenzione alle indicazioni.

Entrambi i percorsi ci condurranno alle rovine della Rocca Securana, note come Torri di Popiglio: mastodontiche, svettano sugli alberi e la vegetazione e si proiettano sulla valle, dominando uno splendido paesaggio in cui l’unica presenza umana è rappresentata da piccoli paesi arroccati nel verde della foresta.

Questo luogo, dalle origini molto antiche, fu probabilmente un accampamento romano nel II sec. a.C.  La posizione strategica fu un caposaldo difensivo al confine con lo Stato Lucchese, quindi di fondamentale importanza per Pistoia prima e per Firenze poi. Probabilmente è questa fortificazione ad aver dato origine al sottostante borgo di Popiglio; la prima struttura fu rafforzata nel periodo longobardo e nell’età franco-carolingia, ancor di più dai feudatari Conti Guidi fino ad arrivare al massimo sviluppo nel XII-XV secolo.

Le due torri superstiti hanno entrambe una forma quadrata e sorgono a breve distanza l’una dall’altra: la prima si eleva adesso per 24 metri, circa la metà della sua altezza originaria; intorno ad essa, si notano i resti della cinta muraria di forma ellittica. All’interno di questo perimetro dovevano sorgere altri edifici. La seconda torre, invece, non era affiancata da altre fortificazioni ed era probabilmente un collegamento intermedio tra il paese e il vertice della fortificazione; è meglio conservata e più alta della gemella.

POPIGLIO

Dopo esserci rifocillati, proseguiamo il nostro trekking scendendo verso il paesino di Popiglio attraverso il medesimo sentiero o scegliendo la meno erta strada carrabile. In questo caso occorre prestare attenzione ad entrare lungo il tracciato escursionistico (in corrispondenza del grande tornante): da tale punto la discesa non è particolarmente ripida e ben presto arriviamo alle prime case e a vedere dall’alto il piccolo centro abitato. Qui le abitazioni sono molto graziose; alcune sono in vendita, altre purtroppo diroccate; si respira l’atmosfera sonnacchiosa dei paesi di provincia e siamo quasi gli unici visitatori. Percorrendo le strade arriviamo fino alla piazza principale dove sorge la chiesa e il circolino che raccoglie i pochi avventori e soprattutto la popolazione del luogo.

Pieve di Santa Maria Assunta a Popiglio.


Di origine romana, il borgo di Popiglio fu un antico feudo dei Conti Guidi già intorno al Mille e vanta una grande ricchezza di patrimonio artistico. Passandovi non si può non fare una sosta per la visita della sua antica chiesa.

La Pieve di Santa Maria Assunta domina la piccola piazza con la sua struttura in stile tardo-romanico; costruita nel 1271, subì importanti trasformazioni tra il XV e il XVI secolo, oltre che nell’Ottocento. La severa facciata a capanna è affiancata dalla torre campanaria, la cui parte inferiore risale all’epoca della fondazione della chiesa.

Nel XVI secolo il pievano Girolamo Magni fu l’artefice del radicale cambiamento dell’edificio, che fu arricchito di pregevoli altari, dipinti, statue e arredi lignei. A lui si deve la costruzione della nuova ampia sagrestia e della canonica ai lati della chiesa. Adiacente alla pieve troviamo la cappella della Santissima Annunziata, costruita nel 1663 dalla famiglia Vannini.

All’interno della chiesa sono degni di nota l’altare del 1732, originario da San Domenico in Pistoia, e il pulpito quattrocentesco che incorpora bassorilievi romani, provenienti, secondo la tradizione, dall’antichissima pieve di San Giovanni, purtroppo distrutta.

Nella medesima piazza possiamo vedere il Museo di arte sacra e della religiosità popolare, sorto all’interno degli edifici accessori della chiesa, mentre sul lato destro rispetto alla facciata sorge l’edificio della Compagnia del Santissimo Sacramento, probabilmente fondato dopo gli interventi del Magni e la cui attuale struttura è datata al 1798.

Popiglio.
Federica sul sentiero per arrivare a Popiglio.
Federica all'ingresso di Popiglio.
Ponte di Castruccio e le Vecchie Dogane.

PONTE DI CASTRUCCIO

Dalla piazza seguiamo le indicazioni verso il Ponte di Castruccio e la strada asfaltata lascia il posto ad una mulattiera con una forte pendenza, costruita con grandi pietre di fiume. Lungo la strada possiamo ammirare la Verginina in Colle del XIX secolo, la Cappellina di San Pietro del XVI secolo, recentemente restaurata, e la Verginina della Veduta del 1732.

La frescura del bosco si attenua e l’aria diventa più umida e ferma: stiamo scendendo parecchio e ci stiamo avvicinando al letto del torrente Lima. Dopo una ventina di minuti, infatti, la vegetazione si apre e possiamo ammirare il ponte di Castruccio da una bella angolatura.

Questo ponte deve il proprio nome a chi lo fece costruire: Castruccio Castracani (1281-1328), condottiero e signore di Lucca; il torrente Lima, infatti, al tempo segnava il confine tra Lucca e Pistoia.

Ponte di Castruccio e il Mulino.


La struttura è particolare: si tratta di un caratteristico ponte a schiena d’asino, con unica arcata alta circa 10 metri dall’alveo del fiume. La volta a tutto sesto è in muratura e costituta da ciottoli fluviali e pietrame erratico; colpisce la pendenza differente sui due lati (lieve a destra, accentuata a sinistra), dovuta alla necessità di coprire il forte dislivello tra le due sponde del torrente.

Sulla riva sinistra del Lima si trovano due edifici, detti le “Vecchie Dogane”, che sono oggi ristrutturati e adibiti a bar e agriturismo, mentre ai tempi di Castruccio delimitavano il confine tra le due città e controllavano il traffico di merci e persone. Dal lato opposto, ovvero da dove arriviamo scendendo da Popiglio, è ben visibile il Mulino di Domenico o di Campanelle; il ponte di Castruccio è infatti chiamato anche di Campanelle. Tale mulino è alimentato dal torrente Torbida e fu costruito tra il Settecento e l’Ottocento; è stato uno degli ultimi a rimanere in funzione sulla montagna pistoiese, fino agli anni ’50 del Novecento.

Un grande pannello illustrativo spiega il grande utilizzo dei mulini ad acqua, che erano molto diffusi in Toscana: di piccole dimensioni, macinavano grano, granoturco e soprattutto castagne essiccate per l’alimentazione dell’uomo, a volte orzo e avena per il bestiame.

Il Ponte di Castruccio è legato ad un episodio storico particolare: il tradimento di Filippo Tedici. Questa e altre curiosità sono ben raccontante nell’articolo del blog Bimbi a giro.

Attraversato il ponte, prendiamo a sinistra e salutiamo delle tanto amichevoli quanto fameliche caprette; proseguiamo lungo la strada e costeggiamo il torrente cominciando a risalire. Lasciamo la prima parte, asfaltata, per proseguire diritto lungo il sentiero: la salita non è particolarmente forte, il suono dell’acqua accompagna i nostri passi e i colori sono vividi e brillanti. Passiamo accanto ad un gruppo di poche case, una località chiamata Il Piano e, dopo circa un’ora e mezza dal Ponte di Castruccio, siamo tornati al parcheggio di Mammiano, dove chiudiamo il nostro anello.

Personalmente abbiamo svolto questa gita fuori porta in estate, ma niente vieta di percorrere gli stessi sentieri in autunno, anzi! Questi luoghi sulla montagna pistoiese sono particolarmente belli per i loro colori… Con l’occasione si può anche andare a mangiare le castagne in qualche sagra locale e gustare i tipici necci alla ricotta! Ne abbiamo dato un assaggio nella nostra collaborazione con il blog Viaggi che mangi

Se vi piacciono questi luoghi, non perdetevi l’articolo che abbiamo dedicato ad un altro trekking (molto più breve) e alle tante curiosità e leggende sul borgo di Piteglio!

Sentiero Ponte di Castruccio - Ponte Sospeso.


INFORMAZIONI

> Borgo di Popiglio:
http://www.vivipistoia.it/visitare/borgo-di-popiglio/
> Agriturismo Le Dogane c/o il Ponte di Castruccio: https://www.agriturismoledogane.it/
> Percorso:
https://www.komoot.it/tour/417977241
[Attenzione! La traccia GPS non rispecchia esattamente i nostri passi e le nostre scelte tra sentiero e strada asfaltata, ma rende l’idea del percorso. Inoltre, si tratta di un trekking, non di un giro in Mountain Bike…]



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