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PASSEGGIATA AD ANELLO A PETROIO 

La campagna toscana e il presepe di Petroio 

Sabato 18 novembre 2023 

Chi crede che trekking ed escursioni siano solo ad alta quota o in posti lontani, beh, dovrebbe dare una possibilità ai dintorni di Firenze, così tipici per le colline toscane, i sentieri tra vigneti e oliveti, i borghi e i casali in rovina, le antiche tradizioni ancora in vita… Proprio per visitare una di queste espressioni di creatività popolare, il Presepe Artistico di Petroio, abbiamo immaginato un percorso ad anello adatto a tutti e a pochi minuti in auto da Empoli. 

Lasciato l’abitato di Empoli, ci immergiamo tra le colline, dove il paesaggio cambia in pochi minuti e ci troviamo in aperta campagna… Svoltando su una strada leggermente più stretta, ma facilmente percorribile, arriviamo fino alla Chiesa di San Donato in Greti e qui parcheggiamo. Lo spazio non è molto ampio e, se ci sono già altre auto, possiamo lasciare la nostra un poco più avanti, lungo la via asfaltata. 

Lunghezza complessiva6,6 km
Tempi di percorrenza2h30min
Dislivello82 m.
Grado di difficoltàMolto facile
SCHEDA TECNICA

CHIESA DI SAN DONATO IN GRETI 

Il nostro punto di partenza è già caratteristico: la Chiesa di San Donato in Greti, infatti, immersa nelle campagne di Vinci, ai piedi del Montalbano, è una struttura rustica e oggi purtroppo in decadenza, con un illustre passato. Il nome, “in greti”, deriva dalla natura del terreno, che è qui formato da argilla e residui di conchiglie palustri; questa peculiarità, però, ne sta minando la stabilità… 

Le prime testimonianze dell’edificio risalgono alla fine del XII secolo; nel 1254 venne ceduta, assieme al castello di Collegonzi, alla pieve di Greti e ad altre chiese dello stesso plebato, alla città di Firenze. A quel tempo, questi beni appartenevano alla potente famiglia dei Guidi, che già dalla fine dell’XI secolo possedevano, lì vicino, anche i castelli di Cerreto Guidi e Vinci. 

Chiesa di San Donato in Greti.
Trekking a Petroio.

Nel 1534-35 il cardinale Antonio Pucci, trovando la chiesa male ordinata, comandò al rettore fiorentino di prendere residenza nella canonica, con lo scopo anche di preservare le importanti opere che si si trovavano, come un dipinto di Antonio Sogliani, risalente a quegli anni e ora custodito altrove. 

Dell’antica forma originaria non rimane molto: l’attuale edificio, infatti, ha un esterno di stile neoclassico, prodotto di una ricostruzione ottocentesca. Possiamo notare una lapide affissa sulla facciata: essa ricorda l’impegno economico della ristrutturazione del 1838, sostenuto dal parroco Lorenzo Picchiotti e dallo stesso popolo che frequentava la chiesa. 

La facciata, suddivisa da quattro lesene, ha un portale d’ingresso molto semplice, in pietra serena. Anche l’interno ha un sapore neoclassico con forme a cupola, colonne in stile ionico e archi. Sul fondo si erge il campanile, di piccole dimensioni e a vela, con due campane in bronzo databili al XIV e al XV secolo: portano la testimonianza di una chiesa più antica, grazie ad alcune iscrizioni gotiche. 

Come testimoniato sulla pagina del FAI, l’edificio è chiuso da ormai quasi vent’anni, a causa delle condizioni precarie, nonostante sia un luogo ancora molto amato e che gli abitanti del posto vorrebbero salvaguardare…  

Trekking a Petroio.
Trekking a Petroio - rovine della località La Buca.

All’interno, l’opera di maggior pregio era il dipinto cinquecentesco raffigurante la Madonna con il Bambino tra i santi Donato e Antonio Abate (anni Venti del XVI secolo), attribuito al pittore fiorentino Giovanni Antonio Sogliani. Sebbene l’opera sia ora conservata altrove, la sua originaria presenza, con una rappresentazione del santo titolare, conferma che sia stata eseguita proprio per questa chiesa. Sull’altare maggiore è stato posto un crocifisso ottocentesco in legno intagliato, di scuola fiorentina, mentre le pareti laterali sono ornate dalle incisioni di Luigi Sabatelli, raffiguranti le stazioni della Via Crucis

ROVINE E PANORAMI 

Dopo un’occhiata alla chiesa, proseguiamo lungo la strada asfaltata, che è prima costeggiata da un gruppo di case e un campo di olivi, i quali lasciano presto il posto a estesi vigneti. Il panorama comincia ad aprirsi di fronte ai nostri occhi: a sinistra notiamo la Collina dei Cipressi, dove arriveremo alla fine del nostro percorso; individuiamo anche il borgo di San Miniato e, a destra, Sant’Ansano. 

Al bivio, continuiamo a dritto: la strada diviene sterrata e si immerge di nuovo in mezzo agli olivi, tra i quali possiamo ammirare un incantevole paesaggio sulle vigne e sui campi circostanti, oltre che su tutte le colline. 

Trekking a Petroio - rovine della località La Buca.
Trekking a Petroio - paesaggio e Collina dei Cipressi.

In località La Buca si ergono i resti di alcune case abbandonate, le cui rovine si incastonano perfettamente nel panorama: oltre i muri scorticate e le finestre senza vetri, infatti, possiamo ammirare Cerreto Guidi e le Alpi Apuane a destra, mentre a sinistra si individuano facilmente le antenne del Monte Serra, che veglia sopra la città di Pisa. 

Il paesaggio è quello tipicamente toscano, da cartolina… Continuiamo ad ammirarlo mentre costeggiamo una vigna, in leggera salita, oltrepassando alcune case abbandonate sulla nostra sinistra. Dopo pochi minuti, ci immergiamo completamente tra i filari dei vigneti e il nostro sguardo si apre con una visuale di quasi 360°, dove ricompare la Collina dei Cipressi, svettante e insolita tra i campi. 

Qui fare foto è tassativo… Poche centinaia di metri più tardi, scolliniamo e le viti sono delimitate da filari di cipressi e viottoli sterrati. Compaiono alcuni casali e tenute private, che costeggiamo; particolarmente bella è la villa posta sull’intersezione con via del Torrino. 

Giriamo a sinistra e continuiamo a costeggiare le vigne. Alla nostra destra rimane l’agglomerato di case con un campo sportivo e un circolo Arci, ma noi proseguiamo e al bivio successivo imbocchiamo la strada a destra, che sale leggermente e ci conduce sulla strada asfaltata di Petroio.

Trekking a Petroio - paesaggio da Cerreto Guidi alle Apuane.
Lorenzo, Federica e Frida.

PETROIO

Colpiscono subito la nostra attenzione due colonne, che paiono sancire l’ingresso di quello che un tempo doveva essere una grande villa. Sembra, infatti, che qui potesse essere posto il cancello che avrebbe condotto al viale principale di accesso, attraverso un giardino…

Fiancheggiando le due colonne, proseguiamo sull’asfalto, ma attenzione a non perdere la statua di Bacco, circondata da cipressi. Il piedistallo riporta una lapide che recita: “Questo che vedi è Bacco che a Petroio stracco ne giunse et a sedere aspetta qui per bere se tu non ha gran fretta siedi pure et aspetta. A.D. XII aprile anno MDCCXI”. Scopriamo così che la statua risale al 1711 e da oltre tre secoli invita i passanti a sedersi e a gozzovigliare. La presenza di una simile figura e la predisposizione degli alberi che la contornano sembrano favorire l’ipotesi che qui si trovasse davvero una dimora signorile con annesso parco.

Proseguendo in salita e girando a sinistra si apre davanti a noi la piana su cui si estende Empoli e svetta San Miniato. Al bivio possiamo apprezzare alcuni alberi diversi da vigne, olivi e cipressi: apprezziamo una bella roverella e alcuni pini domestici.

Statua di Bacco a Petroio.
Chiesa di Santa Maria a Petroio.

Due sono le cose da non perdere: la Chiesa di Santa Maria a Petroio e, accanto, il Presepe Artistico. La presenza di un edificio di culto in questo luogo è ricordata per la prima volta in un documento del 1192. La chiesa fu distrutta insieme al castello di Petroio e al suo posto fu costruita una modesta cappella; dalla prima metà del XVII secolo iniziarono i lavori per la completa riedificazione. Sempre nel corso del Seicento furono creati anche i tre altari ancora esistenti: su quello maggiore fu collocata l’immagine lignea della Madonna con Bambino (molto venerata e ascrivibile al XIV secolo), l’altare di sinistra è dedicato al SS. Crocifisso e quello di destra ai Santi Antonio Abate a Macario. Quest’ultimo è stato sostituito con una tela raffigurante il Giudizio Universale, proveniente dal convento dei Santi Quirico, Lucia e Pietro d’Alcantara a Montelupo, accanto alla Villa Medicea dell’Ambrogiana di Montelupo. [Qui potete trovare l’articolo sulla nostra escursione nella zona.]

L’attuale edificio è il prodotto dei restauri, che hanno seguito i danni che la chiesa ha subito durante la Seconda guerra mondiale. Alla sua destra, imperdibile è il Presepe Artistico che ogni anno viene allestito nel mese di dicembre: uno dei più belli e suggestivi della zona! Minuziosamente curato, fin nei minimi dettagli, ospita oltre 100 personaggi in movimenti e riproduce fedelmente la Betlemme della Natività in un’area estesa più di 250 mq.

Presepe Artistico di Petroio.
Presepe Artistico di Petroio.

Quando ci siamo passati, alla fine di novembre, il presepe era ancora in allestimento ma già sprigionava grande fascino… Abbiamo avuto la fortuna di incontrare uno dei volontari, che ci ha raccontato qualcosa in più su questa tradizione, strettamente legato alla parrocchia. Nel 1989 il presepe è stato allestito per la prima volta e ogni anno ha assunto dimensioni maggiori e si è arricchito di nuovi personaggi. Pochi sono i volontari coinvolti, da un minimo di sette ad un massimo di dieci, grandemente impegnati non solo per l’allestimento e l’apertura, ma anche per grande manutenzione, dato che è all’aperto, e per i continui lavori richiesti in tutti i mesi.

Le statue sono prodotte artigianalmente da un’azienda specializzata con sede nelle Marche, vicino ad Ancona, e rivestite dagli abiti tessuti da una sarta locale. A volte i volontari smontano i personaggi per inserire al loro interno degli ingranaggi nuovi che consentano il movimento… Il meccanismo del presepe è molto complesso e permette un’incredibile animazione, ad esempio tramite pompe per il riciclo dell’acqua.

Quest’anno è stata aggiunta la loggia del mercato: un ulteriore tocco che rendere persino più magico questo meraviglioso presepe!

Presepe Artistico di Petroio.
Trekking a Petroio - Collina dei Cipressi.

LA COLLINA DEI CIPRESSI

Dopo averlo ammirato ogni dettaglio dell’incredibile creazione artistica, prodotto dell’inventiva e della passione dei volontari, imbocchiamo il sentiero tra gli olivi, dal quale vediamo Empoli dall’alto. Ben presto i campi lasciano il posto a nuovi vigneti e arriviamo alla Collina dei Cipressi, dove possiamo apprezzare una visuale a 360° del paesaggio collinare.

Questo grazioso spazio, contornato da circolo di cipressi raccolti intorno ad una costruzione decorata da alcuni murales, è frutto di una recente valorizzazione del territorio, che ho portato al recupero del sentiero La Strada dei Cipressi, grazie all’architetto Mattia Desideri e all’Associazione Montalbano Domani. Il sentiero corre proprio accanto al gruppo di alberi, posti sul crinale: si tratta di ciò che rimane di un’antica viabilità, nata con uno scopo commerciale poiché collegava Vinci al mercato di Empoli, fino alle sponde del fiume Arno. Infatti, la presenza della Strada dei Cipressi è testimoniata per la prima volta in una carta della seconda metà del XVI secolo.

Come abbiamo avuto modo di sperimentare durante il nostro percorso, i cipressi sono diventati una vera e propria icona paesaggistica e sono visibili da ogni angolo delle colline circostanti, da Cerreto, Vinci e Vitolini. Qual è la loro storia? Nel 1906 fu costruito un modesto casotto in cima al poggio; si trattava di un semplice rifugio, utilizzato da contadini e cacciatori. Nel 1866 Egidio Lunari acquistò la tenuta, adesso Fattoria Dianella 1, e negli anni Settanta attuò un’idea particolare: fece piantare 21 cipressi e un maestoso leccio intorno al casotto, disegnando un cerchio perfetto.

Trekking a Petroio - Collina dei Cipressi, murales di Chiara Lunardi, "Tra cielo e terra" (2023).
Trekking a Petroio - Collina dei Cipressi.
Trekking a Petroio.

La Fattoria Dianella 1, che possiede anche le vigne circostanti, è ancora oggi gestita dalla famiglia Lunardi, giunta alla quarta generazione e improntata al rispetto della tradizione e all’innovazione. I nipoti di Egidio, Francesco e Leonardo, si occupano adesso della tenuta, il primo concentrandosi sulla produzione, mentre il secondo è responsabile del commerciale. La Fattoria Dianella 1 si estende oggi su un totale di 40 ettari, di cui 25 dedicati alla viticoltura e 5 agli olivi.

Dal 2023 il casotto è decorato da due bei murales, che spiccano per il colore bianco delle linee sull’intonaco colorato. Due pannelli illustrativi riportano la data dei dipinti (25 giugno 2023), i nomi degli autori e una dettagliata descrizione a cura degli artisti stessi. Il primo, Istanti Connessi di Alessio Londi, pare inizialmente caotico, ma “concentrandoci sulle figure si intuisce invece la profondità armonica dell’opera, che permea il disegno nella sua interezza. Vi è un messaggio univoco che emerge dall’opera: quello di un collegamento puro tra mondi apparentemente lontani ma in realtà vicini. È solo grazie all’unione, all’interazione, alla sinergia, che il mondo può incrementare la sua spinta positiva verso un futuro sul quale noi stessi siamo i primi a influire.”

Chiara Lunardi, invece, è l’autrice di Tra cielo e terra: come è facile intuire dal cognome, si tratta della sorella dei proprietari della tenuta. In acrilico su supporto di malta e calce, con rifinitura a velo, l’opera murale è “dedicata al valore significativo del territorio e dei suoi frutti”. Su di essi veglia la Dea dipinta da un lato, una guardiana di questo paesaggio incantevole. Il territorio descritto va da Cerreto Guidi, con i campi coltivati e le dolci colline, alle montagne pisani e alle Alpi Apuane.

L’occhio della Dea vigila anche sul paese di Vinci, indicato proprio dallo sguardo oltre il dipinto, omaggiando la bellezza e la storicità del luogo, che ha dato i natali al celebre Leonardo. Una curiosità: da qualsiasi posizione si osservi il volto della divinità, il suo sguardo è sempre rivolto a destra!

Trekking a Petroio.


Dopo esserci goduti il panorama, abbiamo proseguito la passeggiata fino a raggiungere un laghetto a ridosso di alcune case. Abbiamo così concluso il nostro percorso ad anello, che ci ha permesso di ammirare la campagna toscana e apprezzare la storia e le tradizioni locali.

L’escursione è adatta a tutti e non presenta particolari difficoltà. Unica accortezza a cui prestare attenzione è la massiccia presenza di fango che può rendere poco agevole il cammino… Tuttavia, sul terreno argilloso possiamo apprezzare le impronte di tanti animali: dai cinghiali ai caprioli, dai tassi alle volpi… Un altro modo per scoprire il territorio e la fauna che ci vive!


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