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TREKKING AD ANELLO MONTE SENARIO – BUONSOLLAZZO – BIVIGLIANO

Alla scoperta di monasteri, grotte, croci, ghiacciaie e burraie

Monte Senario è da sempre meta di turisti e pellegrini, luogo di culto, di pace e di meditazioni; in tanti lo stanno riscoprendo per pic-nic al fresco del bosco che circonda il monastero oppure perché impegnati nel trekking della ormai divenuta celebre Via degli Dei, che collega Bologna e Firenze. Noi abbiamo scelto una passeggiata molto meno impegnativa, ma di grande bellezza e interesse sia storico sia naturalistico, suggerita da una pagina Facebook che seguiamo con piacere, I sentieri di Arianna: un anello che ci ha portati alla scoperta di croci, badie abbandonate, fonti e grotte, bei panorami, burraie e ghiacciaie sparse sulle pendici del monte!

Da Firenze il Monastero di Monte Senario (817 m.) è raggiungibile in una ventina di minuti in auto; possiamo parcheggiare nella prima grande piazzola disponibile, vicino alla ghiacciaia. Da qui, a circa 700 m.s.l.m., infatti, inizia il nostro percorso ad anello…

Federica sul viale alberato che conduce al Monastero di Monte Senario.
Monastero di Monte Senario - Chiesa dell'Addolorata.
Federica nel bosco sopra Bivigliano.

Lunghezza complessiva12/13 km
Tempi di percorrenza4 ore
Grado di difficoltàFacile
Dislivello391 m.
SCHEDA TECNICA

Saliamo lungo la Via Crucis, che raggiunge il monastero percorrendo un bel viale alberato, un ampio sentiero nel fitto del bosco, caratterizzato da abeti e larici. Lungo il tragitto ci imbattiamo nel cimitero dei Frati o di San Martino e alcune indicazioni di altri sentieri e soprattutto delle grotte di Santi. Noi abbiamo deciso di seguire l’ultimo cartello, che indica di girare a destra per visitare la grotta di Sant’Alessio e di San Filippo e la fonte di quest’ultimo. Quasi arrivati fino al monastero, quindi, ne costeggiamo la parte bassa, dove si trovano gli orti e il pollaio (con un bel pavone!) e giungiamo fino alla prima grotta e poi alla seconda. Notiamo subito come il bosco cambi di colore, con un verde più tenue e maggiore presenza di arbusti; si può anche godere di un bel panorama sulle colline e sui monti circostanti… L’attrazione principale, però, è la Fonte di San Filippo, scaturita per un miracolo dalle preghiere del santo nel 1254; la decora e protegge un bel tempietto, eretto nel 1629.

Proseguiamo il giro intorno al monastero e sbuchiamo al parcheggio proprio adiacente: da qui possiamo prendere direttamente il sentiero per proseguire il trekking oppure, seguendo la strada asfaltata a sinistra, visitare il santuario così giustamente famoso. Il panorama, che si può ammirare quasi a 360°, è magnifico e lo sguardo spazia sugli abitati delle valli circostanti e sulle montagne ricche di boschi. È possibile anche prendere un panino con prodotti locali (salumi e formaggi) e fermarsi al negozio del monastero per acquistare i prodotti tipici, come i cioccolatini alla Gemma d’Abete…

Cimitero dei Frati o di San Martino a Monte Senario.
Cimitero dei Frati o di San Martino
Fonte San Filippo a San Martino.
Fonte San Filippo
Panorama dalla grotta di Sant'Alessio a Monte Senario.
Grotta di Sant’Alessio

Se, come noi, decidete di compiere tutte queste deviazioni, sarete partiti da circa un’ora; proseguiamo adesso verso il sentiero 00, che parte proprio dalla curva della strada asfaltata, dopo il parcheggio accanto al monastero: siamo ora su un tratto della Via degli Dei. Rovi colmi di more, piante basse, arbusti e grandi pini accompagnano il nostro cammino e, dopo circa 45 minuti, presso la località Porticciola, arriviamo ad una semplice croce di legno: è la Croce di Mèlago (673 m.), la cui storia è ignorata dai più, ma merita di essere conosciuta perché spiega anche come mai, adesso, sia tempestata di corde, segni di pace, omaggi in ricordo di amici e parenti…

Ancora un quarto d’ora e la strada, fortemente in discesa, sbuca su una parte asfaltata; prima, però, incontriamo Casa Sodera (600 m.), con ancora le antiche vasche per l’acqua. Se ci giriamo indietro, vediamo la beffarda scritta, appesa come striscione tra i rami degli alberi: “Superato il Purgatorio, ammirate il Paradiso”. In effetti, la salita per arrivare fino al monastero è da qui un bel mezzo di espiazione…

Il nostro sentiero prosegue verso sinistra, ma vale la pena fare una deviazione per vedere dalla strada la struttura settecentesca della Badia del Buonsollazzo, ormai in rovina e da anni in vendita. L’accesso non è consentito ma l’edificio principale e i circostanti sono ben visibili da lontano, con un bel panorama a cornice.

Casa Sodera.
Casa Sodera
Badia del Buonsollazzo.
Badia del Buonsollazzo
Federica di fronte alla Burraia dell'Altare.
Burraia dell’Altare

Torniamo al nostro itinerario e proseguiamo sulla strada asfaltata finché, poco dopo Casa Roncuccio, non vediamo a sinistra una sbarra di ferro aperta e un ampio sentiero che ci riporta nel bosco, stavolta prevalentemente di castagni. Da qui, passiamo nel gruppo di edifici semi-abbandonati, Casa Altare con i campi e gli orti circostanti. Bisogna fare grande attenzione al sentiero: il nostro è il numero 65, in direzione Bivigliano, ma ci sono molte intersezioni. Una deviazione, però, la prendiamo: quella che, dopo soli 40 m., porta ad una burraia molto ben conservata, la Burraia dell’Altare (602 m.): è molto graziosa e all’interno si può vedere il tavolo da lavoro e la vasca principale per la produzione del burro.

Torniamo indietro sul nostro sentiero e proseguiamo verso Bivigliano (585 m.), che raggiungiamo uscendo dal bosco. Il percorso torna sulla strada asfaltata e tra le belle ville del paesino lo attraversiamo per prendere poi un’indicazione sulla sinistra, verso Monte Senario, percorrendo infine via della Fittaccia.

Siamo arrivati all’ultima salita dell’anello: riconosciamo il fitto bosco da cui siamo partiti e in una ventina di minuti siamo nuovamente al parcheggio. Qui, dato che ancora non eravamo soddisfatti, abbiamo preso un sentiero che è parte di altri percorsi (l’Itinerario delle Burraie e quello naturalistico) per non perderci la ghiacciaia più grande d’Europa. Essa è a soli cinque minuti dal parcheggio ed è un gioiellino che, a nostro parere, merita di essere visto, concludendo in bellezza la nostra gita!

Monastero di Monte Senario: retro.

Panorama dal Monastero di Monte Senario.


MONASTERO DI MONTE SENARIO

Si tratta di uno dei più importanti santuari della Toscana. L’origine si deve alla donazione al vescovo di Firenze, da parte di Giuliano da Bivigliano, di una parte del monte “Asinaro”, come si chiamava allora. Il monastero fu eretto nel 1234, quando vi si trasferirono sette nobili fiorentini, fondatori dell’ordine dei Servi di Maria e detti perciò i “Sette santi fondatori”, fu ampliato nel XV secolo e nel 1594 dal granduca Ferdinando I. Venne poi in parte modificato nel XVIII e nel XIX secolo.

Giungendovi dal viale alberato dove si trova la Via Crucis, due statue settecentesche introducono al piazzale davanti al monastero e dominato dalla ripida scalinata che sale fino ad una piazzetta antistante la chiesa dell’Addolorata, anch’essa settecentesca e restaurata su progetto di Gian Battista Foggini. A destra si trova l’ingresso al Convento, ma purtroppo è raramente aperto, solo in occasione di eventi e iniziative (come quelle del FAI).

Presso il negozio del santuario è possibile acquistare numerosi prodotti locali. Noi abbiamo scelto i cioccolatini alla Gemma d’Abete, un liquore realizzato dai frati e dal sapore dolce, balsamico e arricchito del particolare aroma dato dall’essenza di Abete. La ricetta originale, ancora oggi seguita, risale al 1865, ideata dallo speziale Frà Agostino Martini (1824-1897).

Croce di Mélago.


CROCE DI MÈLAGO

Qual è la storia dietro questa croce così dimessa? Lo racconta Antonietta Pozzolini, scrittrice e pittrice, in un suo scritto della metà dell’Ottocento. Parlando direttamente con l’autore, che ha incontrato casualmente durante una passeggiata nella zona, egli le racconta di aver piantato la croce in ricordo di un caro amico, con il quale aveva combattuto la campagna di Russia ai tempi di Napoleone.

Lo sfortunato compare, tornato al paese natale, aveva non solo appreso che l’amata era andata in sposa ad un altro, ma era poi morto ucciso da dei banditi mentre tentava di difendere un uomo, proprio il nuovo marito della propria passata promessa sposa! Il narratore scelse quel luogo per la croce perché in quel punto aveva riconosciuto, insieme all’amico, la patria, dopo la guerra e il lungo viaggio.


Badia del Buonsollazzo e panorama.
Panorama alla Badia del Buonsollazzo
Federica e Lorenzo alla Burraia dell'Altare.

BADIA DEL BUONSOLLAZZO

Il nome canonico di questa abbazia è in realtà Sanctus Bartholomoeus de Bono-Solatio, cioè “ben soleggiata” ed era già utilizzata nel XI secolo. Prima fondata per i Benedettini, passò poi ai Cistercensi nel Trecento, sotto i quali conobbe una grande fioritura. Nel 1705 il Granduca Cosimo III favorì la riforma dei Trappisti e l’abbazia la accettò per prima in Italia. Così, tra il 1707 e il 1720, Cosimo III ricostruì gli edifici secondo le nuove esigenze. Dopo diversi passaggi di proprietà, i Camaldolesi presero possesso del luogo nel 1877, ma nel Novecento rimase inutilizzata per decenni. Adesso, in stato di completo abbandono, è in vendita per quasi 3 milioni di euro.

La struttura che vediamo oggi è il prodotto delle ristrutturazioni del Settecento, su progetto dell’architetto Giovan Battista Foggini. In facciata, notiamo infatti il grande stemma mediceo, oltre ad una lapide dedicatoria.

BURRAIE

Piccoli edifici in pietra, parzialmente interrate e situate in luoghi ombrosi, derivano il loro nome dalla funzione principale di lavorazione del burro, ma servivano anche a conservare il latte e preparare formaggi. Elementi comuni di questi edifici sono il soffitto a botte, uno o due vani dove trovano posto la vasca primaria (di solito a ridosso della parete di fondo) sulla quale si trova il condotto dell’acqua con flusso costante, una seconda vasca, un piano di lavoro, ripiani in pietra. Tipico delle burraie è il cosiddetto occhio, un’apertura circolare generalmente posta sopra la porta d’ingresso, che garantisce luce e ricambio d’aria.  Le burraie del Comune di Vaglia si trovano ad una quota compresa tra il 450 e i 650 metri; numerose si possono vedere passeggiando tra i sentieri di Monte Senario.

Ghiacciaia di Monte Senario.

Edicola della Ghiacciaia di Monte Senario.

GHIACCIAIA

Quella di Monte Senario, a 700 m.s.l.m., vanta il primato di essere la ghiacciaia più grande d’Europa. Fu fatta costruire dai frati nel 1842 come conserva per il ghiaccio ed è davvero imponente: 14 metri di diametro, 10 metri di altezza della cupola e 12 metri in profondità nel terreno. L’accesso avveniva dall’edificio adiacente e durante tutto l’inverno dodici laghetti artificiali nelle vicinanze fornivano lastre di ghiaccio che erano disposte nell’edificio in strati intervallati da paglia. Sotto il livello del suolo, il ghiaccio si conservava per molti mesi ed era venduto nel periodo estivo, quando veniva portato in città in botti foderate di sughero. Con l’invenzione del frigorifero, le ghiacciaie non furono più utilizzate e molte divennero delle discariche; quella di Monte Senario si trasformò in una cava di materiale edile nel 1950. Per questo fu rimossa la lanterna che sormontava la cupola (in origine, infatti, l’altezza era di ben 15 metri); parti del tabernacolo della facciata furono adagiate nelle vicinanze e lì sono ancora visibili. Per fortuna, la struttura principale è rimasta ancora in piedi, anche se in stato di abbandono.

Bosco a Monte Senario.


INFORMAZIONI

Traccia GPS de I sentieri di Arianna: https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/anello-montesenario-63943753

Monastero di Monte Senario: https://www.montesenario.it/

Video sulla Croce di Mèlago: https://www.youtube.com/watch?v=gEymqCDpH7I

Aggiornamenti sulla Badia del Buonsollazzo: https://www.ilfilo.net/buonsollazzo0307.htm







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