Nel 1998 dall’agonia del libro ad una profezia sul futuro
OTTOBRE 2023
Trovato casualmente mentre rovistavo nella disordinata sezione dei libri usati dell’Ibs in centro a Firenze, questo volumetto mi è rimasto letteralmente in mano mentre consultavo altre sezioni e, così, alla fine, ho deciso di prenderlo. “Forse è destino”, ho detto scherzando alla mia amica e collega Costanza, con cui stavo ingannando il tempo in attesa della visita alla collezione Fondazione CR Firenze… E non avevo tutti i torti.
Prima edizione, datato 1998, e reintrodotto nel circuito dei libri usati proprio a ottobre 2023 nella libreria Ibs, lo smilzo saggio di Franco Ferrarotti, sociologo e scrittore, può passare inosservato per la sua copertina dai colori chiari e con la piccola riproduzione di un quadro di Soffici dell’inizio del Novecento. Il titolo, però, è già affascinante, pur non tradendo la semplicità della grafica: Leggere, leggersi. Due attività collegate e ispirate alla grande passione dell’autore, la letteratura, che ha condizionato la vita stessa dello scrittore: la lettura è lettura di se stessi, ovvero all’interno dei libri troviamo l’immagine di noi, cogliamo la nostra identità, un’interiorità consapevole che è in costante divenire.
“(…) leggere vuol dire uscire da sé solo per rientrarvi, tornare dentro di sé arricchiti, scossi, forse per sempre strappati al torpore quieto e stagnante, svegliati dal sonnambulismo del quotidiano.”
P. 12
Franco Ferrarotti, affermato professore, critico e scrittore, racconta nell’ultima parte del libro le proprie origini: quando rubava i libri, proprio come l’affamato ghermisce un pezzo di pane. Negli anni l’autore ha costruito una biblioteca, decine e centinaia di volumi che affollano la propria casa; nelle ultime pagine di questo saggio scopriamo la formazione a Sanremo, la passione per le lingue straniere e l’eccezionale abilità ad impararle, la costante passione per i libri e l’idea, ad un tratto, di chiedersi cosa ci fosse dietro le parole, quesito che conduce Ferrarotti dalla filologia alla sociologia.
A parte le vicende biografiche, colpisce in primo luogo la prosa di questo saggio: brillante, vivace e mai banale, priva di inutili eccessi di retorica, ornata di metafore tanto bizzarre quanto capaci di colpire nel segno. La straordinaria capacità lessicale, l’abbondanza di figure retoriche senza risultare ridondante, la sapiente arguzia nel costruire i periodi: sono alcune delle ragioni per cui ho amato Leggere, leggersi e che, a mio parare, derivano non solo da una vastissima quantità di letture, ma anche dalla precedente professione di traduttore.
Nella parte centrale del libro, infatti, Ferrarotti raccolta la propria esperienza nella casa editrice Einaudi, capitanata da Cesare Pavese e dove ha conosciuto Natalia Ginzburg, Serini e altri autori, anche se alcuni solo di sfuggita. La capacità di tradurre, rendere un discorso, un pensiero, trascriverlo in una lingua diversa senza snaturarlo è un’impresa difficile, ma dona una proprietà linguista eccezionale.
“(…) si accende la televisione, imbambolati davanti al vetro opaco che ci scrive in faccia le sue immagini fuggevoli; si diventa (…) couch potatoes, «patate da sofà», immobili e rapite davanti alla seduzione del nulla colorato.”
p. 20
L’altro aspetto del saggio che mi ha colpita molto è il carattere profetico: pubblicato nel 1998, nel pieno dell’affermarsi della televisione e all’alba del computer e del web, Ferrarotti predice il futuro, racconta caratteristiche tipiche della società e dell’uomo al tempo del digitale, dello smartphone e persino dei social media. È, a dir poco, incredibile!
La premessa e il punto di vista sono chiari fin dal primo rigo, che esordisce con “Queste pagine trattano dell’agonia del libro alla fine del XX secolo”. Chiaro, secco, diretto. Il libro viene descritto come in pericolo, in contrapposizione rispetto a Marshall McLuhan, che aveva già dichiarato la sua morte, poiché soppiantato dalla televisione, capace di stimolare l’emisfero destro del nostro cervello, la parte immaginifica, calda, emotiva.
Il declino del libro comporta un cambiamento all’interno della società e dell’essere umano stesso:
“(…) la televisione può eventualmente dar luogo a quel tipo umano che ho creduto legittimo definire Homo sentiens (…) il successore, ma anche il surrogato e il sostituto, dell’Homo sapiens, di ascendenza socratica: privo di memoria (per questo c’è il computer), vive nell’istante, non pensa né sa né tanto meno progetta, ma vibra e sente in base a un grande sviluppo della sfera istintuale corporale, ponendosi come campione di una nuova oralità pre-verbale, uomo senza storia (…)”
pp. 17-18
Le parole di Ferrarotti sono profetiche quando descrive la continua informazione, il caos incessante, il rumore in cui siamo immersi, la comunicazione che ci stritola… L’uomo non ne esce arricchito, ma svuotato.
“Sta crescendo l’analfabetismo degli alfabetizzati, la grande, irresistibile, a quanto sembra, ondata degli analfabeti di ritorno e degli aficionados di Internet, degli idiots savants che sanno tutto, che sono informati in tempo reale di tutti, ma non capiscono niente, fagocitati dalla stessa ricchezza dei dati non assimilati né assimilabili, storditi dalla rapidità medusizzante delle immagini”. p. 19
“Siamo nella paradossale situazione di persone che sono nello stesso tempo poste in grado di informarsi di ciò che avviene, letteralmente, in tutto il mondo, e che si ritrovano, nella loro quotidiana realtà esistenziale, orfane, figli di nessuno, in balia di forze che non riescono a controllare e che molto spesso neppure conoscono.” pp. 29-30
Tuttavia, non bisogna dimentica che anche il libro è un mass medium. Solo che è quello perdente! Paradossalmente la televisione svolge pure una funzione sociale: baby-sitter i bambini e voce amica per gli anziani soli. Ciò dovrebbe portarci a porre interrogativi su come abbiamo costruito e stiamo ancora creando la nostra società: “la condanna senza appello di una società che fa aumentare la longevità dei vecchi per poi abbandonarli ai margini come vuoti a perdere” (p. 23).
Al tempo di questo saggio, la televisione poteva rischiare di rimanere vittima del proprio successo, incapace di produrre nuovi contenuti, monotona e ripetitiva. In effetti, è ciò che sarebbe forse accaduto ed è per questo che internet e soprattutto i social media sono risultati vincenti: le proposte sono sempre nuove, i canali infiniti, gli strumenti differenti, migliaia di personaggi, soggetti da tutto il mondo… In realtà Ferrarotti immagina già qualcosa di simile: “dover aggiungere – ipotizzo – al «monologo» e al «dialogo» una forma nuova di comunicazione e interazione soggettiva, (…) «un dialogo di folla», una nuova, storicamente inedita «agorà» (…) L’identità si fa invece molteplice, guidata da lealtà sovrapposte e incrociantisi e non necessariamente coerenti. Ciascun soggetto si organizza in base alle esperienze vissute nelle realtà virtuali cui partecipa; cambia e reinterpreta la sua posizione, stimolato da sempre nuove informazioni, tanto da poter dire che l’individuo possiede tante personalità quanti sono gli spazi virtuali cui ha acceso e che egli stesso contribuisce a creare.” (pp. 35-36) Non sono forse i social media?
Il libro è in agonia, sta perdendo la sua battaglia… Come salvarlo? Uno strumento prezioso potrebbe essere la scuola. Anche su questo, Ferrarotti non sbaglia: in classe potrebbe nascere ed essere stimolato l’interesse e l’amore verso i libri, dato che non tutte le famiglie hanno a disposizione biblioteche e conoscenze da tramandare ai figli… Eppure, la scuola non funziona! Non è capace di stimolare, i professori sono spesso demotivati. L’effetto opposto è che a scuola i bambini imparano a odiare i libri! Ne è una prova il fatto che sono proprio i grandi classici le letture più detestate…
Ferrarotti è profetico anche per quanto riguarda la scuola, immaginando che essa sarà dotata di mezzi audiovisivi e tecnici… Ma essi non risolveranno affatto il problema! Anzi, potrebbero addirittura acuirlo…
E quindi? Ferrarotti sembra lasciare un po’ di speranza, soprattutto nella scuola e nella sua possibilità di rinnovarsi. Mi sembrano significative la forza e la decisione con cui argomenta l’importanza di un approccio umanistico, imprescindibile se vogliamo preservarci, appunto, umani:
“(…) abbiamo creduto alla tecnologia, le abbiamo ceduto le nostre anime. Ma la tecnologia è una perfezione priva di scopo. Ci insegna quali sono le istruzioni per l’uso. Ci spiega il come. Non dice assolutamente nulla sul perché. Per questa ragione, il primato del discorso tecnico è nello stesso tempo privo di senso e pieno di pericoli. Trasforma i valori strumentali in valori finali. Fa convivere progresso materiale e barbarie interiore.” p. 34
SINOSSI
La passione sfrenata per i libri ha fortemente condizionato la vita dell’autore. Leggere come leggersi, ovvero leggere nei libri l’immagine di se stessi. Fra saggistica e autobiografia, Franco Ferrarotti affronta in modo brillante il tema dell’agonia del libro, mass media perdente contro l’onnipresente televisione.
L’AUTORE
Nato nel 1926, Franco Ferrarotti è uno dei più importanti e famosi sociologi italiani. Professore di sociologia nell’università di Roma (1961-2002), è stato anche deputato nel parlamento per la terza legislatura (1958-63), eletto per il Movimento di Comunità. È direttore della rivista La Critica sociologica, da lui fondata nel 1967. Ha pubblicato numerose opere, tra cui: Max Weber e il destino della ragione (1965); Trattato di sociologia (1968); Il paradosso del sacro (1983); Mass media e società di massa (1992); La tentazione dell’oblio: razzismo, antisemitismo e neonazismo (1993); Homo sentiens: giovani e musica (1995); Rock, rap e l’immortalità dell’anima (1996); L’Italia tra storia e memoria (1997); La verità? È altrove (1999); Il potere (2004); La televisione (2005). Nel 2012 ha pubblicato il testo autobiografico Atman. Il respiro del bosco e il saggio Un popolo di frenetici informatissimi idioti, cui ha fatto seguito Dialogo sulla poesia. Con un’antologia poetica (a cura di P. Mattei, 2018).
IL LIBRO
Franco Ferrarotti, Leggere, leggersi, Donzelli Editore, Roma, 1998.
> https://www.donzelli.it/libro/9788879893794
Sito web: https://www.francoferrarotti.com/
LEGGI ANCHE …