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“LEZIONI” DI IAN McEWAN

Il romanzo di una vita

NOVEMBRE 2023

Regalo da parte di Pasqua da parte di mia mamma, che lo ha comprato alla sua libreria di fiducia in via Gioberti, un romanzo di McEwan è un romanzo di McEwan. Come molti, ho conosciuto questo autore grazie alla celebrità di “Espiazione”, ma non ho letto molto di lui; ricordo bene solo un altro romanzo, “Miele”, che mi ha conquistata per il colpo di scena finale. Adesso che si vocifera Ian McEwan si avvicini a conquistare il premio Nobel, mi pare il momento adatto per leggere la sua ultima pubblicazione, “Lessons” del 2022, tradotta e uscita in Italia nel 2023 con il titolo “Lezioni”.

  1. Sinossi;
  2. L’autore;
  3. Cosa ne penso?
Ian McEwan, Lezioni, Einaudi, Torino, 2023.


Leggere McEwan per me non è mai facilissimo, soprattutto per l’impatto iniziale. Ha un modo di scrivere che per me è impegnativo; non è particolarmente retorico, oscuro, difficoltoso, ma io come lettrice trovo sempre una certa difficoltà ad approcciarmi alle sue pagine. Soprattutto mi esaspera come prima di un momento, che pensiamo cruciale, i tempi si dilatino, le righe si inframezzino di riflessioni, descrizioni, persino flashback. Divento impaziente. Al contrario di altri autori, di cui apprezzo questa capacità di posticipare la rivelazione, qui mi irrito. Non saprei ben spiegare perché.

L’omogeneità dello stile di McEwan è sorprendente: procede con lo stesso tono, il medesimo modo di scrivere, formulare le frasi, costruire la trama, pagina dopo pagina, romanzo dopo romanzo. È uno stile bello, elegante, senza fronzoli inutili, ma ricco di vocabolario, complessità di discorso; a volte troviamo figure retoriche e monologhi interiori, ma sono piccole oscillazioni su una coerenza stilistica impressionante. Credo che per me sia qui il problema: preferisco una scrittura meno bella, meno perfetta, ma più viva, meno noiosa (mi si perdoni: i gusti sono gusti!).

Superata questa criticità (che, ripeto, è tutta in me lettrice e non nello scrittore), il mio apprezzamento per la sapiente costruzione della trama è infinito. McEwan tiene le fila di quasi un secolo di storia di un uomo, immerso negli accadimenti dell’Europa, in particolare di Germania e Inghilterra, dagli anni Quaranta del Novecento fino alla pandemia di Covid-19 del 2020-2021. Senza sbavature né dimenticanze, l’occhio del narratore si spinge persino un po’ prima nel tempo, grazie alle testimonianze di alcuni dei personaggi…

“Uno dei grandi inconvenienti della morte (…) era che ti estromettesse dal racconto.” 

p. 551

Lezioni è un romanzo mastodontico, che coniuga la vita personale di un uomo, Roland, e le vicende storiche che hanno attraversato quasi un secolo; l’intreccio tra le due è formidabile, non solo a livello narrativo, di episodi determinanti, ma per la resa stupefacente dell’impatto del mondo e della storia sulla psiche di una persona comune. C’è dentro di tutto: violenza familiare, rapporto con i genitori e con i fratelli, un abuso su un minore, sessualità, incapacità e inettitudine, talento, mancata realizzazione, calore della sfera privata, malattia, libri, musica, dicotomia tra famiglia e professione, speranza con la caduta del Muro di Berlino, amicizia, ideali politici, relazione con figli e nipoti, riconciliazione, rabbia, impotenza…

Tutta la vita di un uomo, tutti gli stravolgimenti della storia. Una volta concluso, scorrendo indietro le pagine, è affascinante notare quanto questo romanzo sia completo. Parla di una persona comune, con le contraddizioni e i fallimenti, ma pure i successi, la malinconia, le scelte… Riassumere un libro del genere è praticamente impossibile. Ci porta a riflettere su di noi, su chi siamo e chi vogliamo essere, sul mondo che ci circonda e dove vogliamo che porti, che futuro ci attende, se abbiamo imparato qualcosa dal passato.

Un respiro così ampio e privo di alcun giudizio è raro da trovare in un romanzo. C’è una sottile inquietudine, però, che anima ogni pagina, l’impressione di un fallimento, di una mancanza, di un’insensatezza di fondo. Io la percepisco in Roland, nelle sue riflessioni. La malinconia di non essere riusciti a diventare Grandi, ma aver costruito una famiglia, essere importanti per i propri cari… Dall’altro lato, l’ex moglie, Alissa, che è divenuta una famosa scrittrice, ma ha pagato un prezzo molto più alto (solitudine, rabbia, malattia, incomprensione) … Allora mi domando: dov’è la felicità, l’appagamento, la realizzazione? Non in ciò che abbiamo fatto, ma nel nostro sguardo.

Il romanzo è costruito su una circolarità: Alissa è assente nelle prime pagine, ha abbandonato il marito, Roland, e il figlio di sette mesi. Da qui parte la storia, che si costruisce con una serie di flashback che raccontano l’infanzia del protagonista, i suoi anni in collegio, il talento per il pianoforte, l’iniziazione al sesso e tutta la storia di Roland fino al 1986. Sullo sfondo la nube tossica di Chernobyl e la paranoia che costringe il neo-padre a sigillare le finestre con il nastro adesivo. Alissa compare e scompare all’interno del romanzo, per poi riapparire nel finale, portando una nuova prospettiva su tutta la storia, che si conclude nel 2021, tra i lockdown e l’emergenza Covid-19. Il finale, tuttavia, non è negativo, solo malinconico…

Ian McEwan, Lezioni, Einaudi, Torino, 2023.



“La tentazione dei vecchi, nati nel turbine delle cose, è quella di vedere nella loro morte la fine di tutto, la fine dei tempi. Pin questo modo la loro morte assume più senso. Roland era consapevole che il pessimismo è il compagno ideale del pensiero e dello studio, che l’ottimismo è roba da politici ma che nessuno ci crede. Era a conoscenza delle ragioni per cui rallegrarsi, e qualche volta anche lui aveva citato gli indici, il tasso di alfabetizzazione e così via. Ma erano tali perché messi in relazione a un passato disastroso. Era più forte di lui, c’era una nuova bruttezza nel mondo”.
p. 552

A cosa si riferisce il titolo? La risposta più semplice dire che riguarda le lezioni di pianoforte, impartite dalla maestra del collego dove Roland viene istruito e dove scopre il proprio talento. Lezioni, però, anche di sessualità; lezioni, poi, di vita; lezioni nella vita adulta, come se non finisse mai di imparare e, al tempo stesso, si sentisse prigioniero di un’immobilità amorfa e inconcludente. Nei fatti, non mi pare così, ma ciò che vediamo razionalmente e ciò che sentiamo dentro sono due sfere ben differenti.

Una particolarità caratterizza Lezioni: il realismo permea l’intero romanzo, che rende perfettamente il periodo storico, racconta episodi accaduti, prospettive, incoerenze sia politiche sia personali… Roland è una persona vera, con idee altalenanti, incertezze, capacità, sentimenti. Tuttavia, qualcosa stride con tutto questo realismo: i nodi principali della storia vengono al pettine. Ogni nicchia tematica, sapientemente costruita in quasi seicento pagine, trova la propria conclusione: la storia della famiglia di Roland, il rapporto con la maestra di pianoforte, la relazione con Alissa… Alla fine, tutto torna. Forse per questo, quando arriviamo alla conclusione, proviamo un senso di completezza.

Un’ultima considerazione, a mio parere, Roland potrebbe essere considerato un alter ego di McEwan… Hanno la stessa età e hanno assistito ai medesimi cambiamenti politici e storici, ma c’è anche qualcosa di più. Una sensazione. Come se lo scrittore fosse anziano e si guardasse lui stesso indietro. Un po’ è Roland, certamente, ma in minima parte è anche Alissa, che scrive romanzi incredibili, con un taglio storico, personaggi complessi di cui descrive l’intera vita. L’intreccio è particolare e non deve essere forzato: Roland ha la medesima prospettiva di McEwan, che è divenuto un famoso romanziere come Alissa (e, forse, come lei ha sacrificato qualcosa?) e che scrive Lezioni nella maniera in cui lo avrebbe fatto il suo principale personaggio femminile.

In ogni caso, non è errato dire che McEwan è interamente in questo romanzo. Anche solo per questo, merita di essere letto.

Ian McEwan, Lezioni, Einaudi, Torino, 2023.


SINOSSI

Il romanzo inizia nel 1986, quando la moglie Alissa abbandona il marito e il figlio di sette mesi; Roland Baines si trova così a fronteggiare la polizia e ad accudire il neonato, mentre la catastrofe di Chernobyl diffonde la propria nube tossica nell’aria. Il libro racconta la vita del protagonista dall’infanzia in nord Africa al collegio dove scopre il talento per il pianoforte e subisce le attenzioni morbose della maestra; dall’incontro con Alissa al suo abbandono; dagli amici nella Germania dell’Est alla caduta del Muro di Berlino… Il romanzo copre tutta la vita di Roland fino alla sua vecchiaia, con una serie di personaggi, episodi e colpi di scena.

IAN RUSSEL McEWAN

Nato nel 1948, è uno dei più importanti scrittori e sceneggiatori britannici. Nel 2008, il Times lo ha inserito nella lista dei “50 più grandi scrittori britannici dal 1945” e il Daily Telegraph lo ha annoverato tra le “100 persone più potenti della cultura britannica”.

Laureato in letteratura inglese, si approcciò alla scrittura con alcuni racconti dai toni cupi, che gli fecero guadagnare il nomignolo di “Ian il Macabro”. Nel 1978 esordì con il suo primo romanzo, Il giardino di cemento, a cui seguirono altre opere dalle tinte fosche, interrotte dalla pubblicazione di libri per bambini, che ebbero un discreto successo e lo spinsero verso nuove tematiche (Cani neri del 1992, L’amore fatale del 199 e Amsterdam del 1998, grazie al quale vinse il Man Booker Prize).

Nel 2001, McEwan pubblicò uno dei suoi capolavori, Espiazione, da cui nel 2007 è stato tratto un kolossal cinematografico hollywoodiano. Nel 2002 McEwan scoprì di avere un fratello maggiore, David Sharp, che era stato dato in adozione dalla madre durante la Seconda Guerra Mondiale.

Numerosi sono i romanzi che McEwan ha pubblicato negli ultimi anni, tornando in parte a trattare temi foschi e controversi, come in Nel guscio del 2016.

IL LIBRO

Ian McEwan, Lezioni, Einaudi, Torino, 2023.
> https://www.einaudi.it/catalogo-libri/narrativa-straniera/narrativa-di-lingua-inglese/lezioni-ian-mcewan-9788806257576/


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