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PAESI TUOI DI CESARE PAVESE

Il primo romanzo del grande autore

Sicuramente la più bella edizione che possiedo delle opere di Pavese: un libro di Einaudi stampato nel 1957 e con un’elegante scritta corsiva con una stilografica lasciata dal precedente proprietario, che ha inciso il proprio nome e una data (22 ottobre 1958). Mi piacciono la copertina con il dettaglio di un quadro di Van Gogh e la costola scura, di stoffa grezza; le pagine sono ingiallite dal tempo ma intonse, con un discreto margine ai lati del testo e un carattere sobrio e pulito. Dove mai avrò trovato una tale chicca? Ovviamente, alla libreria Mucho Mojo, insieme ad una scorta di altri volumi e altrettanti libri di fiabe…

  1. Sinossi;
  2. L’autore;
  3. Cosa ne penso?
"Paesi tuoi" di Cesare Pavese - copertina dell'edizione Einaudi del 1957.

Mi sono avvicinata a Pavese con la lettura de La luna e i falò (1949, pubblicato nel 1950), che è l’ultimo romanzo del grande scrittore, e, dopo di essa, La casa in collina (1947-1948, pubblicato nel 1948). Con Paesi tuoi proseguo il mio percorso a ritroso nella produzione di Pavese: esso è infatti il suo primo romanzo, composto nel 1939 ed edito nel 1941, sempre dalla casa editrice Einaudi.

Si tratta della prima opera narrativa lunga, dopo che l’autore si era a lungo dedicato alla poesia (sebbene Lavorare stanca abbia già un’importante componente narrativa) e ai racconti brevi, che scrisse dal 1936 fino al 1946 e che furono pubblicati postumi. Negli stessi anni si stava anche concentrando sul testo autobiografico dell’esperienza del confino a Brancaleone Calabro, Il carcere.

Paesi tuoi è molto diverso dagli altri due romanzi (La luna e i falò e La casa in collina) sia nello stile sia per l’assenza di uno dei temi principali di Pavese: la guerra. Vi è, invece, quello centrale della contrapposizione tra città e campagna, presente anche ne La casa in collina, sebbene con una diversa declinazione. Questo divario è simboleggiato dalle due figure principali: il narratore, meccanico torinese, Berto ed il contadino Talino. Il mondo della campagna, visto attraverso lo sguardo altezzoso del cittadino, appare tuttavia come un universo quasi magico, ancestrale e primitivo, dominato da forze primordiali come quelle dell’eros e della violenza. Il narratore le percepisce, le sente e ne è irretito, ma non le comprende, non è in grado di agire sullo stesso piano, prevedere le mosse degli altri personaggi, relazionarsi con loro senza esserne beffato. Pur nella sua ostentata superiorità, infatti, sembra destinato a soccombere.

Il romanzo risente delle suggestioni della letteratura americana: la trama è ispirata al romanzo Il postino suona sempre due volte di James Cain (1936); si colloca inoltre tra realismo e simbolismo, in una posizione del tutto particolare. Paesi tuoi può essere considerato un antesignano della corrente del Neorealismo: la rappresentazione del mondo rurale di Monticello e la riproduzione della parlata dei contadini hanno una forte componente realistica. Tuttavia, molti punti del romanzo hanno una potente carica simbolica: il contrasto tra città e campagna, le metafore per la carica sessuale di Gisella. La struttura del romanzo è quella della tragedia: forze latenti esplodono nel dramma finale, che è anticipato più volte da frasi e riferimenti ancora oscuri da parte del narratore.

"Paesi tuoi" di Cesare Pavese - due pagine interne.

Lo stile è molto differente dai romanzi successivi, in cui esso è più rifinito, levigato, ricercato, anche se sempre con una sua semplicità. In Paesi tuoi la sintassi è modellata sull’oralità (anche questo è un tratto neorealistico), con tratti tipici dell’italiano regionale piemontese e calchi di espressioni dialettali che colorano i molti discorsi diretti dei personaggi. Numerosi sono i dialoghi, ma anche le parti caratterizzate dal discorso indiretto libero. Solo in alcuni punti lo stile si innalza e aumentano i rimandi simbolici: qui si avverte la voce non più di Berto, ma dello stesso autore.

Questo modo di scrivere si addice alla storia raccontata e ciò che viene lasciato di non detto né spiegato, ma solo sottinteso o accennato, aumenta a volte la complessità di una trama di per sé non molto articolata e con relativamente pochi avvenimenti.

Il clima di sospensione creato, che prelude alla tragedia finale, è subito ravvisabile, fin dalle prime pagine: tutto è in funzione dell’evento conclusivo, duro, eclatante, inaspettato. Ne sono un presentimento alcune considerazioni del narratore, le incomprensioni, le menzogne e le scoperte di mezze verità…

Anche in questo romanzo è presente, seppure in una forma peculiare, il tema dell’inettitudine, dell’ignoranza e della mancata comprensione, del prendersi gioco dell’altro e di essere i più furbi. Talino, gretto e rozzo, vince su Berto, che pensa di essere più raffinato e con alte prospettive, conosce le leggi della campagna, la forza della violenza; beffa il narratore fin dal primo istante ed egli rimane irretito in una storia tragica e dolorosa, all’interno della quale non ha alcun potere.

SINOSSI

I due protagonisti, Berto e Talino, si conoscono in carcere; usciti, il contadino insiste perché l’altro lo segua a Monticello, il suo paesino d’origine, perché, essendo un meccanico, potrebbe occuparsi della trebbiatrice. Le intenzioni di Talino, però, non sono trasparenti: essendo stato accusato di aver incendiato la cascina di un vicino (è stato davvero lui?), vuole qualcuno che lo difenda in caso di vendetta… Berto arriva in campagna convinto della propria superiorità e si scontra con un mondo completamente diverso: non riesce a capacitarsi della rozzezza della famiglia di Talino, ma sente un interesse per sua sorella Gisella. Questa attrazione avrà poi un ruolo fondamentale nella tragedia che si andrà a compiere e che conclude il romanzo.

"Paesi tuoi" di Cesare Pavese - copertina dell'edizione Einaudi del 1957.


CESARE PAVESE

Cesare Pavese (1908 – 1950) trascorre quasi tutta la vita a Torino. Dopo la laurea in lettere insegna per breve tempo. Scrive poesie e racconti e traduce per la casa editrice Einaudi autori americani ancora poco conosciuti in Italia, favorendo la diffusione della letteratura statunitense. Arrestato nel 1935 con l’accusa di attività antifascista viene mandato al confino a Brancaleone Calabro dove soggiorna per un anno.

Negli anni del dopoguerra si dedica a un’intensa attività letteraria pubblicando romanzi e saggi sul rapporto tra letteratura e società e ottenendo un ampio apprezzamento di pubblico e di critica. Al culmine del successo, in seguito a una grave crisi esistenziale, si toglie la vita in un albergo a Torino.


IL LIBRO

Cesare Pavese, Paesi tuoi, Giulio Einaudi editore s.p.a., Torino, 1957
(prima edizione 1941)


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