Fiabe Libri

“TORNERANNO LE QUATTRO STAGIONI” DI MAURO CORONA

Una raccolta di favole sulla montagna per riflettere come esseri umani

DICEMBRE 2023

Ultimo libro del mio 2023! Non potevo concludere l’anno in modo migliore… Questo è stato un bel regalo di Natale, dono inaspettato da parte di mia madre, che lo ha reperito in qualche banco dell’usato e lo ha scelto perché lo potessi leggere quando ero in montagna (i suoi regali sono spesso in tema con le mie vacanze). Nonostante la sua fama, ero del tutto ignorante su chi fosse Mauro Corona, ma posso affermare senza ombra di dubbio di essere felice per la scoperta di questo autore, che sento così vicino alla mia sensibilità.

  1. Sinossi;
  2. L’autore;
  3. Cosa ne penso?

Dopo averlo spacchettato il 25 dicembre, ho letto velocemente Torneranno le quattro stagioni durante gli ultimi giorni dell’anno, mentre ero in vacanza in Val di Fiemme (Trentino). Il luogo in cui mi sono trovata mentre scorrevo queste pagine e le loro illustrazioni è stato perfettamente in linea con l’ambiente evocato nelle varie favole, specchio della realtà che l’autore vive ogni giorno. Mauro Corona, infatti, dopo aver vissuto la prima infanzia in Trentino è tornato con la famiglia a Erto, in provincia di Pordenone nel Friuli-Venezia Giulia, nel cuore del Parco Naturale delle Dolomiti Friulane. La sua scrittura risente potentemente dell’ambiente circostante…

La raccolta di favole, 16 in totale (4 per ogni sezione, che corrisponde a ciascuna delle stagioni), è abitata dai personaggi, dagli animali, dalle attività e dalle esperienze della montagna. Tra le pagine troviamo camosci e cervi (Il camoscio-cervo che ambisce a corna più belle), gufi e pettirossi, tordi, marmotte e spiriti dei boschi, ma anche cani e gatti, persino ragni. Alcuni animali parlano, dialogano tra loro, si consigliano e insegnano, si rimproverano e supportano; tutti quanti pensano, riflettono, provano emozioni e sentimenti.

Mauro Corona, Torneranno le quattro stagioni - copertina.



“Pochi imitano chi fa il bravo e vive in maniera naturale. Tutti si arruolano, o vorrebbero arruolarsi, nelle file dei trasgressivi, dei vincenti, degli appariscenti. (…)

Nessuno è migliore di un altro, o più bravo, o più bello. Ognuno è quello che è e deve accontentarsi. Ogni albero è diverso dal suo vicino. Bisogna crescere e coltivare l’albero che siamo.”
p. 129

Talvolta i personaggi animali sono utilizzati per stabilire parallelismi con il mondo e le storie umane, come nel caso delle favole Il gufo e il pettirosso e La piuma: la prima per un insegnamento di vita, la seconda per una storia d’amore. Altre volte gli animali mostrano una prospettiva sulla realtà umana, in cui l’uomo non è dipinto positivamente, tranne che per pochi individui. Il cane menomato, ad esempio, impara, a causa della propria perdita dell’olfatto, che adulti e bambini possono essere cinici e spietati; qualcuno lo accoglie, ma i maltrattamenti e la malvagità sono più forti della bontà; così impara a tenersi lontano dagli esseri umani. Figure egoiste e insensibili nei fronti degli animali sono i genitori della bambina protagonista de L’estate di Ciuffo, padrona di un fedele cagnolino, abbandonato prima di una vacanza in crociera.

Anche il mondo vegetale è presente nelle favole ed è protagonista de La radura scolpita, in cui i tronchi degli alberi parlano tra loro e assumono caratteristiche e tratti tipicamente antropomorfi: le piante scolpite si credono superiori alle altre, che vengono ingiustamente prese in giro. In modo molto simile le foglie cadute dagli alberi scherniscono la neve, perché si pensano migliori di lei (La neve). In entrambi i casi l’equilibrio viene ristabilito attraverso il gelo e il fuoco…

Rapporti positivi con la natura, nel rispetto di essa e dei suoi abitanti, sono comunque possibili, ma solo se gli uomini si predispongono alla pazienza, all’ascolto e alla cura non oppressiva. Così Mauro Corona racconta la storia del salvataggio di un tordo da parte di un uomo, che poi gli restituisce la libertà (Libertà), e dell’amicizia tra una donna e una marmotta (La marmotta).

Mauro Corona, Torneranno le quattro stagioni - illustrazioniedi Matteo Corona alla favola "Il cane menomato".


“Aveva capito che la libertà è un dono da gustare adagio.
La liberà non va presa mai con troppo entusiasmo o troppa gioia, altrimenti finisce male.”
p. 55

Alcune favole sono abitate solo da uomini, sebbene sempre inseriti nell’ambiente montano. Le prime due che aprono la raccolta, ad esempio, sono racconti strazianti. Il primo si concentra sull’evoluzione di un bambino maltrattato dal padre e abbandonato dalla madre e che da adulto vuole formare una famiglia sua (Maternità); il secondo ha quale protagonista il dedicatario dell’intera raccolta, un bambino malato che è animato una grande volontà e desiderio di vivere (Stefenin).

Le attività in cui i personaggi sono impegnati sono ricorrenti, le medesime della vita dello scrittore: trekking e passeggiate, la lavorazione del legno, l’arrampicata… Sono tutte esperienze e lavori tipici della montagna: Eredità racconta di una famiglia di pastori in cui la tradizione passa di generazione in generazione, mentre in Biciclette l’uso del mezzo di trasporto offre lo spunto per un’ammenda morale su ricchezza e povertà, rispetto e dignità umana.

L’amore non è un grande protagonista delle favole, ma compare almeno quattro volte ed è sempre caratterizzato da potenza ed energia: nelle storie di animali, Il cane menomato trova la forza di vivere grazie ad una cagnetta e Il gatto Bianconiglio, pauroso e indolente, combatte e sconfigge gli avversari per la propria amata. Nelle storie di uomini l’amore assume forme più complesse, anche perché è associato ad una differenza di età tra l’uomo, più anziano, e la giovane donna (Il binocolo e La piuma), ma il messaggio rimane lo stesso: le cose belle (come l’amore) accadono di rado e bisogna coglierle!

Infine, gli anziani assumono un ruolo importante, di saggi, che possono tramandare saperi e conoscenze antiche, tradizioni secolari. Ne è un chiaro esempio Uffa! in cui una giovanissima nipote si scontra con gli insegnamenti del nonno, contrapponendo le mille attività della propria frenetica vita alla lentezza noiosa delle passeggiate in montagna.

Il linguaggio è semplice e piano, ma con guizzi metaforici affascinanti. Mi piace l’uso sapiente delle illustrazioni, realizzate da Matteo Corona, uno dei quattro figli dell’autore. Sono disegni che accompagnano i titoli e offrono un dettaglio saliente di ciascuna favola. Come la scrittura, sono semplici, essenziali, ma potentemente evocative.

L’autore è tutto all’interno delle favole che scrive e il lettore ne percepisce la chiara presenza. È lui a stabilire la morale, spesso attraverso riflessioni esplicite e appelli. Questi ultimi sono rivolti più ai genitori e agli adulti rispetto ai bambini. Sono racconti, infatti, che offrono diversi livelli di lettura e comprensione.

Mauro Corona, Torneranno le quattro stagioni - illustrazioniedi Matteo Corona alla favola "Libertà".




“Ma quei bambini annoiati e sbuffanti non hanno colpa. La colpa semmai è dei genitori che li crescono pieni di vizi, circondati da cose superflue. Bisognerebbe educare i genitori prima che si mettano a far figli. (…)
Come possono i genitori educare i figli all’essenziale, alle cose semplici e vere, alla vita naturale, se non ne sanno nulla? Se sono stati educati a loro volta ad ambire al superfluo, non possono tramandare che quello. E lo insegnano.”
p. 25


“Gli uomini purtroppo si fanno catturare proprio dalle cose eclatanti, meno vero, meno belle e meno naturali. E proteggono quelle, trascurando le cose di valore che hanno sotto il naso.”
p. 64

Infine, mi ha colpita la profonda e al tempo stesso sottile malinconia che avita queste pagine… Avverto una nota di tristezza pure nei lieto-fine, una generale amarezza, forse esistenziale. C’è una dolcezza struggente e potente che avvolge l’incanto della natura e la gioia pare velata da una consapevolezza malinconica e inguaribile.

“Solo quando una cosa viene a mancare ci rendiamo conto di quanto valeva.”

p. 24


Tuttavia, insieme a questa nostalgica tristezza, vi è anche una forza potente, sotterranea, invincibile. Quella della vita stessa, che ci incalza e ci costringe ad andare avanti e a combattere.

“Del resto, non succede mai nulla per caso. La vita accade, indica direzioni che prendiamo e percorriamo fino in fondo. In fondo c’è il dietro-front. Ma la vita è ancora là, che punta il dito, indica direzioni. Una volta percorse, spesso con dolori, fatiche, delusioni e drammi, è inutile dire se e ma. Se e ma li pronunciano gli sciocchi. La vita accade, e non c’è scampo. Nel bene e nel male qui è il sentiero.”
p. 42


SINOSSI

Le 16 favole di questa raccolta narrano le storie di adulti, bambini e animali, affrontando i temi del bullismo e della prepotenza, del rapporto con la manualità e la creatività, dell’amore e dell’amicizia. Tratto caratterizzante è la loro ambientazione sempre tra le montagne.

MAURO CORONA

Mauro Corona, Torneranno le quattro stagioni - copertina.


Nato nel 1950 a Erto (Pordenone), Maurizio Corona ha seguito fin da bambino il nonno paterno in giro per i boschi e il padre alla scoperta delle montagne della sua valle. Dal nonno ha ereditato la passione per il legno, diventando uno dei più noti scultori lignei europei, e dal padre quella per l’alpinismo e le scalate, aprendo oltre trecento nuovi itinerari di roccia sulle Dolomiti d’Oltre-Piave.

Fra i suoi libri ricordiamo le raccolte di racconti Il volo della martora (1997), Aspro e dolce (2004), Cani, camosci, cuculi (e un corvo) (2007); i romanzi Storia di Neve (2008) e Il canto delle manére (2009); le fiabe delle Storie del bosco antico (2005).

IL LIBRO

Mauro Corona, Torneranno le quattro stagioni, con illustrazioni di Matteo Corona, Mondadori, Milano, 2010.
> https://www.ibs.it/torneranno-quattro-stagioni-libro-mauro-corona/e/9788804614579


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