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VILLA CASTELLETTI A SIGNA

Una storica residenza e un giardino da scoprire

Sabato 15 e domenica 16 maggio il FAI ha dedicato, come di consueto, un weekend alle aperture di alcuni edifici storici. Tra norme Covid, prenotazioni e condizioni meteorologiche avverse, noi siamo riusciti a prenotare solo la visita a Villa Castelletti a Signa… e si è rivelata una scelta davvero ottima.

La guida ci ha illustrato l’interno, condotti fino al panorama che si apre dall’altana e raccontato la storia dell’edificio; infine, nel giardino d’inverno alcuni signori ci hanno parlato dell’istituto fondato dai coniugi Croff: gli stessi narratori erano stati tra i bambini accolti e istruiti nella villa. Infine, abbiamo passeggiato attraverso il verdeggiante giardino all’inglese.

Purtroppo, la pioggia scrosciante e le norme anti-Covid ci hanno impedito di fermarci per un pranzo al ristorante La Quercia (che trae il nome dall’albero secolare poco distante), dove ho avuto modo di cenare qualche anno fa insieme a Lorenzo. Si tratta di un locale molto grazioso, con un’attenzione particolare ai prodotti locali e genuini ed un menu senza glutine.

Ma parliamo della villa…

Villa Castelletti - giardino all'italiana visto dall'alto, con siepi di bosso che formano geometria, altri alberi e prati.
Villa Castelletti - Lorenzo e Federica affacciati sul panorama dell'altana.
Villa Castelletti - interno, scalone che porta ad un loggiato a tre lunette.

LA STORIA

La villa sorge sulla parte collinare del comune di Signa, presso un’ansa del fiume Ombrone. Sono ancora ignote le origini del nome, che sembrano rimandare ad un’antica fortificazione posta in difesa del vicino attraversamento del fiume; tuttavia, non è stata ancora ritrovata alcuna documentazione che attesti tale ipotesi.

L’edificio attuale nacque nel XV secolo: ciò è dimostrato dalla struttura degli ambienti al piano terreno, la loro copertura a volte ribassate e le mura di fondazione visibili nelle cantine. I modelli ispiratori furono le due vicine ville medicee, quella di Poggio a Caiano (1485) e quella di Artimino (fine XVI secolo).

Nel XVI secolo la villa apparteneva alla famiglia Cavalcanti, la medesima del celebre poeta amico di Dante Alighieri e che sarà proprietaria della tenuta fino al 1727 quando la passerà in testamento a Francesco Maria Mancini, prevosto della Basilica di San Lorenzo a Firenze, il quale a sua volta nominerà successore Urbano Cattani. Egli prese il nome di Cavalcanti per poter accedere a tale eredità: si forma così la famiglia Cattani – Cavalcanti.

Leopoldo Cattani – Calvanti, senatore del Regno d’Italia, fu amico personale di Giuseppe Garibaldi, che venne ospitato proprio all’interno della villa nella primavera del 1867; Leopoldo fu inoltre l’artefice della fondazione di un importante istituto agrario all’interno dell’edificio.

I primi del ‘900 Giovanni Meyer di Montagliari, fondatore dell’omonimo ospedale pediatrico di Firenze, acquistò la villa e vi morì nel 1916. Successivamente, la famiglia Cabrini, nuova proprietaria, fu colpita dalla violenza nazista mentre cerca di difenderla dagli occupanti.

Dal 1953 al 1973 la villa fu sede dell’istituto filantropico fondato da Aldo e Angelina Croff per l’educazione di giovani orfani provenienti da famiglie povere di tutta Italia; i bambini, dai 3 ai 10 anni erano lì accolti e istruiti del tutto gratuitamente. Dopo la chiusura del collegio, Aldo Croff ebbe l’idea di creare una residenza per anziani, ma morì prima di poterla realizzare.

Infine, nel 1981 la villa passò di proprietà alla famiglia Allegri, che ancora adesso la cura.

Villa Castelletti - panorama con vista su strada in salita, cipressi, parcheggio e prati e vegetazione, montagna in lontananza.
Villa Castelletti - facciata della villa, dalla strada in salita, color ocra e molte finestre verdognole.
Villa Castelletti - parco con laghetto e tanti alberi affacciati su di esso; molti colori e sfumature di verde.

L’INTERNO

Si entra dall’accesso principale, dal portone in cima alla lunga e pittoresca salita: ci troviamo in una stanza quadrata di cui colpisce subito il pavimento. Esso, in cotto pennellato, fu realizzato nel 1896 e vi campeggia l’emblema dell’allora proprietario, Giovanni Meyer. A lui dobbiamo i riassembramenti antiquari di inizio ‘900 visibili ancora oggi. Due degli angoli di questo ingresso sono decorati da statue in terracotta della Manifattura di Signa, celebre per l’esecuzione di copie di grandi sculture del passato: qui troviamo la Vergine Spartana e la Venere del Canova. Entrambe sono di proprietà della famiglia Allegri, che possiede ora la villa e anche la stessa Manifattura.

Villa Castelletti - ingresso della villa con tavolo rotondo al centro, statua riproduzione del Canova, lampadario e pavimento colorato.
Villa Castelletti - stemma della famiglia Meyer in una pietra incastonata nel pavimento di cotto.
Villa Castelletti - porta che si apre su salita verso la villa, cipressi e altri alberi.
Villa Castelletti - riproduzione statua Venere di Canova.
Villa Castelletti - pavimento colorato con stemma famiglia Meyer.
Villa Castelletti - Statua della Vergine spartana in terracotta.

Il resto del piano terra della villa non è particolarmente ricco di arredi e opere di pregio. La sua destinazione a luogo di eventi e convegni non ha invogliato i proprietari ad investire nelle decorazioni; così ci troviamo una serie indefinita di pareti bianche con stampe di celebri quadri, invece delle antiche opere, che sicuramente si trovavano ancora nella villa al tempo dei Croff e che sono poi state probabilmente vendute o spostate.

Nella sala verde colpisce un lavabo, che è probabilmente una copia e che ricalca il gusto della fine del ‘400/inizio del ‘500, con la sua decorazione a grottesche; si nota uno stemma ed emerge importante il collegamento ad una comunità monastica. Sulla parete di fronte si trova il camino, sulla cui architrave si legge un monito a non sprecare il proprio tempo, come anche sulla facciata si viene ammoniti di “non perder l’ora”.

La successiva sala rossa mostra un gusto manierista, tipico di inizio ‘600 e incline alle bizzarrie e a figure mostruose, come le maschere e i pavoni del rilievo sul camino. E’ in questa stanza che i bambini ospitati dall’istituto Croff ricevevano la loro prima educazione.

Altro spazio, ricavato dall’unione di più stanze, che erano utilizzate come aule, appartiene ad un’aggiunta successiva, ottocentesca, con un soffitto di gusto neoclassico.

Da qui si passa ad un’altra sala dove lo stemma della famiglia Meyer si ritrova in una lastra in pietra sul pavimento, all’interno di una stella, simbolo dell’appartenenza alla massoneria. Interessante è il portale neoclassico, collocato qui successivamente e frutto probabilmente di una ricomposizione antiquaria. Su di esso troneggiano simboli che parlando di resurrezione e che farebbero quindi pensare ad una provenienza da un ambito religioso: distinguiamo il papavero, che rappresenta il sonno, la spiga, metafora per la rinascita, e, sopra, il delfino, che si addormenta adagiandosi verso il fondo del mare e risale in superficie quando si sveglia.

Attraversando la sala che era utilizzata dai bambini dei Croff come piccolo teatro, si giunge ad uno scalone, prodotto di un’aggiunta successiva e che si congiunge ad un loggiato a tre lunette, un tempo esterno. La sua destinazione a spazio all’aperto è testimoniata dal pavimento in cotto di inizio ‘600, impermeabilizzato per non far filtrare l’acqua nella sala rossa. Questo è uno dei punti che più mi ha affascinata e colpita…

Villa Castelletti - sala verde con dettaglio del camino in pietra serena.
Sala Verde
Villa Castelletti - soffitto con decorazioni geometriche di gusto neoclassico.
Villa Castelletti - sala rossa con divani, poltrone, camino e piante.
Sala Rossa
Villa Castelletti - Salva verde con tavolo, sedie e alcune piante.
Villa Castelletti - scalone che conduce ad un loggiato a tre lunette in parte decorato.
Scalone e loggiato
Villa Castelletti - particolare dello scalone visto dall'alto verso il basso.

I piani superiori non sono stati restaurati perché non vengono utilizzati per gli eventi: il percorso si fa un po’ difficoltoso e si rimane impressionati dall’incuria… Il soffitto cade letteralmente a pezzi, scale sono appoggiate alle pareti, i tubi sono esposti ed il pavimento è coperto da uno spesso strato di sporco e polvere. Infine, saliamo su gradini in legno pericolanti e sbuchiamo all’aperto: siamo arrivati all’altana. Questa fu realizzata all’inizio o a metà ‘800; infatti, non vi sono testimonianze precedenti di essa, ma solo di un torroncino a colombaia. L’uso doveva essere di tipo ricreativo per prendere il tè o il caffè, particolarmente comodo perché si trova sopra il piano mezzanino, destinato alle cucine, delle quali vediamo spuntare dal tetto i piccoli comignoli. Sistemi di concatenazione rendono stabile e sicura la loggia. Il panorama è davvero splendido: a parte la piana e le montagne in lontananza, si può vedere bene a sud la macchia verde del parco all’inglese, mentre a nord il complesso disegno del bosso del giardino all’italiano che si estende di fronte alla facciata. Infine, due campane erano collegate tramite un efficiente meccanismo (visibile al piano inferiore) all’orologio che si erge sopra il giardino d’inverno.

Completiamo la visita proprio in questo spazio: qui si trovava un giardino all’italiana, mentre ora la struttura a vetri copre un ampio luogo rilassante e particolarmente adatto ad eventi e convegni.

Villa Castelletti - interno di un corridoio con alcune decorazioni recenti, geometriche, pareti rosate.
Interni Piano terreno
Villa Castelletti - altana con aperture e un po' di panorama.
Altana
Villa Castelletti - lavabo in pietra serena con decorazione a grottesche.
Lavabo
Villa Castelletti - scala in legno che conduce all'altana, alcune persone che salgono e aspettano il proprio turno.
Scala per raggiungere l’altana
Villa Castelletti - dettagli del piano superiore con soffitti che cadono, tubi e ambienti squallidi.
Interni Piano superiore
Villa Castelletti - Federica si abbassa la mascherina e sorride sull'altana.
Villa Castelletti - giardino all'italiana visto dall'alto, con siepi di bosso che formano geometria, altri alberi e prati, strada che passa nel mezzo.
Giardino all’italiana
Villa Castelletti - comignoli delle cucine visti dall'alto, prato e vegetazione del panorama.
Comignoli delle antiche cucine

IL GIARDINO

Oltre al giardino all’italiana che si trova di fronte alla villa, degno di una visita è sicuramente quello all’inglese che si estende sul retro e in cui si può passeggiare tra diverse varietà di alberi e piante. Fu la moglie di Leopoldo Cattani – Cavalcanti, la scozzese Lady Robinia Wilson, a farlo realizzare nel 1840, secondo il tipico gusto romantico. Oltre il gazebo, scendiamo verso il punto panoramico, dove si trova una bella palma e che domina il lago e il prato sottostante. Lo specchio d’acqua fu realizzato dai Croff per l’irrigazione, mentre prima vi sorgevano delle case coloniche, i cui resti si possono ancora vedere su di un lato. La varietà della flora è ben illustrata dalla pianta del parco: un canneto di bambù, un tasso, una sequoia, pini, tigli e lecci; molto grazioso è il tondo dei cipressi storici, che dona pace e armonica semplicità.

Villa Castelletti è senza alcun dubbio una dimora storica degna di una visita approfondita, con punti particolarmente belli e suggestivi, come il panorama dall’altana, e una storia che si sviluppa attraverso alterni e importanti accadimenti. Non si può non dedicare del tempo anche ad una passeggiata nel giardino, per essere trasportati nel tempo in un’oasi di tranquillità.

INFORMAZIONI:
Villa Castelletti: https://www.villacastelletti.it/
Ristorante Quercia di Castelletti: https://www.ristorantelaquerciadicastelletti.it/
Fondo Ambiente Italiano: https://www.fondoambiente.it/

Villa Castelletti - Giardino d'inverno con soffitto bianco retto da pali neri, tavolo al centro e grandi spazi vuoti.
Villa Castelletti - parco con laghetto e tanti alberi affacciati su di esso; molti colori e sfumature di verde. In primo piano siepe tagliata cilindrica.
Villa Castelletti - giardino d'inverno con olivo, vetrate e fuori si vedono altri vasi e alberi.
Villa Castelletti - parco con laghetto e tanti alberi affacciati su di esso; molti colori e sfumature di verde. In primo piano canne e foglie di un albero sull'acqua.
Villa Castelletti - tetto del giardino d'inverno e, oltre, il giardino all'inglese lussureggiante.
Villa Castelletti - parco con laghetto e tanti alberi affacciati su di esso; molti colori e sfumature di verde.
Villa Castelletti - alcuni documenti, elenchi e foto dell'istituto Croff.
Documenti dell’Istituto Croff
Villa Castelletti - bosco verdeggiante e un po' scuro del giardino all'inglese.
Bosco del giardino all’inglese
Villa Castelletti - Federica sul panorama dall'altana.
Dall’altana



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