Emilia-Romagna Viaggi

MEZZA GIORNATA A VIGNOLA

Un itinerario tra ciliegi, storia e tradizioni

Venerdì 29 marzo 2024

Durante uno dei nostri viaggi verso il Trentino, abbiamo deciso di fermarmi nella piccola ma graziosa cittadina di Vignola, dove abbiamo trascorso qualche ora.

Il nostro itinerario ha previsto alcune soste nel centro storico, la visita guidata alla Rocca, una passeggiata tra i ciliegi in fiore e l’assaggio della storica Torta Barozzi.

Arriviamo a Vignola da via Zenzano, che costeggia i campi coltivati e ci offre una splendida veduta della rocca, e parcheggiamo l’auto nell’ampio spazio di posti gratuiti a lato del fiume Panaro. Da qui vediamo le abitazioni del centro del borgo e le mastodontiche mura del castello; seguiamo le indicazioni e passiamo attraverso un tunnel per bici e pedoni, completamente coperto di murales.

Appena sbucati nuovamente all’aria aperta ci troviamo da un lato la natura che si sviluppo lungo il corso d’acqua e un percorso verso i campi di ciliegi, dall’altro la rocca, a cui passiamo accanto ammirandone la grandezza e le torri.

Vignola - tunnel pedonale dal parcheggio.
Vignola - Rocca.

Casa Natale di Lodovico Antonio Muratori

Dopo aver circumnavigato le mura della struttura simbolo di Vignola, svoltiamo a sinistra per entrare nel borgo e, alla nostra destra, prestiamo attenzione ad uno dei monumenti nazionali: la Casa Natale di Lodovico Antonio Muratori, dove nel 1672 nacque il grande storico e letterato, autore di alcune opere monumentali come il Rerum italicarum scriptores, le Antiquitates Italicae Medii Aevi e gli Annali d’Italia dal principio dell’era volgare al 1749.

Favorito dai genitori nel proseguire gli studi (il padre era fabbro/ramaio, oltre che massaro), Lodovico Muratori (1672-1750) studiò a Modena presso i Padri Gesuiti, fu ordinato sacerdote e divenne dottore della Biblioteca Ambrosiana di Milano (1695-1700) e archivista bibliotecario dell’Estense di Modena (1700-1749), tornando ad abitare nel proprio paese natale. Febbrile ricercatore, raccoglitore e ordinatore di fonti, compilatore di repertori, fu aperto alla comunicazione scientifica, prevalentemente in forma epistolare, con gli altri studiosi.

L’edificio si presenta con un aspetto modesto, una costruzione di due piani e un portico laterale, e ha subito numerosi adattamenti e trasformazioni nel corso dei secoli. Dopo un accurato restauro, al primo piano è stato riaperto al pubblico lo “studiolo di Muratori”, che la tradizione identifica con la camera dove nacque il grande studioso e di cui sono stati mantenuti gli arredi dell’epoca.

Vignola - Casa Natale di Lodovico Antonio Muratori.
Vignola - Torre dell'Orologio.

Il piano terreno è adibito a spazio espositivo, denominato “Salotto Ludovico Antonio Muratori”, ed ospita, da settembre a giugno e con cadenza quindicinale, mostre personali e collettive di artisti provenienti da tutta Italia, organizzate dall’Associazione culturale “Amici dell’Arte” di Vignola.

A lato, è stata a lui dedicata la via, prima detta “del guazzatoio” per la presenza di un pozzo utilizzato per abbeverare i cavalli.

Torre dell’Orologio

Proseguiamo lungo il loggiato e svoltiamo a sinistra, godendoci di un suggestivo scorcio dominato dalle mura e dal grande orologio. Questa era la Porta Maggiore della prima cerchia muraria che, fino al Quattrocento, racchiudeva il nucleo originario del borgo, denominato “Castelvecchio” dopo la costruzione delle nuove mura nel 1472, per distinguerlo dalla parte più recente (Castro novo). L’ingresso era difeso da una torre dotata di due ponti levatoi, di cui sono ancora visibili le scanalature per le catene.

Sulla facciata era stato installato fin dal Cinquecento un orologio pubblico “a rotelle”, mentre la sommità della torretta, coperta da una cupola di rame, conteneva una campana che batteva le ore attraverso due statue di bronzo raffiguranti Ercole e Vulcano, denominati “I due Mori”. Nel 1915 la parte superiore fu completamente trasformata per costruirvi il deposito dell’acquedotto: la cupola fu sostituita da una merlatura coperta e la campana fu rimossa. Anche l’orologio venne modificato e il quadrante circolare fu sostituito da quello attuale.

Vignola - Rocca.
Vignola - Rocca.

Rocca di Vignola

Passiamo sotto la torre e arriviamo alla piazza più bella e importante di Vignola, piazza dei Contrari, centro della parte più antica del borgo, “Castelvecchio”, e racchiusa tra la Rocca, il Palazzo dei Contrari – Boncompagni e il Loggiato, che ha sostituito nel XV secolo la chiesa parrocchiale per volere della famiglia Contrari, impegnata nell’ampliamento della Rocca. Probabilmente, comunque, esisteva già una versione di minori dimensioni del loggiato, volta ad ospitare botteghe e magazzini.

Adesso la struttura è parte integrante della Rocca, il cui ingresso si apre a destra, sopra al fossato. L’anno di fondazione non è conosciuto, ma probabilmente la sua origine si attesta nel VIII secolo con funzione militare. Furono i Contrari, investiti del feudo dagli Este nel 1401, ad apportare profondi cambiamenti, trasformando la fortificazione in una sontuosa dimora con decorazioni e affreschi.

Nel 1577 Giacomo Boncompagni acquistò la Rocca, che passò di proprietà ai vari eredi, i quali avevano assunto il doppio cognome Boncompagni-Ludovisi. Comprata nel 1965 dalla Cassa di Risparmio di Vignola, questa struttura simbolo del borgo è stata ceduta alla Fondazione di Vignola nel 1998 e, dopo importanti restauri, aperta al pubblico.

È possibile prenotare online una visita gratuita e ammirare l’interno della Rocca, dalle sale affrescate alla cappella fino ai camminamenti di ronda.

Qui trovate maggiori informazioni sulla storia e tutti i dettagli degli interni.

Vignola - Rocca.
Vignola - Rocca.

Palazzo Contrari – Boncompagni

Davanti alla Rocca, affacciato sulla piazza e separato dagli altri edifici, si erge il Palazzo Contrari – Boncompagni, costruito a partire dal 1560 per volere del feudatario Ercole Contrari “il Vecchio”. Il cantiere determinò l’abbattimento di undici case, ampliò l’invaso della piazza e modificò radicalmente il suo aspetto.

L’elegante, sobrio e armonioso palazzo, in stile rinascimentale, ha mantenuto pressoché inalterato il proprio aspetto nel corso dei secoli. Il progetto è attribuito al grande architetto vignolese Jacopo Barozzi, così come la tradizione ha tramandato e studi recenti hanno confermato. La costruzione fu affidata al “magistro/muratore” Bartolomeo Tristano di Ferrara che realizzò il progetto di Jacopo Barozzi detto il Vignola; per questo il palazzo è conosciuto anche come Palazzo Barozzi.

Vignola - Palazzo Contrari - Boncompagni.
(Immagine tratta da Wikipedia.)


Dopo soli dieci anni dal termine della su costruzione, nel 1577 il palazzo passò ai Boncompagni, in qualità di nuovi signori di Vignola, i quali se ne mantennero proprietari anche durante il periodo napoleonico. Nel 1948 fu acquistato dalla Parrocchia, a cui tutt’ora appartiene.

Leggermente rettangolare e con due ali laterali, il palazzo si sviluppa su quattro piani, dei quali il seminterrato ospitava le cantine, la cucina, due pozzi, il forno e il primo ciclo della scala elicoidale autoportante progettata dal Barozzi e vero fiore all’occhiello dell’edificio. Grazie ad un recente restauro, questo piano è attualmente visitabile ed è stata ricavata una sala conferenze.

La scala a chiocciola collega i vari piani del palazzo, dalle cucine e dagli ambienti dedicati agli approvvigionamenti e all’andamento della casa fino al piano nobile, dove il feudatario viveva e riceveva, e al sottotetto destinato ad alloggio della servitù. Si tratta di una straordinaria opera architettonica di Jacopo Barozzi, che le ha conferito una forma elicoidale e l’ha progettata come struttura interamente aerea e autoportante, sostenuta solo da una colonna.

La visita all’interno del palazzo è possibile in giorni e orari definiti, pagando un economico biglietto di ingresso.

Via dei Ciliegi

Dopo aver visitato la Rocca (ma non il palazzo), ci siamo avviati verso un’altra delle attrazioni più iconiche di Vignola: la Via dei Ciliegi, che raggiungiamo passando a lato della fortificazione e scendendo lungo il percorso accanto al fiume Panaro.

Vignola - percorso natura sul fiume Panaro.
Vignola - Via dei Ciliegi.

Noi abbiamo fatto una passeggiata ad anello, combinando il sentiero naturalistico, che costeggia il corso d’acqua con le stradine che serpeggiano tra i campi di ciliegi, e la strada attraverso i ciliegi. Il paesaggio è molto suggestivo, soprattutto tra fine marzo e aprile, nel periodo della fioritura…

Qui potete trovare l’intero itinerario e approfondire le particolarità della ciliegia Durone di Vignola.

Torta Barozzi

Dopo la passeggiata facciamo un’ultima sosta, stavolta di carattere goloso: assaggiamo la celebre Torta Barozzi, definita l’orgoglio di Vignola dal 1886 e composta da mandorle, arachidi e cioccolato fondente. La produzione avviene nella storica pasticceria Gollini, a pochi passi dalla Rocca, dove l’ideatore originario, Eugenio Gollini, l’ha definita la sua ricetta preferita.

Iconica è la descrizione che ne ha fatto lo scrittore Michele Serra: “(…) per descrivere la Torta Barozzi bisognerebbe essere per lo meno Tolstoj, mi scuso con la Torta se non son degno. Si presenta come una piccola zolla di terra, e come una zolla si sbriciola. È un incantevole mistero fatto di mille aromi che confondono il palato in una sinfonia di dolcezze (…)”.

Vignola - Pasticceria Gollini, torta Barozzi.
Vignola - torta Barozzi.

Nel 1886 il dolce era chiamato semplicemente “Torta nera”, ma ha assunto il nome di Torta Barozzi nel 1907, quando Vignola ha celebrato la ricorrenza dell’anniversario della nascita del famoso architetto Jacopo Barozzi (1507-1573), detto “il Vignola”. Il dolce è divenuto un marchio registrato dal 1948 ed è esportato in tutto il mondo.

La ricetta rimane ancora oggi segreta, anche se gli ingredienti sono ben dichiarati. Priva di glutine, è una torta adatta a tutti! E noi non abbiamo potuto fare a meno di provarla… Densa e amarognola, ci colpisce per il sapore deciso.

Ci siamo gustati la torta al banco, ma avremmo potuto acquistare una delle numerose confezioni, di varie forme e colori. In questo caso, il dolce deve essere tenuto fuori dal frigo fino a 40 giorni perché è un prodotto fresco, realizzato con ingredienti di prima qualità e senza l’aggiunta di conservanti artificiali.

Vignola - Pasticceria Gollini.



Si taglia in modo particolare, capovolta, senza togliere la carta stagnola in cui è avvolta, con un coltello dentellato, al fine di ottenere delle piccole porzioni. Per la nostra esperienza, una è più che sufficiente perché il gusto intenso e la corposità saziano velocemente!

Un’ultima curiosità: la Torta Barozzi è diventata un piatto tipico di tutte le famiglie emiliane, che hanno sviluppato diverse ricette, tentando di imitare l’originale.

La pasticceria Gollini, però, non ne è scontenta, anzi! Sul loro sito leggiamo che sono “felici che ognuno sperimenti la sua versione, continuando ad alimentare il mito di questa specialità, diventata ormai vero e proprio dolce storico di Vignola”.

Presi il caffè e il dolcino, siamo pronti per rimetterci in viaggio, felici di aver trascorso queste ore nella deliziosa cittadina e di aver scoperto storia e tradizioni locali!


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