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ITINERARIO A PIEVASCIATA B.A.C.

Tra opere di arte contemporanea, panorami, vigne e antiche rovine

Domenica 2 luglio 2023

Durante la giornata che abbiamo trascorso nel Chianti, ci siamo dedicati alla scoperta di una zona piuttosto sconosciuta, vicino a Giaiole e a pochi chilometri da Siena. Prima di addentrarci all’interno del Parco Sculture del Chianti, abbiamo deciso di ammirare le tredici opere che compongono il progetto di Pievasciata B.A.C. e che valorizzano il piccolo borgo con installazione di land art divertenti, affascinanti, provocatorie e di grande valore. Il nostro itinerario ci ha permesso di osservare le opere, ma anche di godere di splendidi paesaggi e di scoprire le rovine di due importanti siti, la Pieve di San Giovanni e il Castello di Cerreto Ciampoli.

L’acronimo B.A.C. è abbreviazione di Borgo d’Arte Contemporanea, un progetto nato nel 2012 dalla collaborazione tra l’Associazione culturale Amici del Parco, il Comune di Castelnuovo Berardenga, la Provincia di Siena e la Regione Toscana. A pochi metri dal Parco Sculture del Chianti, infatti, la piccola frazione di Pievasciata e i suoi dintorni sono arricchiti da 13 opere, realizzate da artisti locali e internazionali con il coinvolgimento di famiglie e istituzioni, unite nell’intento di valorizzare il territorio chiantigiano, caratterizzato dalla produzione vinicola e da piccoli borghi dagli scorci pittoreschi.

Diversi attori hanno contribuito alla realizzazione di questo progetto e li troviamo in qualità di sponsor delle diverse opere: dalle famiglie stesse Olivato e Giadrossi al Comune di Castelnuovo Berardenga, dalla Regione Toscana all’Associazione Amici del Parco, dalla Provincia di Siena alle aziende vinicole Casuccio Tarletti, Tolaini, Borgo Scopeto e Capannelle.

Pievasciata B.A.C. - itinerario delle opere.
Pievasciata B.A.C. - Incomunicabilità di Piero Giadrossi (Italia).


Itinerario a piedi

2h30min circa – gratuito

  1. Omaggio al Palio di Sandro Bessi (Italia)
  2. Incomunicabilità di Piero Giadrossi (Italia)

Chiesa di San Giovanni in Pievasciata

  1. Pace di Fabio Zacchei (Italia)
  2. Warhol in Chianti di Elia Casini (Italia)
  3. Imbianchino di Dolorosa Sinaga (Indonesia)
  4. Lucertola Muraiola di Piero Giadrossi (Italia)
  5. Struzzi Metropolitani di Yu Zhaoyang (Cina)

Castello di Cerreto Ciampoli

  1. I colori del Chianti di Antonella Farsetti (Italia)
  2. Peperoni di Piero Giadrossi (Italia)


Raggiungibili in auto

  1. Virgen Negra di Eric Tito Villegas (Bolivia)
  2. Chianti Classico di Edi Susilo (Indonesia)
  3. Grande Scopa di Massimo Turato (Italia)
  4. Omaggio all’Eroica di Fabio Zacchei (Italia)

ITINERARIO A PIEDI

Il nostro percorso inizia dal parcheggio del Parco, dove abbiamo lasciato l’auto e ci siamo fermati a chiedere indicazioni presso la biglietteria. Qui ci è stata mostrata la cartina con la distribuzione delle opere, quasi tutte raggiungibili a piedi; abbiamo scaricato la guida online e, attraverso le indicazioni dell’applicazione Chianti Sculpture Park, ci siamo incamminati verso la nostra prima tappa.

Lunghezza complessiva9 km
Tempi di percorrenza2h30min
Dislivello120 m.
Grado di difficoltàFacile
SCHEDA TECNICA

Appena usciti dal parcheggio e dalla stradina sterrata che vi conduce, giriamo a destra sulla provinciale 9 che conduce a Pievasciata e, dopo pochi metri, ci fermiamo per osservare l’opera Omaggio al Palio dell’italiano Sandro Bessi. Il cavalo in acciaio è stato tagliato al laser in scala 1:1 da un’azienda di Monteriggioni ed è un omaggio alla vicina Siena e, ovviamente, al suo celebre Palio. Il cavallo ci appare di un marrone ferroso, color ruggine, caldo sul prato verde, mentre di notte l’illuminazione crea un effetto scenografico che anima l’animale.

Proseguiamo lungo la strada asfaltata, fortunatamente ancora all’ombra degli alberi, e oltrepassiamo il cartello che ci dà ufficialmente il benvenuto a Pievasciata, indicata subito come Borgo d’Arte Contemporanea. Al bivio dopo il quale si sviluppa il paesino, troviamo la seconda opera del nostro percorso: Incomunicabilità di un artista locale, Piero Giadrossi. Due cabine telefoniche originali inglesi sono perennemente occupate da altrettanti manichini, un uomo e una donna, che si telefonano, nonostante basterebbe aprire le porte e parlarsi. L’intento dell’autore è rappresentare un effetto indesiderato del progresso, per cui usiamo sempre di più telefoni e computer per comunicare, invece di dialogare.

Pievasciata B.A.C. - Omaggio al Palio di Sandro Bessi (Italia).
Pievasciata B.A.C. - ingresso al borgo.

L’opera si trova proprio di fronte alla Chiesa di San Giovanni Battista in Pievasciata, abbandonata, anche se notiamo un ponteggio che promette (o ha promesso in passato) lavori di ristrutturazione. Ci fermiamo un attimo ad osservarla: si tratta di una delle pievi più antiche del Chianti, documentata a partire dal 1086; non a caso il borgo stesso prende il nome proprio dalla sua antica pieve, la quale fu dedicata prima a Santa Maria (sito Sciata – anno 1086) e poi a San Giovanni. Ciò che possiamo osservare oggi è prodotto di interventi databili in epoche diverse: il fianco sinistro risale al Medioevo (VIII-XI sec.), mentre la bella torre campanaria fu edificata nel XIII sec. La trasformazione della Pieve in struttura fortificata, come adesso è possibile apprezzare, avvenne dopo il 1229. Nel XV secolo Pievasciata era unita a Selvole formando un unico piccolo comune, mentre all’inizio dell’Ottocento il borgo veniva già definito come Fattoria di Pieveasciata. 

Pievasciata B.A.C. - Chiesa di San Giovanni in Pievasciata.
Pievasciata B.A.C. - Incomunicabilità di Piero Giadrossi (Italia).

Al bivio giriamo a destra lungo via dell’Ischia e in pochi metri ci troviamo in uno spiazzo decorato da due opere: la prima, che occupa lo spartitraffico al centro della piazzetta, è Pace di Fabio Zacchei di Castelnuovo Berardenga. Si tratta di un fucile con la canna annodata, in ferro e acciaio inox realizzato dallo stesso artista, che è un abile fabbro; con i suoi 7,11 metri di lunghezza e un peso di 250 kg, è un simbolo che racchiude la preghiera di pace, non di vittoria.

Sulla torretta dell’Enel in mattoni rossi alle nostre spalle, invece, è impossibile non notare l’enorme mosaico di 3,60 metri per lato di Elisa Casini, Warhol in Chianti, composto da 116.000 tessere in vetro trasparente verniciate sul retro con colori Pantone. In quattro diverse versioni, è rappresentato il grappolo d’uva, simbolo del Chianti e della sua tradizione vinicola; l’ispirazione è ovviamente l’arte di Andy Warhol, in particolare i suoi famosi ritratti, mentre il progetto grafico è stato compiuto da Luca Bessi.

Pievasciata B.A.C. - Pace di Fabio Zacchei (Italia).
Pievasciata B.A.C. - Warhol in Chianti di Elia Casini (Italia).

Proseguiamo lungo la via principale del borgo, le cui graziose case sorgono in modo ordinato e raccolto; tra di esse spicca una villa recentemente ristrutturata dove sono state installate ben due opere: l’Imbianchino Perenne e la Lucertola Muraiola, entrambe sponsorizzate dalla famiglia Giadrossi, proprietaria dell’abitazione. L’Imbianchino è un personaggio creato dall’artista indonesiana Dolorosa Sinaga (una cui opera è esposta anche all’interno del Parco Sculture del Chianti) e pare davvero un signore intento a dipingere il muro della casa!

La Lucertola Muraiola, da un’idea di Piero Giadrossi, è l’undicesima scultura del progetto B.A.C. e raffigura un esemplare tipico del Chianti, della specie Podarcis Muralis; la realizzazione è stata affidata a Fabio Zacchei, che ha creato una lucertola di ben 3,80 metri di lunghezza con 180 kg di ferro! Successivamente l’opera è stata dipinta da Carlotta Bellucci e ora possiamo godere della sua impressionante presenza, arrampicata sul muro, con la coda scenograficamente piegata sull’angolo.

Pievasciata B.A.C. - Imbianchino di Dolorosa Sinaga (Indonesia).
Pievasciata B.A.C. - Lucertola Muraiola di Piero Giadrossi (Italia).
Pievasciata B.A.C. - panorama su Siena.
Pievasciata B.A.C. - Lucertola Muraiola di Piero Giadrossi (Italia).

Continuiamo sulla strada asfaltata, che, adesso in pieno sole, diviene la Comunale 13 di Catignano, e dopo pochi minuti incontriamo una delle opere più famose del borgo: gli Struzzi Metropolitani dell’artista cinese Yu Zhaoyang, la quale ha inviato gli originali via computer graphics nella posizione di “spioni” che guardano nelle finestre di un grattacielo. L’idea di inserirli in dei cipressi è stata invece del Vicepresidente della provincia di Siena, Alessandro Pinciani, e la produzione in acciaio è stata affidata alla ditta Essemme di Colle Val d’Elsa. Ha completato l’opera Maurizio Fusi, il quale ha dipinto le figure con l’aerografo. Il colpo d’occhio è eccezionale: l’uomo e la donna, alti 5,60 metri e ancorati ad una base in cemento, cacciano il volto nella chioma dei due cipressi, il cui verde risalta in contrasto con il rosso pop degli abiti… Una trovata davvero divertente, prodotto di varie menti e talenti!

Struzzi Metropolitani, inoltre, si inserisce in un paesaggio collinare meraviglioso, tra campi di olivi e viti, i terreni coltivati dell’azienda vinicola Casuccio Tarletti di Bruna Baroncini, a cui appartengono i cipressi e che, infatti, è sponsor dell’opera. Camminando lungo la strada possiamo apprezzare il dolce panorama tipico del Chianti e persino scorgere la città di Siena, ben riconoscibile con le sue torri. Qualche decina di metri dopo le due enormi figure prestiamo attenzione a svoltare a sinistra in una strada sterrata, lunga 2 km e che serpeggia tra vigneti e tratti boscosi. L’ultima parte, completamente sotto il sole, attraversa le proprietà dell’azienda agricola Vallepicciola e ci conduce sulla SP 9 di Pievasciata, che imbocchiamo a sinistra.

Pievasciata B.A.C. - Struzzi Metropolitani di Yu Zhaoyang (Cina).
Pievasciata B.A.C. - vigneto.

Qui abbiamo deciso di fare un breve deviazione di circa mezz’ora (600 metri) per visitare i ruderi del Castello di Cerreto Ciampoli, che raggiungiamo girando a destra sulla Strada Comunale 16 e poi, in corrispondenza di una piccola cappella, inoltrandoci nel bosco attraverso un fresco e ombroso sentiero. Occorre prestare un po’ di attenzione per individuare bene la via, dato che i visitatori sono pochissimi e questo è uno dei luoghi meno conosciuti della Provincia di Siena. Dopo un centinaio di metri tra alberi e sottobosco, davanti a noi si apre un grande arco, che segna l’ingresso del castello. La sua origine è molto antica: esisteva già nel 1097 e si strutturava come una vera e propria fortezza, particolarmente utile per la sua posizione strategica su un’altura collinare che domina la Val d’Arbia.

Pievasciata B.A.C. - Struzzi Metropolitani di Yu Zhaoyang (Cina).
Pievasciata B.A.C. - Struzzi Metropolitani di Yu Zhaoyang (Cina).

Nel 1142 il castello fu ceduto ad una consorteria locale, poi detta dei Cerretani, da cui deriva il nome odierno. A partire dal Duecento fu conteso tra senesi e fiorentini, che lo espugnarono nel 1232; le due città firmarono un accordo secondo il quale la fortificazione del “Cerretaccio” avrebbe dovuto essere destrutturata in breve tempo, ma così non avvenne. Alla fine del XIII secolo, i senesi tornarono in possesso di una parte del castello e nel 1348 riuscirono a riconquistarlo completamente, trasformandolo e ristrutturandolo (XIV-XV sec.). Col passare del tempo, però, il luogo divenne il rifugio per saccheggiatori e fuoriusciti senesi e così fu distrutto dalla stessa Siena nella prima metà del XVI secolo.

Cosa rimane di questo mastodontico castello? La struttura è ancora visibile, anche se in parte ricoperta dalla vegetazione, che crea un ambiente suggestivo e quasi fiabesco… La torre è crollata e si è adagiata su un fianco, mentre ancora possiamo intuire la traccia di alcuni ambienti abitativi e di una piccola chiesa rettangolare, oltre ai resti di varie cinte murarie.

Dopo aver ammirare le possenti rovine, rientriamo dalla nostra deviazione e torniamo tra le vigne che ci scortano per 800 metri in uno dei paesaggi più belli del Chianti, tra le aziende vinicole Vallepicciola e Tolaini. Possiamo scorgere anche, sul versante opposto, il celebre Castello di Brolio, che troneggia al centro dei terreni dell’azienda Ricasoli, la più estesa della zona del Chianti Classico.

Pievasciata B.A.C. - Castello di Cerreto Ciampoli.
Pievasciata B.A.C. - vigneto Azienda Tolaini.

Proprio accanto alla strada provinciale, ma posta tra le vigne dell’azienda Tolaini, possiamo ammirare la penultima opera del nostro itinerario: I colori del Chianti dell’artista aretina Antonella Farsetti, che ha rappresentato i colori tipici di questa terra riproducendoli su vetro temprato. Fermandoci ad osservare questa particolare successione, perfettamente inserita nel panorama e con lo skyline di Siena come cornice, notiamo i colori della terra, della quercia, della vite, dell’ulivo, del cielo e del gallo nero. Guardando con attenzione possiamo individuare alcuni dettagli, come il grappolo d’uva, bottiglie e rami d’ulivo.

Torniamo sui nostri passi e, arrivati al bivio in corrispondenza della Pieve, proseguiamo lungo la strada provinciale fino ad arrivare al punto di partenza. Prima di visitare il Parco Sculture del Chianti, però, decidiamo di allungare il nostro itinerario di qualche centinaio di metri per ammirare un’altra opera di Piero Giadrossi, Peperoni. Le due riproduzioni della verdura, una rossa e una gialla, sono alte ben 2 metri e realizzate in resina con disegno in 3D, stampi, resina e vernice da vari fonditori della zona di Cremona. Sono un omaggio a Claes Oldenburg, artista svedese celebre per rappresentare cibi e oggetti di grandi dimensioni.

Nel medesimo spazio, l’aiuola all’incrocio tra Pievasciata, Gaiole in Chianti e Vagliagli, è esposta anche un’opera del Parco Sculture del Chianti: Omaggio a Brancusi dello scultore americano Benbow Bullock. Con questa anticipazione, torniamo indietro nel parcheggio per dedicarci alla visita del parco.

Pievasciata B.A.C. - I colori del Chianti di Antonella Farsetti (Italia).
Pievasciata B.A.C. - Peperoni di Piero Giadrossi (Italia).

IN AUTO

Il nostro itinerario a piedi ha escluso quattro delle opere del progetto B.A.C., che possono essere incluse in percorsi più lunghi o raggiunte in auto. Nella giornata che abbiamo dedicato alla scoperta di questa zona, ne abbiamo ammirate tre, perdendoci solo la Virgen Negra di Eric Tito Villegas, artista boliviano che ha creato un semplice e piccolo madonnino, tipico delle campagne, sulla Strada Comunale di Catignano (bivio per Siena/Ponte a Bozzone). Su una base in travertino, protetta da una struttura in granito nero, la Virgen Negra è realizzata in basalto; sono tutti materiali non tipici della zona. Inoltre, il minimalismo dell’opera rimarca il suo carattere contemporaneo.

Arrivando da Gaiole in Chianti, sulla SP 408, all’incrocio con Pievasciata, abbiamo potuto osservare l’installazione Chianti Classico dell’artista indonesiano Edi Susilo. Si tratta di una bottiglia costituita da un unico blocco di lava vulcanica e alta 3 metri: un omaggio al prodotto tipico e più importante del territorio.

Sempre in auto, impostando sul navigatore l’azienda vinicola Borgo Scopeto, lungo la SP 102 per Vagliagli, possiamo vedere la Grande Scopa di Massimo Turato, che ha riprodotto in ferro questo strumento, ingigantito fino ad arrivare a 5 metri di altezza.

Pievasciata B.A.C. - Grande Scopa di Massimo Turato (Italia).
Pievasciata B.A.C. - Omaggio all’Eroica di Fabio Zacchei (Italia).

Infine, l’ultima opera installata per il progetto Pievasciata B.A.C. è Omaggio all’Eroica di Fabio Zacchei, in un prato lungo la SP 9 verso Pianella, di fronte a uno degli ingressi dell’azienda agricola Tolaini. La posizione sulla provinciale non è casuale: essa è, infatti, una delle strade bianche battute ogni anno da ciclisti provenienti da tutto il mondo e l’opera è un omaggio all’evento ciclistico più importante del territorio, l’Eroica. L’omonima Fondazione ha tra i propri scopi quello della salvaguardia del patrimonio di strade bianche della Toscana. Così, il fabbro artista Fabio Zacchei ha creato una bici in corten di dimensioni straordinarie, 2,50 x 2,50 metri.

Il nostro itinerario a piedi (e in auto) attraverso Pievasciata si è concluso e siamo soddisfatti e meravigliati dall’incredibile valorizzazione del territorio che è stata realizzata! Le opere si inseriscono perfettamente all’interno del contesto dove sono state installate e rappresentano non solo un’importante testimonianza di land art e arte contemporanea, ma anche la possibilità di rendere partecipi e attive diverse realtà del territorio, dalle pubbliche istituzioni ai privati cittadini alle aziende. La nostra speranza è che il progetto possa continuare ad arricchirsi e a prosperare, con un sempre maggiore numero di visitatori attenti e consapevoli, desiderosi di scoprire tradizioni locali e nuove frontiere artistiche e come esse possono integrarsi.

INFORMAZIONI

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