Trekking Trentino - Alto Adige Val di Fiemme Viaggi

L’EMOZIONE DELLA SALITA SUL LATEMAR

Giorni 8 – 9: Rifugio Torre di Pisa, Baita Feudo e Obereggen

Latemar: catena montuosa, rocce chiare con cielo nuvoloso.

Uno dei trekking più spettacolari che io abbia mai fatto in tutta la mia vita! Se ci ripenso mi sembra ancora incredibile non solo il luogo che ho visitato, la natura, il silenzio, il panorama mozzafiato, ma anche di essere riuscita effettivamente a salire, compiendo un percorso quasi ad anello lungo più di 20 km con un dislivello notevole e oltre sei ore di escursione. Comunque la si voglia vedere… è una grande soddisfazione!

Lunghezza complessiva21 km
Tempo di percorrenza6h
Grado di difficoltàDifficile
SCHEDA TECNICA

L’idea di dedicare la giornata (l’ultima della vacanza) a questo trekking è stata di Lorenzo, che l’aveva già proposto per uno degli altri giorni, ma avevamo deciso di rimandare a causa dell’incertezza meteorologica. Per godersi appieno il panorama, infatti, è necessario un bel cielo limpido o almeno l’assenza di nuvole troppo basse, che coprirebbero la famosa roccia denominata “Torre di Pisa”.

Panorama dal Latemar: montagne verde con prati e boschi. Molte nuvole.
Latemar: catena montuosa, rocce chiare con cielo nuvoloso.
Lorenzo e Federica con mascherina in seggiovia.
Latemar: catena montuosa, rocce chiare con cielo nuvoloso.

Domenica 16 agosto, quindi, ci alziamo di buon’ora e alle 10 siamo già sulla seggiovia che porta da Obereggen a Oberholz, dove si trova uno splendido rifugio/baita con interni di design moderno e tre enormi finestroni che dominano la vallata. Da qui prendiamo il sentiero n. 18 che, dopo una breve salita, ci porta all’installazione Latemar 360°. Non siamo però troppo esaltati… Un fitto banco di nuvole ci preclude la vista e riusciamo a scorgere il panorama solo a tratti: i prati, le case, persino il sentiero e le rocce poco di stanti sono continuamente sommersi dal grigiore, il sole illumina pallidamente lo stretto sentiero. Non sembrano le condizioni migliori per salire sulla catena montuosa. Inoltre ci sono molte persone e scambiarci con le dovute precauzioni anti-Covid sembra un’impresa.

Decidiamo di proseguire lo stesso e ci inerpichiamo sul sentiero n. 18, il quale si srotola sulla roccia e punta direttamente alla cima della catena montuosa del Latemar. Pochi metri in salita e già ci troviamo praticamente da soli: tutti preferiscono girare a destra e non mirare alla vetta, ma seguire il perimetro della montagna da sotto. Io e Lorenzo, però, siamo ambiziosi: questa è una cosa che ci accomuna, sebbene la nostra caparbietà si dimostri in modi e obiettivi differenti. Non ci facciamo perciò scoraggiare dalla defezione degli altri escursionisti e continuiamo ad arrampicarci. Onestamente non è un sentiero per turisti inesperti e dovrebbe essere percorso con un’attrezzatura o perlomeno delle scarpe tecniche, ma noi siamo troppo giovani e irresponsabili e quindi proseguiamo sulla nostra strada con le Nike da ginnastica, lo zaino da lavoro e tanta forza di volontà. Devo qui fare una precisazione: se il fisico regge, se si ha fiato e soprattutto buoni muscoli delle gambe, è un sentiero percorribile con relativa tranquillità. Ci sono un paio di punti un po’ più tecnici, che ricordano una ferrata: sono necessari mente fredda e buon controllo del proprio corpo.

Latemar: catena montuosa, rocce chiare con cielo nuvoloso.
Latemar: catena montuosa, rocce chiare con cielo nuvoloso.
Latemar: catena montuosa, rocce chiare con cielo nuvoloso. Nuvole che coprono anche la roccia.

Saliamo tra le rocce; ormai la vegetazione è alle spalle e il paesaggio è composto solo da pietre e speroni. Il Latemar è un gruppo montuoso dolomitico particolare in quanto è uno dei pochi a non aver subito la completa dolomitizzazione della roccia calcarea: solo nella parte centrale del massiccio, infatti, è presente una zona con roccia dolomitica. Io e Lorenzo, però, non siamo dei grandi cultori della materia: preferiamo rimanere stupiti ed estasiati ad ogni apertura di roccia, ad ogni gola, di fronte al panorama che si apre e si richiude sotto di noi. Speroni sbucano tra le nuvole, la salita si stempera un poco e ben presto tutto ciò che riusciamo a scorgere sono sassi e cielo: ci troviamo all’interno del Latemar, sulla sua cresta, tra due pareti di roccia. C’è un po’ di ghiaccio non ancora sciolto; Lorenzo mi fa cenno di ascoltare: si sente lo scorrere dell’acqua sotto di esso; tra le rocce una vena di corrente ribolle e gorgoglia. C’è qualcosa di estremamente affascinante nel luogo in cui ci troviamo: sembra di essere nel cuore della terra e al tempo stesso nello spazio.

Latemar: catena montuosa, rocce chiare con cielo nuvoloso.
Latemar: catena montuosa, rocce chiare con cielo nuvoloso.
Latemar: catena montuosa, rocce chiare con cielo nuvoloso. Si vede la Torre di Pisa: una roccia un po' storta.

Seguiamo il sentiero numero 516 e, dopo l’ultima salita davvero impegnativa, nella quale dobbiamo addirittura aggrapparci alla roccia per issarci attraverso lo stretto e scuro passaggio, si apre di fronte ai nostri occhi il panorama dall’altro lato del Latemar. Per fortuna le nuvole si sono alzate nel cielo, il sole spende ad intermittenza, ma tutto è ben visibile. Ecco il verde che si apre oltre la roccia… Le valli, le altre montagne, tutto si schiude di fronte a noi. Alla forcella sottostante giriamo a destra, seguendo le indicazioni per Torre di Pisa e in poco meno di mezz’ora siamo di fronte a questa curiosa formazione di pietra, pendente da un lato come l’opera d’arte da cui trae il nome. Non vi sono dubbi sul motivo per cui sia così famosa! La vista toglie il fiato.

Pranziamo al Rifugio Torre di Pisa (2.671 m.): prendo una polenta con formaggio fuso e funghi che merita la sosta, mentre Lorenzo (che strano!) non è soddisfatto dei propri canederli. Rifocillati, proseguiamo lungo il sentiero 516 fino ad arrivare alla Baita Feudo: è un luogo molto grazioso; il verde è tornato a coprire la terra, ci sono vacche e animali da pascolo e (ahimè!) molte più persone. Da qui scegliamo di arrivare fino ad Obereggen a piedi: scendiamo lungo il sentiero 504, poi 505 ed incontriamo diverse malghe, una di seguito all’altra. È un percorso semplice, largo, adatto alle famiglie anche col passeggino. Ampi prati si distendono ai lati, mentre sopra di noi incombe il massiccio del Latemar. Ci pare impossibile essere saliti fino in cima!

Latemar: catena montuosa, rocce chiare con cielo nuvoloso. Si vede la Torre di Pisa: una roccia un po' storta. Lorenzo e Federica davanti alla Torre.
Latemar: catena montuosa, rocce chiare con cielo nuvoloso.
Polenta con formaggio fuso e funghi.
Tavoli in legno e roccia circostante, cielo nuvoloso.
Latemar: catena montuosa, rocce chiare con cielo nuvoloso. Si vede la Torre di Pisa: una roccia un po' storta. Federica davanti alla torre.
Latemar: catena montuosa, rocce chiare con cielo nuvoloso. Si vede un poco del panorama verdeggiante.

Nella parte finale del percorso incrociamo anche alcune installazioni che ci distraggono dalla stanchezza: giochi per bambini e per adulti, volti ad educare e a scoprire le meraviglie circostanti. Superata la metà del percorso il sentiero è piacevole ma non emozionante: ci lasciamo la vista del Latemar alle spalle e proseguiamo in discesa fino ad Obereggen.

Installazione artistica con botti di latte.
In equilibrio sui bidoni di latte
Latemar: catena montuosa, rocce chiare con cielo nuvoloso. Vista dal basso con boschi e prati.
Catena del Latemar
Installazione artistica in legno, come un bulbo oculare enorme.
Latemar Eye

Abbiamo camminato poco più di sei ore e siamo stanchi ma soddisfatti. Torniamo a Cavalese per un aperitivo (alla Tana del Grillo, questa volta) e rientriamo a casa per il meritato riposo.

Paesaggio verdeggiante con montagne e prati, visto dal rifugio torre di pisa.



UNA PICCOLA APPENDICE

Ferragosto: pranzo con gli amici e giornata rilassante…
Torniamo indietro, al penultimo giorno di vacanza. Sabato 15 agosto, abbiamo dedicato la giornata ad una brevissima escursione per arrivare alla Baita Paradiso, dove abbiamo pasteggiato in compagnia. È un luogo rilassante e gradevole per trascorrere alcune ore, mangiare bene e riposarsi con la vista sulle montagne del Passo San Pellegrino.

Federica sorridente e dietro prati e montagne.
Piatto del pranzo: formaggio e verdure, torta.
Baita Paradiso - tavoli all'esterno e spazio per focolare.
In una vetrina: torte fatte a mano.

INFORMAZIONI
– Impianti di risalita Obereggen: www.obereggen.com/it/Inverno/Impianti-e-piste;
– Rifugio Torre di Pisa: www.rifugiotorredipisa.it;
– Baita Feudo: www.sentres.com/it/baita-feudo;
– Baita Paradiso: www.baitaparadiso.com;
– Tana del Grillo: www.tanadelgrillocavalese.it.



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