5 semplici percorsi ad anello
Seconde case sì? Seconde case no? Io sinceramente non ci capisco più niente. Lo dico con grande schiettezza perché dopo oltre un anno di emergenza Covid, le velleità di eufemismi e incoraggiamenti non hanno un grande effetto… Penso alle vacanze, alle gite fuori porta, alla tranquillità di sapere di poter uscire anche tra una settimana, senza un’improvvisa zona rossa che irrompe e distrugge tutti i piani. Sogno ad occhi aperti gli itinerari che potrò percorrere, i chilometri nel verde di un bosco, le imprecazioni ad ogni bivio in cui l’incertezza della giusta direzione morde i polpacci insieme alla stanchezza...
Negli ultimi due (o sono già tre?) anni ho avuto la fortuna di trascorrere alcuni giorni insieme a Lorenzo, il mio compagno, al Villaggio Veronza, sopra Cavalese, in Val di Fiemme (Trentino). Oltre a scoprire alcune delle vette e a cimentarmi in itinerari complessi, ho potuto godere della semplicità di qualche bella passeggiata vicino al Villaggio.

PASSEGGIATA DEI PINI
E’ il percorso più semplice, ma non per questo meno suggestivo. Il sentiero, che si compone di diversi tratti con nomi differenti, si snoda intorno al Villaggio Veronza, da cui si può partire per passare dal recinto con pecore e caprette, affamate a qualsiasi ora del giorno e della notte e che è possibile nutrire con apposito mangime comprato dal distributore accanto alla rete di protezione. Il primo tratto è intitolato a San Francesco ed è particolarmente grazioso, arricchito da tavole in legno con inciso il Cantico delle Creature, e da numerose betulle che riflettono con il tronco chiaro la morbida luce del sole. Si sbuca ad una rotonda per auto e da qui si gira a sinistra iniziando la vera e propria Passeggiata dei Pini. Se si ha un po’ di tempo consiglio di dedicare una decina di minuti alla visita della deliziosa Chiesetta degli Alpini, a destra, recentemente ristrutturata e da cui si gode di uno splendido panorama sui monti circostanti.
Il sentiero dei pini prende il nome proprio dalla presenza di numerosi di questi alberi, che assumono le forme più disparate e si attorcigliano con i loro tronchi nodosi in cerca di luce e acqua. Tavole esplicative insegnano a distinguerli e ad apprezzarne segreti e bellezza. Chiudendo l’anello è possibile salire di nuovo verso il villaggio, oppure proseguire fino a sbucare nel piccolo e suggestivo paese di Carano, che merita sicuramente una visita.
PERCORSO DELLE CASCATELLE
Senza alcun dubbio uno dei miei preferiti! E’ un must per me e Lorenzo, che non solo ci andiamo ogni qualvolta saliamo in montagna, ma ci portiamo anche tutti i nostri amici. Si tratta di un sentiero semplice, ma molto affascinante: la presenza delle cascatelle rende vario il paesaggio ed è divertente attraversare i ponticelli in legno e arrampicarsi sul sentiero stretto e sassoso.
Poco lontano dal Villaggio Veronza, in direzione del camping del Calvello, si apre sulla sinistra un percorso ben segnalato: esso si sviluppa prima in un ambiente aperto in prossimità di un lariceto, composto da piante anche di grosse dimensioni e da cui si gode di una bella vista sulla Catena del Lagorai. Il bosco, poi, diviene più fitto, con abeti rossi e un sentiero più ripido, finché non si giunge alla gola dove si scorge il rio Calvello. A questo punto, la vegetazione diviene lussureggiante, l’acqua zampilla tra le balze rocciose e forma piccole cascate: è molto suggestivo. Si prosegue a costeggiare e ad attraversare il corso d’acqua ed infine si risale tornando al punto di partenza.

GIRO DEL SOLOMBO
E’ il trekking più impegnativo, non per il tipo di sentiero, che si mantiene sempre largo e con salite e discese piuttosto dolci, ma per la sua lunghezza. L’anello parte poco più avanti rispetto al percorso delle Cascatelle, sempre in direzione del Camping Calvello: una passeggiata all’ombra di abeti rossi, pini e larici, con una sorprendente varietà di paesaggio ed inaspettati scorci sulle località circostanti.
Il Solombo è un piccolo colle a monte di Carano ed intorno ad esso gira il sentiero che si percorre, partendo da un bosco piuttosto fitto e ombreggiato, dalle cui aperture si vedono le cime dei monti circostanti, fino ad arrivare ai panoramici prati della località Ganzaie. Il mio consiglio è quello di non “tagliare corto” percorrendo un tratto di un sentiero chiamato “Bosco nascosto”, ma di proseguire il giro fino ad arrivare ad una lunga discesa da cui con un solo sguardo si gode dell’intera vastità della Catena del Lagorai. Si gira a destra e si passa di fronte al laghetto di Daiano, riqualificato nel 2018 e che ora si presenta come un delizioso specchio d’acqua ricco di vegetazione. Si passa anche di fronte al famoso Tito, il Maso dello Speck, dove è possibile fermarsi per un pranzo o una merenda; infine, dopo aver conosciuto da vicino mucche, cavalli, asini e maiali, si scende a sinistra per chiudere l’anello e tornare al punto di partenza.
BIOTOPO DEL BRONZIN
Scendiamo a valle per un affascinante percorso tra prati fioriti e boschi di pini, la cui bellezza si scopre anche grazie a numerose tabelle informative che ci aiutano a comprendere gli ambienti naturali, la flora e la fauna del luogo. Sebbene il sentiero sia quasi tutto in pianura, gli ambienti si susseguono con grande varietà e si aprono numerosi scorci sulle catene montuose e sul borgo di Castello di Fiemme, con la sua caratteristica chiesa in cima ad un cocuzzolo. Passerelle di legno, sentieri più stretti e altri larghi per una pista ciclabile, simpatiche sculture in legno allietano l’escursione. Nel bosco si nascondono scoiattoli e volpi, ma se si è fortunati e se ci si avventura in rispettoso silenzio, si possono scorgere anche caprioli e cervi, come è capitato a me in una piovosa giornata autunnale, quando pareva che fossi la sola a percorrere quei sentieri e mi sono apparsi a poche decine di metri tre giovani daini, intenti a brucare nel prato. Ci siamo fissati immobili, finché il rumore di un’auto lontana non li ha spaventati e, saltando agili, sono corsi nel fitto del bosco.
CASCATA DI CAVALESE
Attraversiamo il torrente Avisio e ci portiamo sulla riva opposta rispetto a Cavalese; la parte bassa del Rio di Val Moena è stata recentemente riqualificata e permette una passeggiata nel bosco, tra vivaci ruscelli, sassi coperti di muschi e licheni, un abete monumentale e un bel punto panoramico sulla cascata. Il piccolo Rio Val Moena, poco prima di sfociare nel torrente Avisio, dà vita alla cascata di Cavalese: un salto d’acqua di poco più di 20 metri che si tuffa in un piccolo lago.
Il percorso, in senso antiorario, parte proprio dalla spettacolare cascata e si arrampica nel bosco; dopo aver costeggiato un prato si giunge al Pezo del Gazolin, un imponente abete rosso monumentale, il cui tronco mastodontico e le possenti radici ci ricordano la nostra caratteristica di piccole miniature nella grandezza della natura. Il sentiero risale dal Rio di Val Moena, con scorci incantevoli, fino a giungere al Ponte del Tabià, all’inizio dell’omonimo pascolo. Da qui si può andare a sinistra verso il monte oppure ridiscendere e giungere al pascolo di Salanzada; il percorso prosegue con un susseguirsi di tornanti intorno alla cascata e si apre in un punto panoramico da dove si osserva da vicino il salto dell’acqua. Proseguendo, poco più in basso, si torna al punto di partenza.
LEGGI ANCHE …