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TREKKING SULL’ALPE LUSIA

Giorno 3 – Un anello tra panorami mozzafiato e laghi di montagna

Laghi di Lusia e panorama sulle catene montuose; verde dei prati e rocce.

Domenica 9 agosto avrebbe dovuto essere dedicata ad un trekking impegnativo. Dopo il primo giorno, in cui abbiamo visitato il meraviglioso parco di RespirArt, e la seconda giornata dedicata all’adrenalina del parapendio e al riposo, ci sembrava l’occasione giusta per fare un’escursione di media difficoltà. In realtà non ci siamo svegliati presto e fino all’ultimo siamo rimasti indecisi tra diverse opzioni… Alla fine abbiamo scelto un giro sull’Alpe Lusia: ispirati da dei nostri amici, eravamo infatti incuriositi dalla grande quantità di itinerari che l’area propone e Lorenzo è stato il primo ad insistere per sceglierne uno.

Mandria di mucche al pascolo in un prato verde con sentiero simile a una mulattiera al centro.
Mandrie di mucche al pascolo
tra Cima Lastè e Cima Lusia
Federica e una mucca grigia in un prato.

Arriviamo agli impianti di risalita di Bellamonte, quelli di Castellir, alle undici e mezza e prendiamo i biglietti della cabinovia andata/ritorno (15 euro a testa). Alla fine dei due impianti di risalita, ci troviamo accanto allo Chalet 44, con le sue enormi e lussuose vetrate, presso la località La Morea (1.967 m.). Dato che è quasi mezzogiorno e l’ultimo rientro è alle 17.15 cerchiamo rassicurazione in uno dei tecnici della cabinovia: quale itinerario è meglio seguire? Quali sono i tempi di percorrenza? E soprattutto, ce la faremo a prendere l’ultima “corsa”? Il signore, peraltro molto esperto, fa un po’ di sano terrorismo: il giro ad anello che abbiamo scelto è di almeno quattro ore e mezza, senza considerare le pause. “Ce la facciamo, ce la facciamo.” Taglio corto io; Lorenzo è ostaggio della mia caparbietà.

Lorenzo e Federica sullo splendido panorama del Gruppo del Catinaccio, dal Rifugio Lusia.
Gruppo del Catinaccio, visto dal Rifugio Lusia
Laghi di Lusia e panorama sulle catene montuose; verde dei prati e rocce.
Lago di Lusia
da Cima Lusia
Federica sulla Cima Lusia, dietro i laghi di Lusia e panorama sulle catene montuose; verde dei prati e rocce.
Arrivo a Cima Lusia

Lunghezza complessiva15 km
Tempo di percorrenza4h 30min
Grado di difficoltàMedio
SCHEDA TECNICA

Iniziamo così il nostro trekking, seguendo il sentiero n. 623 che si conduce in soli 30 minuti al Rifugio Lusia (2.055 m.): è un tratto di sentiero tranquillo, solo leggermente in salita. Vediamo sotto di noi la strada che corre più o meno parallela e che passa però dal ristorante Ciamp dele Strie (famoso nella valle). Lo spettacolo che si gode dal Rifugio Lusia è già meraviglioso: proprio in una conca tra due cime, i prati si aprono sulle montagne a destra e a sinistra. Ci troviamo di fronte ad un maestoso massiccio, il Gruppo del Catinaccio, roccioso e impervio, grigio contro il cielo azzurro. A questo punto proseguiamo sul sentiero n. 633 che dovrebbe portarci ai Laghi di Lusia, passando dall’omonima cima. La salita è notevole ed è degna di veri camminatori; sento che Lorenzo mi detesta per la mia andatura da antilope libera nella radura, ma soprattutto odia la ragazza della biglietteria che ci ha sconsigliato il percorso al contrario, proprio perché la salita dall’altra parte era terribile… “Voglio proprio vederla!” Sbuffa di continuo.

Cartina disegnata con i percorsi sull'alpe Lusia.

Alla fine, però, raggiungiamo la prima cima, Lastè, e ci riposiamo godendoci il nostro pranzo al sacco. Guardiamo la gente (poca) che passa e fa tutta il giro opposto al nostro. Lorenzo vorrebbe commentare di nuovo, ma si astiene. Rifiatiamo un poco proseguendo il sentiero, che si dipana tra i prati verdeggianti e le rocce che affiorano dal terreno. Ci sono molti corsi d’acqua e a volte dobbiamo saltare dei piccoli ruscelli: è tutto molto bucolico e piacevole. In una radura troviamo una bella mandria di mucche distese al sole; sono placide e belle, come sempre. Poco oltre ci imbattiamo anche in dei vitelli, che devono avere solo alcuni mesi; sono buffi con il loro pelo scompigliato e la tenerezza ci assale vedendo come si strusciamo felici nell’erba. E’ un momento di rilassamento che non ha lunga durata: ci aspetta un’altra salita (per fortuna l’ultima); su un sentiero sassoso che ricorda a tratti una vecchia mulattiera saliamo fino a raggiungere la Cima Lusia (2.425 m.), dove si possono ancora vedere i resti della trincea dello scorso conflitto mondiale. Il panorama è splendido: non solo si apre sulle cime e le montagne circostanti, ma vediamo, in lontananza, le Pale di San Martino, e, sotto di noi, il lago Lusia, incastonato tra le pietre. Scendiamo fino alle sue rive, dove il verde del prato si scontra con la roccia grigia e i massi rossicci delle sue sponde più erte.

Federica sulle sponde del lago Lusia; verde dei prati e rocce.
Federica e Lorenzo sulle sponde del lago Lusia; verde dei prati e rocce.
Lago Lusia
Lorenzo sulle sponde del lago Lusia; verde dei prati e rocce.

Non abbiamo molto tempo, quindi non ci tratteniamo: cominciamo a scendere lungo il sentiero n. 621, che ci porterà alla Malga Bocche (1.948 m.). La discesa non è particolarmente impegnativa e Lorenzo polemizza ancora un po’ sul consiglio della sfortunata ragazza dell’impianto di risalita. Alla fine conveniamo che, sebbene lo sforzo fisico della salita dall’altro lato sia maggiore, di certo quella di questo è molto più lunga e noiosa. In effetti, sebbene il primo tratto sia piacevole poiché costeggiamo il corso d’acqua che si origina dal lago e che scende tra cascatelle e abbondanza di piante e prati, dopo un po’ diventa monotono. Eccezion fatta per uno stupendo scorcio sulle Pale di San Martino, incastonate tra gli abeti e che si stagliano maestose nel cielo. L’ultimo tratto è immerso nel bosco, il sentiero è sconnesso dalle radici degli alberi, ma alla fine giungiamo alla malga, da cui si gode del panorama migliore sulle Pale. Facciamo una breve sosta e ripartiamo per concludere il nostro anello (questa volta riprendendo il sentiero n. 623). Dopo poco più di un quarto d’ora il tempo non ci è amico e comincia a piovere: per fortuna si tratta di una strada larga e più o meno pianeggiante. Vediamo le nubi che si rincorrono nella valle e giocano a far scomparire le cime ora di questa, ora di quella montagna. Alla fine arriviamo alla cabinovia in anticipo: sono le quattro e mezza. Saliamo e ci sediamo, imbalsamati nei nostri k-way.

Pale di San Martino con alberi abeti e prati.
Pale di San Martino dal sentiero dal Lago Lusia a Malga Bocche
Pale di San Martino con nuvole basse, staccionata e mucche al pascolo; boschi e prati.
Pale di San Martino e panorama da Malga Bocche
Il lago Lusia; verde dei prati e rocce.
Federica e Lorenzo sorpresi sulle sponde del lago Lusia; verde dei prati e rocce.
Arrivo al Lago Lusia!

Torniamo a casa stanchi, ma soddisfatti da questo emozionante itinerario all’interno del Parco naturale Paneveggio – Pale di San Martino.

Panorama dalla Cima Lastè su sentiero e montagne, prati verdeggianti e alberi. Nuvole nel cielo.
Vista sul Rifugio Lusia da Cima Lastè

La salita ci ha smosso l’appetito, quindi prenotiamo per cena in un ristorante di cui siamo ormai degli abituè: La Trattoria al Lago di Tesero. Perché ci torniamo sempre? Fanno la migliore pizza senza glutine che io abbia mai provato! Mangiarla è commovente. Hanno anche un menu appositamente separato per celiaci/intolleranti al glutine… Io ho provato la margherita e lì sono rimasta; stavolta azzardo anche con la mia torta alla ricotta preferita… Lorenzo (che si è mangiato mezzo primo e un’intera pizza) non divide con me l’enorme porzione, ma è troppo buona per non finirla. La degna conclusione di una giornata intensa!

INFORMAZIONI
– Alpe Lusia
: www.alpelusia.it/it/estate/alpe-lusia-bellamonte-e-moena
– La Trattoria al Lago di Tesero:
www.trattorialagoditesero.it




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