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FERRATA DEI LAGHI DI BOMBASEL

Un anello dal Cermis al Castel del Bombasel fino a Cimon To’ de la Trapola

Domenica 24 luglio 2022

Già da un anno io e Lorenzo ventilavamo la possibilità di provare una ferrata, ma ancora non avevamo deciso quale e con chi. Abbiamo collezionato qualche consiglio e siamo andati ad informarci per il noleggio dell’attrezzatura; per cominciare ci hanno detto che un percorso semplice e vicino poteva essere quello della Ferrata Bombasel (anche se poi abbiamo scoperto che esistevano ferrate migliori per iniziare). Purtroppo non abbiamo trovato gite organizzate, con cui avremmo potuto usufruire dell’esperienza e della sicurezza di una guida alpina, così abbiamo deciso di provare da soli. Ovviamente prima ci siamo preparati sull’uso del kit da ferrata e abbiamo appreso tutte le norme di sicurezza, oltre a qualche piccolo trucco che poteva tornarci utile durante la salita.

Ripensandoci adesso trovo incredibile che ce l’abbiamo fatta e soprattutto con quanta facilità! Diversi elementi sono stati dalla nostra parte, come il fatto che non abbiamo trovato quasi nessuno lungo il percorso e che il tempo sia stato nuvoloso ma non ventilato. Insomma, è stata una bella e piacevole avventura!

Lunghezza complessiva5,5 km
Tempi di percorrenza5h30min
(con pause)
Dislivello411 m.
Grado di difficoltàMolto difficile
SCHEDA TECNICA
Laghi di Bombasel.
Cima Castel di Bombasel.

Partiamo di buon’ora, così da prendere gli impianti appena aperti, alle 9.30. Per salire fino al Rifugio Paion del Cermis, infatti, ci attende circa mezz’ora di spostamento tra cabinovia e seggiovia; troviamo anche un po’ di coda per il biglietto. La giornata sembra abbastanza serena, anche se alcune nuvole si stagliano tra le cime della catena Lagorai e gettano chiazze d’ombra su tutta la valle.

Alle 10 circa siamo arrivati al Rifugio Paion (2.300 m.), che è sempre molto piacevole per la presenza di tanti animali: mucche, conigli, capre, asini e cavalli… Noi abbiamo noleggiato qui il nostro kit da ferrata perché volevamo sfruttare al meglio la giornata; l’attrezzatura costa 10 euro (+ 50 euro di caparra), non è nuovissima ma comunque ben messa. L’unico difetto è che non sono compresi i guanti! Quando li abbiamo chiesti ci hanno risposto che non erano importanti per questo tipo di ferrata e noi siamo rimasti un po’ scettici… In ogni caso era troppo tardi per tornare indietro. Abbiamo fatto un ripasso su come montare l’imbraco e, caricato tutto in spalla, ci siamo diretti verso l’inizio della ferrata.

Panorama sulla Val di Fiemme.
Panorama sulla Val di Fiemme.

Il panorama sulla Val di Fiemme è spettacolare già in questo primo tratto: i paesi sono sparpagliati ai nostri piedi con i campi coltivati e i pascoli, mentre le montagne alle loro spalle si godono i raggi del sole estivo. Noi stessi abbiamo l’impressione di camminare tra aguzze e sassose cime, che incombono su di noi fin da ora con il loro aspetto più selvatico e disabitato. Percorriamo il breve tratto in discesa che ci conduce al nuovo punto di ristoro, il rifugio Lo Chalet (2.160 m.), dove si trova la Forcella di Bombasel (1.180 m.), e da qui seguiamo le indicazioni che conducono alla ferrata e ai Laghi di Bombasel. L’intero percorso è perfettamente segnato, quindi è difficile perdersi. Inoltre, uno sciame di famiglie con bambini si dirige nella nostra stessa direzione… Fortunatamente a quest’ora del mattino non sono ancora molti!

Sentiero verso i Laghi di Bombasel.
Sentiero verso i Laghi di Bombasel.
Sentiero verso i Laghi di Bombasel.

In circa 45 minuti abbandoniamo il panorama sulla Val di Fiemme e ci addentriamo in quelle che ci paiono le viscere del Lagorai: una ripida scala di legno, infatti, ci conduce in discesa fino ad un sentiero sassoso che costeggia la montagna e davanti ai nostri occhi il panorama è composto solo da cime, rocce, alberi e arbusti. I Laghi di Bombasel (2.268 m.), che ci troviamo di fronte all’improvviso dopo una salita, sono un vero spettacolo! Il maggiore è dominato dal massiccio Castel di Bombasel con la sua impressionante mole rocciosa. Monolitico e pietroso si erge in contrasto con i prati verdi e l’acqua cristallina. È uno spettacolo impressionante e dobbiamo farci un po’ di coraggio per proseguire…

Abbandoniamo la maggioranza degli avventori sulle rive dei laghetti e continuiamo a salire per una quindicina di minuti fino ad arrivare alla Forcella Macaco (2.278 m.), da cui si gode di uno splendido panorama non solo sui Laghi di Bombasel, ma anche sull’altro versante della montagna, che scende fino al Lago Lagorai. Indossiamo con attenzione l’imbraco e il casco e ci prepariamo ad iniziare la ferrata!

Laghi di Bombasel.
Laghi di Bombasel.
Castel di Bombasel - Salita Vertigo.

Il primo tratto è semplice e sembra quasi una preparazione per il successivo… Capiamo qui perché la costruzione di questa ferrata abbia creato scontento tra gli appassionati: è molto “antropizzata”, con tanti paletti di ferro e corda anche in punti dove non sarebbe necessario. Dico questo dall’esperienza che abbiamo avuto altrove, punti anche più pericolosi ma privi di agganci; tuttavia, le opinioni sono varie e non è questa una tematica su cui amo fare polemica. Sicuramente la primissima parte della ferrata è una passeggiata piacevole da cui si può godere di uno splendido panorama! Di contro, la facilità spinge anche chi non è imbracato ad avventurarsi in questo tratto, con l’inconveniente di creare un ostacolo per coloro che vogliono proseguire.

La Salita Vertigo dura circa un’ora ed è piuttosto facile, anche se con alcuni punti un po’ più difficili… In particolare, due volte ci si trova ad affrontare una parete di roccia verticale, ma gli appigli sono sicuri e la presenza di picchetti molto ravvicinati rincuora i meno esperti. Mentre si sale, il panorama si amplia ancora con nuove cime, guglie e specchi d’acqua… un’emozione incredibile!

Laghi di Bombasel.
Laghi di Bombasel - inizio ferrata.
Laghi di Bombasel.
Laghi di Bombasel - kit da ferrata.

Raggiungiamo la cima di Castel del Bombasel (2.535 m.) in preda all’entusiasmo: ce l’abbiamo fatta! Sotto la croce, spulcio il libro di vetta, con le testimonianze di chi si è avventurato in questi luoghi prima di noi… Fermarsi per uno snack non è particolarmente agevole perché siamo circondati da pietre e solo qualche asse di legno. Tuttavia, vale la pena concedersi qualche minuto per ammirare il paesaggio a 360°. Vediamo i Laghi di Bombasel e, davanti a noi, la cima To de la Trapola, la nostra prossima tappa, ma lo sguardo arriva fino al Rifugio Paion che sembra incredibilmente lontano. Oltre, intravediamo la Val di Fiemme e i suoi campi, protetta dalle montagne del Corno Nero e Pala Santa e, in fondo, persino il massiccio grigiastro del Latemar. Dall’altro lato, subito riconosciamo il Lago Lagorai e le varie cime della catena: Cima di Lagorai, Cima delle Stellune, Cima delle Buse e tante altre fino alla valle che stretta e selvaggia si apre di fianco a noi, Val Moena.

Laghi di Bombasel.
Panorama Lagorai dalla cima di Castel di Bombasel.
Panorama sui laghi dalla cima di Castel di Bombasel.

Rimarrei ore a godermi lo spettacolo e a cercare di individuare le diverse vette, ma il cielo è diventato più cupo e, anche se il meteo promette non ci sarà pioggia, è meglio cominciare la discesa, che si svolge lungo la via ferrata Highway. Come sa chi mi conosce, io ho un innato slancio verso le salite e un timore sordo verso le discese… Tuttavia, devo ammettere che in questo caso la seconda è molto più rilassante della prima! Il percorso, infatti, si mantiene piuttosto in cresta e ha alcuni piccoli tratti di saliscendi, con un divertente e brevissimo ponte in ferro composto da impronte di piedi.

Panorama Lagorai dalla cima di Castel di Bombasel.
Panorama dalla cima di Castel di Bombasel.
Castel di Bombasel - discesa ferrata Highway.

In circa un’ora e qualcosa abbiamo già finito la ferrata e possiamo proseguire in leggera discesa fino ad arrivare ad un bivio (identificato in alcune mappe con il nome di Standing Stone). La scelta che dobbiamo compiere è se proseguire dritto verso la cima successiva oppure se scegliere la discesa per tornare ai Laghi di Bombasel. Sinceramente, secondo noi è più saggia la prima scelta, non solo perché possiamo conquistare un nuovo splendido panorama, ma anche perché dagli specchi d’acqua la salita verso la forcella è impegnativa (ci ricordiamo i numerosi gradini di legno…). 

Teniamo, perciò, la nostra sinistra e rimaniamo in cresta, lo sguardo diretto alla croce di To de La Trapola (o Cimon del Tò della Trappola) e in un’ora e un quarto circa siamo in vetta (2.401 m.). Dopo quest’ultima salita, non particolarmente impegnativa, ci fermiamo per il nostro pranzo a sacco (è tardissimo!) e ammiriamo un’altra prospettiva sulla valle, che adesso ci appare molto più vicina, e sulle vette del Lagorai.

Panorama dalla cima di Castel di Bombasel.
Cimon del Tò della Trappola - panorama.

Chiudiamo il nostro trekking ad anello scendendo verso il rifugio Lo Chalet in circa mezz’ora: la discesa è un po’ scivolosa a causa della ghiaia, ma non è lunga. In breve tempo siamo già sul sentiero ampio che in estate prende il posto della pista da sci e, sorpassata la Forcella di Bombasel, proseguiamo (in salita… era questa l’ultima!) verso il Rifugio Paion. Una decina di minuti e siamo liberi dalla nostra imbracatura e ci godiamo un dolce sulla terrazza… Il sole è uscito dalle nuvole e ci riscalda mentre chiacchieriamo soddisfatti della nostra impresa. Quale conclusione migliore?

PS: Non sono affatto un’esperta per quanto riguarda il tema delle ferrate, quindi non posso dare indicazioni tecniche. Tuttavia, se può essere utile, ho trovato alcune informazioni sulla classificazione in base alla difficoltà e la dicitura che la Ferrata Bombasel rientra nella categoria italiana PD/PD+ (poco difficile). 

Panorama dalla cima di Castel di Bombasel.


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