Puglia Viaggi

CORIGLIANO, BAIA DEI TURCHI, OTRANTO

Salento On the Road: Giorno 3

Il borgo medievale di Corigliano d’Otranto, la Baia dei Turchi
e Cala Grotta Monaca fino a Otranto

Al risveglio del nostro terzo giorno in Salento siamo ormai completamente immersi nell’atmosfera vacanziera… Abbiamo acquisito un buon ritmo e siamo subito pronti a spostarci: se vi siete persi “le puntante precedenti”, chiariamo subito che abbiamo deciso di intraprendere un on the road nel sud della Puglia, cambiando albergo ogni giorno. Dalla nostra personale esperienza, vi raccontiamo cosa abbiamo visitato nell’entroterra e sulla costa, le nostre disavventure, le scoperte e qualche piccola delusione… Alla fine dell’articolo troverete anche una nota sul budget speso.

Lunedì 27 giugno 2022

Arrivati a Lecce sabato, il giorno successivo abbiamo cominciato le esplorazioni nella Grecìa Salentina (Calimera) e nel borgo medievale di Acaya fino alla costa con la suggestiva Grotta della Poesia e lo spettacolare panorama di Torre dell’Orso (le Due Sorelle) e dei faraglioni di Sant’Andrea. Iniziamo la settimana con un piacevole risveglio a Corigliano d’Otranto, che visitiamo nel corso della mattina, per poi dirigerci verso la costa con una sosta alla famosa Baia dei Turchi e alla quasi sconosciuta Cala Grotta Monaca. La nostra giornata si conclude nella turistica, ma splendida Otranto…

CORIGLIANO D’ONTRANTO

Iniziamo la giornata alle nove del mattino con una classica colazione al Caffè dell’Arco e da lì dedichiamo circa due ore ad esplorare la città, che è sorprendentemente deserta ma molto ricca di attrazioni… La stessa piazza dove affaccia anche il nostro albergo e al cui centro sorgono i Giardini Pubblici ha una sua storia: gli abitanti la chiamano “u laku tu pascià” da una leggenda secondo cui all’epoca delle scorribande dei turchi, che assediarono il castello senza riuscire a espugnarlo, il corpo senza vita di un pascià fu qui gettato in un pozzo.

Questo borgo medievale deriva il suo nome dal greco Choriàna o Koriàna (in griko) e fa parte della Grecìa Salentina; da un’interpretazione errata della sua denominazione deriva lo stemma che troneggia sulle architetture pubbliche: un cuore rosso.

Corigliano d'Otranto - Castello de' Monti.
Corigliano d'Otranto - Castello de' Monti.
Corigliano d'Otranto - Lorenzo e Federica.

Il Caffè dell’Arco è proprio accanto all’accesso principale della città, la Caporta, l’unica rimasta delle due porte che permettevano l’accesso nelle mura cinquecentesche, e da qui si può godere della vista di uno dei monumentali torrioni cilindrici del Castello de’ Monti, il luogo più conosciuto della cittadina. Per ammirarne la grandiosa facciata, passiamo sotto l’arco e costeggiamo il fossato: ecco che rimaniamo colpiti dal barocco delle decorazioni e dalla bellezza del balcone fregiato, oltre che dalla selva delle statue dei condottieri del passato. Il castello fu eretto a difesa del borgo tra il 1514 e il 1519 da Giovan Battista de’ Monti, ma deriva la sua magnificenza barocca al duca Francesco Trane che lo trasformò nella propria elegante dimora nel 1667. Al momento del trasloco non si fece mancare di essere raffigurato sulla facciata: lo troviamo in una nicchia, sorretto dalle allegorie della Giustizia e della Carità.

Proviamo ad entrare, ma siamo fermati nel cortile: il lunedì è il giorno di chiusura, così scattiamo solo qualche foto e proseguiamo il nostro tour della città.

Corigliano d'Otranto - piazza San Nicola.
Corigliano d'Otranto - Palazzo Comi.

Dal castello si dipartono numerosi vicoli che ci conducono ad altrettanti gioielli molto più negletti rispetto all’acclamato fortilizio. Iniziamo dalla piazza di San Nicola, al cui centro si erge la fontana monumentale dell’architetto Sisinni e una colonna in pietra leccese (1848), forse proveniente da un’antica chiesa. Un tempo sulla piazza affacciava un’antica cappella intitolata alla Madonna Assunta, che fu però abbattuta per volere del comune per allargare la piazza agli inizi del Novecento. All’antico luogo di culto, che ne aveva sostituito uno dedicato a Vesta, apparteneva la lapide adesso incorporata nell’edificio al civico n. 8 e che doveva essere commemorativa o indicativa di un’arte che utilizzava il regolo e il metro come strumenti; quindi probabilmente indicava un’associazione di scalpellini e muratori. A lato della piazza, ben riconoscibile, svetta la Torre dell’Orologio. Un altro edificio che si erge nella piazza è Palazzo Comi, dimora della ricchissima famiglia salentina, nota benefattrice; l’edificio è lineare e sobrio con una struttura seicentesca ampliata nel secolo successiva con il piano superiore arricchito dall’arcata decorata da un angelo e fregiata da motivi floreali.

Poco lontano, lungo Vico Freddo, ammiriamo una delle opere che più ci ha colpiti di Corigliano: l’Arco Lucchetti, che deriva il proprio nome da Lucchetta, il cognome di un’antica famiglia locale. Esso delimita un cortile ed fu costruito in pietra leccese, completamente scolpita, nel 1497, con chiare influenze arabe e bizantine.

Corigliano d'Otranto - Arco Lucchetti.
Corigliano d'Otranto - Torre dell'Orologio.
Corigliano d'Otranto.

Proseguiamo fino alla cinquecentesca Chiesa Madre, il cui interno a croce latina è decorato da altari barocchi. Non si può non notare il il pavimento musivo, realizzato nel 1877 da Maselli da Cutrofiano con immagini della Bibbia; l’ispirazione è quasi sicuramente il mosaico che orna la cattedrale di Otranto ma la realizzazione pare senza dubbio molto meno bella… Il campanile è del 1467 e fu ricavato da un’antica torre di vedetta inserita nelle antiche mura; secondo una leggenda, esso rimase incompleto per l’invidia degli abitanti della vicina Soleto, che tolsero la scala al capomastro causandone la morte.

L’ultima attrazione è la Quercia Vallonea, un maestoso albero secolare… Quanto sia vecchio, in verità, non siamo riusciti a capirlo con certezza: la nostra guida dice 600 anni, mentre il pannello illustrativo al cancello afferma 350 anni. In ogni caso, la sua maestosità colpisce il visitatore: è alta circa 15 metri ed è uno degli ultimi esemplari rimasti nel Salento di questa varietà, introdotta intorno all’anno 1.000 durante le incursioni saracene o con l’avvento dei monaci greci. 

Corigliano d'Otranto - Chiesa Madre.
Corigliano d'Otranto - Chiesa Madre, interno.
Corigliano d'Otranto - Chiesa Madre.

Mentre osserviamo rapiti l’enorme chioma, un signore passa in bicicletta e si ferma a scambiare qualche parola con noi lamentandosi dell’amministrazione locale: il cancello che protegge la quercia, infatti, è chiuso e gran parte del patrimonio di Corigliano non è opportunamente valorizzato. In effetti, a parte il castello e le numerose iniziative di cui è protagonista, manca una vera guida o anche solo una mappa per la città…

Animati dalla vena polemica che ci trova sempre pronti, torniamo sui nostri passi per prendere qualche verdura al supermercato, fare le valige e ripartire.

BAIA DEI TURCHI

Alle 11.30 circa partiamo alla volta della spiaggia, diretti alla famosa Baia dei Turchi, da cui ci separano circa 25 km. Mentre viaggiamo, compio qualche ricerca per individuare il parcheggio migliore: alcuni suggeriscono De Benedetto, altri lo sconsigliano; in effetti, tocchiamo con mano la scortesia del personale e il prezzo esoso, 5 euro che diventano 6 in alta stagione. Nonostante la navetta gratuita che conduce all’inizio della pineta sia una forte attrazione, preferiamo parcheggiare altrove: al De Marco, dove siamo accolti con familiarità e paghiamo solo 3 euro per lasciare l’auto tra gli olivi. Da qui impieghiamo circa 15 minuti a piedi per raggiungere il punto in cui ci avrebbe lasciati la navetta: per noi è uno scambio accettabile!

All’inizio della fitta pineta è possibile prendere due sentieri: a sinistra si trova la Baia dei Turchi, mentre a diritto la Caletta di Toraiello. Proseguiamo per la prima e in pochi minuti sbuchiamo sul mare, da cui ci separa solo una bassa scogliera che diventa una stretta spiaggia sabbiosa, tutta libera.

Baia dei Turchi.
Baia dei Turchi.
Baia dei Turchi.

Sembra un miracolo, ma la spiaggia non è affollata: noi consigliamo la parte sulla destra, caratterizzata da rocce di un colore rossastro, perché ci sono meno bagnanti e l’acqua sembra più limpida. In ogni caso, il mare è splendido ovunque! Il fondale digrada molto dolcemente e fare il bagno è piacevole e rilassante.

Da dove deriva il nome di Baia dei Turchi? Come è facile intuire, dallo sbarco delle truppe turche con a capo il comandante Acmet Pascià, il quale nel 1480 attaccò Otranto partendo proprio da questa spiaggia. L’assedio alla città durò due settimane, al termine delle quali i cittadini di Otranto furono uccisi o ridotti in schiavitù; a tale episodio è ricondotta anche la decapitazione di 813 martiri cristiani che non vollero rinnegare la propria religione e i cui teschi sono conservati nella Cattedrale di Otranto.

Con una passeggiata arriviamo fino alla spiaggia Azzurra, poco lontano, oltre la quale si estende il lungo lido dei Laghi Alimini, oasi protetta e luogo tutelato dal FAI Italia. Il mare è sempre meraviglioso e i colori si armonizzano perfettamente: l’azzurro dell’acqua, la sabbia bianca, la pineta verde… pare un quadro! Questa parte, comunque, è più attrezzata e caotica, quindi, secondo noi, l’opzione migliore rimane la prima, anche se forse un po’ più scomoda e selvaggia.

Baia dei Turchi.
Caletta di Toraiello.

L’ora di pranzo si sta allontanando senza che noi ci siamo fermati a rifocillarci, così scegliamo di fare un bel picnic nella pineta. Prima, però, non possiamo fare a meno di dare un’occhiata alla Caletta di Toraiello, in maggioranza composta da scogli e purtroppo invasa dalle alghe. Senza di esse, però, sarebbe un vero paradiso, con la terra rossa che si spinge fino al mare e la vegetazione che spunta tra le rocce!

CALA GROTTA MONACA

Prima di arrivare ad Otranto ci piacerebbe fare sosta in un’altra spiaggia, ma siamo piuttosto indecisi su quale. Abbiamo trovato sul web alcune indicazioni per la Grotta Sfondata e le immagini sono davvero suggestive… Cediamo alla tentazione e proviamo a raggiungerla: abbiamo scoperto che, a parte via mare, è possibile arrivare alla grande apertura nel terreno passando dalla Baia del Mulino; a sua volta, essa è accessibile via mare o via terra, attraverso la passerella che collega l’omonimo camping con la spiaggia. Colmi di speranze parcheggiamo davanti alla reception e scendo a chiedere informazioni… Scopro così che il percorso è chiuso perché pericolante e il ragazzo, molto gentile, non sembra particolarmente fiducioso che la passerella venga riaperta a breve. A quanto pare, lo stato di abbandono e degrado sta prendendo il sopravvento…

Dopo questa sconfitta, scegliamo di ripiegare su un’altra oasi quasi sconosciuta: Cala Grotta Monaca (a circa una decina di minuti in auto dalla Baia dei Turchi). Si tratta di un luogo quasi sconosciuto alla maggioranza dei turisti e ormai piuttosto in rovina… Lasciamo l’auto nel parcheggio gratuito proprio sopra l’insenatura e ci avventuriamo a piedi lungo la costa: l’acqua è azzurra e profonda, le rocce sono per la maggioranza a picco sul mare, ma in alcuni punti degradano più dolcemente e permettono di arrivare fino al mare. Solo pochissimi avventori sono a fare il bagno o a prendere il sole. Secondo la leggenda, la Grotta Monaca era un tempo abitata da una foca monaca; se ciò fosse vero sarebbe un’altra prova di quanto queste acque fossero limpidi e trasparenti in passato, proprio come oggi.

Cala Grotta Monaca.
Cala Grotta Monaca.

Decidiamo di passeggiare intorno alla baia ma ci aspettano due brutte sorprese: la cala subito accanto, di San Pietro a Canali è completamente inaccessibile perché il pontile di legno è stato distrutto… Ovunque domina l’abbandono e l’inerzia: in questo tratto di costa doveva essere presente un’area attrezzata, sicuramente un bar o un chiosco, ma ne vediamo solo alcune tracce, mentre un’arida e selvatica vegetazione ha coperto ogni cosa. Risalendo verso nord, invece, dall’altro lato della baia, il sentiero è così invaso dalla vegetazione e dalla sporcizia che non riusciamo a proseguire… È un vero peccato perché il panorama è splendido e la quasi totale solitudine in cui siamo immersi, davanti all’orizzonte del mare, sarebbe piacevole e rilassante.

OTRANTO

Intorno alle cinque di pomeriggio arriviamo al nostro B&B e lasciamo i bagagli per dedicarci ad esplorare Otranto nelle ultime ore del giorno… Le strade si animano proprio verso il crepuscolo e la città entra in un febbrile stato di concitazione, mentre sciami di turisti si affacciano nei negozi della via principale o consultano i menu dei ristoranti.

Otranto - Cattedrale.
Otranto - Lorenzo e Federica.

Facciamo il nostro ingresso a Otranto dalla Porta di Terra, una delle due attraverso le quali un tempo si accedeva alla città. Da qui ammiriamo il perimetro delle possenti mura e ci gettiamo tra i vicoli del centro storico. Visitiamo subito la Chiesa di San Pietro, una piccolissima costruzione di oltre mille anni, custode di uno dei cicli di affreschi bizantini più stupefacenti del Salento. Proseguiamo poi lungo i bastioni fino alla Torre Matta, cilindrica e inglobata nel perimetro delle mura; da qui diamo un’occhiata ai resti dell’antica Chiesa dell’Immacolata e usciamo dalla Porta di Mare, l’ingresso più importante della città. Dall’esterno ci godiamo la vista anche del mastodontico Castello Aragonese e della celebre Cattedrale, che, purtroppo, chiude alle 20 e non riusciamo a visitare: mi riprometto di tornare lì il giorno successivo per ammirare con calma il secolare pavimento a mosaico.

(Considerata l’antichissima storia e la quantità di monumenti e opere d’arte, abbiamo deciso di scrivere un articolo completamente dedicato ad Otranto.)

Il sole sta tramontando e assistiamo ai suoi ultimi, fulgidi raggi dal Lungomare degli Eroi. È arrivato il momento di cenare.

Otranto - Castello Aragonese.
Otranto - Chiesa di San Pietro.

DOVE MANGIARE

Balconcino d’Oriente

Abbiamo un tavolo prenotato per le otto e mezza e arriviamo in perfetto orario! Questo grazioso ristorante, con una gradevole terrazza tra fiori e scorci delle mura di Otranto, si trova a pochi metri dal centro storico ed è parte di un Bed&Breakfast.

Rimango colpita dalla quantità di tipi di pasta, tutti fatti in casa! Purtroppo, non hanno alternative senza glutine, quindi chiedo un mix di antipasti e verdure… Mi portano fagiolini, fagioli e zucchine, fave e cicoria e una burrata, oltre ad un piatto di patate al forno che divido con Lorenzo, il quale, ovviamente, ha scelto un primo.

I prezzi non sono economici, ma piuttosto contenuti, considerando che siamo a Otranto e in piena estate. Inoltre, le proposte del menu sono tutti piatti tipici della tradizione salentina. Ci alziamo comunque sazi e soddisfatti… Anche se a me è rimasto il desiderio di un dolcetto.

Balconcino d'Oriente - mix di antipasti.
Gelateria Cavour.

Gelateria Cavour

Passeggiamo per la città e ci godiamo la frescura sul lungomare. C’è parecchia gente, ma ancora la calca non è eccessiva. Tra le vie del centro scorgo una gelateria con una lunga coda e adocchio che tra le proposte c’è pure il cono senza glutine. Posso forse resistere? Scelgo come gusti il caffè leccese (molto particolare) e lo yogurt miele e noci: un buon gelato. Soprattutto, posso godermelo osservando gli edifici illuminati del centro di Otranto, la pietra leccese così scenografica e l’oscurità del mare.

Un’altra intensa giornata si è conclusa e torniamo verso il nostro B&B.

DOVE DORMIRE

B&B Ma.Re.

Punto di forza di questo alloggio è senza dubbio la posizione: a cinque minuti a piedi dal centro storico di Otranto, è l’ideale per chi vuole fermarsi ad esplorare la città. Purtroppo, non dispone di un parcheggio riservato o gratuito nelle vicinanze, ma se, come a noi, non vi dispiace una passeggiata di qualche centinaio di metri, è sufficiente lasciare l’auto nell’enorme spiazzo davanti al Cimitero Monumentale di Otranto.

L’arredamento della camera è moderno e semplice, tipico di una struttura sul mare. Il piccolo terrazzino dà su un cortile interno e i colori dominanti sono il bianco e l’azzurro.

B&B Ma.Re. - stanza.
B&B Ma.Re. - colazione.

Il mattino dopo recuperiamo la colazione nella sala di accoglienza, che ha anche un frigo e una cucina, e, sul vassoio, ce la gustiamo seduti al tavolino sul balcone della stanza. La scelta è piuttosto varia: yogurt, succhi, marmellate e frutta, due paste fresche per Lorenzo e dei biscotti confezionati senza glutine al cioccolato (Galbusera, secondo me) per me.

Mentre mangiamo, ripassiamo l’itinerario per il nostro quarto giorno in Salento: ci attende una doverosa sosta nel punto più orientale d’Italia, una baia di pescatori e una fresca e intrigante visita ad una grotta…

Caletta di Toraiello.
Cala Grotta Monaca.


BUDGET

  • Spesa al supermercato di Calimera: 7,10 euro
  • Parcheggio De Marco (Baia dei Turchi): 3,00 euro
  • Cena al Balconcino d’Oriente: 46,00 euro
  • Gelato sg e bottiglietta d’acqua alla Gelateria Cavour: 5,00 euro
  • B&B Ma.Re: 80,00 euro + 2,00 euro di tassa di soggiorno (colazione inclusa)

Totale: 143,10 euro
A testa: 71,55 euro


Complessivo 9 giorni per 2 persone

  • Biglietto treno: 258,80 euro
  • Auto: 360,00 euro di noleggio + 20,00 euro per check-in e out alla stazione
  • Benzina: 80,00 euro

Al giorno: 39,93 euro a testa


Totale a testa Giorno 3: 111,48 euro

INFORMAZIONI


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