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“L’AMORE FREDDO” DI LIVIO GARZANTI

Da un grande editore un romanzo sulla non comunicazione

LUGLIO 2023

Ho raccolto questo libro da dentro una scatola buttata accanto ad un cassonetto… In realtà, è stato Lorenzo a farmela notare chiedendomi sorpreso se non volessi dare un’occhiata. Era sera e tornavamo dalla gelateria insieme alla nostra cagnolina Frida. Così, mi sono messa a rimestare nello scatolone, che conteneva prevalentemente saggi politici di sinistra, e ne ho tirato fuori due volumi: “L’amore freddo” e una collezione di racconti in un’edizione gradevole, simile a quella per bambini. Ciò che mi ha immediatamente conquistata, però, è stato ciò che è uscito fuori dalle pagine ispessite del romanzo di Livio Garzanti: due lettere, conservate ancora nelle loro buste e datate 1980, il medesimo anno di uscita del libro. Erano entrambe indirizzata alla precedente proprietaria, il cui nome è ben presente nell’ex libris iniziale, e aprivano uno spaccato doloroso di una relazione amorosa, forse anche di un matrimonio, in cui erano coinvolte due figlie…

Mentirei se dicessi che non è stata la presenza di quelle lettere a convincermi a prendere L’amore freddo, che altrimenti, con una buona probabilità, avrei ignorato. Sono stata contenta di averlo letto? Direi di sì, anche se non è il tipo di romanzo che mi sentirei di consigliare né che io stessa leggerei di nuovo.

Livio Garzanti, "L'amore freddo".


Il libro, piuttosto breve, è strutturato in quattro sezioni, che inquadrano alcuni temi: la casa del narratore e il suo bisogno di eros, che cerca appagamento nell’evocazione delle donne create dall’arte; l’azienda di famiglia, in cui il fratello lo invita a lavorare e dove assume un ruolo manageriale pur cercando di rifuggirne i tipici schemi; l’incontro con la donna che diventerà la sua compagna, una madre veneta semplice e pingue; le riflessioni che accompagnano la fine della vita del protagonista, descritta come “la fine di un eroe”. Vi è una progressione anche temporale attraverso le sezioni, ma non riesco ad impedirmi di pensare che la lettura tematica sia più rivelante di quella cronologica.

Vi rintraccio, probabilmente a torto, un’influenza di Italo Svevo, il cui romanzo La coscienza di Zeno si divide in capitoli tematici, dal fumo al rapporto col padre, dal lavoro alla donna amata e alla famiglia.

Credo che uno dei motivi per cui nella mia mente si è creato questo parallelismo di strutture sia perché, secondo me, L’amore freddo racconta fondamentalmente la storia di un inetto. La critica parla della descrizione di un “uomo senza qualità” del nostro tempo, rappresentato dal protagonista, ma, mentre leggevo, avevo l’impressione di un’incapacità di vivere.

Come anticipato, non si tratta di un romanzo stupefacente, non di quelli immancabili da leggere o particolarmente belli; tuttavia, apprezzo il tema di fondo: quello dell’inettitudine, declinato in particolare nel rapporto con la donna e con gli altri, sempre lontani e con cui è impossibile comunicare, ma anche un po’ nel lavoro. Il narratore, infatti, dirige sfuggendo agli schemi manageriali, cercando di influenzare e formare un pensiero comune, inserendosi nel tessuto del lavoro di tutti, con una costante presenza intellettuale; risolleva l’azienda, ma non si afferma mai veramente.

“Dicono che i potenti sono soli e allora, se anch’io soffro di solitudine, voglio almeno immaginarmi potente.”

p. 111

L’amore freddo viene definito dalla critica come un “desiderio d’intelligenza” nel rapporto umano: può scandalizzare alcuni, ma l’amore caldo, secondo l’autore, molte volte inganna chi lo dà molto più di chi lo riceve. Il primo penetra ovunque, ma impedisce di entrare in contatto con gli esseri umani, costringe all’esclusione e alla solitudine. Al tempo stesso, però, gli altri sono fondamentali nella determinazione della coscienza di ognuno…

Estraneità, non comprensione, mancanza di comunicazione, soprattutto tra uomo e donna, sono i temi centrali nel romanzo: le prime donne evocate sono quelle create dall’arte; con la collega di lavoro l’opportunità non verrà colta ed entrambi si trincereranno nelle proprie posizioni; il corpo ricco e vitale dell’unica donna che diventerà una compagna è diverso e poi segnato dall’abitudine…  

“Non ho perso un amore, l’amore non ha avuto il tempo di nascere e poi so che quello vero, che illude e rende la vita leggera, non nascerà mai per me. Ormai mi sono rassegnato ad amare i miei fantasmi.”
p. 80

Livio Garzanti, "L'amore freddo".


C’è qualcosa che non mi convince… Infatti, appena concluso il romanzo non ero sicura di cosa pensarne. Posso condividere gran parte di ciò che viene scritto, ma al tempo stesso mi sfugge come si possa attribuire tanta importanza all’intelligenza e alla fredda razionalità, considerarla quasi un merito, erigerla a marchio che, per quanto conduca all’infelicità, è degno di essere eroico. In altre parole, sono d’accordo sul tema dell’inettitudine e dell’impossibilità di entrare in relazione con l’altro, ma credo non abbia molto a che vedere con il desiderio di intelligenza; più che altro mi pare che guardare il mondo e relazionarsi con esso attraverso questa lente sia una scusa per le proprie incapacità.

In ogni caso, il libro è piuttosto scorrevole e l’interesse del lettore viene mantenuto non solo e non tanto dallo svolgimento della trama, quanto dal continuo susseguirsi di idee e di immagini, che creano paradossi, entrano in vicoli ciechi, conducono ad altri pensieri… La scrittura è limpida e senza particolari vezzi, capace di rappresentare i lati oscuri dell’uomo senza ipocrisie.

“Non si può guardare nell’abisso della paura. Oppure bisogna sentirsi immortali, saper andare oltre la propria fine. (…) l’ansia della fine mi toglie ogni desiderio di avventura e brucia le tappe della mia vita.”
p. 122

In conclusione, questo romanzo mi ha colpita e attratta perché opera di un celebre editore e per il contenuto delle due lettere personali… e sono stata comunque felice di leggerlo, anche perché penso sia rappresentativo di un determinato momento e periodo storico. Infine, non posso fare a meno di domandarmi se sia un caso che la passata proprietaria abbia comprato (e letto, immagino) un libro intitolato L’amore freddo nell’ottobre 1980, a poche settimane di distanza dall’aver ricevuto lettere di amore e di scuse, di lontananza e incomprensioni… Probabilmente no, dato che le conservava proprio all’interno di questo volume.

TRAMA

Il romanzo, prima opera di Livio Garzanti, noto editore, segna la raggiunta maturazione del suo pensiero filosofico: le figure sono realistiche e metaforiche al tempo stesso. Il lettore vede muoversi il protagonista in diversi ambiti e momenti della sua vita, dalla casa al lavoro fino alla relazione amorosa con una donna veneta completamente diversa dal narratore sia dal punto di vista fisico sia nell’approccio alla vita.

LIVIO GARZANTI

Livio Garzanti, "L'amore freddo".


Nato nel, Livio Garzanti (1921 – 2015) era il figlio di Aldo Garzanti, industriale chimico, che nel 1939 rilevò la Fratelli Treves, una delle più importanti case editrici italiane dell’epoca, alla quale le leggi razziali avevano impedito di proseguire l’attività. Laureatosi in filosofia, dalla fine degli anni 1940 Livio Garzanti diresse L’Illustrazione Italiana, tra le più prestigiose riviste culturali del tempo, e nel 1952 assunse la guida della casa editrice Garzanti, che mantenne fino al 1995, quando fu venduta dapprima alla UTET di Torino e poi congiuntamente al Gruppo Messaggerie, che oggi ne possiede il marchio.

Meno nota, ma assai rilevante, fu l’attività filantropica di Livio Garzanti, dedito al sostegno di iniziative di grande rilievo come Emergency, il Gruppo Abele e Vidas, con costante e minuta attenzione per chi era nel bisogno. Nel 1986 istituì la Fondazione Ravasi – nel ricordo della madre – impegnandola in un progetto di sostegno alle famiglie con ammalati di Alzheimer.

Livio Garzanti fu autore di romanzi e racconti: L’amore freddo (1980), Una città come Bisanzio (1985) e La fiera navigante (1995). L’ultimo suo libro del 2006, Amare Platone, una originale e profonda rilettura del Fedro, segna il suo ritorno alla originale formazione filosofica.

IL LIBRO

Livio Garzanti, L’amore freddo, Bompiani, Farigliano (CN), 1980.
> https://www.ibs.it/amore-freddo-libri-vintage-livio-garzanti/e/2560031040126


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