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TREKKING INTORNO A RIO BUTI

Un anello tra San Leonardo in Collina, Fonte Buia e il Pozzo della Morte

Sabato 15 luglio 2023

Nel pieno del torrido caldo estivo, nei weekend in cui non abbiamo la forza (e il coraggio) di tentare le code infinite in autostrada, ci dedichiamo a piccole gite fuoriporta, trekking semplici in luoghi facilmente accessibili, il più possibile al fresco ma vicini a Firenze. Così siamo andati ad esplorare un’altra parte della Val di Bisenzio, dopo aver già svolto un trekking alla Rocca di Cerbaia e aver visitato il borgo di Vaiano e altri luoghi di grande interesse. Stavolta ci siamo mantenuti più vicini a Prato (e a Firenze) e abbiamo creato un percorso ad anello piuttosto semplice, adatto anche ai bambini e con il cane.

Trekking Rio Buti - sentiero verso Fonte Buia.
Lunghezza complessiva6 km
Tempi di percorrenza2h30min
Dislivello323 m.
Grado di difficoltàFacile/Medio
SCHEDA TECNICA


In poco più di mezz’ora di auto da Firenze arriviamo nella piccola frazione di Gamberame Basso, all’inizio della Val di Bisenzio. Sul navigatore è sufficiente impostare come destinazione la Chiesa di San Leonardo, che si trova in una stradina piuttosto stretta, tra i condomini e le villette con annesso cortile. L’edificio della chiesa è un normale palazzo all’interno del quale sembra essere stata ricavata una sorta di cappella provvisoria; il parcheggio è libero in tutte le vie e noi lasciamo l’auto in una tranquilla strada parallela alla ferrovia, via del Greto.

Torniamo indietro di qualche passo sulla strada principale e passiamo nel sottopasso ferroviario, risalendo qualche tornante finché, in corrispondenza di un grande curva a sinistra, abbandoniamo l’asfalto per inoltrarci su un sentiero nel bosco. Questo tratto prosegue parallelamente a via di Canneto, ma è molto più piacevole perché immerso nel verde e senza auto. In un punto affianchiamo la rete con i possenti tiranti metallici a protezione della strada sottostante dagli smottamenti della montagna: è impressionante e incute un po’ di timore.

Trekking Rio Buti - sottopasso ferroviario a Gamberame Basso.
Trekking Rio Buti - bivio per il sentiero n. 442.

SAN LEONARDO IN COLLINA

Dopo circa un quarto d’ora arriviamo all’inizio vero e proprio del nostro anello: siamo di fronte ad una biforcazione che, a destra, ci condurrebbe direttamente a Rio Buti, mentre a sinistra sale verso le grotte e le fonti, in direzione San Leonardo (n. 442). Scegliamo quest’ultimo sentiero e affrontiamo il punto più faticoso dell’intero trekking; il dislivello non è grande, ma la salita è piuttosto ripida. La fatica viene però ricompensata dal panorama che ammiriamo una volta giunti alle rovine dell’antica Chiesa di San Leonardo in Collina. Il paesaggio si apre su tutta la valle, costellata di borghi e fitta di boschi di un verde scuro e profondo… Possiamo girare intorno alla pieve, di cui possiamo distinguere le mura e il campanile, anche se la vegetazione sta pian piano prendendo il sopravvento. Poco sopra inizia la strada asfaltata, che conduce anche all’agglomerato di case della frazione di San Leonardo in Collina.

Si tratta di un piccolo borgo situato a mezza costa della Collina di San Leonardo e si articola in alcuni edifici colonici e la chiesa in rovina, con annessa canonica; rimangono ancora tracce dell’antico cimitero. Le origini dell’agglomerato sono molto antiche e affondano le radici nel Medioevo, per la posizione strategica con vista sulla Via di Lombardia (l’attuale 325), che attraversa la Val di Bisenzio; la chiesetta romanica, invece, fu costruita forse nella seconda metà del Duecento. Attestata già all’inizio del Trecento, questa struttura si componeva di una sola navata e un campanile a vela; adesso non è più accessibile e il crollo del tetto ha portato ad un degrado ancora maggiore.

Trekking Rio Buti - Chiesa di San Leonardo in Collina.
Trekking Rio Buti - panorama sulla Val di Bisenzio.
Trekking Rio Buti - Chiesa di San Leonardo in Collina.

CALVANA

Ci spostiamo lungo la strada asfaltata e giriamo a destra in via di Faltugnano costeggiando un campo di olivi; la posizione panoramica ci permette di ammirare gli edifici in pianura e la città di Prato, che emergono incorniciati dai versanti collinari rivestiti di boschi. Lasciandoci alle spalle, in discesa, le ultime case, possiamo dire che qui inizia ufficialmente l’area della Calvana, contraddistinta dalle rocce calcaree. Un pannello illustrativo ci avverte di questo cambiamento, spiegando agli avventori alcune delle caratteristiche di questa zona: la dorsale della Calvana è costituita da un’alternanza di vari tipi di rocce calcaree, calcareo-argillose, argillose e arenareo-calcaree, che nel loro complesso prendono il nome di Alberese o Formazione di Monte Morello.

Le rocce calcareo-marnose sono quelle che più tipicamente costituiscono l’Alberese e sono facilmente erodibili ad opera delle acque meteoriche; in particolari circostanze, possono dare luogo a interessanti fenomeni carsici sia superficiali sia sotterranei. Infatti, sono state individuate ed esplorate già una quarantina di grotte, concentrate specialmente nella parte meridionale della dorsale; vi sono numerose doline, ovvero depressioni del terreno a forma di scodella, uvala (insiemi di più doline) e campi carreggiati (massi affioranti ad andamento rettilineo variamente erosi).

Trekking Rio Buti - panorama su Prato.
Trekking Rio Buti - Lorenzo sul sentiero n. 424 verso Fonte Buia.
Trekking Rio Buti - Frida sul sentiero n. 424 verso Fonte Buia.

Sia per il tipo di terreno sia per le caratteristiche della roccia madre, i suoli della Calvana sono aridi in estate, soprattutto quelli a quote più elevate; i fenomeni carsici, infatti, inghiottono tutta l’acqua che riesce ad infiltrarsi, facendola poi ricomparire copiosa a quote inferiori, dove va ad alimentare una linea di sorgiva intorno ai 300-400 metri di quota.

Di tutto ciò possiamo avere una diretta esperienza percorrendo l’arido sentiero che conduce a Fonte Buia e alle numerose altre grotte lungo Rio Buti e poi scendendo verso il Pozzo della Morte, mai asciutto.

FONTE BUIA

Pochi metri dopo il cartello il sentiero da forestale diventa più stretto e si biforca: prima di proseguire verso Rio Buti, facciamo una deviazione a sinistra inerpicandoci verso Fonte Buia (sentiero n. 424). Il cartello indica un tempo di percorrenza di 15 minuti, ma è piuttosto risicato, considerando anche che noi aggiungiamo un’altra deviazione, alla scoperta della Grotta della Fonte Buia Inferiore. Per raggiungerla seguiamo le indicazioni di un cartello a destra, seguendo un sentiero abbastanza ripido fino a raggiungere il letto di Rio Buti (secco, quando ci siamo stati noi). La grotta non è visitabile (se non con apposita attrezzatura e accompagnamento), ma possiamo ammirare una vista sui grandi massi bianchi del torrente.

Trekking Rio Buti - Federica e Frida a San Leonardo in Collina.
Trekking Rio Buti - Grotta di Fonte Buia Inferiore.
Trekking Rio Buti - Fonte Buia.

Tornati sui nostri passi, continuiamo in salita, che non è particolarmente impegnativa ma un po’ tecnica, soprattutto dopo il Sifone della Biscia e il guado su Rio Buti. In questo punto il sentiero si biforca: noi continuiamo a salire tra i massi del torrente fino a raggiungere Fonte Buia, mentre sopra vi è la Grotta della Fonte Buia, una delle più belle e famose del territorio pratese, accessibile solo in escursioni programmate. Anche se l’ultimo tratto è più impegnativo da un punto di vista tecnico, vale la pena arrivare fino alla fonte, che è molto graziosa e particolare: l’acqua fuoriesce da una piccola costruzione in mattoni.

RIO BUTI

L’intera deviazione ha una durata totale di cica un’ora; tornati al sentiero principale, proseguiamo a sinistra verso Guardo alle Forre (n. 440B), che passiamo dopo pochi minuti e che scopriamo quasi completamente asciutto. Il bivio successivo ci indica la strada per arrivare fino al Ponte di Rio Buti: si tratta di un sentiero per escursionisti esperti (n. 440A) e, in effetti, è abbastanza tecnico.

Trekking Rio Buti - Guado alle Forre.
Trekking Rio Buti - pozze e cascatelle.

Immerso nel bosco, è completamente in discesa e in alcuni tratti un po’ difficoltoso; sono state aggiunte delle catene a cui aggrapparsi, ma non sono in tirare e per questo a volte scomode da utilizzare. Il paesaggio qui cambia: dal sole e dal caldo della parte precedente, più arida e rocciosa, ci immergiamo in una zona fresca e ombrosa, con un bosco più fitto su entrambe le sponde del Rio Buti.

Esso non è un torrente, ma un vero e proprio fiume, affluente del ben più grande Bisenzio. Le sorgenti sono poste sui monti della Calvana, tra il Monte Cagnani e il Passo del Crocicchio, sempre nel territorio del Comune di Vaiano. Per molti tratti il corso d’acqua scende ripido verso valle per un totale di 5 km, in un alveo stretto delimitato da rocce di pietra alberese.

Il fiume è visibile in diversi scorci e raggiungibile da alcuni sentieri improvvisati tra la vegetazione. Nonostante le secche che abbiamo visto sopra, qui l’acqua continua a scorrere formando deboli ma graziose cascatelle e pozze poco profonde. Lungo questo sentiero incontriamo i primi avventori dall’inizio del percorso, anche se, in verità, sarebbe più corretto dire che notiamo la loro presenza sulle rive del torrente. Si tratta soprattutto di coppie e gruppi di ragazzi, che fanno picnic e si tuffano in acqua. Allentiamo la tensione della ripida discesa, fermandoci in alcuni punti per scattare foto e ammirare il corso d’acqua, che, selvaggio e fresco, serpeggia nel bosco.

Trekking Rio Buti - Ponte Rio Buti.
Trekking Rio Buti - Pozzo della Morte.
Trekking Rio Buti - Federica e Lorenzo al Pozzo della Morte.

POZZO DELLA MORTE

Dopo poco più di mezz’ora arriviamo al Ponte su Rio Buti, che attraversiamo per fare l’ultima deviazione del nostro trekking. Sono trascorse circa due ore dall’inizio dell’escursione e ci meritiamo una bella pausa sulle sponde del punto più spettacolare del corso d’acqua, quello che viene chiamato Pozzo della Morte. Si tratta di un profondo specchio d’acqua, sormontato da una cascata tra rocce e muschi, mentre a lato l’acqua gocciola tra le sporgenze e la vegetazione (ricorda leggermente le Grotte di Labante).

Quando arriviamo solo un’altra coppia è accampata sulle sponde dello specchio d’acqua: il luogo è silenzioso e ameno… La pozza circolare, alimentata dalla dolce cascatella, è circondata da alcune rocce e pare l’ideale per accamparsi. Certo, il nome non rende giustizia al posto: la denominazione Pozzo della Morte deriva, infatti, ad alcuni incidenti avvenuti qui negli ultimi due secoli.

Trekking Rio Buti - Pozzo della Morte.
Trekking Rio Buti - Pozzo della Morte.

Dopo esserci ristorati (e aver spazzolato Frida che è entrata tra l’erba e i cespugli), siamo pronti per ripartire: ci attende l’ultimo breve tratto in leggera salita e siamo tornati all’inizio del nostro anello. Proseguiamo a diritto e, in meno di mezz’ora, arriviamo fino alla strada asfaltata, che ci conduce nuovamente alla nostra auto.

Siamo felici di aver aggiunto un altro piccolo tassello alla nostra conoscenza della Val di Bisenzio! Se siete curiosi e volete fare altre escursioni e visite nella zona vi consigliamo:

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