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L’ANTICA SEGHERIA VENEZIANA DI CAVALESE

Alla scoperta della civiltà forestale e l’emozione di osservare la sega ancora in funzione

Venerdì 11 agosto 2023

Da tempo mi ripromettevo di partecipare ad una delle visite guidate all’Antica Segheria Veneziana di Cavalese: finalmente ho realizzato il mio proposito e le aspettative non sono state deluse! Negli anni ho iniziato a conoscere questo paese della Val di Fiemme, ho potuto ammirare la Pieve di Santa Maria Assunta e la Chiesa di San Vigilio; ho aderito ad un tour nell’affascinante Biblioteca Muratori e ad un altro a Casa Bertelli; durante una passeggiata, che mi piace molto e che passa dalla Chiesetta di San Valerio, mi imbatto sempre nella segheria. Poterla finalmente visitare è stato per me emozionante!

Ringrazio di cuore il Palazzo della Magnifica Comunità di Fiemme e in particolare Tommaso Dossi per la calorosa accoglienza e per l’opportunità di svolgere la visita gratuitamente.

Antica Segheria Veneziana di Cavalese - esterno.
Antica Segheria Veneziana di Cavalese - interno: carro, tronchi e sega.

La prenotazione della visita guidata avviene online o al telefono, ma per il biglietto (5 euro; gratuito per i possessori di Fiemme – Cembra Guest Card) occorre recarsi prima presso il Palazzo della Magnifica Comunità di Fiemme, in centro a Cavalese. A partire dalle nove, infatti, la biglietteria è aperta e da lì possiamo scendere a piedi fino all’Antica Segheria oppure approfittare del servizio gratuito di bus navetta, che parte alle 9.30 e arriva al Parcheggio Cascata, a pochi minuti a piedi. I posti auto davanti alla segheria sono pochi e dovrebbero essere giustamente riservati alle persone con mobilità ridotta.

Personalmente ho preferito scendere a piedi, con una piacevole camminata di circa 20 minuti, seguendo la graziosa mappa che mi è stata consegnata in biglietteria. Così mi sono goduta alcuni scorci di Cavalese, percorrendo gli stretti vicoli e alcune piazze, tra edifici antichi e sempre suggestivi panorami.

Scendendo l’ultimo tornante possiamo già ammirare la segheria dall’alto, con lo stemma del Comune ben impresso sull’intonaco chiaro e la catasta di tronchi accanto all’entrata. Mentre attendo l’inizio della visita, mi prendo qualche minuto per osservare il canale ligneo che conduce l’acqua alla ruota e guardarmi attorno. Il Rio Gambis, che attraversa Cavalese e qui corre verso il torrente Avisio, scroscia protetto dalla frescura e dall’ombra degli alberi e, guardando indietro verso le case, possiamo scorgere il grazioso campanile della Chiesetta di San Valerio, che svetta proprio sopra di noi.

Alcuni pannelli illustrativi ci danno informazioni interessanti sulla segheria e sulle altre strutture un tempo presenti a Cavalese (fucine, una conceria, moli per la macinazione del gesso e pestini per quella delle cortecce impiegate per conciare le pelli, mulini per la produzione di farina di cereali). Molto interessanti sono le cartoline che raffigurano Cavalese nei primi decenni del Novecento: vedute particolari che ci portano indietro nel tempo e in cui spiccano elementi che riconosciamo perché presenti ancora oggi, ma inseriti in un tessuto urbano differente. 

Antica Segheria Veneziana di Cavalese - tronchi, spessori e altri strumenti.
Antica Segheria Veneziana di Cavalese - cartolina del 1920.

Avvicinandoci al retro della segheria, in corrispondenza con una gradevole area picnic, possiamo leggere alcune informazioni che anticipano ciò che ci verrà spiegato nel dettaglio durante la visita guidata. Cominciamo così ad immergerci in una realtà di duro lavoro, sapienza e arte di un mestiere adesso sconosciuto ai più, quello del segantino.

Alle dieci in punto inizia la nostra visita e, seduti sulla catasta di tronchi proprio davanti alla segheria aperta, ci accolgono due straordinari “segantini”, le nostre guide Carlo e Riccardo, aiutati dal giovanissimo nipote di quest’ultimo. Il signor Riccardo Vanzo, un tempo responsabile dell’attività della segheria, ci coinvolge subito con i suoi modi esperti, semplici e appassionati, spiegandoci il funzionamento della segheria e immergendoci nel contesto culturale e storico in cui essa è inserita, narrandoci la vita della popolazione e mostrandoci ciò che poteva essere la tipica giornata di un segantino, insieme a quella altre figure ad esso collegate.

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