Un percorso ad anello tra panorami, storia, fonti e cascatelle
Domenica 23 aprile 2023
La primavera ispira sempre gite fuoriporta e piacevoli trekking poco fuori dalla città: è il caso del nostro percorso ad anello intorno al torrente Zambra, sopra Sesto Fiorentino, tra archeologia, fonti, panorami e cascatelle. Si tratta di una passeggiata piuttosto semplice, adatta a tutti, anche ai bambini e ai cani. Piacevolmente ombreggiata, soprattutto nella seconda parte, ci porta alla scoperta del territorio alle pendici di Monte Morello…
Arriviamo la mattina relativamente presto, intorno alle 9.30: la primavera è calda e un bel sole splende nel cielo terso. Passati davanti alla Chiesa di Santa Maria a Quinto, lasciamo l’auto al parcheggio Quinto Alto, subito a destra; è gratuito e piuttosto ampio, ma tende ad affollarsi velocemente perché comodo per le gite fuoriporta.
Siamo in una parte già un poco collinare di Sesto Fiorentino, a pochi passi dal Parco di Villa Solaria e dalla Tomba etrusca della Montagnola. La passeggiata tra le vie del quartiere è già molto piacevole: la maggioranza delle case sono villette con piccoli o grandi giardini e splendidi rampicanti, come un’incredibile pianta di glicine fiorito che orna il cancello e il muro di una delle dimore più importanti.
Imbocchiamo prima via Fratelli Rosselli e poi saliamo lungo via Fonte Mezzina; siamo ancora nel tratto asfaltato, che abbandoniamo presto prendendo un sentiero un po’ stretto e ricco di vegetazione. Questa è la parte più trascurata del percorso: ci troviamo ancora a pochi metri dalle abitazioni, ma siamo immersi nella boscaglia. Pensiamo addirittura di demordere e tornare sui nostri passi, ma per fortuna raggiungiamo il guado sul torrente Zambra e ci rassicuriamo.
FONTE MEZZINA E VALLE DELLO ZAMBRA
Ancora qualche centinaio di metri e sbuchiamo in una forestale, proprio a ridosso di un gruppetto di case: siamo arrivati a Fonte Mezzina (145 m. s.l.m.). Il paesaggio è bucolico, con prati di erba verde punteggiati da margherite, iris in fiore e vasi di piante di tutti i tipi. Qui troviamo i primi cartelli illustrativi sul percorso ad anello intorno al torrente Zambra: il nostro coincide in parte con esso.
Ci rendiamo subito conto di essere in un luogo di grande rilevanza naturalistica, anche se sconosciuto alla maggioranza e non frequentato da molti camminatori (durante l’intero percorso incontreremo al massimo una decina di persone). La piccola valle del torrente Zambra è scavata nella parte più meridionale del massiccio di Monte Morello ed è immersa nel tipico paesaggio collinare toscano: versanti dolci, boschi misti di latifoglie e uliveti, macchie di cipressi e campi coltivati, con piccoli agglomerati di case.
Lo Zambra è torrente molto antico e altrettanto prezioso per il Comune di Sesto Fiorentino: si tratta di una risorsa ambientale di particolare e pregio e luogo di testimonianza storiche del rapporto tra uomo e acqua. Lungo i sentieri è possibile apprezzare ambienti diversi: ponti e resti archeologici, chiese, ville e fonti…
Da Fonte Mezzina seguiamo le indicazioni per Fonte Giallina (sentiero n. 3), che dovremmo raggiungere in un’oretta. La strada è carrabile, costeggiata da cipressi nel primo tratto; l’asfalto cede il posto ad un’ampia forestale, anche se rimaniamo sempre su via Fonte Mezzina, che procede tra campi di olivi e si affaccia su piacevoli panorami della piana di Sesto Fiorentino.
Dopo la località Torrigiana, giriamo a sinistra su via di Monteacuto, che diviene man mano sempre più suggestiva, addentrandosi in un bosco di alberi bassi, che si aprono permettendo di ammirare il panorama su Monte Morello. In particolare, da non lasciarsi sfuggire è la vista sulla chiesa di San Bartolomeo e sulla Villa di Carmignanello, da cui passeremo dopo.
PONTE SPARTIMOGLIE E FONTE GIALLINA
Sorpassata Casa Solatio (352 m. s.l.m.), giriamo a destra sulla forestale n. 3, sempre in direzione Fonte Giallina e continuiamo a salire fino ad arrivare al Ponte Spartimoglie (370 m. s.l.m.) sul torrente Zambra. Il curioso nome deriva forse da una leggenda popolare per cui due contadini, che abitavano sui due versanti del torrente, erano innamorati della medesima fanciulla. Secondo un’altra interpretazione, l’etimologia sarebbe dovuta al fatto che il ponte si trova dopo una secca curva al termine di una breve ma ripida discesa: quando il tratto di strada era percorso dai carri, si racconta che fosse difficile rallentare e facile sbandare; così, se non si prestava attenzione, il passeggero che stava al lato del guidatore, spesso la moglie, poteva essere sbalzato giù e trovarti “spartito” sul greto del fiume.
Il nostro giro ad anello prevedrebbe qui il suo giro di boa, ma consigliamo una deviazione per vedere sia la piccola cascata alle spalle del ponte sia la Fonte Giallina (sentiero n. 3), che raggiungiamo in pochi minuti. Non è particolarmente scenografica, ma comunque fresca e piacevole.
CARMIGNANELLO
Da Fonte Giallina (400 m s.l.m.) scendiamo nuovamente verso il ponte e imbocchiamo il sentiero n. 4 verso Carmignanello. Questa parte del percorso coincide con quella iniziale del Trekking a Carmignanello: vediamo prima la Torre medievale e il borgo, la Chiesa di San Bartolomeo e la Villa di Carmignanello. Rispetto alla prima volta che siamo stati qui notiamo come i restauri della dimora siano proceduti e come stia pian piano riacquisendo il suo aspetto elegante e aristocratico.
Proprio davanti alla villa lasciamo via di Carmignanello ed entriamo in uno stretto sentiero, che subito si biforca. Prendiamo il sentiero a sinistra e in pochi minuti ci troviamo sul torrente Zambra, che costeggeremo fino al Ponte delle Volpi.
Personalmente abbiamo amato questo percorso ad anello per la sua grande varietà: ci troviamo adesso in un ambiente molto diverso dal precedente, con incredibili affacci sul torrente. Frida zampetta felice tra le rapide e noi rimaniamo incantati dai colori delle rocce, bianche, gialle e aranciate che spiccano nella vegetazione lussureggiante. Il torrente serpeggia alla nostra destra e si contorce tra pozze e cascatelle, tra cui la famosa Cascata delle Libellule; lo guadiamo e ammiriamo una cascata di maggiori dimensioni sui resti di quello che ci appare come un antico ponte.
CAVE DI PALASTRETO
Proseguiamo adesso più riparati all’interno del bosco, mentre lo Zambra, dopo il guado, ci continua a scorrere a sinistra, ma più in profondità, nella valle che ha scavato tra la roccia e gli alberi. Due sono i punti che ci colpiscono di quest’ultima parte: in primo luogo, la vista sulle Cave di Palastreto. Dal nostro sentiero possiamo vedere l’altura sulla quale ci trovavamo all’andata, sull’altro versante. Il bosco nel quale eravamo immersi si interrompe bruscamente in un’alta parete di roccia, scavata in più punti. Questa cava privata, infatti, è di recente apertura per ricavare pietra cementizia; grazie ad essa è stato possibile ritrovare i resti archeologici della Necropoli di Palastreto.
PONTE ALLE VOLPI
Da non perdere è la brevissima deviazione per il Ponte alle Volpi, che si raggiunge con uno stretto sentiero in discesa e che si presenta come un pittoresco collegamento tra le due alte sponde dello Zambra. Si tratta di un ponte molto antico, del quale non si conosce con esattezza l’origine; neppure è facile attribuire una datazione perché è stato più volte rimaneggiato nel corso dei secoli. Il primo documento ufficiale su cui compare è la Carta dei Capitani di Parte Guelfa del XV secolo, ma l’impianto della struttura è sicuramente assai precedente, forse addirittura etrusco o romano.
Il ponte è interessante anche perché testimonia un’antica viabilità a mezza costa, utilissima per evitare la piana di Sesto Fiorentino, all’epoca paludosa e insalubre, per un tracciato che collegava da una parte le tombe monumentali della Mula e della Montagnola e dall’altra le tombe comuni della zona tra la Castellina e Palastreto, mantenendosi sempre in quota secondo un percorso agevole e rapido.
CHIESA DI SANTA MARIA A QUINTO
Dopo qualche centinaio di metri, usciamo dal bosco e arriviamo ad una strada asfaltata, via di Tassinaia, che prendiamo a destra, passando nuovamente lo Zambra e poi scendendo su via di Palastreto. Dopo un agglomerato di case, corrispondente all’omonima frazione, giriamo a destra e costeggiamo il cimitero della Misericordia di Quinto per poi sbucare in corrispondenza della Chiesa di Santa Maria a Quinto, davanti al cui loggiato passiamo e ci tratteniamo qualche minuto.
Questa chiesa, di fondazione romanica, è citata già in documenti del XI secolo, ma fu radicalmente ristrutturata nel 1770 e successivamente restaurata negli anni Venti del secolo scorso. Purtroppo, noi l’abbiamo trovata chiusa, ma se vi capita di entrare prestate attenzione a due importanti dipinti: una tavola rappresentante l’Annunciazione, in stile tardogotico e attribuita al cosiddetto maestro della Madonna di Strauss (fine Trecento), e un trittico raffigurante la Madonna in trono col Bambino e quattro santi di Spinello Aretino (1393). Entrambi sono stati recentemente restaurati e ricollocati in loco.
A questo punto, siamo tornati al punto di partenza: il parcheggio si trova alla nostra destra. Noi ci siamo trattenuti a pranzo al Circolo di Quinto Alto per una raccolta fondi per la riapertura di quello di Cercina: non c’è niente mi meglio che unire un trekking naturalistico e storico, gastronomia e solidarietà!
Se vi interessano altri percorsi nella zona, potete leggere i nostri articoli:
INFORMAZIONI
- Traccia GPS: https://out.ac/IJYqcx
- CAI Sesto: http://www.caisesto.it/?page_id=69
- Torrente Zambra: https://www.regione.toscana.it/documents/10180/14813231/ZRS+PI+Zambra.pdf/520d52ad-657b-4489-8fe1-97a79e22c640
- Palastreto: http://www.milliarium.it/pdf/n3-castellina_quinto.pdf
- Chiesa di Santa Maria a Quinto:https://www.diocesifirenze.it/wd-annuario-enti/arcidiocesi-di-firenze-3/vicariato-di-sesto-fiorentino-calenzano-351/s-maria-a-quinto-297/
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