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PRANZO AL RISTORANTE “ORTERIE”

Un menu tra sapori valtellinesi e nipponici a un passo da Tirano

Domenica 23 luglio 2023

Durante il nostro weekend a Tirano e sul Trenino del Bernina, sulla via del ritorno, ci siamo fermati a mangiare in un posto favoloso, una vera oasi di gusto e tranquillità. Anche se il ristorante non è stellato, abbiamo trovato molti punti in comune con i locali menzionati sulla Guida Michelin e ci siamo innamorati di questa cucina colorata e particolare, tutta vegetariana.

Dalla cittadina di Tirano ci inerpichiamo sulle montagne e in pochi minuti raggiungiamo la frazione di Stazzona, nel comune Villa di Tirano: è un gradevole agglomerato di case immerso nella natura e da ci si gode di un bel panorama sulla valle e sui monti circostanti.

Ristorante Orterie - giardino.
Ristorante Orterie - sushi vegetariano.

Il parcheggio è comodissimo (se non ci sono troppe persone): in una rientranza a lato della strada, con tanto di colonnina elettrica per chi desidera ricaricare l’auto. Il ristorante si trova poco più in basso, raggiungibile con una breve discesa che ci conduce in un universo raccolto e grazioso, elegante e colorato.

Il locale è composto da un interno suddiviso in due ambienti principali e annunciato da un bel bancone, mentre l’esterno è un giardino perfettamente curato, con un prato verde e numerose piante di ortensie e di rose. I tavoli sono disposti all’ombra di un grande albero (credo una magnolia, ma le mie doti botaniche sono scarse), al fresco e nell’assoluto silenzio.

Quando arriviamo solo un altro tavolo è occupato e il pranzo rimarrà intimo perché non sono previsti altri avventori. La pace è meravigliosa e Frida zampetta sull’erba, rotolandosi e sdraiandosi a piacimento.

Ci accoglie subito Francesco, che ci fornisce qualche informazione sulle origini del ristorante, nato nella primavera del 2016: il nome deriva da “Orto di Rie”. L’orto è quello coltivato dai genitori di Francesco, 1.500 mq visibili anche dal locale e dove sono prodotti in modo naturale verdure e legumi, da semi tipici valtellinesi e pure del Giappone. Rie, infatti, è la moglie di Francesco, cuoca del ristorante e di origine giapponese. Da “Orto di Rie” è stato ricavato per crasi il nome Orterie, che vede impegnati sia Francesco, esperto nel vino, sia Rie, cuoca specializzata nella cucina vegetariana. La loro creazione arricchisce l’azienda agricola di famiglia e l’offerta dell’antica trattoria di Tirano, la Vineria.

Ristorante Orterie - Lorenzo e Frida.
Ristorante Orterie - tofu marinato.
Ristorante Orterie - dolce.

La struttura del menu, la cura e la ricerca dei piatti, il loro gusto particolare e il loro aspetto richiamano l’esperienza che abbiamo vissuto in alcuni dei ristoranti stellati in cui siamo stati… E non a caso! Scopriamo, infatti, che Rie e Francesco si sono conosciuti da Joia, a Milano, ristorante vegetariano che vanta una stella Michelin e una stella verde. La loro esperienza sicuramente si riflette nel locale che hanno aperto: dalla cura perfetta degli ambienti all’attenzione per le posate (diverse per ogni portata), dalla ricercatezza dei piatti alla scelta di abbinamenti particolari. Questo aspetto molto raffinato viene piacevolmente stemperato dai modi, sempre gentili, di Francesco, che prende confidenza, chiacchiera con noi e offre persino una pannocchietta a Frida, che ne è entusiasta.

Fin dai primi antipasti è chiara la filosofia del ristorante: cucina vegetariana che sa coniugare con grazie e divertimento i sapori della tradizione valtellinese e quelli del lontano Giappone. Insieme con l’entrée di benvenuto ci portano anche i menu; ho trovato strano che il mio non riportasse nemmeno un prezzo, mentre in quello di Lorenzo erano specificati. Penso sia un’idea carina, anche se forse sarebbe meglio informarsi prima su chi pagherà (non è detto che sia sempre l’uomo…). Noi abbiamo scelto due menu completi, che comprendono il dolce; al momento della prenotazione avevamo specificato che io sono celiaca e, infatti, i miei piatti erano in una versione senza glutine, anche se ho notato poche differenze rispetto agli originali.

Insieme con il menu, Francesco ci serve già alcuni antipastini offerti dalla casa: sono tre, disposti un piatto rettangolare, all’interno di contenitori molto graziosi. Il primo è uno gnocco di barbabietola ripieno di formaggio (uno dei pochi piatti non vegani), il secondo si compone di frutta secca glassata e, infine, abbiamo una fresca pannocchia. Lo gnocco è sublime: una crosta un po’ croccante, che racchiude un cuore morbido e filante; gli altri due stuzzichini si bilanciano perfettamente e la pannocchia ci sciacqua la bocca prima di passare alle portate principali.

Ristorante Orterie - antipasti di benvenuto.
Ristorante Orterie - vellutata di piselli.

Insieme all’entrée ci viene versato anche un bicchiere di vino rosato: il “Rosé Libertà W.M. (Walter Massa) orterie edition”. Si tratta di un rosato del Piemonte… eccezionale! Non è frizzante, è fresco e ben equilibrato, ideale per il pasteggio… Ne prendiamo altri due bicchieri (Lorenzo farà poi un ulteriore bis), che, con la nostra bottiglia di acqua naturale, ci accompagneranno durante il pasto.

Subito ci viene servita la prima portata del menu: una vellutata di piselli, che Francesco versa direttamente nel nostro piatto ai lati di una porzione di quinoa con piselli dell’orto in diverse consistenze, ovvero normali e ridotti in pasta; domina la composizione un cestino croccante di riso e il giallo dei petali di alcuni fiori giapponesi. La vellutata è densa e fresca, divertenti le due consistenze del pisello e la croccantezza del cestino. Il sapore è delicato, ma non banale.

Uno dei piatti che ero più curiosa di provare è il sushi vegetariano, che sul menu viene descritto tra parentesi come “ovviamente niente pesce!”; tuttavia, il gusto del mare riesce comunque ad emergere, soprattutto grazie all’aggiunta di una curiosa foglia verde il cui sapore ricorda quello dell’ostrica. La presentazione è spettacolare, coloratissima: il riso è violaceo perché cotto nel cavolo cappuccio viola, sopra di esso creano una composizione tre tipi di salse (una maionese di tonno, che in realtà è di ceci, una alla barbabietola e l’ultima di tipo teriyaki). Completano la decorazione una chips secca e una piccola scultura di riso soffiato. Il piatto è ottimo e ricorda vagamente il mare… Rimango soprattutto colpita da come i sapori riescano ad amalgamarsi e a bilanciarsi perfettamente.

Ristorante Orterie - sushi vegetariano.
Ristorante Orterie - tofu marinato.

Particolarissimo è il piatto successivo, servito in un grazioso pentolino di terracotta, che ci viene scoperchiato davanti. Al centro troneggia il tofu marinato con tapioca, su un letto di crema di mascarpone, con all’interno alcuni chicchi di mais; semi di zucca e un bel fiore fucsia sono la piacevole decorazione. Rimaniamo stupiti per il fatto che è eccezionalmente ricco di sapore e il leggero contrasto impedisce al piatto di diventare stucchevole.

Siamo arrivati alla portata che sul menu è indicata con il nome di Gozen, ovvero in giapponese “Cibo del Re”, dove su un vassoio sono serviti alcuni piccoli assaggi, tutti diversi e particolari, su alcuni piattini e ciotoline davvero graziosi. Questa portata ci viene servita direttamente da Rie, che ci saluta con un sorriso radioso e ci spiega cosa troviamo davanti a noi. Due sono gli assaggi caldi: un fiore di zucca fritto (per me con impasto al grano saraceno) e un bocconcino di finto pollo, che in realtà è tofu fritto con salsa di soia accompagnato da una salsa di maionese alle erbe. Rimaniamo estasiati dalla croccantezza e dalla leggerezza della frittura, perfettamente fragrante e saporita.

L’insieme è colorato e con un aspetto meraviglioso: ci sono un’insalata di patate e pomodori con barbabietola; spaghetti di zucchine con pomodori, pomodori secchi e mandorle; fagiolini con sesamo nero; chips con formaggio vegano e uva; ananas alle spezie e cannella. Sinceramente è tutto fantastico! Lorenzo preferisce il sapore più deciso e acidulo degli spaghetti e quello morbido del formaggio vegano, mentre io mi innamoro della delicatezza della finta insalata russa.

Ristorante Orterie - Gozen, ovvero "Cibo del Re".
Ristorante Orterie - Gozen, ovvero "Cibo del Re".
Ristorante Orterie - Gozen, ovvero "Cibo del Re".

Per il primo io e Lorenzo abbiamo una pasta di tipo diverso: la sua sono spaghetti di grano tenero, mentre per me ci sono dei tagliolini di riso. Sopra è disposta una tempura, mentre ai lati sono disposti cetrioli, pomodori e una melanzana marinata. Infine, due piccole ciotole sono riempite con salsa di soia e con una di sesamo. Abbiamo apprezzato il fatto di poter dosare in autonomia il condimento e, ancora una volta, la frittura è fantastica…

Il dolce è l’epilogo perfetto per il nostro pranzo: in una bella coppa di vetro, una crema di latte con lamponi e frutti di bosco e biscotti alla mandorla. È un dessert fresco e fruttato, morbido e al tempo stesso croccante…

Concludiamo con due caffè, che scegliamo da un apposito menu. Io prendo un semplice decaffeinato, mentre Lorenzo sperimenta un Galapagos, risultato di un ambiente di coltivazione insolito. Francesco ci porta anche due amari, uno secco (alle mele) e uno dolce, francese (alle pere); ci spiega che per loro sostituiscono l’offerta della piccola pasticceria, tipica dei ristoranti stellati.

Ristorante Orterie - tagliolini di riso e tempura.
Ristorante Orterie - dolce.

Dopo aver sorseggiato caffè e amari, è il momento del conto: l’acqua, di ottima qualità, costa 3 euro, come anche il coperto, il vino rosato 7 euro a bicchiere, il decaffeinato 3 euro e il caffè particolare 7 euro; i due menu completi, invece, hanno un costo di 67 euro ciascuno. Certo, il conto è salato, ma l’esperienza, secondo noi, è assimilabile a quella di un ristorante stellato… Ci informiamo, infatti, se abbiano intenzione di proporsi per la Guida Michelin o per ottenere qualche altra certificazione, ma la risposta è negativa: sono solo in due e non riuscirebbero a mantenere gli standard richiesti. In fondo, riflettiamo, è una scelta legittima e comprensibile e non toglie niente alla bontà e alla peculiarità del ristorante.

Usciamo perfettamente soddisfatti, anche per le tempistiche perfette (abbiamo impiegato circa due ore a pranzare). Il nostro augurio è quello che piccole gemme preziose come questo locale possano prosperare e trovare sempre clienti appassionati e sensibili, aperti alla sperimentazione e disposti a cogliere la delicata eleganza e la gentilezza dei proprietari.

Ristorante Orterie - amari e caffè.
Ristorante Orterie - Lorenzo e Federica.

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