Un doppio anello tra vigne e olivi, pievi e casolari
Domenica 6 novembre 2022
Complice un autunno incredibilmente mite e una sagra del tartufo e dell’olio nuovo, abbiamo deciso di trascorrere una giornata a Tavarnelle, un piccolo paesino a trenta minuti in auto da Firenze. Come sempre, abbiamo cercato di non farci mancare niente: un bel trekking, tranquillo e rilassante, tra vigne e olivi, la visita ad alcuni luoghi storici come la Pieve di San Pietro in Bossolo, i banchi del grande mercato autunnale a Tavarnelle. Per pranzo, abbiamo scelto un agriturismo piuttosto vicino, a Barberino Tavarnelle, riparato e con prodotti a km 0… E nel primo pomeriggio abbiamo partecipato ad un tour guidato dell’incredibile Badia di Passignano.
Iniziamo, dunque, dal trekking.
Percorrendo la superstrada Firenze-Siena, usciamo a Tavarnelle e subito lasciamo l’auto in corrispondenza di un rientro della strada, all’altezza della Fattoria La Tancia, che, tra l’altro, è molto gradevole, con il suo giardino ben curato e il casolare di campagna recentemente ristrutturato. Questo è solo uno dei molti incantevoli edifici che troveremo lungo il percorso… In alternativa, è possibile parcheggiare nell’ampio spazio antistante l’area industriale, proprio accanto alla superstrada.
Ci incamminiamo verso Tavarnelle nell’unico punto trafficato: qualche decina di metri più in alto, infatti, deviamo a destra su una sterrata che si inerpica fino ad un agglomerato di case, che costeggiamo inoltrandoci un poco nella vegetazione. Già in questo primo tratto possiamo trovare tutti gli elementi ricorrenti del nostro percorso: frazioni e amene case di campagna, strade bianche, vigneti, campi di olivi, filari di alberi lungo i viali di accesso a casolari e aziende agricole. Il panorama si apre verso Firenze e possiamo scorgere il borgo di San Casciano, mentre accanto a noi il vigneto è colorato delle sfumature autunnali, dal marrone all’arancio fino al giallo…
Passate le prime case, vale la pena fare una piccola deviazione dalla quale possiamo ammirare l’agglomerato da altre angolature per poi sbucare in un ombroso viale che ci conduce fino al prossimo piccolo borgo. Non possiamo accedervi dalla via principale, poiché è proprietà privata, così deviamo nel bosco e torniamo nella luce del sole su una suggestiva strada tra gli olivi; oltre di essa incontriamo altre villette, piacevoli e curate, con addirittura una buganvillea fiorita. Ci fermiamo a leggere l’iscrizione affissa sulle mura di pietra rustica: durante la Seconda guerra mondiale, il 24 luglio 1944, in questo luogo caddero per mano dei tedeschi il sergente neozelandese Noel J. Hosking e tre soldati.
Quella che abbiamo appena sorpassato, che possiamo ancora vedere tra il verde degli alberi, con le sue riconoscibili torrette merlate, è la Villa o Castello di Petroio; la località, infatti, porta il nome di Poggio Petroio. Nel 988 l’antica struttura era una delle molte fortificazioni della Val di Pesa, appartenente alla famiglia Visdomini, importante per aver dato i natali a San Giovanni Gualberto, fondatore dell’ordine dei monaci vallombrosani. Secondo alcuni storici egli nacque proprio a Petroio intorno al 995; di sicuro, le sue spoglie sono conservate nella vicina Badia di Passignano, che, infatti, è proprietà dei vallombrosani. Il castello passò in mano ai Buondelmonti e fu poi distrutto dai guelfi neri, aiutati da Carlo IV, nel 1302. Ricostruito nel XVI secolo, divenne una villa della famiglia Zanobi e acquistato nel XIX secolo dall’avvocato Nov. Lazzaro Martini, dal quale discendono gli attuali proprietari, la famiglia Conti. La dimora fu ristrutturata e subì importanti trasformazioni; rimangono, tuttavia, due torri.
La strada sbuca in un tratto asfaltato, dove sorge la località La Romita, nome che troviamo ben impresso sull’edificio lungo la via principale e che è adesso un ristorante, La Fattoria. Da qui prendiamo la Strada del Cerro, che ci conduce tra i vigneti, con una bella vista sull’azienda agricola Poggio Romita, che ammireremo da diverse angolature.
Passato un B&B, ci troviamo ad un crocevia, ornato da una panchina decorata e una minuscola libreria per lo scambio gratuito di volumi. Il nostro percorso ci porta in discesa, lungo la Strada della Pieve, dove si apre uno dei panorami che ho preferito in questa gita. A destra proseguono i vigneti, mentre a sinistra i prati freschi e verdeggianti si alternano agli olivi, ordinati e carichi di frutti; oltre di essi, un imponente edificio agricolo cattura la nostra attenzione, che però si sposta velocemente sull’alto ed elegante campanile che precede la Pieve di San Pietro in Bossolo. Scendiamo lungo il sentiero bianco e passeggiamo in salita per arrivare fino all’antica chiesa. Essa ci appare sobria e armoniosa, spiccando con il suo porticato bianco e le pietre sull’erba fresca e rigogliosa del piazzale antistante. Da qui si gode di un bel panorama sul paesaggio collinare circostante.
PIEVE DI SAN PIETRO IN BOSSOLO
Da dove deriva un nome così particolare come “in Bossolo”? Dal latino in buxula, termine con cui negli eserciti romani si indicava la cassa imperiale. Il luogo dove sorge la chiesa, infatti, era abitato già dal V secolo, come dimostra un’iscrizione risalente al 424. La pieve è ricordata per la prima volta in un documento del 988; il feudo di San Pietro in Bossolo era di proprietà dei conti Alberti all’inizio del XIII secolo; nel 1213 il popolo si impegnò a realizzate un castello nei pressi della chiesa (il battistero) e nei secoli seguenti da essa dipesero ben 25 altri luoghi di culto, che garantirono un’ottima rendita economica. Grazie a tale ricchezza si istituì qui un capitolo di sacerdoti, che elessero a pievano Manente dei Buondelmonti (1340), il quale aveva anche la carica di esecutore papale. La famiglia Buondelmonti iniziò così il proprio patronato sulla chiesa, che beneficiò di importanti lavori. Nel 1508 venne ricostruita la canonica e due anni più tardi fu edificato il portico in facciata e l’intera chiesa fu restaurata. Il battistero fu distrutto prima del Cinquecento, ma nel 1522 venne commissionato un tabernacolo per la cappella del fonte battesimale, interna alla pieve. Il patronato passò ai Guicciardini a metà del Seicento e pure tale famiglia operò delle migliorie, come l’intonacatura e la copertura della navata centrale con una finta volta affrescata. Nel corso dei secoli fu aggiunta una cappella e un altare, ma soprattutto l’interno della chiesa fu rifatto in stile barocco nel 1742.
Il campanile venne ricostruito nel 1828 a spese del popolo e quattro anni dopo furono realizzare le attuali cinque campane (rimane, tuttavia, una delle più antiche datata 1290). Tutti questi interventi determinarono uno stravolgimento della pieve, che riacquisì l’antico aspetto romanico con gli interventi di restauro operati tra il 1934 e il 1949. Avvicinandoci, notiamo sotto il portico una lapide che ricorda ed elogia quest’ultimo intervento decantando l’impegno e la dedizione del suo promotore, il pievano don Antonio Lapucci.
Purtroppo, Pieve e Museo sono chiusi, quindi decidiamo di fare una breve deviazione passando dal cimitero e arrivando al piccolo Lago dei Chiostrini, uno specchio d’acqua che si estende circondato dagli alberi tra i campi coltivati. Dopo esserci affacciati sulla riva, la costeggiamo per un breve tratto e saliamo in un oliveto in direzione dell’omonima frazione, Chiostrini. Questa è la parte del percorso più accidentata: il sentiero nel bosco, infatti, è poco battuto, ma ancora facilmente identificabile. Un occhio attento può notare come la vegetazione cambi e il sottobosco, con i suoi cespugli e i suoi rovi, abbia proliferato indisturbato. Quasi all’improvviso ci ritroviamo sulla strada asfaltata che conduce al paese di Tavarnelle.
La nostra meta è proprio la Festa d’Autunno, che ogni anno viene organizzata nel mese di novembre e che riunisce produttori e venditori locali per una mostra mercato di prodotti tipici del territorio. Protagonisti indiscussi sono il tartufo bianco e nero e l’olio, ma si possono trovare anche miele, salumi, dolci, abbigliamento… L’organizzazione è a cura del CCN di Bottega in Bottega e della Proloco di Tavarnelle Val di Pesa, in collaborazione con il Comune di Barberino Tavarnelle. Noi ci siamo fatti irretire da uno degli stand dedicati al tartufo, scoprendo così anche alcuni strumenti del mestiere, come vanghetti e bastoni intagliati a mano. Abbiamo fatto due piccoli acquisti da un negozietto di Siena, specializzato proprio in tartufi…
Tavarnelle Val di Pesa è in realtà una frazione del comune di Barberino Tavarnelle, sempre in provincia di Firenze, e rientra nei territori del Chianti. Non a caso la sua economia si concentra sulla produzione di olio e vino… Le sagre locali sono numerose e frequentate soprattutto dagli abitanti del posto; hanno, quindi, un carattere quieto e tradizionale, ideale per una domenica in tranquillità!
Sono trascorse circa due ore mezzo dall’inizio della nostra camminata ed cominciamo a percepire un certo languorino. Perciò, ci dirigiamo sulla via del ritorno, uscendo dal centro cittadino e imboccando la Strada della Pieve, all’angolo con il ristorante Borgo Antico. Passiamo di fronte alla chiesa e proseguiamo a ritroso lungo il sentiero bianco e piacevole tra campi e vigne fino ad arrivare al bivio di intersezione con la Strada del Cerro. Qui proseguiamo diritto e arriviamo in prossimità del Poggio Romita, che prima avevamo costeggiato dal lato opposto.
Il nostro percorso è sempre sulla Strada Commenda, che ci porta a scoprire un ultimo casolare, imponente ma abbandonato e piacevoli scorci su Poggio Petroio e sul castello. Sempre in discesa, attraversiamo alcuni vigneti ed entriamo nella vegetazione, piuttosto rada, che spesso si apre permettendoci di ammirare le colline circostanti, sulle quali svetta la Badia di Passignano.
Nell’ultimo tratto costeggiamo la superstrada e ci troviamo nell’area industriale, che inizia con le Cantine Coli, dove viene prodotto il vino dalle uve autoctone e tradizionali: Chianti, Chianti Classico e Morellino di Scansano. Da Tavarnelle, in un’oretta siamo tornati al nostro punto di partenza, dove recuperiamo l’auto per dirigerci verso l’agriturismo per il pranzo.
AGRITURISMO LA PALMA
L’Agriturismo La Palma nasce dall’azienda agricola Podere Panugliole ed è pensato come luogo rilassante e immerso nella natura; i prodotti utilizzati e venduti sono genuini e a km 0, realizzati dall’azienda stessa o da altre nelle zone limitrofe. È possibile prenotare una camera per un soggiorno o la location per eventi e cerimonie, ma anche fermarsi per pranzo o cena, come abbiamo fatto noi.
L’ambiente è semplice e confortevole, con uno stile rustico e piuttosto curato. Siamo accolti e serviti con gentilezza e attenzione; la qualità dei prodotti è ottima. Mi ha colpita il fatto che all’inizio del menu venga chiarita la provenienza dei cibi che assaggeremo… Ad esempio, frutta e verdura è di loro produzione, così come anche le confetture, i paté e i sughi, mentre i pecorini provengono dall’azienda agricola Podere Paterno di Monte Rotondo. Le ricette sono quelle classiche della cucina toscana e i piatti proposti hanno il sapore dei pranzi preparati in famiglia.
Dato che sono celiaca, la cucina si è attrezzata pure con pane senza glutine, pasta e alcuni dolci (io ho scelto un tiramisù). Ci hanno servito un assaggio della casa: vellutata di zucca e cipolla (con olive a parte). Con Lorenzo abbiamo diviso un antipasto di formaggi (tris di pecorini: stagionato, semistagionato e con pistacchi) con pere e due confetture di frutti di bosco; ho poi provato tutti i contorni: fagioli, erbe di campo e patate arrosto, mentre Lorenzo ha preferito un primo. I prezzi sono abbastanza contenuti, considerando anche l’eccellente qualità di tutti gli alimenti…
Qui trovate la mia recensione completa.
Ristorati dal pranzo, abbiamo continuato l’esplorazione della zona con un’interessantissima visita ad un luogo magico: la Badia di Passignano, che consigliamo di cuore di ammirare da vicino nella sua antica e perpetua solennità.
INFORMAZIONI
- Traccia GPS Outdooractive: https://out.ac/IFBT9k
- Villa di Poggio Petroio: https://www.loquis.com/it/loquis/249841/Villa+di+Poggio+Petroio
- Pieve di San Pietro in Bossolo: http://www.tavarnellevp.it/pieve-di-san-pietro-in-bossolo
- Festa d’Autunno: https://www.firenzetoday.it/eventi/festa-autunno-tavarnelle-val-di-pesa-6-novembre-2022.html
- Comune di Barberino Tavarnelle: https://www.barberinotavarnelle.it/
- Siena Tartufi: https://www.sienatartufi.com/
- Fattoria Poggio Romita: https://www.vinialois.it/alois/gallery/fattoria-poggio-romita/
- Cantine Coli: https://coli.it/
- Agriturismo La Palma: https://www.agriturismolapalma.com/
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