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TREKKING ALLE BANDITE DI SCARLINO

Un percorso ad anello tra i Poggi e Cala Violina

Sabato 25 novembre 2023

L’area naturale sopra a Scarlino è senza dubbio il luogo ideale per una passeggiata semplice, immersi nella macchia mediterranea. Scopriamo così incredibili panorami sulla costa e la famosa Cala Violina, in estate (troppo) affollata di turisti.

Passata la Marina di Scarlino con il suo porto, saliamo in auto lungo la strada che conduce alla frazione di Terra Rossa, caratterizzata da poche case e dal ristorante Il Cantuccio (aperto solo in bella stagione). Il parcheggio gratuito non è particolarmente grande, ma si apre comodamente a lato della strada, poco prima di arrivare agli edifici. Da lì comincia il nostro trekking, con un brevissimo tratto in salita sull’asfalto, per arrivare all’entrata ufficiale dell’area naturale de Le Bandite di Scarlino, che ci accolgono con un bel panorama sul mare, sulla costa fino a Piombino e, davanti, sull’Isola d’Elba.

Lunghezza complessiva8,1 km
Tempi di percorrenza3h
Dislivello292 m.
Grado di difficoltàFacile
SCHEDA TECNICA

LE COSTIERE DI SCARLINO

Ci troviamo nel Parco nazionale delle Colline Metallifere: Le Costiere di Scarlino o Le Bandite di Scarlino, infatti, fanno parte del patrimonio agricolo forestale della regione Toscana (Area naturale protetta di interesse locare “Costiere di Scarlino”) e sono costituite da un sistema collinare che decorre parallelo alla linea di costa, con modesti rilievi poco oltre i 200 m. s.l.m. (ad esempio Poggio la Guardia e Poggio Sentinella).

La Riserva Naturale delle Bandite raggiunge quasi 9.000 ettari, toccando i Comuni di Castiglione della Pescaia, Follonica, Gavorrano e Scarlino, includendo la zona che raggiunge la collina – con il Monte d’Alma – e quella che raggiunge il mare. Nota semplicemente come le Bandite di Scarlino, dal comune capofila che la ospita per la sua parte più ampia, deriva il proprio nome dai frequenti bandi che venivano indetti. Cosa interessassero, però, non è certo: secondo alcuni i bandi riguardavano la vendita di porzioni di bosco, mentre per altri studiosi erano divieti di caccia nella zona di riserva di importanti signori locali; altri ancora ipotizzano un collegamento con lo sfruttamento minerario…

Trekking Le Bandite di Scarlino - panorama su Follonica dal sentiero verso Poggio San Supero.
Trekking Le Bandite di Scarlino - panorama sull'entroterra lungo il sentiero verso Poggio La Guardia.

Di sicuro questi luoghi sono stati scelti fin dai tempi antichi per gli insediamenti. Tracce archeologiche ne testimoniano, infatti, l’utilizzo per la caccia e la raccolta già in epoca preistorica. Appartiene, invece, al periodo etrusco un importante sito archeologico, la necropoli di Poggio Tondo.

Già osservando la zona a colpo d’occhio ci accorgiamo che è quasi interamente boscata, con una predominanza di leccio e macchia mediterranea. Al bivio prendiamo il sentiero a sinistra, che sale nella vegetazione, caratterizzata da cisti, mirti, corbezzoli, erbe aromatiche, ginepro coccolone e altre piante tipicamente mediterranee.

Saliamo con una certa pendenza, ma la fatica è stemperata dal panorama che possiamo ammirare alle nostre spalle: la città Follonica svetta tra i boschi e le pinete, facilmente riconoscibile con il suo alto grattacelo azzurrognolo. Stiamo percorrendo la dorsale costiera, seguendo il tracciato di un viale parafuoco realizzato negli anni Quaranta per contrastare il diffondersi degli incendi. 

In circa un quarto d’ora siamo arrivati alla cima di Poggio San Supero (121 m. s.l.m.), dove si trova l’intersezione con un’ampia strada forestale, che prendiamo a destra. Attraverso un certo saliscendi arriviamo fino a Poggio La Guardia (212 m. s.l.m.), dove si gode di un panorama sul bosco e un bel tratto di mare. Lungo il percorso possiamo rimanere incantati dal paesaggio, verdeggiante in contrasto all’azzurro e al blu dell’acqua, con le coste visibili fino a Piombino da un lato, l’Isola d’Elba davanti (e, se l’aria è tersa, persino la Corsica) e l’Isola di Montecristo verso sud.

Trekking Le Bandite di Scarlino - panorama fino a Punta Ala da Poggio Sentinella.
Trekking Le Bandite di Scarlino - Cala Violina.

Quest’ultima è la direzione che prendiamo, prima in discesa e poi in salita, per giungere all’ultima delle nostre cime: Poggio Sentinella (215 m. s.l.m.). Sicuramente è il luogo con il panorama migliore: lo sguardo spazia quasi a 360° abbracciando tutta la costa da Piombino fino a Punta Ala, mentre sotto di noi possiamo intravedere Cala Violina. È interessante notare come il lato ovest di Poggio Sentinella sia stato oggetto di un rimboschimento di pino d’Aleppo, realizzato nei tempi in cui era necessario il legno delle conifere.

La discesa è sicuramente la parte più impegnativa del nostro itinerario: il sentiero, infatti, è piuttosto scosceso e occorre prestare molta attenzione a non scivolare… Per fortuna il tratto non è lungo e presto arriviamo all’incrocio con un’altra strada forestale, la quale, a destra, prosegue più dolcemente la discesa verso il mare.

CALA VIOLINA

Stiamo scendendo fino alla famosa Cala Violina, che possiamo raggiungere proseguendo sul sentiero più ampio e carrabile oppure inoltrandoci a destra nel bosco su un percorso più stretto e scosceso. Questa seconda opzione ci permette di arrivare più velocemente alla pineta che precede la spiaggia.

Cala Violina è una delle più belle spiagge del Tirreno: una striscia di sabbia chiara, racchiusa tra due promontori, Punta Martina e Punta Le Canne, abbracciando il mare cristallino. Da dove deriva un nome così particolare? Dalla particolare natura della sabbia, formata prevalentemente da granuli di quarzo chiaro, che “suonano” (si dice) come un violino al passaggio e con il frangersi delle onde.

Durante l’alta stagione l’accesso alla spiaggia è regolamentato per limitare la pressione antropica, ma noi consigliamo di svolgere questo trekking e di fermarsi a Cala Violina in autunno o in primavera, addirittura durante le giornate più assolate dell’inverno. Solo così, infatti, è possibile godere della bellezza del luogo senza essere disturbati dalla calca e dal chiasso continuo dei bagnanti!

Trekking Le Bandite di Scarlino - Cala Violina.
Trekking Le Bandite di Scarlino - panorama su Cala Violina.

Cala Violina è circondata da una fitta macchia mediterranea, una vegetazione spontanea tipica degli ambienti costieri del Mediterraneo, caratterizzata da piante in grado di resistere a lunghi periodi di siccità, alla forte insolazione e alla scarsità di suolo fertile. Le loro foglie sono coriacee e profumate, ricche di oli essenziali, pelose o spinose per difendersi dagli erbivori. Spesso sono piante sempreverdi oppure perdono le foglie nel periodo estivo per le proibitive condizioni di aridità e le alte temperature.

Scendendo sulla spiaggia notiamo come sia racchiusa tra le scogliere, che sono ambienti molto particolari, ma straordinariamente ricchi di organismi. L’alternarsi delle maree, la pioggia, le onde e le mareggiate lasciano esposte al sole piccole e grandi pozze, incavi più o meno profondi dove l’acqua ristagna e dove la concentrazione salina e la temperatura variano pericolosamente prima di una nuova sommersione (pozze di marea). Altre cavità sono raggiunte dagli spruzzi solo durante le mareggiate (pozze di scogliera).

Gli organismi, perfettamente mimetizzati, vivono nel substrato delle scogliere grazie a incredibili adattamenti. Ad esempio, la lattuga di mare resiste alle onde grazie ad un peduncolo che la ancora agli scogli; il pomodoro di mare e l’anemone margherita si contraggono per evitare la disidratazione temporanea nelle pozze; le patelle aderiscono fortemente alla roccia e di notte si spostano per brucare le alghe, i balani chiudono le piastre calcaree per resistere all’essiccamento completo. Altri abitanti degli scogli sono la ligia italica, il paguro e il riccio di mare. Tra i pochi vertebrati ci sono alcune specie di pesci, come le bavose, che “camminano” sulla roccia aiutandosi con le pinne.

Trekking Le Bandite di Scarlino.
Trekking Le Bandite di Scarlino - tramonto.

L’ESTRAZIONE MINERARIA

Il quarzo, così presente nella sabbia di Cala Violina, non è l’unico minerale degno di interesse dell’area, che, non a caso, appartiene alle Colline Metallifere.

Alla fine dell’Ottocento nei pressi di Gavorrano fu rinvenuto un enorme giacimento di pirite. Questo minerale era molto importante per l’industria siderurgica e per quella chimica, per la fabbricazione dell’acido solforico. Ciò portò alla creazione di lavoro e molti minatori furono impiegati nell’occupazione di estrazione.

Nel 1909 fu creata una teleferica per trasportare la pirite verso la stazione ferroviaria di Scarlino Scalo, che divenne uno dei maggiori capolinea minerari d’Europa. Quando persino il mezzo ferroviario non fu più sufficiente, cominciarono ad essere utilizzate le navi. Nel 1930 fu creato un punto di carico a Terra Rossa dove la pirite veniva trasportata attraverso un’altra teleferica e collocata in un gigantesco silos con capienza di oltre 10.000 tonnellate. La pirite si muoveva dal silos attraverso una galleria sotterranea e una piccola teleferica fino a raggiungere il punto di carico in mare, dove era imbarcata. La teleferica rimase in funzione fino al 1968 ed il trasporto proseguì via terra fino al 1977.

Successivamente fu realizzato il polo industriale del Casone, dove il minerale era lavorato separando il ferro, utilizzato dalle acciaierie, dallo zolfo, impiegato per la trasformazione in acido solforico. Esauriti i filoni di pirite, lo stabilimento realizza il suo ciclo produttivo per l’ottenimento dell’acido solforico, impiegando zolfo reperito sul mercato in forma sia solida sia liquida.

IL MONUMENTO A GARIBALDI

Dopo una sosta sulla spiaggia, proseguiamo percorrendo il sentiero lungo la costa, che si apre con incredibili affacci panoramici su Cala Violina. Da qui è bellissimo assistere al tramonto: ammiriamo il porto di Punta Ala che accende le sue prime luci, riconosciamo il profilo dell’Elba e, dietro, quello della Corsica… Uno dei panorami migliori è senza dubbio quello che si gode da Punta Martina, dalla quale proseguiamo verso l’omonima cala, alle cui spalle si erge il monumento dedicato a Garibaldi.

Trekking Le Bandite di Scarlino.
Trekking Le Bandite di Scarlino - Monumento a Garibaldi.

Il luogo non è causale: proprio da Cala Martina, infatti, l’eroico patriota salpò durante la propria fuga, riuscendo a mettersi in salvo… A Roma non poteva più continuare la difesa della Repubblica Romana e, così, Garibaldi aveva deciso di raggiungere Venezia per aiutare Guglielmo Pepe e altri patrioti che combattevano contro l’esercito austriaco. Ad agosto, però, fu costretto a fuggire dalla laguna, braccato, arrivando in Toscana e poi nel grossetano.

Garibaldi e il Capitano Leggero incontrarono i patrioti di Massa Marittima, che li accompagnarono a Casa Guelfi nella piana di Scarlino. Da qui, assistiti dai volontari, Garibaldi e Leggero arrivarono a Cala Martina per imbarcarsi, sani e salvi, la mattina del 2 settembre 1849, su una barca da pesca in direzione di Porto Venere. Garibaldi salutò gli scarlinesi al grido: “Viva l’Italia!”; dopodiché salparono per l’Elba e di qui verso la Liguria.

La storia della Trafila Toscana è stata raccontata dal figlio di Angiolo Guelfi, Guelfo Guelfi, nel libro Dal Molino di Cerbaia a Cala Martina, edito nel 1889 e i cui proventi sarebbero dovuti servire ad erigere un monumento a Cala Martina. Intanto, a ricordo dell’episodio, nel 1886 un gruppo di reduci garibaldini gettarono nel luogo dell’imbarco un blocco di granito, ancora evidente a pochi metri dalla riva e con la scritta: “Giuseppe Garibaldi 2 settembre 1849”.

Il 2 settembre del 1900 l’onorevole Ettore Socci inaugurò il monumento realizzato a Scarlino dalla bottega artistica degli scarlinesi Fratelli Pasquali e posato al centro della piazza principale. Il 2 ottobre 1949, nel bosco di Cala Martina venne realizzata una stele di travertino con un busto in bronzo di Garibaldi, opera dello scultore grossetano Tolomeo… Si tratta del monumento che vediamo ancora oggi.

Trekking Le Bandite di Scarlino - tramonto a Cala Martina.


Siamo giunti quasi alla fine del nostro percorso: possiamo ammirare un ultimo spettacolare panorama da Punta Francese e poi costeggiare, in un dolce saliscendi e attraversando alcuni corsi d’acqua, alcune calette, come Cala le Donne e, infine, Cala di Terra Rossa.

Siamo tornati all’inizio dell’area protetta: si apre di nuovo davanti a noi la costa su cui si ergono Follonica e Piombino. La nostra passeggiata termina così, mentre ci godiamo gli ultimi metri che ci separano dall’auto, soddisfatti e felici di aver apprezzato in assoluta pace e tranquillità un’area meravigliosa.


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