Un romanzo breve e intenso
MARZO 2024
Regalo di Natale da parte di mia mamma, che lo ha acquistato nella sua fidata libreria in via Gioberti, è l’ultima uscita di un autore, Paolo Cognetti, che ho sempre voluto leggere, anche dopo il successo delle “Otto montagne”. Perciò ero molto curiosa di questo romanzo, che è riuscito a non deludere le mie aspettative…
Chi mi conosce o ha letto qualcuno dei miei articoli a tema letterario sa che amo (quasi) tutti i libri che parlano della montagna e dei suoi abitanti, soprattutto se scritti da chi ci vive o ha stabilito un rapporto speciale con essa.
Giù nella valle è ambientato in Valsesia e, prima ancora che lo leggessi, mi erano già arrivate voci di polemica, dell’indignazione per come questa zona è stata rappresentata. Ecco, pur comprendendo le ragioni di chi si è lamentato e ha preteso delle scuse da parte dell’autore, mi preme ricordare che ogni romanzo sceglie una prospettiva da cui raccontare. Questo punto di vista non deve essere assolutamente vero e completo… Oltre a ciò, il quadro che Cognetti raffigura non potrebbe non essere tanto lontano dalla realtà, anche perché presenta alcuni tratti in comune con le descrizioni di Silvia Avallone in Marina Bellezza, ambientato nel Biellese e, quindi, non molto distante.
Tralasciando le polemiche sterili e concentrandoci sul libro, mi piace lo stile asciutto e incisivo e mi colpisce la sapiente costruzione del romanzo, dove l’azione è concentrata in pochi giorni. Esordisce il racconto di una cagnolina, che si unisce ad un feroce randagio selvatico e lo segue lungo il fiume Sesia, mentre lui miete vittime azzannando alla gola.
Il secondo capitolo è affidato alla narrazione di Luigi, parte del corpo forestale, futuro padre e fratello di Alfredo, tornato dal Canada per vendergli metà della casa paterna. La sua prospettiva domina il terzo capitolo, mentre il quarto è di Elisabetta, moglie di Luigi, incinta, proveniente da Milano e trasferitasi nella valle per amore (e per il desiderio di sperimentare la “vita vera”).
L’epilogo si biforca: la cagnolina e il suo compagno sono accuditi, in modi completamente diversi, dalla donna e dall’uomo, Luigi, protagonisti. Si chiude così un cerchio, quello generato dalle uccisioni da parte del randagio, che hanno aperto il romanzo e che si ritrovano in ogni racconto: Luigi viene chiamato in qualità di forestale dalla prima vittima, Alfredo partecipata ad una caccia ai due cani, Elisabetta li vede passare mentre si immerge nelle acque della Sesia…
“(…) Elisabetta sa che indietro non si torna. Il fiume scorre da una parte sola. Non ha mai perso tempo con i rimpianti, è una fortuna del suo carattere.”
p. 78
Quando il destino di entrambi gli animali si congiunge con quello di Luigi e della moglie, il cerchio si chiude. Ma un altro avvenimento fondamentale nella vita degli uomini è accaduto, in modo ineluttabile e irrimediabile. Nella concentrazione degli eventi, numerosi sono i flashback che ci permettono di scoprire di più sul passato di ciascuno e sulle esperienze comuni: il padre dei due fratelli che ha piantato un abete e un larice quando sono nati, la sua dipendenza dall’alcol e l’accudimento di Elisabetta, il primo appuntamento tra la ragazza e Alfredo e poi il bagno nella Sesia con Luigi…
In questa molteplicità di voci, la vera protagonista è la valle stessa e in particolare la Sesia, l’anima degli abitanti, gli alberi e i boschi, mentre l’uomo lotta con se stesso, con l’alcol e l’abbruttimento, con gli istinti primordiali e con il desiderio di dimenticare e distruggere.
Persino la prospettiva della costruzione della nuova pista da sci non offre vere certezze. Luigi ne tace il progetto al fratello, poiché passerebbe proprio dalla casa del padre che ne risulterebbe fortemente rivalutata; Alfredo lo scopre e pensa che Luigi voglia ingannarlo, per poi rassegnarsi; Elisabetta non ha alcuna intenzione di lucrare su di essa…
Ma la vera domanda è: il nuovo impianto sciistico riporterà abitanti nella dimenticata frazione di Fontana Fredda? Garantirà benessere economico e nuovi posti di lavoro? Ma a che prezzo? Trasformerà la pace e la natura in uno show per i turisti? L’abbattimento di migliaia di alberi segna un nuovo tassello nell’incresparsi del rapporto con la natura, mentre il progresso sembra sempre esigere un costo più alto.
“(…) è dalla notte dei tempi che gli uomini tagliano le piante, accoppano le bestie e si sfondano la testa a vicenda. Se c’è del male su questa terra è solo roba nostra.”
p. 102
Giù nella valle non è un libro che pretende di dare risposte; pone domande in un modo cupo e tormentato, contraddittorio e arrovellato, complesso proprio come i suoi personaggi. Non a caso, nella nota finale nell’autore, Cognetti descrive la Valsesia come “una bellissima valle che scende dal Monte Rosa (…) ha una solida tradizione come rifugio di perseguitati e minoranze (…) e un’anima operaia ben visibile nel fondovalle.” (p. 117). Tuttavia, è anche “un imbuto in cui finiscono tutte le nebbie” (p.118) e terra distrutta dalle alluvioni. Per questo, Cognetti si è ispirata ad essa per scrivere il suo Nebraska, in un lungo parallelismo con la musica di Bruce Springsteen.
Interessante è anche la scelta di aggiungere alcuni versi del poema Cad Goddeu, cioè La battaglia degli alberi, del VI secolo: Cognetti ha deciso di inserire questi versi “pensando agli alberi dei miei boschi, e alle cose che stanno capitando ora” (p. 117).
In conclusione, quando un libro riesce ad unire uno stile potente che mi piace, un argomento e un’ambientazione che adoro, uno sguardo sociale e antropologico che condivido, con una trama di pochi avvenimenti sapientemente costruiti e intrecciati da diverse prospettive… cosa posso chiedere di più?
SINOSSI
Mentre una cagnolina segue un feroce randagio che miete vittime, Luigi incontra il fratello Alfredo, dopo la morte del loro padre, che aveva piantato un abete e un larice alla loro nascita. Adesso il primo, marito di Elisabetta incinta di una bambina, vuole comprare la metà della casa dall’altro, la cui imprevedibilità spaventa tutti e potrebbe essere un impedimento…
PAOLO COGNETTI
Nato a Milano nel 1978, si è laureato in matematica e poi diplomato in Sceneggiatura alla Civica Scuola di Cinema nel 1999.
Oltre a scrittore, è autore di alcuni documentari. Nel 2017 ha vinto il Premio Strega e il Premio Strega Giovani con il romanzo Le otto montagne, edito da Einaudi, casa editrice per cui nel 2018 ha pubblicato anche Senza mai arrivare in cima, il racconto del suo viaggio in Nepal.
Appassionato di montagna, vive tra Milano ed Estoul, una frazione della Valle d’Aosta, dove con alcuni amici organizza Il Richiamo della Foresta: un festival nei boschi che racconta i diversi modi di vivere la montagna, tra arte, libri, musica, teatro e incontri.
IL LIBRO
Paolo Cognetti, Giù nella valle, Einaudi, Torino, 2023.
> https://www.einaudi.it/catalogo-libri/narrativa-italiana/narrativa-italiana-contemporanea/giu-nella-valle-paolo-cognetti-9788806262167/
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