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“IL GIOCATORE” DI DOSTOEVSKIJ

Un angosciante spaccato di epoche e uomini

Aprile 2022: il mese inizia ed io non so cosa leggere… Annoiata perlustro la mia libreria, per poi passare allo scaffale di Lorenzo. Individuo, tra i classici anche miei e alcuni libri su Saba per la mia tesi magistrale, due o tre volumi che potrebbero interessarmi: sono edizioni economiche di grandi autori, tipici formati scolastici. Uno di essi è “Il giocatore” di Dostoevskij: io non amo particolarmente la letteratura russa e mi spaventano sempre molto la grande quantità di personaggi, il conseguente numero di nomi e l’aggiunta terribile dei patronimici… Tuttavia, decido di provare e dopo le prime pagine piuttosto affannose, questo libro mi conquista, tanto da terminarlo in pochi giorni! Insomma, probabilmente era un acquisto di Lorenzo per una lettura scolastica (probabilmente mai compiuta), ma adesso è diventato parte della mia libreria…

"Il giocatore" di Fëdor Dostoevskij.
  1. Sinossi;
  2. L’autore;
  3. Cosa ne penso?


Nonostante l’inizio che ho percepito come un po’ sgradevole e durante il quale ho faticato a raccapezzarmi tra i vari personaggi, capire come essi fossero collegati e quale fosse il ruolo del protagonista, il racconto spicca il volo piuttosto velocemente e mi sono trovata incollata alle pagine con il febbrile desiderio di scoprire come la storia sarebbe finita, con quali danni per il narratore e per tutte le altre figure.

Una vena umoristica scorre attraverso il racconto, che ha anche dei tratti chiaramente caricaturali; tuttavia, una sensazione di angoscia pervade l’intera narrazione e contagia il lettore. Questo, dunque, non si sente un mero spettatore di vicende lontane e distanti, per quanto tragiche, ma è direttamente coinvolto: vorrebbe intervenire, scuotere i personaggi, cercare di prevenire l’inevitabile, la catastrofe, l’abbrutimento, che incombono e verso cui l’intera storia corre a precipizio. “Nel Giocatore la materia è scherzosa o, per meglio dire, è umoristico il tono; ma la tensione è continua, e la miserevole storia del precettore d’una famiglia rovinata e balzana, iniziatosi al gioco d’azzardo soltanto per amore e per compiacenza ma presto divenuto maniaco e sordo a ogni richiamo della vita, assume anch’essa il carattere misterioso e l’argomentare concitatamente convincente delle maggiori creazioni dostoevskiane” (pp. V-VI): così commenta Leone Ginzburg nel 1941.

In realtà, sempre secondo la sua opinione, il protagonista di questo libro ha un tratto distintivo rispetto agli altri: il suo percorso non conduce ad un arricchimento spirituale o ad una grandiosa catastrofe, che comunque conferirebbe un senso alla sua esistenza. Al contrario, il precettore si inaridisce progressivamente dal punto di vista morale e il tono si mantiene scherzoso, seppure amaro. Non è comunque il protagonista a conferire l’andatura quasi farsesca alla storia, ma soprattutto le figure di contorno, come la nonna e il generale.

Interessante è la vicenda di critica relativa all’interpretazione del personaggio di Polina, di cui il narratore è innamorato. Alcuni hanno voluto vedere in essa il ritratto di Apollinarija (Polina) Suslova, una mediocre scrittrice che ebbe una relazione burrascosa con Dostoevskij… Questo tipo di interpretazioni, però, è sempre piuttosto problematico e si intreccia con un altro potenziale riferimento biografico dell’autore: per un periodo della propria vita egli fu, infatti, uno sfrenato giocatore d’azzardo. Tuttavia, si potrebbe anche qui obiettare, tale dipendenza fu da lui sviluppata violentemente prima del Giocatore e da essa egli rinvenne in modo improvviso… Ciò poté provocare nel grande scrittore una dura lotta tra il senso morale e il degrado di quella passione, ma non possiamo leggere l’intero Giocatore sotto questa luce, altrimenti perderemmo il lato più scherzoso che pure in esso esiste!

"Il giocatore" di Fëdor Dostoevskij - copertina e retro.


La nota introduttiva curata da Leone Ginzburg per l’edizione Einaudi è molto interessante anche perché racconta la nascita del breve romanzo: Dostoevkij si era impegnato con un editore senza scrupoli e doveva consegnare secondo termini prefissati dei racconti inediti. Il giocatore doveva essere uno di questi ed era già stato da lui ideato, ma l’autore si trovò con i tempi molto stretti al momento della stesura: rischiava di venir meno all’accordo.

Fu così che decise di avvalersi dell’aiuto di una stenografa, Anna Grigor’evna Snitkina; grazie a lei riuscì a rispettare la scadenza… e divenne la sua seconda moglie.

Scritto e pubblicato nel 1866, questo breve romanzo è inserito in un tempo, in un’epoca, distante da noi di oltre un secolo e mezzo… Tuttavia, la lontananza temporale non impedisce al lettore di ritrovare elementi della nostra contemporaneità. Essi non sono certo le classi sociali o i rapporti tra gli Stati, le questioni di politica internazionale (anche se forse un’attenta analisi potrebbe trovare delle costanti pure in questi argomenti), ma emergono immediatamente alcuni elementi riguardanti la natura umana e soprattutto come il gioco d’azzardo colpisca le persone, le trasformi. Personalmente non comprendo per esperienza diretta questa dipendenza, ma ne sento tutta la terribile, fatale, forza e angoscia. Non a caso la catastrofe incombe fin dall’inizio ed è inutile distrarsi con altri episodi, che fanno solo da contorno, come le vicende degli altri personaggi o l’eclatante arrivo della nonna: la fine è già preannunciata.

SINOSSI

Nella fittizia cittadina tedesca di Roulettenburg, famosa per il suo casinò, si svolgono le vicende del giovane precettore Aleksej, legato per ragioni professionali alla famiglia di un vecchio Generale, innamorato perdutamente della misteriosa mademoiselle Blanche, e per motivi sentimentali alla graziosa Polina. Oltre ad essi, nel racconto gravitano diverse figure, come la ricca nonna e il ciarlatano marchese des Grieux… Il vero protagonista, però, è il gioco d’azzardo, una morbosa passione nella quale si viene irretiti senza possibilità di scampo.

Sergej Sergeevič Prokof’ev amò a tal punto il quadro descritto da Dostoevskij da trasporlo in musica, dando vita a un caposaldo della lirica novecentesca (1915-16).

Fëdor Dostoevskij.


L’AUTORE

Fëdor Dostoevskij (Mosca, 1821 – San Pietroburgo, 1881) è uno dei più celebri autori della letteratura russa dell’Ottocento. Oltre a diversi racconti e saggi, scrisse soprattutto romanzi; alcuni dei più famosi sono Povera gente (1846), Memorie dal sottosuolo (1864), Delitto e castigo (1866), L’idiota (1869), I demoni (1871), I fratelli Karamazov (1878-1880).

IL LIBRO

Fëdor Dostoevskij, Il giocatore, trad. Bruno Del Re, intr. Leone Ginzburg, Giulio Einaudi editore s.p.a., Torino, 1999 (I edizione “Narratori stranieri tradotti” 1941).

Informazioni



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