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PALAZZO SALIS A TIRANO

Visita alle sale splendidamente affrescate e al giardino

Venerdì 21 luglio 2023

Nel weekend lungo che abbiamo trascorso a Tirano, oltre ad un viaggio sul Trenino Rosso del Bernina, non poteva mancare la visita al meraviglioso Palazzo Salis, di cui abbiamo potuto ammirare gli interni con il supporto di un audio-guida. Numerose sono le dimore e le ville che meritano una menzione (qui trovate l’itinerario a piedi tra i principali monumenti), ma tra di esse la residenza della famiglia Salis è senza dubbio la più curata e maestosa!

Palazzo Salis domina una bella piazzetta alberata, silenziosa e discosta rispetto al caos del centro cittadino, resa armonica dalla sua maestosa facciata in stile tardo-cinquecentesco, fiancheggiata da due torri e su cui si apre un portale barocco realizzato su disegno di Giacomo Barozzi, detto “il Vignola”. (Il celebre architetto, infatti, è nato a Vignola, un grazioso borgo vicino a Modena, di cui vi abbiamo parlato qui.)

Palazzo Salis di Tirano - corte.
Palazzo Salis di Tirano - giardino all'italiana.

Già solo questo superbo ingresso ci comunica l’importanza del palazzo e la sua straordinaria conservazione, facilitata anche dal fatto che è rimasto attraverso i secoli sempre di proprietà dei Conti Sertoli Salis.

Al fine di valorizzare questo eccezionale patrimonio, è stato realizzato un circuito museale attraverso il quale è possibile visitare il celebre giardino all’italiana e ben dieci sale decorate e affrescate, recentemente restaurate.

LA STORIA

Com’è facile immaginare, la storia del palazzo si lega inestricabilmente a quella, lunga e complessa, della famiglia Salis, che dall’Ottocento prosegue come Conti Sertoli Salis, quando la sola erede del Conte Ing. Ulisse Salis, eroe del Risorgimento, sposò il nobile Don Francesco Sertoli di Sondrio, proseguendo così la dinastia sotto un doppio cognome, Sertoli Salis. Figli e nipoti si affermarono in vari ambiti, da quello dei viaggi e della fotografia all’imprenditoria…

La famiglia Salis può vantare ben otto secoli di nobiltà e la leggenda narra che provenissero dall’Etruria, insieme al mitico eroe e condottiero dei Tusci, Reto. I documenti attestano il passaggio dei de Salicibus in Val Bregaglia all’inizio del XII secolo, provenendo dal Comasco, dove erano già parte del patriziato, come evidenzia lo stemma composto da uno scudo con un salice sradicato, poi sostituito da un salice con le armi, integrato successivamente con un grifone nero armato (simbolo dei Sertoli).

Palazzo Salis di Tirano - giardino all'italiana.
Palazzo Salis di Tirano - affaccio sulla Chiesa di San Carlo.

Il nome della casata risale probabilmente al latino, de Salici o de Salicibus o Salici al plurale. A metà del XVII secolo, la famiglia, di origine grigionese, si stabilì a Tirano con il ramo dei Salis Zizers e assunse ruoli importanti nella Valtellina, con membri governatori, podestà e vicari, oltre a uomini d’arme.

Francesco Sertoli Salis è l’attuale principale proprietario del palazzo, considerato oggi una delle mete culturali e turistiche di maggior spicco nella Valtellina.

Oggetto di interesse da parte di numerosi visitatori, delle scuole e degli appassionati della storia e dell’architettura tra il Seicento e il Settecento, Palazzo Salis è visitabile tutto l’anno, anche con tour guidati.

Palazzo Salis di Tirano - facciata.
Palazzo Salis di Tirano - Lorenzo e Frida nel trasportino.

Qualche indicazione per l’accesso: non è consentito l’ingresso ai cani nelle sale interne (solo nella corte e nel giardino), ma possono essere trasportati in braccio o in apposito zainetto. Molto utile è l’audioguida, che illustra in modo approfondito le varie zone, integrando la dettagliata cartellonistica.

LA VISITA

Entrati dal monumentale portone, ci troviamo davanti il banco della biglietteria (9 euro a testa per l’ingresso), dove siamo accolti con gentilezza e ci viene illustrato il percorso, che inizia proprio dall’ambiente dove ci troviamo, la corte padronale, detta “della meridiana”, dalla bella serliana affrescata.

Palazzo Salis di Tirano - scalone d'onore.
Palazzo Salis di Tirano - Salone d'onore.
Palazzo Salis di Tirano - Federica nel Salone d'onore.

Scalone e salone d’onore

Da qui, attraverso l’imponente scalone d’onore, arriviamo al circuito delle dieci sale, perfettamente restaurate e decorate di affreschi e stucchi, con decorazioni appartenenti in parte ad un ancora inesplorato apparato iconografico, e con arredi storici e documenti sulla storia locale. Nelle bacheche lungo il percorso, adesempio, potremo apprezzare preziosi statuti valtellinesi, il diploma comitale originale dell’imperatore Leopoldo I d’Asburgo, i disegni dell’architetto Giacomo Barozzi, detto “il Vignola”.

Tutte le sale del museo, inoltre, si affacciano sull’antica corte cinquecentesca detta “corte rustica” o “corte dei cavalli”.

Terminato l’imponente scalone, passiamo attraverso il Salone d’onore, di cui ci colpisce immediatamente il soffitto magnificamente decorato, con affreschi settecenteschi attribuiti al pittore Cucchi e restaurato negli anni Ottanta, sotto la supervisione della Soprintendenza ai Beni Ambientali ed Architettonici.

Palazzo Salis di Tirano - Sala dal soffitto ligneo.
Palazzo Salis di Tirano - documenti.

Sala dal soffitto ligneo e ligneo policromo

Come evidenziato dal nome, le due sale in cui entriamo, una di seguito all’altra, sono caratterizzate da soffitti in legno. Il primo è costruito a cassettoni delimitati da cornici e abbellito da un motivo centrale quadrilobato, dove è raffigurata Diana, seduta su uno sfondo di paesaggio campestre; armata di arco, la dea è accompagnata dai cani da caccia, che giacciono ai suoi piedi. La decorazione è semplice, con brevi motivi architettonici nella parte superiore delle pareti.

All’interno di questa sala sono esposti disegni, planimetrie e documenti relativi all’edificio e al patrimonio della famiglia Salis. La celebrazione della casata prosegue nella sala successiva, alle cui pareti sono affitti i ritratti di illustri esponenti, oltre a documenti relativi alla concessione di titoli nobiliari.

Notevole è differenza con la precedente decorazione: qui l’ambiente è riccamente ornato, con un soffitto ligneo sul quale troneggia il medaglione centrale, raffigurante il mitologico Endimione con Selene, alla quale, secondo la leggenda, aveva ispirato un amore violente; un piccolo Eros, poco distante, sembra indicato come il responsabile dell’innamoramento, dato che è intento a scagliare una delle sue frecce.

Degne di nota sono le ricche decorazioni delle pareti: nella parte inferiore la zoccolatura è dipinta con finte marmorizzazioni; cornici dipinte con motivi a voluta e floreali delimitano le aperture; un fregio percorre ininterrottamente la sale, tra colori vivaci e motivi naturalistici.

Palazzo Salis di Tirano - Sala dal soffitto ligneo policromo.
Palazzo Salis di Tirano - Sala dal soffitto ligneo policromo.

Sala di Apollo e Aurora

La volta di questa stanza è affrescata con i soggetti che le conferiscono il nome: sullo sfondo di un ampio cielo azzurro ed esili nubi, Apollo conduce il proprio carro, mentre Eos, l’Aurora, ed Eros, bendato, lasciano spiovere petali dai colori tenui.

Le pareti sono dipinte con finte architetture, che creano due piani e si concludono con una balaustra affacciata all’interno della sala.

Qui possiamo osservare otto disegni preparatori di altrettanti affreschi (1837), che Antonio Caimi (1811-1878) realizzò per la chiesa parrocchiale di San Martino a Tirano, dove sono ancora presenti. La sorella del pittore, infatti, si era sposata con il conte Rodolfo: ciò spiega la presenza delle opere a Palazzo Salis. Caimi, nato a Sondrio, fu un ritrattista piuttosto ricercato e si occupò di archeologia, favorendo l’istituzione di un museo archeologico a Milano e favorendo restauri e conservazione di monumenti.

Palazzo Salis di Tirano - Sala di Apollo e Aurora.
Palazzo Salis di Tirano - Sala di Apollo e Aurora con sinopie di Antonio Caimi.

Camera delle Meraviglie o degli Sposi

Appena entrati in questa sala siamo colpiti dal suggestivo effetto prospettico, realizzato da un pittore ignoto: otto scene sono affrescate dentro altrettante lunette, che poggiano su cornici spezzate, aperte su un esterno immaginario.

Sono raffigurate le tradizionali Sette Meraviglie: le mura di Babilonia e le piramidi d’Egitto, il tempio di Artemide a Efeso, il Mausoleo di Alicarnasso, la statua crisoelefantina di Zeus a Olimpia, il colosso di Rodi e il faro di Alessandria. Ad esse si aggiunge un’altra meraviglia, il Colosseo.

Da notare le piccole figure curiose che si muovono in primo piano, ciascuna impegnata in un’attività coerente con l’ambiente raffigurato.

Studiolo dell’Olimpo

Ci spostiamo in un piccolo vano, nato come spazio di disimpegno tra la scala di accesso e la camera delle otto meraviglie. In realtà, ci immergiamo in una stanza con una decorazione ricca e varia: nelle lunette e sul soffitto sono affrescate scene mitologiche, dove, in spazi aperti e luminosi, sedute su carri trainati dai cavalli, spiccano alcune divinità come Giove, Apollo, Mercurio, Marte e Giunone.

Interessante è il contenuto delle vetrine: sono esposte alcune copie con diverse datazioni degli Statuti civili e penali della Valtellina della prima metà del Cinquecento, alcuni manoscritti e altri in primissime stampe.

Palazzo Salis di Tirano - Camera delle Meraviglie o degli Sposi.
Palazzo Salis di Tirano - Studiolo dell'Olimpo.

Chiesa di San Carlo

Uno dei punti più spettacolari del percorso è senza dubbio l’affaccio sulla Chiesa di San Carlo (1612), che possiamo ammirare dall’altro, in una vera e propria posizione privilegiata. L’accesso principale, infatti, si apre su via San Carlo, mentre quello privato è possibile tramite la tribuna posta a livello del primo piano dell’edificio e collegata ad esso con un cavalcavia.

La cappella gentilizia ha una chiara impronta stilistica barocca; esisteva già all’inizio del XVII secolo e apparteneva al capitano Simone Venosta, il cui stemma spicca sull’arcone della cantoria (un’aquila e bande rosse orizzontali, sorretto da due figure angeliche). In modo speculare, sull’arco trionfale, si trovano gli stemmi di Giovanni Salis e Costanza de’ Perari. I rappresentanti della famiglia sono ricordati anche in alcune epigrafi, dedicate a Giovanni Lucio Salis, Maria Salis nata Caimi, Maria Teresa Salis nata Calvi, moglie di Ulisse e madre di Rita Sertoli Salis.

La chiesa si struttura in una sola aula, terminante con un’abside quadrangolare. Nella volta sono affrescati medaglioni con la Vergine Assunta, San Francesco e San Carlo. Bella ed elegante è la volta a botte della campata centrale, abbellita da un motivo a cassettoni ottagonali, esagonali, cruciformi, realizzati a stucco di color oro e celeste.

Palazzo Salis di Tirano - Chiesa di San Carlo.
Palazzo Salis di Tirano - Sala del Camino.

Sala del Camino e di Endimione

Come il nome suggerisce, l’elemento più importante della stanza successiva è il grande camino in stucco. Si tratta di un imponente ornamento che ricorda, nello stemma esposto, la concessione del titolo comitale a Giovanni Salis da parte dell’imperatore Leopoldo d’Asburgo (26 agosto 1694). Ai lati della cappa, due putti sorreggono una beneaugurante cornucopia, mentre frontalmente si distinguono le figure della Giustizia, con la spada, e della Fortezza, che sorregge una colonna.

Nella sala successiva la decorazione gioca sui colori: le vele sono bianche in contrasto con il rosa dei peducci in stucco, su cui sono riprodotti volti femminili, foglie e volute. Al centro, dentro una cornice quadrilobata, è raffigurato il mito di Endimione, il giovane che ottenne da Zeus il dono dell’eterna giovinezza e fece innamorare di sé Selene. L’effetto cromatico accentua la carnalità del protagonista, mentre Selene si distingue per il colore ocra-dorato.

Sala dei Turchi o delle Delizie

Il nome deriva dai quattro busti incorniciati nella decorazione della volta: quattro volti di “turchi” sono alternati con altrettante figure di telamoni, che sorreggono il medaglione centrale quadrilobato con dipinte le figure mitologiche e i loro attributi (Zeus con l’aquila, Giunone con il pavone, Mercurio con il caduceo).

Le lunette sono affrescate con scene caratterizzate (tranne in un caso) da una figura centrale circondata da attributi diversi ed evocante la caccia, la guerra, la devozione, la sapienza, la vita; la scena animata da più figure, invece, può essere interpretata come un Parnaso familiare.

Palazzo Salis di Tirano - Sala di Endimione.
Palazzo Salis di Tirano - Sala dei Turchi o delle Delizie.

Sala dei Telamoni

Pareti e spazio superiori sono delimitati da una finta trabeazione, sulla quale si aprono dodici lunette che ricreano l’azzurro del cielo con qualche nube e dei paesaggi appena intravisti.

Caratteristici della sala sono dodici telamoni, in atteggiamenti ed espressioni diversi; quattro di essi sorreggono il medaglione ottagonale posto al centro, dove danzano tre putti festanti sotto ad una corona d’oro.

Il Saloncello

Il percorso museale interno si conclude in bellezza: una sala che irretisce immediatamente la nostra attenzione, grazie ad uno spettacolare camino su cui sono esposti, in una cornice a stucco, gli stemmi delle famiglie Salis e Wolkenstein, cui appartennero rispettivamente i coniugi Giovanni Stefano e Caterina. Altri stemmi di famiglie imparentate sono dipinti alle pareti, tra ricchi panneggi sopra i portali. Il saloncello, infatti, era punto di incontro del potere politico nella Valtellina del XVII e del XVIII secolo.

Un’altra fascia affrescata, più in alto, raffigura vedute e urne, scandite da pilastrini su cui sono dipinti ulteriori stemmi. Un eccezionale effetto prospettico è creato da una prima balaustra dipinta, sorretta, ai quattro angoli, da altrettanti telamoni e da cui si elevano archi ogivali.

Una seconda balaustra delimita la lanterna centrale che simula, attraverso finestre dipinte, l’apertura sull’ esterno, mentre al centro campeggia l’immagine di Bacco, su nubi sospinte dai venti.

Palazzo Salis di Tirano - Sala dei Telamoni.
Palazzo Salis di Tirano - il Saloncello.

Giardino

Tornando sui nostri passi, scendiamo le scale e dall’ingresso del palazzo ci infiliamo in un portico che conduce al meraviglioso giardino interno, all’italiana, uno dei più importanti della Lombardia e il più celebre della Valtellina.

Questo suggestivo e incantevole parco è una chicca nascosta nel palazzo. La sua presenza è testimoniata in numerose antichissime piante del palazzo, tra cui una originale del 1813, che abbiamo visto nella prima sala del museo.

Il giardino all’italiana non è frequente nella zona alpina e costituisce una vera rarità: in Valtellina se ne contano solo due, di cui quello di Palazzo Salis è il più grande e famoso! La siepe di bosso forma quattro quadranti di labirinti, le rose sbocciano e profumano l’ambiente, numerose piante da frutto si dispongono nel parco, sul quale si erge un maestoso e secolare cedro del Libano, di oltre due secoli.

Palazzo Salis di Tirano - giardino all'italiana.
Palazzo Salis di Tirano - giardino all'italiana.
Palazzo Salis di Tirano - giardino all'italiana.

Con la pace maestosa di questo splendido giardino si conclude il nostro percorso, così ricco di spunti e di meraviglie! Palazzo Salis è senza dubbio una delle mete imprescindibili da visitare a Tirano…

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