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GROTTA ZINZULUSA E IL BORGO DI CASTRO

Salento On the Road: Giorno 4 (pt. 2)

Il fascino di un’incredibile grotta e il tramonto da un paese ricco di storia

Prosegue il quarto giorno del nostro on the road nel Salento! Qui potete leggere la prima parte con il nostro itinerario a tappe da Otranto fino a Santa Cesarea Terme passando per la meraviglia naturale dell’ex cava di Bauxite, le rovine del monumentale monastero di San Nicola di Casole, il punto più orientale d’Italia di Punta Palascia e l’insenatura di Porto Badisco, con la Grotta dei Cervi, abitata fin dal Neolitico.

Martedì 28 giugno 2022


Ripartiamo da Santa Cesarea Terme per dirigerci verso la famosa Grotta Zinzulusa, che è accessibile solo con visita guidata. Nell’ultima parte del pomeriggio, passeggiamo nel borgo di Castro, arroccato sul mare e con una splendida vista e scoviamo un posticino che vende specialità locali a basso prezzo:

GROTTA ZINZULUSA

Da Santa Cesarea Terme arriviamo alla Grotta Zinzulusa in soli dieci minuti, passando dallo scenografico Porto Miggiano con la sua torre e la spiaggia. La grotta è facilmente raggiungibile in auto dal paesino di Castro Marina, dal cui centro scendiamo verso il mare attraverso una strada zigzagante. Il parcheggio è molto ampio e tutto a pagamento: vi consigliamo di inserire monete per almeno un’ora, dato che la visita dura una trentina di minuti ma solitamente occorre attendere che si formi un gruppo. Secondo la nostra esperienza, infatti, gli orari sono molto flessibili e, dopo aver acquistato il biglietto, potreste rimanere fermi all’ingresso della grotta per diversi minuti (noi abbiamo aspettato quasi mezz’ora).

Il costo è di 6 euro, ma lo paghiamo più che volentieri per poter accedere ad una delle più belle grotte del Salento! La visita è guidata e in doppia lingua (italiano e inglese); questo rende il percorso più lento, ma permette anche di godere maggiormente delle meraviglie naturali che ci circondano e di scattare qualche bella foto.

Grotta Zinzulusa.
Grotta Zinzulusa.

Dalla biglietteria seguiamo le indicazioni verso una stretta scala che scende ripida sulla scogliera; a lato, uno stabilimento balneare accoglie qualche turista, ma non si tratta di una meta affollata. Come al solito, apprezziamo di essere un gruppo ristretto (complice anche l’orario)… Il corridoio per arrivare all’entrata della grotta è già di per se stesso impressionante: uno stretto sentiero in cemento con a destra la massiccia e arzigogolata parete rocciosa e a sinistra le acque profonde del mare. L’ingresso è grandioso: la grotta spalanca le fauci dentellate di piccole stalagmiti gocciolanti, mentre alghe e muschi crescono rigogliosi in alcuni punti e diversi tipi di uccelli ne colonizzano altri. Davanti all’entrata, vi è la possibilità di prenotare o unirsi ad una gita in barca diretta alle altre grotte vicine, come la Grotta Azzurra, poche centinaia di metri più a sud.

L’umidità è altissima e, nonostante gli spruzzi delle onde del mare e il fatto che sono già le 17, fa molto caldo. La temperatura scende bruscamente quando ci addentriamo nella grotta…

Innanzitutto, da dove deriva un nome così particolare, Zinzulusa? Dal termine dialettale “zinzuli”, cioè stracci; le formazioni carsiche, in particolare le stalattiti che pendono dal soffitto, assumono infatti questa forma. L’origine della grotta è molto antica, addirittura durante il Pliocene e fu scoperta abbastanza presto: la prima testimonianza risale al 1793, all’interno degli scritti del vescovo di Castro, Antonio Francesco del Duca. Gli studi su di essa, invece, sono più recenti: a partire dal 1950, con l’apertura al pubblico nel 1957. All’interno sono stati ritrovati reperti del Neolitico, utensili per la raccolta dell’acqua piovana e oggetti rituali in onore di divinità dell’acqua.

Grotta Zinzulusa.
Grotta Zinzulusa.

La grotta si compone di tre settori distinti: il primo è l’ingresso, caratterizzato da una grande varietà e quantità di stalattiti e stalagmiti, che somigliano a oggetti e figure umane. Il lungo e stretto corridoio che serpeggia tra le rocce è chiamato “delle meraviglie” e conduce ad un piccolo lago, di acqua incredibilmente limpida, dolce mista a salata dalle infiltrazioni marine. L’affascinante bacino è chiamato Trabocchetto. Lungo il Corridoio delle Meraviglie rimaniamo sorpresi di fronte a tre grandi stalagmiti, alte come un uomo e denominate Sentinelle, poiché sembrano guardiani che vigilano sull’accesso. La nostra guida ci spiega che le concrezioni crescono di 1 centimetro ogni cento anni: la parte bianca è quella che continua ad alzarsi, mentre la grigia è “morta”, poiché qui si è accumulato il grasso depositato dalle mani dei visitatori. Occorre, quindi, prestare grande attenzione a non alterare il delicato equilibrio che si è venuto a creare in questo luogo nel corso di millenni…

Alla fine del corridoio si apre la cosiddetta Camera delle Meraviglie. Fu il vescovo di Castro a dare i nomi ad alcune delle stalagmiti che si trovano qui: ha attinto alla tradizione sacra, identificando la Natività, il Pulpito e, in fondo, l’Organo. Con un po’ di immaginazione non è difficile riconoscere le forme… La stalagmite più alta ha, invece, un nome profano: Torre di Pisa, mentre la colonna al centro è prodotta dalla fusione tra una stalattite e una stalagmite.

Grotta Zinzulusa.
Grotta Zinzulusa.

Già sbalorditi da tante meraviglie arriviamo nel settore più incredibile della grotta: la Cripta o Duomo. Si tratta di un’enorme cavità, con pareti lisce alte fino a 25 metri. Fino a otto anni fa la grotta era abitata da una colonia di pipistrelli il cui guano aveva ricoperto tutto il fondo per ben 6 metri! I primi esploratori della grotta, quindi, vi camminarono sopra e scrissero sulle pareti all’altezza in cui si trovavano. Adesso queste tracce paiono sospese nel vuoto perché in 17 anni si è riusciti a svuotare la cavità dal guano accumulato. Una piccola curiosità: le scritte sono state realizzate con gli escrementi stessi dei pipistrelli! L’inquinamento derivato, dunque, è certamente visivo ma non particolarmente invadente, poiché è stato usato un pigmento del tutto naturale.

Ci fermiamo a bocca aperta di fronte alla vasta cavità, ma non possiamo proseguire. Oltre di essa, vi è l’ultimo settore, il Fondo, la parte terminale della grotta, lunga 160 metri. Questo tratto è caratterizzato da un piccolo bacino chiuso, il Cocito, le cui acque presentano una stratificazione: sono calde e salmastre nella parte bassa, dolci e fredde in superficie. Due specie di gamberetti preistorici abitano lo specchio d’acqua… Le esplorazioni hanno portato a individuare altri bacini interamente sommersi, fino a 260 metri dall’ingresso. Nel 1999 Karst Waters Institute (KWI) ha riconosciuto internazionalmente il valore della grotta, inserendola nella lista dei 10 sistemi carsici mondiali a maggior rischio e per questo che necessita della dovuta tutela.

La grotta è stata scenografia di alcuni importanti film, come Nostra Signora dei Turchi di Carmelo Bene (1968) e Si vive una volta sola di Carlo Verdone (2021). Questo non ci stupisce affatto: è magica e unica nel suo genere!

Grotta Zinzulusa.
Grotta Zinzulusa.

CASTRO

Frastornati da tante informazioni e meraviglie, torniamo nel caldo afoso e luminoso dell’aria aperta e risaliamo lo stretto corridoio che porta al parcheggio, dove prendiamo l’auto e raggiungiamo in pochi minuti il borgo di Castro.

Le case bianche sono abbarbicate sulla collina e dominano la costa, il mare e la pianura circostante… Subito colpiscono il mastodontico castello e le possenti mura, al cui esterno il camminamento è decorato da un grazioso giardino con prati, alberi da frutto e arbusti fioriti. Castro è il borgo più curato che abbiamo visitato finora nel nostro viaggio in Salento: pulito, ordinato, semplice e con una grande attenzione ai dettagli.

Castro - mura.
Castro - panorama su Castro Marittima.

Lasciata l’auto subito fuori dal centro, entriamo dall’unico ingresso possibile, la cosiddetta Porta Terra, di cui è rimasto soltanto il nome. Passeggiamo sotto le mura ammirando il panorama. Vi consigliamo di esplorare in lungo e in largo i vicoli e gli affacci sulla costa per non perdervi scorci suggestivi e romantici. La luce calda del tramonto si riflette sulle pietre e colora di arancio le case e il porto di Castro Marina, subito sotto.

Scattiamo foto e ci fermiamo ad osservare la vegetazione e i possenti bastioni delle mura… Arriviamo al belvedere offerto da Torre Capanne, un’antica torre che si affaccia su un’area archeologica e sulle mura messapiche.

Come è facile intuire, Castro ha un’origine antichissima: il primo centro urbano risaliva al XVII-XVI secolo a.C. in seguito ad una migrazione di popoli della penisola balcanica. Sia i Messapi sia i Greci abitarono il luogo e, infine, vi arrivarono anche i romani, che diedero il nome di Castrum Minervae. Fu più volte conquistata da popolazioni barbariche (Ostrogoti, Vandali, Goti, Longobardi, Ungari) e divenne un fiorente centro commerciale e un’importante fortezza militare durante la dominazione sveva. Anche gli arabi occuparono la cittadina, che fu contesa nel XI secolo tra i Normanni e i Bizantini. Entrata nel principato di Taranto nel 1270, divenne anche importante sede vescovile e fu governata da diverse famiglie, che si trovarono a fronteggiare le incursioni da parte dei pirati saraceni nel corso del Cinquecento. A causa della violenza di esse, Castro fu progressivamente abbandonata; proprietà feudale fino all’inizio dell’Ottocento, subì il definitivo declino con l’abolizione della feudalità e la soppressione della diocesi. Il borgo è rinato nella seconda metà del Novecento, grazie all’attività di pescatori e artigiani, oltre alla nuova fama di meta turistica.

Castro - Chiesa dell'Annunziata.
Castro - Chiesa dell'Annunziata, resti bizantini.
Castro - Chiesa dell'Annunziata.

Lasciamo le mura e ci addentriamo tra le vie del centro. Subito individuiamo la Chiesa dell’Annunziata, che si erge pacifica e solida su una piazza deserta. Eretta nel 1171, ha avuto per secoli il ruolo di cattedrale della diocesi di Castro. L’esterno è in stile romanico, che riflette quello originario, anche se è prodotto di un lungo restauro volto a ritrovare le forme primigenie dopo le innumerevoli modifiche operate nel corso dei secoli. L’interno, infatti, è caratterizzato prevalentemente da uno stile barocco, che riconosciamo facilmente nell’altare maggiore (1670-1685) e nel pulpito seicentesco. Ci colpisce in particolare un dettaglio lungo la parete esterna rivolta verso la piazza: qui si possono ammirare le rovine della precedente basilica bizantina, costruita nel IX-X secolo sui resti di un tempio ellenistico. Osservando da vicino i sottarchi e la volta a botte di una cappella laterale, notiamo alcune tracce di affreschi di Sant’Onofrio, del Battista e del Cristo Redentore. È un luogo molto affascinante…

Ultima tappa della nostra esplorazione del borgo è il massiccio Castello Aragonese, che controlla la costa dal XII secolo, quando fu costruito sulle fondamenta di una rocca bizantina. Quando i turchi invasero Otranto nel 1480, distrussero anche Castro e il suo castello, che venne riedificato dalla famiglia feudataria, i Gattinara. Dopo un altro saccheggio nel Cinquecento, venne chiamato a rendere inespugnabile la fortezza l’ingegnere senese Tiburzio Spannocchi, che aggiunse un bastione a protezione della Porta Terra, la Torre del Catalano, e un’ulteriore cinta fortificata. Adesso il castello presenta una pianta rettangolare con quattro torri ed è circondato da un fossato.

Siamo tornati al punto di partenza, felici di aver visitato un borgo unico nel Salento: si tratta, infatti, della sola cittadella fortificata situata su un’altura rocciosa sopra il mare.

Castro - Castello Aragonese.
Castro - Lorenzo e Federica.

DOVE MANGIARE

Take Away Belvedere

Prima di avviarci verso il nostro B&B, decidiamo di prendere la cena da asporto e scegliamo un piccolo locale di stampo tradizionale, semplice ed economico. Take Away Belvedere è prevalentemente una gastronomia, che ha anche alcuni tavolini all’esterno, ed è gestita da due signori simpatici e accoglienti, pronti a soddisfare tutte le nostre esigenze. Lorenzo prende una puccia ripiena con verdure, mentre io preferisco fave e cicoria. Sono piatti tipici salentini: la puccia è una forma di pane con un diametro di 20-30 centimetri, farcita con ingredienti locali… Sapori semplici e cucina povera, ma autentica!

Castro - Take Away Belvedere.
B&B La Balaustra ad Andrano.

DOVE DORMIRE

B&B La Balaustra

Con la nostra cena, riprendiamo l’auto per l’ultima volta e ci dirigiamo verso l’entroterra. In una decina di minuti siamo arrivati ad Andrano, un antico paesino, adesso piuttosto malridotto. Subito siamo colpiti dalla povertà e dallo stato quasi di rovina del borgo… Vediamo la periferia e le case desolate, le facciate scorticate e i cancelli divelti.

In questa situazione per niente rosea, il nostro B&B è un’oasi di eleganza e meraviglia. Interamente ristrutturata, la villetta è suddivisa tra l’abitazione dei proprietari e la parte per gli ospiti. La nostra camera è accogliente, con un caminetto e tutti i confort. All’esterno, un giardino molto curato circonda una bella piscina. Pare di essere in un altro mondo rispetto al paese circostante!

B&B La Balaustra ad Andrano.
B&B La Balaustra ad Andrano.

Ceniamo a bordo piscina e Lorenzo riesce addirittura a salvare un uccellino, caduto dal nido e vittima di uno dei gatti. Con una naturalezza sorprendente, lo porta in camera, gli dà da mangiare e da bere e, insieme, gli costruiamo un rifugio per la notte. Il mattino dopo lo affidiamo alle cure dei proprietari…

La colazione è servita nella grande sala, dotata anche di una cucina. Il pasto è casalingo e gradevolissimo. Oltre alle possibilità confezionate, viene offerta un’ampia scelta di dolci freschi e addirittura una torta senza glutine fatta in casa! Frutta, yogurt, succhi… C’è di tutto! Il caffè è servito in una Moka: un tocco delizioso in un ambiente familiare.

Riposati, coccolati e rifocillati, siamo pronti per il nostro quinto giorno in Salento!

Grotta Zinzulusa.

BUDGET

  • Spesa al supermercato LD di Otranto: 8,11 euro
  • Parcheggio Santa Cesarea Terme: 1,20 euro
  • Caffè e acqua al Caffè Moresco (Santa Cesarea Terme): 5,50 euro
  • Parcheggio Grotta Zinzulusa: 0,70 euro
  • Ingresso Grotta Zinzulusa: 12,00 euro (2 persone)
  • Take Away Belvedere a Castro: 8,50 euro
  • B&B La Balaustra: 70,00 euro (colazione inclusa)
  • Totale: 106,01 euro
  • A testa: 53,00 euro

Complessivo 9 giorni per 2 persone

  • Biglietto treno: 258,80 euro
  • Auto: 360,00 euro di noleggio + 20,00 euro per check-in e out alla stazione
  • Benzina: 80,00 euro

Al giorno: 39,93 euro a testa

Totale a testa Giorno 4: 92,94 euro

INFORMAZIONI


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