Trekking tra un ponte romano, la Pieve di Sant’Andrea, il Cippo Caduti di Radio Cora e il Castello di Castiglione
Domenica 30 ottobre 2022
In un autunno incredibilmente mite, abbiamo deciso di dedicare una mattinata ad un breve trekking, che somiglia forse più ad una passeggiata nella natura, tra campi di olivi, boschi e cascatelle, passando in luoghi di rilevanza storica e artistica, come un minuscolo ponte romano, l’antica Pieve di Sant’Andrea con i begli affreschi del Ghirlandaio, il monumento in ricordo dei caduti di Radio Cora, i ruderi del Castello di Castiglione e la vicina Chiesa di San Michele… Insomma, il percorso ci porta a conoscere meglio il nostro territorio, a due passi da Firenze, nell’amena frazione di Cercina, nel comune di Sesto Fiorentino.
Partendo in auto da Firenze, oltrepassiamo il cimitero di Trespiano e, in prossimità del paesino di Pian di San Bartolo, giriamo a sinistra in una strada piuttosto stretta e in discesa. La stazione di Montorsoli è a poche centinaia di metri ed è possibile parcheggiare sia in prossimità del piazzale sia lungo i bordi della via che serpeggia tra le case, prestando attenzione ai divieti e alle proprietà private. In alternativa, Montorsoli è raggiungibile in autobus; personalmente, sconsiglio il bus piccolo che ferma proprio in paese perché le corse sono rarissime: meglio salire sul numero 25 che da piazza San Marco arriva fino a Pian di San Bartolo. Partendo da qui, infatti, allunghiamo il trekking solo di una quindicina di minuti.
Ci troviamo sulle pendici di Monte Morello, un’area protetta il cui bosco è abitato da numerosi animali selvatici, tra cui cinghiali, cervi e lupi… Sembra incredibile, ma siamo solo a poco più di un quarto d’ora dal centro di Firenze! L’aria è fresca e pulita, un toccasana contro lo smog perenne della città. Il paesaggio è incantevole, dolce e verdeggiante, alterna campi coltivati, oliveti e zone boscose, mentre le pendici del monte sono coperte di vegetazione. In autunno i colori sono ancora splendenti, con un bel verde acceso dei prati in contrasto con quello più scuro degli alberi, querce, pini, cipressi, mentre alcune piante assumono toni rossastri e aranciati.
Partiamo, quindi, da Montorsoli e ci avviamo lungo la strada asfaltata, via della Docciola, seguendo le indicazioni per la Pieve di Sant’Andrea a Cercina; al bivio con via della Canonica, infatti, giriamo a destra e proseguiamo tra alcune case tipicamente di campagna e olivi pronti per la raccolta. Prestando attenzione, notiamo un sentiero che scende a sinistra, subito dopo un cancello; vi sono pure delle indicazioni, ma spesso sono nascoste e il cartello viene spesso divelto e adagiato al suolo. Fiancheggiando il retro di alcune abitazioni, seguiamo la strada in un oliveto e poi riconosciamo il percorso che si inoltra nel bosco sulle tracce di ciò che sembra un’antica mulattiera.
La pendenza è piuttosto ripida e le foglie scivolose in alcuni tratti, il bosco odora di muschi e funghi e la luce filtra tra gli alberi. Non ci aspetteremmo che, all’improvviso, la vegetazione si apra e sorgano di fronte ai nostri occhi le pietre di un piccolo ponte romano, arcuato sopra un torrentello e coperto di erbe. È una sorpresa gradevole e molto graziosa… Peccato per la mancanza di indicazioni! Il sentiero del CAI che stiamo percorrendo, comunque, dovrebbe essere in n. 15, che ci conduce sull’altra sponda e ci porta ad inerpicarci sull’unica vera salita del percorso.
Stiamo attenti alle indicazioni del sentiero, sempre ben segnato su alberi e rocce, e svoltiamo in corrispondenza di diversi bivi fino ad arrivare ad un altro piccolo torrente, dove si avverte l’odore pungente di una fattoria. Giriamo a destra, sempre in salita e sbuchiamo sulla strada asfaltata, in corrispondenza dell’intersezione con la via che conduce all’agriturismo e azienda agricola Cercina Vecchia, i cui animali sono lasciati al pascolo nelle zone circostanti.
Nuovamente su via della Docciola, proseguiamo a sinistra verso la Pieve di Sant’Andrea a Cercina, che ci si mostra alla fine di una salita, semplice e aggraziata con il suo porticato e il campanile in pietra. Se è aperta (cosa, ahimè, piuttosto rara), merita una visita, così come vale la pena informarsi sulle leggende locali e sulle tradizioni del luogo, come la Festa di Sant’Antonio con la storica benedizione degli animali. Qui potete trovare alcune informazioni e curiosità sulla chiesa, mentre qui potete leggere l’articolo dedicato alla festa e allo storico Comitato del Trentesimo.
Proseguiamo a dritto, svoltando leggermente verso destra su via della Casina, che diventa quasi subito via delle Portacce. Il tratto, assolato e gradevole, proseguirebbe fino a sbucare a Serpiolle, ma noi deviamo prima, seguendo l’indicazione per il Cippo Caduti di Radio Cora, che raggiungiamo su un sentiero sconnesso tra pini e cipressi. Il monumento è egregiamente mantenuto e decorato con piante e una lapide in memoria, mentre un cartello esplicativo racconta l’accaduto durante la Seconda guerra mondiale.
Ci siamo fermati per leggere e ricordare una parte fondamentale della nostra storia, così importante e radicata sul territorio che abitiamo. Dal settembre 1943, i dirigenti del Partito d’Azione fiorentino istituirono un servizio clandestino di radiocomunicazioni, denominato Co.Ra., abbreviazione di “Commissione Radio”. Lo scopo era quello di stabilire un contatto radio con gli Alleati, così da fornire loro informazioni riguardanti l’ubicazione dei presidi tedeschi, i movimenti delle loro truppe e chiedere l’invio di armi e rifornimenti ai partigiani. Probabilmente a causa di un delatore, il 7 giugno 1944 le forze tedesche e fasciste fecero irruzione nella sede di piazza d’Azeglio, mentre i componenti della resistenza erano intenti a trasmettere. Uno di loro fu ucciso, mentre gli altri furono condotti a “Villa Triste”, in via Bolognese, dove furono torturati e interrogati. Italo Piccagli ed Enrico Bocci, a capo di radio Co.Ra., si assunsero la responsabilità, ma i loro compagni furono comunque deportati. Il 12 giugno Piccagli venne condotto a Cercina insieme a quattro paracadutisti italiani di una missione alleata collegata alla Co.Ra. e ad Anna Maria Enriques Agnoletti, antifascista precedentemente incarcerata. Tutti e sei, insieme ad un paracadutista cecoslovacco rimasto ignoto, furono fucilati alle pendici di Monte Morello, proprio nel luogo dove ora sorge il monumento, mentre il corpo di Enrico Bacci, ucciso il 18 giugno, non fu mai ritrovato. I responsabili delle torture e delle uccisioni non furono mai condannati per “sopravvenuta amnistia”.
Una pagina dolorosa della nostra storia, ma che occorre ricordare, anche solo per qualche prezioso minuto, magari durante una passeggiata o un trekking nei dintorni…
Torniamo adesso sui nostri passi e, invece di arrivare fino alla strada asfaltata, costeggiamo a sinistra alcuni oliveti, lungo un sentiero piacevole e pianeggiante. Uomini e famiglie sono intenti alla raccolta delle olive, stendono a terra le reti, brandiscono gli attrezzi e si inerpicano sugli scalei. Il paesaggio è incantevole e godiamo di una bella veduta sulla Pieve di Sant’Andrea e sulle montagne e colline circostanti.
Salendo leggermente, giungiamo ad un gruppo di case e ai ruderi del Castello di Castiglione o di Castiglioni, sempre in località Cercina ed esistente dal X secolo. La famiglia dei Catellini da Castiglione, che ne entrò in possesso intorno al 1230, diede il nome alla grande dimora, di cui furono proprietari per secoli. Tra il Quattrocento e il Cinquecento la trasformarono da luogo fortificato in residenza signorile, assumendo un aspetto simile a quello attuale, come testimonia un affresco cinquecentesco che ritrae la dimora nel chiostro di San Marco a Firenze.
Nel 1452 Sant’Antonio Pierozzi, arcivescovo di Firenze, fu ospite di Francesco di Fernando da Castiglione e gli donò il miracolo di concepire un figlio, a lungo atteso per dare continuità alla stirpe. Il castello accolse anche papa Leone X, mentre numerosi membri della famiglia dei Castiglione furono pievani della sottostante Pieve di Sant’Andrea. I Catellini furono una famiglia molto attiva e coinvolta nelle vicende fiorentine, come l’assedio di Firenze (1529-30), e vengono citati in numerose cronache contemporanee e successive nonché da Dante nel Canto XVI del Paradiso.
Nel XIX secolo la dimora fu venduta ai Garinei, per passare poi in diverse mani finché non fu lasciata in stato di abbandono nel Novecento. Purtroppo, al momento attuale, nonostante alcuni accenni di interventi, l’edificio è in rovina e, vedendolo da vicino, poco rimane del suo antico splendore, se non per le grandi dimensioni. Sul cocuzzolo che si erge sul panorama, riconosciamo solo una torretta e un massiccio corpo quadrangolare…
Vicinissima, la Chiesa di San Michele si trovava un tempo all’interno del circuito murario del castello, oggi scomparso. Lo stemma dei Catellini è ancora visibile sulla facciata della pieve e su un lato della dimora: con un po’ di impegno, possiamo riconoscere i tre cani rampanti, simbolo della famiglia. Per fortuna, almeno la chiesa mantiene la sua struttura a capanna e ci appare in condizioni migliori rispetto al castello… La speranza è che le ristrutturazioni proseguano e possano presto riportare il luogo alla sua maestosa grandiosità originaria.
Ci lasciamo alle spalle questi due edifici e scendiamo lungo il sentiero n. 56, seguendo le indicazioni per Cercina. Merita una breve sosta il delizioso pergolato e tavolo su un panorama rigenerante, costruiti probabilmente dagli abitanti delle case a fianco ma accessibili a tutti… Ci inoltriamo poi nel bosco e sbuchiamo sopra le nuove residenze di Cercina, su via della Docciola, all’altezza della trattoria I Ricchi, celebre per il fritto “alla ragnatela” di pollo, coniglio e verdura.
Torniamo verso Montorsoli passando prima dalle antiche abitazioni di Cercina, un agglomerato di case semplici con orti e terrazze occupate da piante e serre, poi da una rinfrescante cascata, raggiungibile da uno spiazzo sulla sinistra.
In meno di mezz’ora siamo tornati al punto di partenza, per un totale di circa tre ore di cammino. Il percorso è molto vario, interessante e ricco di spunti, percorribile facilmente con bambini e animali. Noi, ad esempio, l’abbiamo fatto con la nostra cagnolina adottata dal canile da appena tre settimane! Sconosciuto alla maggioranza delle persone, non solo fiorentini ma anche abitanti locali, è un itinerario tranquillo, ma molto ricco!
INFORMAZIONI
- Traccia GPS Outdooractive: https://out.ac/IF4ecZ
- Frazione di Cercina: https://italia.indettaglio.it/ita/toscana/firenze_sestofiorentino_cercina.html
- Video Youtube su Ponte Romano e percorso in bici: https://www.youtube.com/watch?v=SN_rLqD9AVs&ab_channel=DanieleAndronico
- Agriturismo Cercina Vecchia: http://www.cercinavecchia.it/
- Pieve di Sant’Andrea a Cercina FAI: https://fondoambiente.it/luoghi/pieve-di-sant-andrea-a-cercina?ldc
- Cippo Caduti di Radio Cora: https://www.pietredellamemoria.it/pietre/cippo-dedicato-ai-caduti-di-radio-cora/
- Approfondimento sulla strage del 12 giugno 1944: http://www.straginazifasciste.it/?page_id=38&id_strage=5052
- Approfondimento sul 18 giugno 1944: http://www.straginazifasciste.it/?page_id=38&id_strage=5051
- Castello di Castiglioni e Chiesa di San Michele: https://tuttatoscana.net/itinerari-2/la-chiesa-di-san-michele-e-il-castello-di-castiglioni/
- Trattoria I Ricchi: http://www.iricchi.it/
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