Un anello fino al borgo di Piantravigne
Lunedì 10 aprile 2023
Pasquetta è spesso dedicata alle gite fuoriporta e quest’anno anche noi abbiamo deciso di approfittare del bel tempo per visitare un luogo che ci ripromettevamo di vedere da oltre un anno: le Balze del Valdarno…
Abbiamo costruito un trekking ad anello, piuttosto semplice e adatto a tutti, unendo due sentieri, arrivando fino alla Sorgente dell’Acqua Zolfina e facendo una deviazione al borgo di Piantravigne, da cui si gode di uno spettacolare panorama.
LE BALZE DEL VALDARNO
Prima di iniziare la nostra camminata, vale la pena spendere qualche parola su questo incredibile spettacolo naturale, la cui origine è geologicamente piuttosto recente: la formazione delle Balze, infatti, è avvenuta dal Pliocene superiore al Pleistocene, cioè da circa tre milioni a centomila anni fa.
Come è avvenuta? All’inizio del processo, il sollevamento delle catene del Pratomagno e del Chianti ha dato origine, in primo luogo, ad una depressione nell’odierna zona di Cavriglia e Figline e, successivamente, ad un’estesa conca di 40 km di lunghezza e 10 di larghezza, riempita da acque meteoriche, che hanno formato un grande lago. Progressivamente il bacino è stato riempito da detriti portati a valle dai torrenti: i più grossolani si sono depositati lungo le rive e i più leggeri hanno raggiunto il centro del lago.
La diversità tra gli strati di accumulo, con una prevalenza di ciottoli, ghiaia, sabbia, limo e argilla, ci mostra come nel corso del tempo siano avvenuti importanti cambiamenti climatici. Nel Pliocene, infatti, il clima era molto più caldo dell’attuale e somigliava a quello tropicale o sub-tropicale; ne sono testimonianza i reperti fossili di animali (elefanti, rinoceronti, ippopotami, tigri dal dente a sciabola, iene) oppure le conchiglie dei molluschi e i vegetali (sequoia, cinnamomo). Il bacino si è progressivamente riempito di depositi e, circa centomila anni fa, essi hanno raggiunto una quota di 300 metri slm; allora le acque del lago hanno tracimato, abbassandosi velocemente e defluendo verso la piana fiorentina.
Al centro di questa pianura si è formato il corso del paleo-Arno, le cui acque, insieme ai torrenti provenienti dalla montagna, hanno cominciato l’opera di erosione delle rocce sedimentarie scoperte. I calanchi e le Balze del Valdarno sono il prodotto dell’azione costante della natura, della sua forza disgregatrice lenta ma costante.
In conclusione, le Balze sono rilievi di detriti stratificati, composti da sabbia, argilla, ciottoli e ghiaia. La loro incredibile peculiarità le ha rese l’elemento più caratteristico del paesaggio del Valdarno Superiore, tra Firenze e Arezzo. Persino Leonardo da Vinci si è accorto della loro unicità e ne ha parlato nei suoi manoscritti raccolti nel Codice Hammer o Codice Leicester. Adesso è stata istituita un’area protetta con 1.027 ettari di superficie, nel Comune di Reggello, al fine di preservare questo particolare e delicato paesaggio.
TREKKING
Il nostro itinerario inizia al borgo di Castelfranco di Sopra (278 m.), dove lasciamo l’auto ad un comodo parcheggio gratuito vicino al cimitero (arrivate presto, perché si riempie facilmente). Da qui percorriamo via Aretina e arriviamo ad un incrocio di strade, da cui parte anche il nostro sentiero, in via delle Balze. Troviamo un bel cartello esplicativo, che ci mostra esattamente il trekking ad anello che vogliamo intraprendere, così come la deviazione verso il borgo di Piantravigne. Due sono i percorsi che uniamo in questa passeggiata: il Sentiero delle Fossate e il Sentiero dell’Acqua Zolfina, entrambi sono ben segnalati con apposite indicazioni e alcuni cartelli (a volte, purtroppo, sbiaditi).
Scendiamo, quindi, lungo via delle Balze in una strada asfaltata che ben presto diventa sterrata. Il primo colpo d’occhio sulle Balze lo abbiamo già in questo primo tratto: la parete argillosa e color ocra si staglia davanti ai nostri occhi, sormontata da una cresta di vegetazione irriverente. Oltre di essa, si aprono altre Balze, creste strette e compatte. Il paesaggio è incredibile e ancora non siamo al punto più panoramico!
Continuiamo a scendere e, in corrispondenza di una casa, seguiamo le indicazioni del sentiero n. 51, verso Acqua Zolfina/Piantravigne. Ci inoltriamo nella vegetazione, sempre scendendo verso il Borro delle Fossate, e costeggiamo il torrente attraversandolo in alcuni punti. Gli alberi si aprono a tratti permettendoci di ammirare lo spettacolo delle Balze, che si ergono acute e solide sopra di noi… Lo scorcio più bello è in corrispondenza dei ruderi degli edifici indicati come Case Pre Costa, ormai in stato di completo abbandono.
Proseguiamo lungo il sentiero che è divenuto pianeggiante, una comoda strada bianca, che ci conduce all’intersezione con il Sentiero dell’Acqua Zolfina, tra campi coltivati (ne riconosciamo uno di fave), abitazioni e casali agricoli. I prati verdi brillano nel rigoglio della primavera e i loro colori accesi danno ancora maggiore risalto alle incredibili Balze, che adesso si aprono al nostro sguardo in tutto il loro splendore: una catena di montagne di sabbia e argilla, erta e brulla, sormontata da un copricapo di vegetazione.
Circondati dallo spettacolo delle Balze e da prati distesi su leggere colline, costeggiamo il Borro della Fornace e della Spina fino ad arrivare ad un bivio: a sinistra chiudiamo l’anello lungo il Sentiero dell’Acqua Zolfina, mentre a destra possiamo salire fino al borgo di Piantravigne. Noi scegliamo la seconda opzione e, attraversando un ponticello in corrispondenza dell’Agriturismo-Osteria Le Balze, ci inerpichiamo lungo quella che è l’unica salita impegnativa del percorso.
Il panorama, però, ripaga ampiamente la fatica: in meno di trenta minuti di cammino sbuchiamo in corrispondenza degli antichi lavatoi, dove un tempo le massaie di Piantravigne venivano a fare il bucato. Davanti a noi possiamo godere dello spettacolo delle Balze in tutta la loro grandezza ed estensione: non sembra più di essere in Toscana, ma nel Gran Canyon americano!
PIANTRAVIGNE
La passeggiata è anche un’occasione per curiosare nel minuscolo borgo di Piantravigne (255 m. s.l.m.), di cui individuiamo immediatamente la chiesa con il campanile; la Pieve di San Lorenzo, quasi nascosta tra gli edifici e le strette viuzze del paesino, è composta da un’unica navata ed è importante poiché custodisce il più antico dipinto della Madonna ritrovato nel Valdarno Superiore e, in generale, uno dei più vecchi della Toscana. Si tratta di una tavola del XIII secolo, raffigurante la Madonna con Bambino e due Santi Martiri; l’autore è ignoto e la tavola era in pessimo stato di conservazione fino agli interventi di restauro e alle indagini iniziate nel 1999. Una curiosità: la tavola non è uniforme ma bombata perché composta da tre doghe assemblate insieme; l’aureola della Madonna e dei santi è in oro, eseguita con una particolare tecnica, nota come “a guazzo”, nella quale si utilizza esclusivamente la foglia libera, d’oro o d’argento. Purtroppo, la chiesa è solitamente chiusa: apre solo per le celebrazioni religiose e per il patrono del paese.
Sulla medesima piazza dove sorge la Chiesa di San Lorenzo possiamo notare una dimora storica del paese, risalente al XVII secolo e costruita sulle rovine del Castello di Piantravigne, distrutto nel 1302 durante la guerra tra Guelfi e Ghibellini. In questo stesso punto esisteva precedentemente un Castrum romano.
L’antica dimora ci offre l’occasione per una scoperta interessante: pur non citando esplicitamente Piantravigne nella Commedia, Dante allude ad un episodio di cui il borgo è stato teatro (Inferno, XXXII): nel gennaio 1302 Carlino de’ Pazzi, a capo di un gruppo di magnati ghibellini e guelfi bianchi, aveva occupato il piccolo castello di Piantravigne, uccidendo un paio di guelfi e derubando le loro famiglie di tutti i loro beni. L’estate successiva le milizie dei neri fiorentini avevano attaccato il fortilizio, ma ne era derivato un assedio di tre settimane… Allora avevano provato a corrompere Carlino con denaro, la promessa di un’amnistia e di restituirgli le proprietà confiscate. Carlino aveva ceduto: il borgo era stato messo a ferro e fuoco e Dante ha condannato il traditore in una delle peggiori bolge infernali.
Prima di riprendere il nostro percorso, ammiriamo il panorama anche dall’altro lato del borgo… Torniamo sui nostri passi e scendiamo fino all’Osteria Le Balze per girare a destra e confluire lungo il Sentiero dell’Acqua Zolfina.
SORGENTE DELL’ACQUA ZOLFINA
Pian piano che ci allontaniamo dal panorama delle Balze, ci immergiamo in una vegetazione sempre più fitta e lussureggiante. La salita non è particolarmente impegnativa e l’ombra ci ripara dalla calura… Altra frescura viene concessa dal torrente che scorre parallelamente al sentiero e lungo il quale facciamo una deviazione per arrivare fino alla Sorgente dell’Acqua Zolfina, ricca di zolfo, appunto, e dal colore leggermente lattiginoso.
Ancora una decina di minuti di salita e il sentiero termina su una strada asfaltata, che prendiamo a sinistra dirigendoci verso la Badia di San Salvatore a Soffena, una meraviglia circondata da un bucolico prato di margherite e alberi di olivo.
Siamo poco distanti dal parcheggio dove abbiamo lasciato l’auto, ma possiamo anche concederci una bella passeggiata a Castelfranco di Sopra, considerato uno dei borghi più belli d’Italia.
In conclusione, la nostra passeggiata alle Balze del Valdarno ci ha permesso di ammirare uno spettacolo naturale e geologico incredibile, che ci ha trasportati fuori dall’Italia e ci ha fatto assaporare l’atmosfera dei paesaggi americani…
INFORMAZIONI
- Traccia GPS Outdooractive: https://out.ac/IJjbke
- Video YouTube: https://youtu.be/8Fnja_7WOXU
- Visit Valdarno: https://www.visitvaldarno.com/le-balze-del-valdarno/
- Balze del Valdarno: https://www.cittametropolitana.fi.it/wp-content/uploads/Le_Balze.pdf
- Blog La mia bella Toscana: https://www.lamiabellatoscana.it/le-balze-del-valdarno#:~:text=Le%20Balze%20del%20Valdarno%20sono,e%20modellati%20dagli%20agenti%20atmosferici
- Chiesa di San Lorenzo: https://www.beweb.chiesacattolica.it/edificidiculto/edificio/50886/Terranuova+Bracciolini+%28AR%29+%7C+Chiesa+di+San+Lorenzo+in+Piantravigne
- Comune di Castelfranco di Piandiscò: https://www.castelfrancopiandisco.it/it
- Borghi più belli d’Italia: https://borghipiubelliditalia.it/borgo/castelfranco-di-sopra/
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