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IL BORGO DI CASTELFRANCO DI SOPRA

Breve itinerario alla scoperta di uno dei borghi più belli d’Italia

Lunedì 10 aprile 2023

Castelfranco di Sopra - Torre di Arnolfo.


Dopo l’escursione alle Balze del Valdarno, abbiamo deciso di visitare il borgo dal quale il nostro trekking era partito: Castelfranco di Sopra, che ci ha piacevolmente colpiti per la ricchezza della sua storia, la quantità di monumenti e la meravigliosa Badia di San Salvatore a Soffena. Così, abbiamo trascorso qualche ora passeggiando tra i vicoli ed entrando nelle numerose chiese…


STORIA

MONUMENTI
Torre di Arnolfo e Mura
Chiesa di San Filippo Neri
Palazzo Comunale
Palazzo Sassolini
Casa Campa
Cappella della Compagnia dei Bianchi
Chiesa di San Tommaso
Oratorio della Vergine delle Grazie o Cappellina dei Neri
Badia di San Salvatore a Soffena

STORIA

Tra i calanchi del Valdarno, a poche centinaia di metri dallo spettacolo delle Balze, il borgo di Castelfranco di Sopra accoglie i passanti con la sua mastodontica torre medievale, accesso principale della città. Fondato nel 1299, il paese conserva numerose testimonianze storiche e architettoniche del proprio ricco passato. Innanzitutto, si tratta di una terra di confine, lungo la strada provinciale Setteponti, e fu concepita dalla Repubblica Fiorentina come avamposto militare in funzione antiaretina, oltre che come snodo commerciale. Si tratta, quindi, di una delle “Terre Nuove” fiorentine; per popolare il borgo, esso venne “francato”, cioè temporaneamente esentato dal pagamento dei tributi, attraendo così a sé numerosi popolani provenienti dalle comunità vicine. Oltre che “franco”, il castello era detto “di Sopra” perché situato a monte di Firenze.

E prima della fondazione ufficiale? Nel III-II secolo a.C. passava da qui un antico tracciato etrusco che collegava Arezzo e Fiesole, poi lastricato dai romani (si dice che un tratto dell’attuale strada Settteponti sia stato percorso persino da Annibale nel corso delle guerre puniche). Nel VIII-IX sec. la presenza longobarda è attestata da tracce rinvenute nell’attuale Badia di Soffena, databili intorno all’anno 825, mentre l’abbazia viene citata in un documento del 1014; nell’XI secolo a Soffena era presente anche un castello, poi distrutto.

Castelfranco di Sopra - Badia di San Salvatore a Soffena.


Secondo Vasari, la città può vantare il pregio di essere stata pensata dal famoso architetto Arnolfo di Cambio, autore anche della torre e delle mura. L’impianto urbano ricalca il castrum romano, con vie ortogonali e la piazza centrale su cui si affacciavano gli edifici del potere: il Palazzo del Podestà e la chiesa di San Pietro, scomparsa già nel XVIII secolo; all’interno, però, era conservata la Madonna in trono col Bambino e i Santi Pietro, Giovanni Evangelista, Giovanni Battista e Paolo di Perugino (1493), oggi al Kunsthistoriches Museum di Vienna. Inoltre, allontanandosi dal centro nevralgico della città, le vie diventano sempre più strette e gli edifici hanno altezze degradanti.

Nel XVII secolo Castelfranco di Sopra poté godere di un grande rinnovamento, che ebbe effetti positivi sulla vita sia economica sia sociale: la popolazione aumentò notevolmente, con la costruzione di edifici signorili, come Palazzo Renzi, e di strutture religiose come l’Oratorio di San Filippo e il Convento delle Agostiniane.

Nell’Ottocento il borgo passò sotto l’amministrazione della provincia di Arezzo: a questo periodo risale la distruzione delle mura e dell’antica Loggia di Arnolfo di Cambio.

Castelfranco di Sopra - Torre di Arnolfo.
Castelfranco di Sopra - Casa Campa.

MONUMENTI

Iniziamo il nostro itinerario dalla famosa Torre di Arnolfo, detta anche Porta Campana, l’unica torre sopravvissuta, che reca scolpiti il giglio di Firenze e la data della sua costruzione (1300). Passando sotto di essa entriamo nel centro cittadino, un tempo delimitato da mura, di cui troviamo ancora una traccia alla nostra destra, lungo via Arnolfo (straordinario è il fatto che qui il tratto di mura sia pervenuto a noi completo del camminamento della guardia).

Percorriamo via Cavour e ci imbattiamo subito nella Chiesa di San Filippo Neri, dedicata al santo nativo di Castelfranco e canonizzato nel 1621. L’edificio fu, infatti, edificato poco dopo, nel 1631 (e ampliato nel 1666) e presenta un’elegante facciata barocca del 1761 in pietra arenaria, con riquadri a intonaco ed elementi geometrici regolari. L’interno a tre navate termina nel presbiterio, coperto a cupola, introdotto da un grande arco trionfale con lesene scanalate e capitelli corinzi. Sull’altare maggiore è collocata l’Estasi di San Filippo Neri (1640) di Matteo Roselli, autore anche del Volto Eterno nel tondo del timpano spezzato dello stesso altare. Di ancor maggiore interesse è la Madonna col Bambino della scuola di Andrea del Sarto, nella cappella laterale.

Castelfranco di Sopra - Chiesa di San Filippo Neri.
Castelfranco di Sopra - Chiesa di San Filippo Neri, Madonna col Bambino della scuola di Andrea del Sarto.

Arriviamo alla piazza principale, dove individuiamo subito il Palazzo Comunale, che si conserva originale nel piano terreno e contiene intatte le antiche carceri. La facciata è ornata dagli stemmi dei podestà e nella sala consiliare è presente l’affresco della Madonna del latte (fine XIV secolo).

Proseguendo a diritto in via Veneto, prestiamo attenzione nell’identificare il settecentesco Palazzo Sassolini; lungo la medesima strada si trovano anche resti di edifici del XV e del XVI secolo. In via Maestra, invece, possiamo trovare alcune abitazioni risalenti al periodo della fondazione di Castelfranco di Sopra, molto simili alle case a schiera del centro storico fiorentino.

Castelfranco di Sopra - Palazzo Comunale.
Castelfranco di Sopra - Mura.

Dirigendoci verso l’uscita del borgo, passiamo da via Piave dove ci soffermiamo sulla facciata di Casa Campa, che porta scolpita l’immagine di un cavallo con accanto il giglio fiorentino: si trattava, infatti, di una stazione di posta dove si lasciavano i cavalli. Sul lato opposto della strada vi è la Cappella della Compagnia dei Bianchi, rimaneggiata nel 1556, come è scolpito sul portale in pietra. L’interno, a pianta rettangolare, è coperto nella navata da capriate lignee policrome. Notevole è l’altare barocco in legno dorato, che comprende una tavola raffigurante l’Orazione nell’Orto della fine del XVI sec. Le altre due opere sono la tela con San Giuseppe, Santa Lucia e Angeli, ritagliata al centro e contenente un dipinto settecentesco con l’immagine della Madonna; la tela con i due santi, datata 1675, rientra nella produzione tarda del fiorentino Simone Pignoni.

Merita un’occhiata anche la Chiesa di San Tommaso, contemporanea all’edificazione di Castelfranco e ampliata nel XVII e XVIII secolo, restaurata nel 1932. In realtà, poco rimane dell’edificio originario: il bel porticato è un’opera del 1755, come settecentesco è anche il portale. Il campanile è stato innalzato nel 1882, sostituendo quello più antico a vela. All’interno sono conservati numerosi arredi sei-secenteschi e, a destra, troviamo un antico Crocifisso, molto venerato dalla popolazione; infine, possiamo vedere il coro settecentesco e l’organo.

Castelfranco di Sopra - Cappella della Compagnia dei Bianchi.
Castelfranco di Sopra - Chiesa di San Tommaso.

Prima di uscire dall’antico tracciato delle mura, possiamo fare una sosta all’Oratorio della Vergine delle Grazie o Cappellina dei Neri. In verità non è rimasto granché da vedere, ma il luogo ha la propria importanza in quanto sede della prima Associazione di Misericordia, denominata “Confraternita di Gesù Agonizzante”, detta poi “dei Neri” dal colore delle vesti che indossavano i fratelli che ne facevano parte. Adesso l’edificio è utilizzato dalla Misericordia di Castelfranco, che ha riportato alla luce i resti dell’altare, andato distrutto nel corso dei secoli insieme all’Oratorio, e che ha restaurato l’affresco originale della Madonna col bambino circondata da quattro Santi (di cui due ormai perduti, mentre gli altri sono San Francesco e San Pietro). La Madonna, oggetto di venerazione fino alla metà del Novecento, veniva ogni anno “rinfrescata” con pennellate di azzurro.

Uscendo da Porta al Pino oppure passando attraverso i giardini comunali, ci fermiamo alla nostra ultima tappa: la stupenda Badia di San Salvatore a Soffena, un complesso monumentale costituito da chiesa, chiostro e convento. 

Dell’abbazia abbiamo traccia fin dai primi anni del XI secolo e nel 1090 il monastero fu affidato da papa Urbano II ai monaci vallombrosani, assumendo nel 1394 l’aspetto attuale in stile gotico. All’inizio del Settecento, però, la Badia andò incontro ad un rapido declino e fu utilizzata a scopo agricolo, provocando la dispersione delle opere d’arte e il danneggiamento degli affreschi. Nel 1960 lo Stato italiano acquistò l’immobile e diede inizio ad un importante lavoro di ricostruzione: staccò gli affreschi, ripristinò il tetto, riportò all’antica forma il chiostro e sistemò l’interno della chiesa e del campanile.

Castelfranco di Sopra - Badia di San Salvatore a Soffena.
Castelfranco di Sopra - Badia di San Salvatore a Soffena.

Immerso in un’atmosfera bucolica tra prati e olivi, con lo sfondo meraviglioso della campagna del Valdarno, il complesso si presenta oggi ai nostri occhi come un’oasi di pace e tranquillità. L’interno della chiesa, con pianta a croce latina e abside quadrato, è ricco di affreschi di scuola senese e fiorentina del XV secolo, tra cui la Madonna col Bambino di Paolo Schiavo e una splendida Annunciazione di Giovanni di Ser Giovanni, detto lo Scheggia (fratello di Masaccio).

Castelfranco di Sopra ci ha piacevolmente colpiti: è un borgo grazioso e tranquillo, ideale per una rilassante passeggiata dopo un bel trekking alle Balze del Valdarno o tra i calanchi…

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