Montemassi, Tatti e il Podere Nocini di Maremma
Venerdì 3 settembre 2021
Qualche estate fa abbiamo trascorso un meraviglioso weekend nell’Alta Maremma, visitando borghi arroccati e quasi sconosciuti e godendo di un mare incredibile, quello del Parco della Maremma… Sulle migliori spiagge, attrazioni e consigli abbiamo già dedicato un articolo (che potete leggere qui). Ci concentriamo adesso sull’entroterra, con due luoghi da non perdere, Montemassi e Tatti, e il suggerimento di un incantevole podere dove soggiornare.
Dalla superstrada Firenze-Siena, uscendo a Civitella Marittima e proseguendo verso Grosseto, dopo una ventina di chilometri giungiamo a Montemassi, nel comune di Roccastrada, un paesino sonnolento nelle giornate estive, ma ricco di storia.
MONTEMASSI
Arroccato su un’altura non particolarmente elevata (280 metri s.l.m.) ma alquanto aspra, questo borgo si pone in una posizione strategica e dominante sull’alta valle del fiume Bruna. Per questo motivo, il primo insediamento fortificato, coevo a quelli circostanti, doveva risalire al X secolo, sebbene la prima testimonianza documentaria sia datata alla seconda metà del XI sec, precisamente nel 1076, quale proprietà di un certo Conte Ildebrando.
In un primo tempo, nel corso del Duecento, la fortezza fu di proprietà della famiglia degli Aldobrandeschi, particolarmente importante nella zona, ma nel 1260 fu quasi completamente demolita durante un assedio e nel 1306 fu assoggettato al vassallaggio dei conti Pannocchieschi, per passare poi alla Repubblica Senese e subire negli anni numerose distruzioni e riedificazioni.
Ciò che oggi rimane è in gran parte il prodotto degli interventi della famiglia Pannocchieschi e, successivamente, dei Verdelli. Il borgo e la rocca sono diventati famosi perché raffigurati nel celebre affresco nel Palazzo Pubblico di Siena dell’assedio senese del 1328, Guidoriccio da Fogliano all’assedio di Montemassi, attribuito a Simone Martini (XIV sec.) e considerato uno dei massimi capolavori dell’arte gotica in Toscana.
Nel 1328, infatti, con il sostegno di Castruccio Castracani degli Antelminelli, il castello si ribellò a Siena, il cui esercito, però, riuscì ad espugnare la roccaforte e a riprenderne il possesso. La Repubblica Senese, quindi, affidò il luogo in signoria ai Salimbeni, i quali lo perdettero già nel 1375.
Mino Verdelli lo acquistò, ma la proprietà passò di nuovo alla Repubblica di Siena, che nel 1404 decise di smantellare la rocca per evitare ulteriori ribellioni. Altri proprietari e gestori si succedettero, finché il castello non fu lasciato andare in rovina nella seconda metà del Settecento, dopo che i Malaspina avevano ceduto Montemassi al Marchese Domenico Cambiaso di Genova I.
La visita
Parcheggiando in una delle stradine in salita, possiamo accedere facilmente al centro storico, molto pittoresco, poiché ha mantenuto ancora oggi l’aspetto di un compatto borgo “a pigna”, strutturato intorno al castello. Non sono rimaste tracce delle antiche mura, che sono state in gran parte inglobate nelle abitazioni, ma è ancora visibile una porta di collegamento e accesso alla rocca.
Prima di arrivare alle rovine del castello facciamo un giro tra le vie del paese e ci imbattiamo nella Chiesa di Sant’Andrea, che conserva, all’interno, una tavola raffigurante una Madonna con il Bambino, della fine del Quattrocento e attribuibile a Guidoriccio Cozzarelli, e altri dipinti, tra cui due ante con San Feriolo e Sant’Antonio Abate del XVII secolo, che ornano il reliquiario di San Feriolo. Significativi sono una serie di manufatti reliquiari lignei settecenteschi e un calice seicentesco in argento, oltre ad un’interessante campana bronzea degli anni immediatamente successivi alla conquista senese.
Le origini del luogo di culto sono molto antiche, databili al XI secolo; abbiamo testimonianza, infatti, che nel 1075 o l’anno dopo, la contessa Giulitta ed il marito, Ildebrando Aldobrandeschi, donarono numerosi immobili alla chiesa costruita a Montemassi e dedicata a Santa Maria, Sant’Andrea Apostolo e San Genziano. La prima ubicazione dell’edificio non è conosciuta: forse poteva trovarsi addirittura dentro al castello… Sicuramente fu oggetto di una ristrutturazione all’inizio del Trecento, eseguita da Nello Pannocchieschi.
Nel proprio testamento del 1321 il conte destinò una somma per la costruzione e l’edificazione di una nuova chiesa, alla fine del borgo di Montemassi. Perciò, è molto probabile che la struttura attuale coincida con quella trecentesca, con un’aggiunta successiva di una piccola cappella sul lato meridionale. Adesso l’edificio appare molto rimaneggiato, soprattutto nella facciata, che si compone di elementi decorativi eterogenei.
Dopo aver passeggiato per i vicoli, ci avviamo verso la parte alta del borgo, dove sorge la rocca, che presenta ancora oggi caratteristiche simili a quelle dell’affresco raffigurante Guidoriccio. Dell’originario castello rimangano due corpi di fabbrica: a nord il palazzo/mastio, con numerose finestre con vasta apertura, che ne denunciano la funzione abitativa e non strettamente militare, e a sud l’imponente torre quadrangolare e dotata di feritoie. All’interno del primo sono ancora presenti tracce delle travature dove appoggiavano i solai lignei, successivi ad uno a volta di cui sono evidenti i resti. In seguito, all’edificio fu addossata una grande cisterna per l’acqua, ancora oggi intonacata a calce.
L’atmosfera è molto suggestiva e possiamo spostarci nelle varie parti del castello, ammirando l’incredibile panorama che si apre ai nostri piedi… Le rovine, in stato di completo abbandono, sono state restaurate una prima volta nel 2007, con un intervento di consolidamento del mastio, ripristino e messa in sicurezza di una scala per l’accesso soprastante la cisterna. Dal 2008, in seguito all’acquisto da parte del Comune della torre sud e delle aree circostanti, al 2010 il restauro ha interessato anche questa zona. Durante le varie fasi di scavi e interventi sono emerse le fondamenta di una chiesa all’interno delle mura…
Purtroppo, gli interventi successivi di riqualificazione e valorizzazione, conclusi nel 2023, sono stati piuttosto discutibili. Il Castello di Montemassi, infatti, è tornato ad esse fruibile in sicurezza per eventi culturali, ma il palco ha completamente coperto i reperti archeologici sottostanti, mentre la torre e le mura non sono state interessate dal restauro. L’installazione nel centro del cortile è stata considerata fuori luogo per dimensioni e collocazione… La speranza è che altri recuperi, più attenti e conservativi, permettano in futuro di visitare la rocca e godere della sua storia e del panorama.
Quando siamo stati a Montemassi, nel settembre del 2021, la struttura era stata lasciata nuovamente in stato di semi-abbandono, ma siamo comunque riusciti ad accedere al castello e a salire sulla torre, attraverso una suggestiva scaletta… Davanti al panorama e tra i resti di questa imponente fortezza, ci siamo sentiti immersi in un’atmosfera sospesa e magica.
TATTI
Una decina di chilometri più a nord di Montemassi, sorge un altro borgo particolare e caratteristico, Tatti, che raggiungiamo in circa un quarto d’ora di aiuto.
Noto come “il paese delle rondini”, Tatti ebbe origine nell’Alto Medioevo, come proprietà dei vescovi di Lucca, per passare successivamente all’abbazia di Sestinga fino al XIII secolo, quando fu ceduto alla famiglia Aldobrandeschi, che ne fortificò la cinta muraria ancora oggi ben conservata. Nel XIV secolo, dopo un breve controllo da parte dei Pannocchieschi, il borgo passò sotto il controllo della Repubblica di Siena, che lo mantenne fino alla metà del XVI sec. quando Tatti fu inglobato nel Granducato di Toscana.
La visita
Parcheggiata l’auto fuori dal centro, possiamo immergerci tra i vicoli, assaporando il sapore antico e medievale che caratterizza questo borgo. Passiamo incantati attraverso archi, stradine, mulini, chiese… Nonostante le ricostruzioni subite nel corso dei secoli, infatti, le case del fulcro storico hanno mantenuto l’andamento curvilineo, che ricalca il percorso delle mura della fase medievale.
In corrispondenza di via Cappelletti, si apre una porta ad arco in pietra a tutto sesto, originariamente provvista di piombatoi e di origine medievale. Le mura di Tatti, infatti, esistevano già nel IX secolo, furono nuovamente fortificate dai conti Aldobrandeschi e modificate da successivi interventi.
Passeggiando nel borgo è impossibile non notare immediatamente il grande complesso fortificato che ne domina la sommità: si tratta della rocca aldobrandesca, documentata a partire dal XI secolo e riedificata dai conti nel XIII secolo. La fortezza è organizzata intorno ad un cortile, a cui si accede attraverso due porte ad arco tondo in arenaria, e può essere identificata nel cassero del castello originario: la versione attuale è prodotto di una serie di massicci interventi realizzati negli ultimi decenni del Trecento dalla famiglia senese dei Malavolti.
Uno dei luoghi più importanti di Tatti è costituito dalla piazza della cisterna, attorno alla quale, secondo la leggenda, deve compiere tre giri colui che vuole tornare nel borgo. Qui ha sede anche l’antica Pieve di Santa Maria, un edificio medievale il cui impianto gotico è oggi quasi completamente scomparso: se ne trovano solo delle tracce lungo la parete destra dell’attuale chiesa. In questo edificio era conservata una tavola dipinta tra il 1380 e il 1400 da Andrea Vanni, pittore di scuola senese, raffigurante una Madonna col bambino e oggi esposta nella Galleria degli Uffizi a Firenze.
Una copia di quest’opera è conservata nella Chiesa di Santa Maria Assunta, anch’essa di origine medievale e ristrutturata nel XIX secolo secondo un gusto neoclassico.
Altri due edifici di culto degni di nota sono la Chiesa di San Sebastiano, dentro le mura, e quella di Santissima Annunziata, all’esterno. La prima è composta da una sola navata, di origine medievale e ristrutturata negli anni Cinquanta. All’interno, possiamo ammirare una pregevole immagine di San Sebastiano in legno policromo, ristrutturata nei primi anni 2000 dalla Sovrintendenza di Siena. Sono qui conservate immagini del Cristo Morto e della Madonna dei Sette Dolori, che vengono esposti nella settimana di Pasqua e portati in processione il Venerdì Santo, lungo un percorso illuminato da torce e fuochi e accompagnati da figure in costume.
Situata poco fuori dal borgo, la Chiesa della Santissima Annunziata, ci accoglie con una facciata del XVIII secolo ed è stata completamente ristrutturata e resa agibile nel 2004.
Un’ultima curiosità su questo paese affascinante: a fine ottobre ha luogo la Sagra dei Sapori d’Autunno, che celebra la cucina rustica locale con piatti come cinghiale, salsicce alla brace, funghi, fegatelli, caldarroste, bruschette, frati e donzelle. La festa si arricchisce di eventi di musica itinerante per le vie ed è possibile visitare cantine e frantoi tradizionali della zona.
PODERE NOCINI DI MAREMMA
Poco distante da Tatti e raggiungibile anche a piedi, il Podere Nocini di Maremma è una vera oasi di pace e tranquillità immersa nella natura, con una bella vista panoramica sulle case del borgo.
Il podere è composto da 24 ettari di terreno: da casale agricolo è stato sapientemente trasformato in struttura ricettiva, ristrutturando stalle e granaio in abitazioni privati dei proprietari e la casa del contadino in alloggi per gli ospiti.
I ritmi che scandiscono la giornata sono quelli della natura, vera protagonista del podere, grazie anche ad un giardino silenzioso e ben curato, con una veranda e alcuni tavoli. La struttura è raggiungibile attraverso una strada breve e un po’ sconnessa che passa attraverso un bosco, in cui si dipanano numerosi sentieri.
Cani, gatti, una capretta e un piccolo montone sono gli altri abitanti stabili del podere, tutti amichevoli e socievoli, ciascuno con il proprio carattere da scoprire e rispettare…
Oltre all’ambiente piacevole e rilassante, siamo rimasti entusiasti della colazione, molto ricca e genuina, che si è stata servita nella veranda: prodotti locali, torte e biscotti fatti in casa, latte e caffè… Il tutto presentato con attenzione ad ogni dettaglio e una gradevolezza fresca e al tempo stesso ricercata.
Per il nostro soggiorno, ci è stata affidata la Camera Lilla, che condividerebbe il bagno con doccia con un’altra stanza (anche se per noi l’uso è stato esclusivo). La camera matrimoniale, con un piccolo salottino, occupa l’ala sinistra del primo ed ultimo piano del podere; le sue finestre sono rivolte a sud e da esse possiamo godere di una bella vista sul borgo di Tatti, spingendo lo sguardo fino al mare, mentre dal salottino possiamo apprezzare il bosco ombroso dall’altro lato.
Immersi nella natura, coccolati dai proprietari e cullati dalla calma pensosa di questo luogo, ci siamo goduti una splendida vacanza, durante la quale abbiamo potuto esplorare liberamente i dintorni: da Montemassi a Tatti, dal Parco della Maremma a quello di Rimigliano…
INFORMAZIONI
- Montemassi: https://www.comune.roccastrada.gr.it/it-it/vivere-il-comune/cosa-vedere/borgo-di-montemassi-48579-1-6156855cc509b25902c5fb9da84944fd
- FAI sul borgo di Tatti: https://fondoambiente.it/luoghi/tatti?ldc
- Podere Nocini di Maremma: https://www.nocinidimaremma.it/la-maremma/
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